giovedì 28 febbraio 2019

MADURO? QUESTIONE DI GIORNI, SI DICE A WASHINGTON. È ARRIVATO IN COLOMBIA ELLIOTT ABRAMS, E QUANDO ARRIVA LUI, DI SOLITO ARRIVA L'INTERVENTO MILITARE

NEGLI USA I DEMOCRATICI ALLA SANDERS PAIONO I 5 STELLE: È IL SOLITO COLPO DI STATO DEI GRINGOS. MA È IL GRUPPO DI LIMA A CHIEDERE L'INTERVENTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE PER CRIMINI DI GUERRA, CON 3 MILIONI DI RIFUGIATI
Maria Giovanna Maglie per Dagospia

nicolas maduroNICOLAS MADURO
Questione di giorni, si dice a Washington. È arrivato infatti in Colombia Elliott Abrams, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Venezuela, nominato dal segretario di stato Mike Pompeo il 25 gennaio. Quando arriva lui, di solito poi arriva l'intervento militare, e il comportamento di Maduro nelle ultime settimane, da quando la crisi venezuelana è diventata un problema internazionale, dimostra che con le buone non se ne andrà, che le sanzioni e le nuove strette economiche tanto le fa pagare al popolo in fame e repressione.

Ma negli Stati Uniti non tutti sono d'accordo. Sembrano i 5 stelle. Quello americano, dicono, e’il solito colpo di stato dei gringos contro le nazioni dell'America latina, niente di nuovo sotto il sole. Ad ascoltare i deputati, a dire il vero solo tre per il momento, del gruppo democratico liberal socialista, che accusano gli Stati Uniti di colpo di stato in Venezuela, ma anche a sentire le rimostranze del ricandidato del 2020, Bernie Sanders, anziano ma in grande spolvero, è proprio così, e Maduro e’ un fiorellino.

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Dovrebbe essere Trump quello alleato o almeno costretto alla complicità con la Russia, sponsor di Maduro, invece sono quelli che lo accusano, come Ro Khanna, Ilhan Omar e Tulsi Gabbard. E Sanders rincara la dose, pur tra le critiche di molti dei suoi sostenitori, e chiede di imparare la lezione del passato e non occuparsi dei regimi politici di altri Paesi.

È un po' la linea del ministro degli Esteri venezuelano, rigorosamente ripresa da Sputnik news in Italia, Jorge Arreaza, che ha notato che la pressione contro il Venezuela proviene dall'estero durante un'intervista:

"Nel mio Paese ora è tutto tranquillo, tutti vanno al lavoro, alle università, alle scuole. La settimana prossima ci sarà il carnevale. Tutte le pressioni provengono dall'estero", ha aggiunto il ministro degli Esteri venezuelano, invitando sarcasticamente è un incontro tra Trump e Maduro, visto che il presidente americano sarebbe il vero capo dell'opposizione venezuelana.

MADUROMADURO
Ci vuole una grande faccia tosta a sostenere simili fandonie quando lo stato di povertà del Popolo venezuelano, la gente che fruga nei cassonetti dell'immondizia per cercare qualcosa da mangiare, è stato documentato? Non gli manca evidentemente, anche per questo bisognerebbe far presto.

Donald Trump sta ad Hanoi e incontra Kim jong-un per la seconda volta. Gli avversari politici democratici sostengono che questo viaggio in Corea del Nord sia stato studiato per distrarre l'attenzione dallo scandalo Russia Gate e dalla testimonianza dell'ex avvocato del presidente, Michael Cohen, che per salvarsi il posteriore accusa il suo ex cliente e amico praticamente di qualsiasi nefandezza possibile e immaginabile, salvo concludere che non ha prove di collusione con la Russia. E allora? Solite storie di puttane?

Ma a Trump la vocazione di diplomatico in capo non gliela toglie nessuno, dalla Corea del Nord alla Cina, alla gestione del Venezuela dove si aspetta da un momento all'altro una svolta.

Sì, ma quale, e come, vista l'ostinazione del dittatore Maduro, il quale forse ha segnato definitivamente il suo destino immediato e la sua parte infame nella storia dando ordine nello scorso fine settimana di bloccare gli aiuti umanitari che vengono quasi tutti da USAID (l’agenzia governativa statunitense per lo sviluppo internazionale) e che arrivavano dal confine con Colombia e Brasile.

