lunedì 25 febbraio 2019

GIANNI ALEMANNO CONDANNATO A SEI ANNI CON L'ACCUSA DI CORRUZIONE E FINANZIAMENTO ILLECITO IN UNO DEI FILONI DELL'INCHIESTA "MONDO DI MEZZO"

MONDO MEZZO: ALEMANNO CONDANNATO A SEI ANNI
 (ANSA) - L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato condannato a sei anni con l'accusa di corruzione e finanziamento illecito in uno dei filoni dell'inchiesta Mondo di mezzo. La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione penale del tribunale di Roma.

Fulvio Fiano per roma.corriere.it


alemannoALEMANNO
Dimagrito e imbiancato, Gianni Alemanno attende in aula la sentenza che può condannarlo a cinque anni di carcere (in primo grado) per la presunta corruzione e finanziamento illecito di cui risponde in uno stralcio del processo Mafia Capitale. La camera di consiglio della corte è appena iniziata la sentenza attesa per l’ora di pranzo, al termine della contro replica della accusa. «Non è credibile che il sindaco di una delle più grandi città europee si sia reso responsabile di una corruzione di 40mila euro. Quanto ai finanziamenti, nessuna irregolarità c’è stata né tantomeno dolo» hanno sostenuto i difensori Pietro Pomanti e Franco Coppi al termine del loro intervento, chiedendone l’assoluzione.

La richiesta della procura
La procura ha chiesto per l’ex sindaco di Roma una condanna a cinque anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di corruzione (quattro anni e sei mesi) e finanziamento illecito (sei mesi): secondo l’accusa, tra il 2012 e il 2014 Alemanno ha ricevuto tramite la sua fondazione Nuova Italia 223.500 euro da Salvatore Buzzi, d’accordo con Massimo Carminati. Per il pm Luca Tescaroli l’ex sindaco era «l’uomo politico di riferimento» di Mafia capitale in Comune. In virtù «del suo ruolo di sindaco» era «al vertice del meccanismo corruttivo» e «ha esercitato i propri poteri e funzioni illecitamente e curato la raccolta di indebite utilità, prevalentemente tramite fiduciari». Alemanno (prosciolto dall’accusa iniziale di associazione a delinquere) ribadisce la sua «completa innocenza: “è un teorema accusatorio – ha detto - esasperato e contraddittorio”.


alemanno salviniALEMANNO SALVINI
Pressioni e pagamenti
La vicenda giudiziaria dell’ex sindaco ha ricadute di attualità anche per l’ambito nel quale avrebbe asservito la sua funzione pubblica agli interessi privati. Le pressioni (e i pagamenti) di Carminati erano infatti diretti a far nominare ai vertici di Ama dirigenti che pilotassero l’appalto per la raccolta dei rifiuti organici indetto dalla stessa municipalizzata e per far sbloccare i crediti che Buzzi vantava con la pubblica amministrazione, la stessa Ama ed Eur spa. L’uomo di riferimento era l’ex amministratore delegato, Franco Panzironi, riconosciuto parte dell’associazione mafiosa e condannato in appello a 8 anni e quattro mesi nel filone principale del processo: «Attraverso la vendita della funzione di sindaco di Alemanno, e con l’ausilio del fidato Franco Panzironi – ha sostenuto in aula il pm Tescaroli - Mafia Capitale è riuscita ad ottenere il controllo del territorio istituzionale di Ama, target privilegiato dell’organizzazione».
gianni alemannoGIANNI ALEMANNOalemanno bossiALEMANNO BOSSI


Le mazzette
Quanto alle mazzette percepite, «l’ex sindaco ha ricevuto dalle società dei corruttori Buzzi, Carminati, Cancelli e Coltellacci, sul conto della Fondazione Nuova Italia (da lui presieduta ndr) sul quale erano delegati ad operare lui e Panzironi, 198mila euro. Altri 25mila sono stati bonificati da Buzzi al suo mandatario elettorale per la campagna delle amministrative del 2013», ha aggiunto il pm. Tanti soldi, alcuni dei quali, oltre 50mila euro, finanziamenti in chiaro per cene elettorali. A fronte di questi pagamenti, bilanci alla mano, le coop di Buzzi videro crescere i propri affari: «Il fatturato delle coop di Buzzi - ha spiegato il pm - dopo la nascita del rapporto con Carminati dell’associazione, che si colloca nel 2011, nell’amministrazione Alemanno aumentò considerevolmente: dai 26 milioni nel 2010 ai 46 del 2012»

MONDO MEZZO:ALEMANNO, SENTENZA SBAGLIATA, IO INNOCENTE
 (ANSA) - "Una sentenza sbagliata. Ricorreremo sicuramente in appello dopo aver letto le motivazioni. Io sono innocente l'ho detto sempre e lo ribadirò davanti ai giudici di secondo grado". Lo ha detto l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo la lettura della sentenza che lo condanna a sei anni nell'ambito dell'inchiesta Mondo di Mezzo.

