I BIANCONERI RIESCONO A RIFILARE AL CAGLIARI L’ATTACCANTE ALBERTO CERRI PER 9 MILIONI DI EURO (UN “BOMBERONE” CHE HA SEGNATO 25 GOL IN 6 ANNI…), PORTANDO A 132 MILIONI GLI INCASSI PER NOVE GIOCATORI MODESTI (O POCO PIU’)
COME RIESCE LA JUVE A RIFILARE 'STI CETRIOLI? AH, SAPERLO…
L'ARTICOLO IN CUI PAOLO ZILIANI AVANZAVA LA SUA TEORIA...
JUVENTUS, CESSIONI D'ORO: 132 MILIONI PER 9 GIOCATORI
ALBERTO CERRI
Tello (Benevento, 3 milioni)
Magnani (Sassuolo, 5 milioni)
Cerri (Cagliari, 9 milioni)
Benatia (Al Duhail, 10 milioni)
Orsolini (Bologna, 12 milioni)
Sturaro (Genoa, 18 milioni)
Audero (Sampdoria, 20 milioni)
Mandragora (Udinese, 20 milioni)
Caldara (Milan, 35 milioni)
UFFICIALE CERRI AL CAGLIARI: LA JUVE SALE A 132 MILIONI DI INCASSO
EMIL AUDERO
Alberto Cerri è un giocatore del Cagliari a titolo definitivo. L'attaccante (lo scorso anno al Perugia), si era trasferito in prestito ai rossoblu dalla Juventus a inizio stagione, e dopo il verificarsi delle condizioni contrattuali inserite nell'accordo, è ora scattato l'obbligo di acquisizione definitiva, a fronte di un corrispettivo di 9 milioni di euro pagabile nei prossimi tre esercizi. Come riporta il comunicato ufficiale del club bianconero, "tale operazione genera un effetto economico positivo di circa € 8,4 milioni".
STURARO
INCASSI RECORD - Con la cessione di Cerri al Cagliari sale a 132 milioni l'incasso della Juventus per la cessione di nove giocatori, fra i quali Mandragora, Sturaro e Audero. Clicca qui per scoprire tutti i giocatori venduti dalla Juventus con le rispettive cifre incassate.
IL MISTERO DEI PRESIDENTI CHE REGALANO SOLDI ALLA JUVENTUS
PAOLO ZILIANI: “PREZIOSI HA COMPRATO STURARO DALLA JUVE PER 18 MILIONI. LA COSA E' STRANA: PERCHÉ È UN GIOCATORE MEDIOCRE
AVEVA UN DEBITO DI RICONOSCENZA NEL CONFRONTI DEL CLUB DI AGNELLI OPPURE CERCA DI INGRAZIARSELO, PERCHÉ NELLA VITA NON SI SA MAI?
È l'enigma degli enigmi. E persino La Settimana Enigmistica avrebbe difficoltà a proporlo ai suoi solutori più preparati: nella penultima pagina, quella dedicata alla soluzione dei quesiti, non saprebbe infatti che cosa scrivere, getterebbe la spugna persino Alessandro Bartezzaghi. A quale mistero alludiamo? Per parlarvene, lo faremo come se si trattasse di un caso di "Pilade, agente in borghese".
Enrico Preziosi, presidente del Genoa, ha appena fatto il colpo della vita. Dopo aver acquistato in estate Piatek dal KS Cracovia per 4,5 milioni, a gennaio lo ha rivenduto al Milan per 35 realizzando in 6 mesi una plusvalenza di 30,5 milioni.
STURARO
Preziosi viene complimentato da tutti ma pochi giorni dopo, a sorpresa, la Juventus comunica di aver ceduto al Genoa Sturaro per 18 milioni. La cosa pare strana: perché una cifra così alta non è mai stata spesa per nessun giocatore nella storia del Genoa FC e soprattutto perchè Sturaro è un giocatore mediocre, reduce da un lungo infortunio e che nell'ultima stagione ha giocato 12 mezze partite nella Juventus e zero nello Sporting Lisbona. Ma c'è di più.
EMIL AUDERO
Mentre Piatek costava a Preziosi di stipendio 740 mila euro lordi l'anno (400 netti), Sturaro costa 2,78 milioni l'anno (1,5 netti). Poiché Preziosi dovrà stipendiarlo fino al 2021, per due stagioni e mezzo spenderà dunque 6,95 milioni contro gli 1,85 che avrebbe speso per Piatek: 5,1 milioni in più che vanno ad aggiungersi ai 18 milioni dell' acquisto e che portano il totale-spesa per Sturaro a 23,1 milioni.
ROLANDO MANDRAGORA
In pratica, il guadagno fatto con la cessione di Piatek (30,5 milioni) viene ora quasi completamente cancellato: 30,5 (Piatek) meno 23,1 (Sturaro) fa 7,4 milioni, e cioè i soldi che Preziosi si è già impegnato a dare alla Juventus per acquistare un giovane giocatore (Favilli) avuto in prestito biennale ma con obbligo di riscatto fissato a 7 milioni.