I camion carichi di beni di prima necessità, fondamentali per un popolo alla fame, sono stati fermati al confine e fatti tornare indietro, utilizzando gas e sparando, molti camion sono stati bruciati dai miliziani pro regime.

Alla fine degli scontri tra i sostenitori di Maduro e quelli di Guaidó, con le forze di sicurezza regolari dalla parte dei primi, ci sono stati quattro morti e centinaia di feriti.

elliott abramsELLIOTT ABRAMS
Juan Guaidó, il Presidente del Parlamento che si è temporaneamente autoproclamato a capo del Paese in attesa di elezioni, e che gode dell'appoggio di buona parte del mondo, ha detto che la sua battaglia contro Maduro continuerà e che “dobbiamo tenere aperte tutte le opzioni per la liberazione della nostra patria".

 Il deputato dell’opposizione Freddy Superlano, deputato ed esponente dell'opposizione, e il suo assistente Carlos José Salinas sono morti avvelenati dopo un cena in un ristorante della città di Cúcuta in Colombia. Erano andati lì proprio per cercare di fare arrivare nel Paese i camion con gli aiuti.

Molte cose si svolgono in Colombia, dove il presidente conservatore Iván Duque Márquez ha ufficialmente riconosciuto il nuovo presidente venezuelano e proprio a Bogotà, lunedì, Juan Guaidó ha incontrato sia i rappresentanti del “gruppo di Lima” che il vicepresidente Usa Mike Pence, inviato plenipotenziario di Trump per il Venezuela. E Pence è un vero duro.
elliott abrams mike pompeoELLIOTT ABRAMS MIKE POMPEO

 Il “gruppo di Lima” e’ formato da Paesi dell’America del Nord e del Sud, con in testa il Brasile di Bolosonaro e il Canada, ed e’ stato incaricato di elaborare strategie diplomatiche se possibile per risolvere la situazione del Venezuela.

Siccome sono riusciti a fare ben poco, anzi hanno trovato un muro , alla fine hanno deciso di chiedere alla Corte penale internazionale e al Consiglio dei diritti umani dell’Onu di intervenire con urgenza, contro la “violenza criminale del regime di Nicolas Maduro contro la popolazione civile” che ha “negato accesso all’assistenza internazionale, il che costituisce un crimine contro l’umanità”.

bolsonaro trumpBOLSONARO TRUMP
 Il vicepresidente Usa Mike Pence, a colloquio con Guaidó, ha confermato il sostegno degli Stati Uniti ai suoi sforzi per dare al Venezuela un futuro migliore. Washington ha anche annunciato, oltre ad altre sanzioni economiche per Maduro, alcune misure urgenti di sostegno dei Paesi vicini al Venezuela che stanno affrontando la crisi migratoria causata dalle politiche del regime.

Quanta gente è arrivata negli ultimi mesi? Si parla di 3 milioni di rifugiati, tutti quelli che riescono a passare. Compresi anche centinaia di militari, che raccontano di essere costretti a sparare contro la popolazione, di essere ricattati e minacciati che si farà del male alle loro famiglie, di mangiare al di sotto della sopravvivenza, un pugno di riso.

REVOCATA LA LIBERTA’ SU CAUZIONE, IL CARDINALE PELL VA IN CARCERE PER PEDOFILIA: IL NUMERO 3 DEL VATICANO È STATO RICONOSCIUTO COLPEVOLE DI VIOLENZA SESSUALE NEI CONFRONTI DI 2 CORISTI DI 13 ANNI NEGLI ANNI '90.


RISCHIA FINO A 50 ANNI DI GALERA


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È stata revocata oggi la libertà su cauzione al cardinale George Pell, dichiarato colpevole da una giuria di abusi sessuali su due coristi di 13 anni quando era arcivescovo di Melbourne verso la fine degli anni '90. Lo ha stabilito la County Court di Melbourne, a conclusione di un udienza pre-sentenza di condanna dove i legali delle due parti hanno presentato le argomentazioni conclusive. Da stanotte Pell sarà detenuto nella Assessment Prison di Melbourne, in attesa della sentenza prevista per il 13 marzo.