Fonte: qui

“E’ PROVATO CON ASSOLUTA CERTEZZA IL RAPPORTO CORRUTTIVO ALEMANNO-BUZZI” 
NELLE MOTIVAZIONI DELLA CONDANNA A SEI ANNI PER L’EX SINDACO, I GIUDICI DELINEANO UNO SCENARIO TORBIDO: “SI MUOVEVA IN UN CONTESTO POLITICO DEGRADATO, SUCCUBE DI LOGICHE CRIMINALI. LA FONDAZIONE ‘NUOVA ITALIA’ HA RAPPRESENTATO PER L'IMPUTATO UN SALVADANAIO CUI ATTINGERE AL MOMENTO DEL BISOGNO…”
Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della sera - Edizione Roma”

SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNOSALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO
Un sindaco, Gianni Alemanno, «che si muoveva in un contesto politico molto degradato» e «succube di logiche criminali» sia pure ancora non interamente disvelate. Un imprenditore, Salvatore Buzzi, abile nel coltivare rapporti con la pubblica amministrazione e che aveva trovato nell'allora sindaco un interlocutore privilegiato. Nel motivare la sentenza di condanna a sei anni di carcere per corruzione i giudici confermano: «Provato con assoluta certezza il rapporto corruttivo Alemanno-Buzzi (Salvatore Buzzi, patron delle coop, ras di Mafia Capitale, ndr)».

la cena poletti alemanno casamonica buzziLA CENA POLETTI ALEMANNO CASAMONICA BUZZI
I metodi impiegati dall'ex sindaco per governare la città sono, secondo i magistrati, censurabili: «Il modulo organizzativo utilizzato dal sindaco Alemanno non è stato di certo un valido presidio a garanzia della trasparenza, dell'economicità ed efficienza nell' operato dell'amministrazione ma ha contribuito alla formazione di zone d' ombra idonee a generare comportamenti distorsivi e illegittimi». Accertato il rapporto corruttivo con il ras delle cooperative.

Un rapporto mediato, in qualche caso (soprattutto nel periodo della sindacatura) dal suo fiduciario Franco Panzironi, già presidente dell'Ama nonché tesoriere della fondazione «La Nuova Italia»: «Quest'ultimo (Panzironi, ndr) costituiva infatti l'anello di congiunzione fra le cooperative sociali di Buzzi ed Ama spa».
PAOLO IELOPAOLO IELO

O meglio «una proiezione esecutiva» di Alemanno. Quanto alla fondazione è stata, secondo i giudici, il «portamonete» personale dell'allora sindaco: «Che la Fondazione Nuova Italia abbia rappresentato per l' imputato un salvadanaio cui attingere al momento del bisogno è circostanza ulteriormente confermata dai trasferimenti di denaro avvenuti in costanza dei rapporti di consulenza tecnica intercorso tra Alemanno e la fondazione a partire dal 28 giugno 2013».

Secondo gli investigatori che hanno approfondito per i pm Cascini, Ielo e Tescaroli il ruolo di Alemanno all' interno della fondazione, la cifra trasferita a quest' ultimo in un anno (dall' estate 2013 a quella 2014), è stata di circa 62mila euro. Una somma ingiustificata se si pensa al contributo effettivo offerto da Alemanno alla fondazione, dicono i giudici: «I trasferimenti di denaro, effettuati in seguito alla cessazione della sindacatura di Alemanno, dimostrano invece come l'attività di consulenza (teoricamente formalizzata, ndr ) si sia in realtà tradotta in una ridicola finzione necessaria a giustificare sul piano contabile i molteplici spostamenti di denaro».
ALEMANNO PANZIRONIALEMANNO PANZIRONI

Tirando le somme la fondazione «Nuova Italia» è stata un «salvagente per assicurarsi un sostentamento economico personale una volta terminato il periodo della sua sindacatura». Nel rapporto fra il sindaco di centrodestra e l' imprenditore del centrosinistra si realizza, secondo i giudici, un meccanismo di perfetto equilibrio: «La sindacatura di Alemanno è stata vantaggiosa per Buzzi: le tre cooperative si aggiudicarono appalti per 9,6 milioni di euro, 3.6 in più rispetto alla sindacatura di Veltroni». Alemanno, concludono i giudici, «motivato dalla prospettiva di conseguire un indebito tornaconto personale mostrandosi disponibile a spendere la propria qualità di sindaco per risolvere i problemi delle coop di Buzzi si è inserito in quella logica negoziale simmetrica che tradizionalmente caratterizza le fattispecie corruttive». Fonte: qui

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