In soldoni: considerando che i 30,5 milioni di guadagno fatti da Preziosi cedendo Piatek al Milan finiranno tutti nelle casse della Juventus (che riceve 18 milioni per Sturaro, ne risparmia quasi 7 per lo stipendio che si accolla Preziosi e ne riceve 7 per Favilli: totale 32) al termine di una pregevole triangolazione Milan-Genoa-Juventus, la domanda è: perchè Preziosi, che pur di guadagnare 1 milione venderebbe la madre a un club di serie B cileno, ha acquistato Sturaro? Pensa che Sturaro, 26 anni, sia il nuovo Beckenbauer? Aveva un debito di riconoscenza nel confronti del club di Agnelli oppure cerca di ingraziarselo, perché nella vita non si sa mai?
CERRI
Oppure è stato colpito da un nuovo, terribile, sconosciuto virus che spinge i presidenti a riversare i propri soldi nelle casse della Juventus? E in questo caso: trattasi di virus contagioso? Pare infatti che Ferrero, presidente della Sampdoria, abbia acquistato dalla Juve (che in estate aveva comprato dal Genoa il portiere Perin, nazionale, per 12 milioni più 3 di bonus: totale 15) il portiere Audero per 20 milioni; pare infatti che Giulini, presidente del Cagliari, abbia acquistato dalla Juve l' attaccante Cerri, 8 presenze e zero gol quest' anno, per 9 milioni, accollandosi l' obbligo di riscatto; tutti emuli di Pozzo, boss dell'Udinese, che in estate aveva sbalordito il mondo acquistando dalla Juve Mandragora (Don Abbondio direbbe: chi era costui?) per 20 milioni. Ai solutori dell' enigma, ricchi premi e cotillons.
A PARTE I DIRITTI TV, LE PLUSVALENZE DA CALCIOMERCATO SONO DIVENTATE LA FONTE PIÙ IMPORTANTE DEI RICAVI DEI CLUB DI SERIE A. VALGONO OGGI QUASI UN QUARTO DEL TOTALE DEL GIRO D'AFFARI
SI RISCHIA DI TORNARE ALLA “BOLLA” DEL 2002
“IL SOLE 24 ORE”: “È DIFFICILE AFFERMARE CHE STURARO VALGA A OGGI TUTTI I SOLDI PAGATI DAL GENOA ALLA JUVENTUS…”
A parte i diritti tv, le plusvalenze da calciomercato sono diventate la fonte più importante dei ricavi dei club di Serie A. Valgono oggi quasi un quarto del totale del giro d'affari e all’orizzonte potremmo trovarci in una situazione difficile, per certi versi simile a quella verificatasi poco meno di 20 anni fa . Vediamo il perché.
LA BOLLA DEGLI ANNI 2000
CALCIO SOLDI
Le plusvalenze erano pari a 443 milioni nella stagione 2013/14, sono salite a 693 milioni nella stagione 2016/17 e supereranno i 750 milioni nella stagione 2017/18. L'incremento di questa tipologia di entrate in appena un quinquennio è del 66 per cento. Nella scorsa stagione, per esempio, la Juventus ha iscritto a bilancio surplus da calciomercato per 94 milioni, la Fiorentina per 89 milioni, la Roma per 65, la Lazio per 61 milioni, l'Inter per circa 50 milioni, l'Atalanta per 47, la Sampdoria per 38, l'Udinese per 37, il Milan per 36 e il Napoli per 30.
STURARO
In pratica, si sta ritoccando la cifra record di 800 milioni di plusvalenze registrate al termine della stagione 2001/2002, alla vigilia di una delle fasi più tragiche della storia del calcio italiano con decreti d'urgenza “spalma-ammortamenti”, bilanci falsificati e catene di fallimenti. Siamo perciò alle soglia dell'esplosione di una nuova bolla speculativa? I numeri sono preoccupanti.
IL CALCOLO DELLE PLUSVALENZE
Il meccanismo è tornato prepotentemente in auge e la lezione del passato sembra dimenticata o ignorata. L'acquisto dei giocatori a prezzi sempre più alti produce un effetto benefico nei bilanci di chi vende: la differenza tra la somma incassata e quella originariamente versata per assicurarsi le prestazioni di quell'atleta, garantisce un surplus che si può iscrivere subito nel conto economico.
Se quel calciatore è poi cresciuto nel vivaio oppure è stato tesserato già da due o tre anni, e quindi la spesa per il suo cartellino è già stata in gran parte ammortizzata, i soldi ricevuti vanno tutti o quasi accreditati ai ricavi, con la conseguenza di poter ribaltare un bilancio in rosso e, per i presidenti, di non dover mettere mano al portafoglio. Ricorrere al calciomercato per far quadrare i conti, dunque, non è atipico o commendevole. Anzi, per le società di provincia (sempre di Serie A) il vivaio in cui forgiare nuove leve può rappresentare un business redditizio e una mission aziendale.