Lunedì il cardinale George Pell, tesoriere e numero tre del Vaticano, è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di due tredicenni. È stato condannato per crimini sessuali contro minori in Australia, diventando il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato in un caso di pedofilia. Rischia 50 anni di carcere. "Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".
GEORGE PELLGEORGE PELL

Lo ha reso noto il portavoce Alessandro Gisotti, sottolineando che "la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell". Si tratta, ha affermato il direttore ad interim della ala Stampa della Santa Sede, "di una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane".

GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIOGEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
"In nome di questo rispetto - ha concluso Gisotti - attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinchè la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili".

Fonte: qui

IL CARDINALE AUSTRALIANO, CHIAMATO DA BERGOGLIO A RIFORMARE LE FINANZE VATICANE, ERA MAL SOPPORTATO A ROMA 
TRA SPESE PAZZE E NUMEROSI BRINDISI A BORGO PIO, IL 77ENNE ERA DIVENTATO UN “UOMO DAI TROPPI POTERI”, COME QUALCHE TONACA LO AVEVA DEFINITO RIVOLGENDOSI AL PONTEFICE…
Fabio Marchese Ragona per “il Giornale”

GEORGE PELLGEORGE PELL
Quando nel giugno 2017 erano arrivate a Roma le prime avvisaglie di un' inchiesta per pedofilia a carico del cardinale australiano George Pell, il gigante d' oltreoceano si era presentato dal Papa con una lettera di dimissioni.

Francesco, guardandolo negli occhi gli aveva risposto che non le avrebbe accettate fin quando non fosse arrivata una sentenza definitiva a suo carico. Per questo motivo, Bergoglio aveva deciso di mandarlo in congedo nel suo Paese per difendersi dalle accuse di abusi su due minorenni avvenuti quando era vescovo ausiliare a Melbourne.
GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIOGEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

«Eminenza, mi faccia sapere, ci vediamo presto», lo aveva congedato Francesco.
Da allora George Pell non ha più messo piede in Vaticano: la sua casa in piazza della Città Leonina, finita al centro delle cronache per i sottolavelli da migliaia di euro e la tappezzeria di lusso, è ormai deserta da tempo, come la casa in Via dei Coronari del suo fedelissimo Danny Casey, economo di fiducia a cui pagava un appartamento da 2.900 euro al mese e uno stipendio da 15.000 euro mensili.

GEORGE PELL E DANEY CASEYGEORGE PELL E DANEY CASEY
Il porporato, che era arrivato a Roma per riformare le finanze vaticane, però ha mantenuto la promessa: ogni tanto si è rifatto vivo, con delle email o con dei fax, come quando, lo scorso settembre, ha mandato una lettera in Vaticano per comunicare la sua ferma intenzione di partecipare al Sinodo sui Giovani in programma nell' ottobre successivo. La risposta, informale, giuntagli dalla sacre stanze, però, non era stata di suo gradimento: «È meglio che resti in Australia».
IL CARDINALE GEORGE PELLIL CARDINALE GEORGE PELL








Nonostante ciò, il «ranger», soprannome affibbiatogli proprio da Francesco, non è mai stato rimosso ufficialmente dal ruolo di Prefetto della Segreteria per l' Economia, il «superministero» delle finanze della Santa Sede. 

Fino a ieri sera, quando con un tweet, il direttore ad interim della Sala Stampa Vaticana Alessandro Gisotti ha comunicato la sua rimozione.

Francesco dopotutto non è rimasto a guardare: da tempo ha iniziato a prendere qualche provvedimento nei suoi confronti. Nei mesi scorsi, ad esempio, lo ha ringraziato per il lavoro svolto nel C9, il consiglio dei cardinali che aiuta il Papa per la riforma della Curia, e non lo ha confermato nell'incarico. E poi, durante la permanenza in Australia gli ha proibito, in via cautelativa, «l'esercizio pubblico del ministero», vietandogli di fatto di celebrare messa in pubblico e il contatto «in qualsiasi modo e forma con minori di età».

