Il sindaco, il vice, sette assessori e il dirigente all'urbanistica del Comune di Latina sarebbero indagati per la delibera sul piano particolareggiato del quartiere Q3, il contestato centro commerciale a ridosso della Pontina: le ipotesi di reato sono falso, abuso d'ufficio e lottizzazione abusiva. La notizia è stata riportata da Latina Oggi. Gli indagati sono Damiano Coletta, Maria Paola Briganti, Franco Castaldo, Patrizia Ciccarelli, Silvio Di Francia, Cristina Leggio, Roberto Lessio, Gianmarco Proietti, Emilio Ranieri e il dirigente all'urbanistica Paolo Ferraro.
Tutto ruota intorno alla delibera riguardante la variante per cambio di destinazione d’uso nel quartiere Q3, atto che prevede la realizzazione di un complesso commerciale da oltre 25 mila metri cubi nell’area adiacente all’Hotel Garden, tra via del Lido e via Faggiana. Una delibera, approvata il 28 dicembre in giunta senza allegati tecnici, che fu oggetto di un blitz in Comune del Nipaf - il nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale dei Carabinieri - su delega della Procura. La vicenda è molto complessa e fa riferimento a un vincolo alberghiero su quelle particelle individuate per l'intervento urbanistico. La variante non è stata portata in consiglio comunale ma solo in giunta: sarà la Procura a stabilire se l'iter seguito dal Comune sia quello giusto.
“Questa Amministrazione ritiene con la massima serenità di avere operato nel rispetto delle regole”, si legge in una nota del Comune di Latina. “L’atto adottato sta seguendo un iter che dovrà passare prima in Regione e poi eventualmente al Suap ed è stato oggetto di discussione in due Commissioni consiliari - Urbanistica e Trasparenza. La documentazione è stata più volte oggetto di verifica anche in virtù delle osservazioni sollevate”.
«Siamo con la coscienza a posto su questa vicenda - dichiara il sindaco Damiano Coletta - e abbiamo piena fiducia nell’operato dell’assessore, l’architetto Francesco Castaldo, così come nei riguardi del dirigente, l’architetto Paolo Ferraro. Stiamo sempre dalla stessa parte: la legalità».
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