domenica 17 febbraio 2019

Usa, crescono timori recessione. Fed alzerà tassi una volta nel 2019


Crescono le chance che l’economia americana finisca in recessione nei prossimi dodici mesi. Secondo un sondaggio condotto da Reuters, c’è al momento una possibilità su quattro che il Pil Usa scivoli in terreno negativo.Uno scenario che rende improbabile che la Fed alzi più di una volta i tassi di interesse quest’anno.
Mentre i mercati finanziari si sono ripresi dal sell off di fine 2018, il sondaggio del 8-14 febbraio su oltre 110 economisti ha mostrato un taglio alle prospettive per la crescita economica degli Stati Uniti e il numero di rialzi dei tassi della Fed quest’anno e nei prossimi.

“C’è molta incertezza e ci sono alcuni buoni motivi per prevedere un rallentamento quest’anno rispetto al 2018”, ha affermato Jim O’Sullivan, capo economista presso High Frequency Economics. “Certamente ha senso che la Fed prenda una pausa sulla politica per vedere come andranno le cose”.
Al momento le stime indicano una crescita economica al 2,4% medio quest’anno, un dato più basso rispetto a gennaio. In compenso, rispetto al precedente sondaggio, gli economisti sentiti da Reuters hanno evidenziato una riduzione dei rischi derivanti dalla guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti.Ieri intanto una nuova batosta per l’economia a stelle e strisce è arrivata dal dato sulle vendite al dettaglio di dicembre, che subito la flessione maggiore dal 2009 (-1,2% su novembre). A questo proposito, Lael Brainard, membro del board della Federal Reserve, ha affermato ai microfoni di Cnbc:

“Di sicuro il dato ha attirato la mia attenzione”. Aggiunto a un aumento inatteso delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella seconda settimana successiva alla fine dello shutdown del governo federale, il dato si inserisce in un contesto caratterizzato da un generale rallentamento dell’economia mondiale.

Il dibattito su quando la prossima crisi scatterà, dunque, si intensifica mentre l’approccio paziente della Federal Reserve in materia di tassi risulta più che giustificato. E infatti, seppur ancora basse, stanno aumentando le probabilità che la banca centrale Usa possa tagliare – piuttosto che alzare – i tassi nel 2019.

15 Febbraio 2019

Fonte: qui


Il rapporto debito PIL Usa ed il debito privato preoccupano non solo il Congresso. E’ il quadro ideale per la debt deflation.

Proprio quando sembra che sia tornata la pace tra Jerome Powell ed i mercati finanziari, ecco che incombe un nuovo problema. O meglio, il problema si ripropone visto che già è stato protagonista qualche settimana fa. E si tratta dello shutdown, ovvero il rischio di una nuova parziale chiusura delle attività del governo federale statunitense e di tutti i servizi annessi.
Già il precedente shutdown aveva fatto paura. E’ stato il più lungo nella storia degli Stati Uniti, in quanto è durato dal 21 dicembre al 25 gennaio. Senza un nuovo accordo tra Repubblicani e Democratici – che dalle ultime elezioni controllano la Camera – un nuovo shutdown inizierebbe il 16 febbraio. Ma attenzione, ancora con gli occhi pieni di quel profondo rosso che ha alimentato i mercati nei giorni di dicembre, ecco che qualcosa si muove.
(…) Trovato un accordo bipartisan in Congresso per evitare un nuovo shutdown dell’amministrazione Usa, con il blocco parziale delle attività di governo. “Abbiamo avuto una buona serata. Abbiamo trovato un’intesa di principio sulla Sicurezza Interna e su altre 6 leggi”, ha detto ai reporter il senatore repubblicano Richard Shelby. – (…) [Source]
Bene, quindi forse la svanghiamo. Ma con l’occasione ho provato a fare un piccolo test e ho messo a confronto quello che è il rapporto debito PIL USA, condizionato positivamente da una crescita economica virtuosa, e il Debito PIL Italiano, con un una crescita economica che conoscete molto bene.
Guardate i due grafici. Sembrano muoversi in modo quasi parallelo, non credete? Anzi, percentualmente gli USA si sono comportati peggio di noi.
A questi grafici occorre poi aggiungere il debito privato. In questo grafico gli USA sono a sinistra e l’Italia è a destra.
E’ chiaro che gli USA sono sommariamente cresciuti come debito molto più che l’Italia, ma la cosa fa apparentemente meno rumore in quanto Washington aveva più “spazio” di manovra. Ma adesso, proprio come per l’Italia, lo spazio per il debito pubblico è esaurito ed il debito privato diventa sempre più un problema, soprattutto se i tassi di interesse iniziano a salire.
Ricordate: mantenimento dello status quo anche a discapito della crescita. Magari tutti cresceranno di meno ma almeno il giocattolino non salta. Debt deflation servita su un piatto d’argento.


Fonte: qui

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