George PellGEORGE PELL
Tra spese pazze e numerosi brindisi a Borgo Pio, l' astro nascente delle finanze d' Oltretevere oggi 77enne, e quindi già da due anni in età pensionabile, aveva creato non pochi malumori nei sacri palazzi: era diventato un «uomo dai troppi poteri», come qualche tonaca lo aveva definito rivolgendosi al Pontefice. Basta con i Calvi e i Sindona, basta scandali, ammoniva invece nel 2014 Pell, l' uomo che avrebbe voluto fare il rottamatore delle finanze vaticane e alla fine, per altri e ben più gravi motivi, è finito quasi del tutto rottamato.

Fonte: qui

LA MORTE DI UN ANZIANO A TERMINI PARALIZZA ROMA: CIRCOLAZIONE INTERROTTA SU TUTTA LA LINEA, CENTINAIA DI PERSONE ALLE FERMATE DEGLI AUTOBUS E SCENE DA APOCALISSE

LA LINEA E' STATA RIATTIVATA DOPO OLTRE 4 ORE DI TILT




- a Termini sono terminate le attività delle autorità, tra qualche istante il servizio della linea A della metropolitana riprenderà sull'intera linea. Segue aggiornamento

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caos trasporti a roma 2CAOS TRASPORTI A ROMA 
Caos sulla metro A a Roma a causa della morte di un passeggero verso le 14 di oggi. L'uomo ha avuto un infarto alla fermata Termini e la circolazione dei treni, inizialmente interrotta su tutta la tratta, è ora attiva solo nelle tratte Anagnina-San Giovanni e Ottaviano-Battistini. Navette sostitutive sulla tratta San Giovanni-Ottaviano. Per i viaggiatori un'altra giornata di disagi. Twitter invaso di messaggi di proteste.

Fonte: qui
CAOS TRASPORTI A ROMACAOS TRASPORTI A ROMA

TRAGEDIA IN UNA STAZIONE FERROVIARIA DEL CAIRO DOVE IN UN’ESPLOSIONE SONO MORTE 25 PERSONE MENTRE ALTRE 50 SONO RIMASTE FERITE


L’INCIDENTE È STATO CAUSATO DAL DERAGLIAMENTO DI UN TRENO CHE VIAGGIAVA A PIENA VELOCITÀ E CHE PROVOCATO LA DEFLAGRAZIONE DI UNA CISTERNA DI CARBURANTE 





incidente ferroviario al cairo 7INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO
Secondo i media di stato egiziani almeno 25 persone sono morte e 50 sono ferite a causa di un incendio nella stazione Ramses del Cairo, in Egitto, la più importante della città: il numero dei morti non è ancora stato confermato dalle autorità egiziane, che hanno parlato genericamente di «molti morti».
incidente ferroviario al cairo 8INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO







L’incendio si è sviluppato nella mattina di mercoledì in seguito all’esplosione di un serbatoio di carburante: secondo il quotidiano egiziano Al-Ahram, l’esplosione è stata causata dallo scontro di un treno che viaggiava a piena velocità contro il marciapiede di un binario della stazione.
incidente ferroviario al cairo 6INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO

Parlando con l’agenzia di stampa Reuters un testimone dell’esplosione ha detto che era «in piedi sulla banchina quando ha visto il treno che accelerava in direzione della barriera». Le persone ferme sul binario hanno iniziato a correre, ma la maggior parte dei morti sono stati causati dall’esplosione della locomotiva che è finita contro un edificio.

incidente ferroviario al cairo 5INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO




Il ministro dei Trasporti egiziano, Hisham Arafat, si è dimesso in seguito all’incidente.
Secondo le statistiche ufficiali nel decennio tra il 2008 e il 2017 in Egitto ci sono stati 10.965 incidenti ferroviari, 1.793 solo nel 2017. Nell’agosto del 2017 era avvenuto un altro incidente ferroviario in cui erano morte 41 persone e più di 180 erano state ferite dallo scontro di due treni vicino alla città di Alessandria.
incidente ferroviario al cairo 4INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO

Nel 2012 un treno aveva investito uno scuolabus che si trovava sul passaggio a livello: i morti erano stati 50, la maggior parte bambini. Le autorità avevano accusato un operatore che si era addormentato. Fonte: qui

incidente ferroviario al cairo 17INCIDENTE FERROVIARIO AL CAIRO

DOPING -BLITZ AI MONDIALI DI SCI A SEEFELD: 9 ARRESTI.