IL PROBLEMA
ALBERTO CERRI
Il problema è che il meccanismo contabile delle plusvalenze può prestarsi ad abusi quando la cessione di un calciatore non avviene a fronte di soldi veri o di scambi basati su valutazioni realistiche, bensì di quotazioni fittizie, gonfiate al solo scopo di evidenziare un rilevante provento in bilancio, con la compiacenza del club acquirente (al quale magari restituire il favore subito o negli anni successivi).
Dalla fine degli anni Novanta, molti dirigenti, quando gli introiti televisivi non sono stati più sufficienti a tenere in equilibrio i conti, pur di evitare fastidiosi esborsi alle proprietà, si sono dedicati con sempre più creatività a questo impiego distorto del calciomercato. Le plusvalenze in effetti si traducono in costi dilazionati per chi acquista. Il prezzo del cartellino diventa un costo per quanto spalmato su più anni in base alla durata del contratto del calciatore acquistato. Costi che ipotecano il futuro dei club.
I NUMERI SONO ELOQUENTI
AUDERO
Nei rendiconti del ‘98 erano esposte plusvalenze nette da cessione di calciatori per poco più di 200 milioni; in quelli approvati al 30 giugno del 2000 il livello è già più che raddoppiato a 492 milioni; e nel 2002 si sale a 798 milioni. L'effetto contabile di questo abuso è eclatante: nei due anni fra il 2001 e il 2002 la Serie A ha perdite operative per 370 milioni di euro, ma senza le plusvalenze il rosso sarebbe stato di 1.800 milioni. Le “Sette Sorelle”, Milan, Inter, Juventus, Parma, Lazio, Roma e Fiorentina nelle tre stagioni che vanno dal 1996 al 1999 maturano 750 milioni di euro di plusvalenze su un totale di 1.200 milioni (il 62%).
Chiaramente all'epoca, come oggi, non tutte le plusvalenze sono da considerarsi fittizie. Non è corretto fare di tutta l'erba un fascio. Nell'ultimo anno hanno fatto discutere le plusvalenze dell'Inter realizzate con la cessione di giovani della Primavera, quelle scoperte del Chievo per un totale di 60 milioni maturate tra il 2014 e il 2017, e quelle della Juventus che ha venduto giocatori non di primissima fascia (Mandragora, Sturaro, Audero Cerri) ottenendo ritorni notevoli. La vendita di Stefano Sturaro al Genoa per 16,5 milioni, una cifra record per il club acquirente, pur trattandosi di un giocatore infortunato per tutta la stagione, è oggetto di grandi polemiche.
ROLANDO MANDRAGORA
IL GIUSTO VALORE DELLE TRANSAZIONI
Adesso c'è da dire che non esistono algoritmi o parametri in grado di dire a priori qual è il prezzo giusto di un calciatore. Nessun organo inquirente o giudicante - Covisoc, Uefa, Procura - ha insomma gli strumenti per stabilire con esattezza in modo asettico il valore di una transazione. Non parliamo di auto, oro o petrolio per cui esistono listini e criteri oggettivi. Le indagini penali di metà anni Duemila si arenarono proprio su questo scoglio portando all'archiviazione/assoluzione dei presunti responsabili.
La penalizzazione subita dal Chievo pari a 3 punti la scorsa estate è stata un'eccezione dovuta al possibile aggiramento dei parametri di iscrizione al torneo favorito dalle operazioni sospette con lo scambio sistematico di giocatori soprattutto con il Cesena poi fallito. E comunque la Procura federale aveva chiesto 15 punti di penalizzazione.
ZANIOLO
Le operazioni di Inter e Juve finite sotto i riflettori sono più complesse da giudicare. Emblematici i casi di Zaniolo (che con Santon si è trasferito a Roma portando ai nerazzurri poco più di 11 milioni di surplus) e del portiere Radu (che con Vailetti al Genoa ne ha portati 15). Entrambi poco più che promesse la scorsa estate, quando sembravano costati troppo ai club di destinazione, oggi “talenti” dal valore esponenzialmente cresciuto.
Esiste un'alea dunque difficile da sindacare nei casi concreti. È difficile affermare che Sturaro valga a oggi tutti i soldi pagati dal Genoa. Ci sono tuttavia strategie che legano le società con operazioni spalmate su più anni, che danno una motivazione a certe cifre. E non si può qualificarle come irregolari a cuor leggero.
Tuttavia laddove emerga un “sistema” volto ad abbellire/correggere i bilanci con cessioni gonfiate o fittizie, le istituzioni calcistiche dovrebbero trovare il coraggio di stabilire nuove e proprie regole di valutazione il più possibile precise e combattere questo “doping amministrativo”. Altrimenti, saranno la crisi di tutto il comparto e i default a catena a presentare il conto. E stavolta potrebbe essere ancora più salato.
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