domenica 6 marzo 2022

L'ITALIA È IN STATO DI PRE-ALLARME ENERGETICO

 

PER FARE UN DANNO A PUTIN DOVREMMO SMETTERE DI ACQUISTARE GAS E PETROLIO DALLA RUSSIA MA CON UN BLOCCO TOTALE DI TUTTE LE FORNITURE DALL'ESTERO, ABBIAMO OTTO SETTIMANE DI AUTOSUFFICIENZA 

LA PROSSIMA SETTIMANA,  VERTICE CON URSULA VON DER LEYEN, CHE ORA LA TRANSIZIONE ECOLOGICA SE DA' IN FRONTE 

L’ALGERIA HA PROMESSO DI AUMENTARE DI CIRCA 2 MILIARDI DI METRI CUBI LE SUE FORNITURE MA BISOGNA ANCHE AUMENTARE GLI ACQUISTI DAL QATAR...

Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”

 

Il tema ormai è chiaro. Se l'Europa vuole veramente mettere in ginocchio Putin deve smettere di finanziare le sue spese militari (stimare in circa 250 milioni al giorno) con l'acquisto quotidiano di circa 600 milioni di gas e 300 di petrolio. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Basta leggere l'intervista rilasciata ieri al Corriere dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per avere un'idea. 

«Con un blocco totale di tutte le forniture dall'estero», ha detto l'ex manager di Leonardo, che ha anche proposto di mettere un tetto Ue al prezzo del gas, «abbiamo fino a otto settimane di autosufficienza». Avete capito bene. Se decidiamo di staccarci dalla Russia con le nostre riserve possiamo andare avanti un paio di mesi. E poi? Nessuno lo sa. 

 

STOCCAGGI

COME ARRIVA IL GAS IN ITALIACOME ARRIVA IL GAS IN ITALIA

La questione non riguarda solo l'Italia. Anzi. Sebbene non siamo il Paese che per la sua produzione di elettricità dipende di più dal gas, e in particolare da quello russo (per oltre il 40% su una quota di importazione di metano che tocca il 95% del nostro fabbisogno) sembra che i nostri stoccaggi siano un po' più pieni (al 38% della capienza) rispetto a quelli della Ue (in media al 28%). Ma la sostanza cambia poco. Giorno più giorno meno, tutti restiamo a secco. 

 

estrazione di gas nel mediterraneo orientaleESTRAZIONE DI GAS NEL MEDITERRANEO ORIENTALE






È per questo che la prossima settimana ci sarà un vertice ad hoc con Ursula von der Leyen. Mentre la presidente della Ue, però, continua a puntare sul miraggio della transizione ecologica («L'Ue deve liberarsi della dipendenza dal gas, petrolio e carbone della Russia. E per questo dobbiamo diversificare e investire massicciamente nelle rinnovabili», ha detto ieri), che ovviamente non è una soluzione nel medio periodo ed è anzi una parte del problema che ci troviamo oggi ad affrontare, in Italia per una volta c'è la sensazione che si stia andando al sodo. 

estrazione di gas 4ESTRAZIONE DI GAS

 

«Senza perdere un attimo di tempo, stiamo intervenendo per rafforzare con altri Paesi la nostra cooperazione energetica. Lavoriamo per aumentare le nostre forniture di gas nel breve, medio e lungo periodo, per evitare ogni genere di ricatto», ha spiegato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, dopo l'Algeria, è volato in Qatar insieme all'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, per una visita di due giorni anticipata da una telefonata di Mario Draghi all'emiro Tamin Bin Hamad Al Thani. Lo scambio di vedute, fa sapere Palazzo Chigi, si è concentrato «sull'eccellente partenariato bilaterale e sulla collaborazione energetica». 

gasdotto transmedGASDOTTO TRANSMED

 

QATAR E ALGERIA 

Il Qatar, va ricordato, è cruciale: terzo produttore di gas naturale al mondo (oltre 177 miliardi di metri cubi all'anno), per l'Italia è al momento il terzo esportatore di gas naturale - dopo appunto la Russia e l'Algeria- e il primo di gas naturale liquefatto, per una fornitura di 6,9 miliardi di metri cubi l'anno pari a quasi il 10% del totale delle importazioni, contro il 40% del gas russo. Algeri intanto ha già promesso a Roma di aumentare di circa 2 miliardi di metri cubi le sue forniture per arrivare a 30 già «nei prossimi mesi». 

 

Anche la Germania guarda altrove: ieri ha avviato una collaborazione con Nederlandse Gasunie e Rwe per costruire un terminale di gas naturale liquefatto nella città portuale settentrionale di Brunsbuettel. Sullo sfondo, però, se l'Ue vuole fare sul serio, si intravede anche lo spettro del razionamento. L'Italia è già in stato di pre-allarme energetico. 

 

estrazione di gas 1ESTRAZIONE DI GAS

Si tratta di un primo passaggio di un protocollo di crisi che, dopo l'allarme, può portare all'emergenza. In quel caso scatta l'utilizzo degli stoccaggi strategici e il taglio delle forniture per alcune imprese. Il Paese non dovrebbe comunque restare al buio, ma i danni sarebbero ingenti. Con un razionamento del 10% dell'energia la Bce ha stimato una contrazione del Pil di quasi l'1%. In pratica, dopo la straordinaria crescita del 2021, ingraniamo la retromarcia. Fonte: qui

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