TRA LORO 5 ATLETI DEL FONDO DI AUSTRIA, ESTONIA E KAZAKISTAN 

DUE DI QUESTI SAREBBERO STATI COLTI IN FRAGRANTE MENTRE SI “RIPULIVANO” IL SANGUE 

E’ LA PIÙ GRANDE OPERAZIONE ANTIDOPING DOPO I GIOCHI INVERNALI DEL 2006…


sci di fondoSCI DI FONDO
Scandalo ai Mondiali di sci nordico a Seefeld. A poche ore dalla 15 chilometri, una vasta operazione condotta dalle forze dell’ordine austriache e tedesche ha portato a un blitz con 9 arresti e a 16 perquisizioni non solo nella città che fa da quartier generale della rassegna iridata ma anche a Erfurt, in Germania, dove gli agenti hanno fatto irruzione nello studio di Mark Schmidt, ex medico della Gerolsteiner e coinvolto qualche anno fa in un caso di doping ematico.

Lo stesso Schmidt e un complice sono finiti in manette mentre a Seefeld, riporta l’emittente «Ard», sono stati arrestati cinque atleti appartenenti alle nazionali di Austria, Estonia e Kazakistan: tra i fermati il biolimpionico e bicampione del mondo Andrus Veerpalu, estone, e il kazako Alexis Poltoranin, 2 bronzi mondiali e più volte vincitore in Coppa del Mondo, che risultavano tra i partenti della gara. L’operazione sarebbe legata all’inchiesta nata dal documentario dell’emittente «ARD» sull’ex fondista Johannes Dürr, condannato per doping nel 2014.

Due fondisti sono stati colti in flagrante: la polizia austriaca federale penale e la procura di Monaco di Baviera sostiene di aver scoperto una rete di doping internazionale. “I coinvolti di Erfurt fanno parte di un’organizzazione criminale fortemente sospettata di svolgere pratiche doping sul sangue su atleti di elite di diversi Paesi”, si legge in un comunicato. Un enorme giro illecito di doping e business illecito è emerso mentre le indagini in corso da mesi è arrivato ad un clamoroso punto di svolta durante le gare iridate.
sci di fondo dopingSCI DI FONDO DOPING

Gli accusati dovranno rispondere di frode sportiva commerciale ed uso di farmaci dopanti. “Gli atleti tedeschi non sono stati colpiti, posso confermare che per noi, la situazione è tranquilla”, ha detto il portavoce del Dsv, Stefan Schwarzbach che ha escluso il bltiz nell'hotel dei tedesch. La squadra italiana non è stata coinvolta come ha fatto sapere la Federazione Italiana Sport Invernali. Secondo la televisione tedesca Ard, che al suo interno ha una redazione che si occupa di casi di doping. Si parlerebbe della più grande operazione antidoping nello sci nordico dopo le Olimpiadi di Torino 2006.

Fonte: qui

CI VEDIAMO DOPING! SCANDALO NELLO SCI DI FONDO, IL VIDEO-CHOC DELL’AUSTRIACO MAX HAUKE COLTO SUL FATTO DURANTE UNA TRASFUSIONE 
L’ATLETA CHE È GIÀ STATO RILASCIATO, ERA UNA DELLE CINQUE PERSONE ARRESTATE IERI NELL'AMBITO DELLO SCANDALO DOPING SCOPPIATO AI MONDIALI DI SCI DI SEEFELD: RISCHIA 4 ANNI DI SQUALIFICA E UNA CONDANNA A 3 ANNI DI CARCERE


max haukeMAX HAUKE
La testata austriaca Voralberg Online ha diffuso in esclusiva questo video choc, che ritrae il fondista austriaco Max Hauke colto sul fatto dagli agenti mentre era intento a farsi una trasfusione di sangue. Hauke, che è già stato rilasciato, era una delle cinque persone arrestate ieri nell'ambito dello scandalo doping scoppiato ai mondiali di sci nordico di Seefeld. Hauke e gli altri atleti coinvolti rischiano 4 anni di squalifica dalle competizioni e una condanna a 3 anni di carcere.