martedì 30 aprile 2019

Il piano di Mattarella se cade Conte: un Governo tutti contro Salvini

Dicono tutti che dopo le Europee il Governo non cadrà. Ma le tensioni nella maggioranza ci sono. 

E ci sono quelli che lavorano per un Governo post-gialloverde. 

In primis il presidente della Repubblica

I palazzi della politica italiana sono già proiettati alla mattina del 27 maggio. Quel giorno infatti si conosceranno i nuovi rapporti di forza fra Lega e Movimento Cinque Stelle. E sempre quel giorno tutti i riflettori saranno puntati sul Colle più alto, dove risiede il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Dalla sua scrivania, armato di penna e calamaio, l’inquilino del Quirinale farà di conto sulle maggioranze possibili e alternative all’attuale esecutivo gialloverde.

Risulta chiaro, ai massimi livelli, che qualcosa succederà, anche se ancora ieri Matteo Salvini e Luigi Di Maio continuavano a declamare all’unisono che «non succederà nulla dopo le Europee». Che tutto resterà invariato: i ministri, il governo, la legislatura. Né tantomeno osano pronunciare la parola «rimpasto». Non sia mai. «L’esecutivo durerà altri quattro anni, fatevene una ragione», mormorano i peones della Lega e dei Cinque Stelle.Eppure nei giorni dell’affaire Siri, dello scontro sull’autonomia e, soprattutto, dell’apertura del piddino Delrio ai pentastellati – poi smentita - su una sorta di mini-agenda che ruoterebbe attorno ai tagli della politica, alla sanità pubblica, al conflitto di interesse.

Ecco, nei giorni dell’apertura dei democrat ai grillini c’è chi sostiene che dietro ci sarebbero i piani della politica. Leggi alla voce: Quirinale. Mattarella è stato eletto per essere un notaio della Repubblica dopo il settennato più uno di Giorgio Napolitano. Tifoso della stabilità, nel corso delle famose consultazioni dopo il 4 marzo 2018 il presidente della Repubblica provò ad eterodirigere lo stato maggiore di Pd e del M5S. L’obiettivo era un esecutivo giallorosso per istituzionalizzare i grillini. Anche perché all’interno del Nazareno c’è chi ancora oggi sostiene che «I grillini sono dei compagni che sbagliano».

Il potenziale esecutivo, allora, venne annientato dal no di Matteo Renzi e dei suoi fedelissimo, ma in politica quattordici mesi rappresentano un’eternità. E di conseguenza il 27 maggio 2019 qualsiasi scenario appare non peregrino. Non a caso, si dice con una certe contezza, che «all’indomani del voto che segnerà con molta probabilità l’exploit del Carroccio il quadro politico cambierà». Come? Non è dato sapere. Di certo, in quel momento che Salvini potrà decidere se stare dentro e continuare l’esperienza di governo. Oppure se incassare e tornare al voto.

A Montecitorio sotto traccia in pochi si dicono convinti che il tappo salterà e si andrà alle urne. In primo luogo perché la finestra elettorale è ridotta. Difficile che si possa votare nel mese luglio. Né tantomeno ai primi ottobre a pochi giorni dall’invio della legge di bilancio ai commissari di Bruxelles. E allora se i due contraenti, di Maio e Salvini, dovessero decidere di rompere «il patto generazionale» la parola passerebbe al Quirinale. Pare difficile che Mattarella sciolga le Camere. E allora gli tornerebbe utile, non solo il numeroso di drappello di parlamentari che tutto desiderano fuorché tornare a casa. Sono di ogni colore, ma in particolare i tifosi della legislatura annoverano: renziani, grillozzi, berlusconiani.

Il motivo è presto detto. Le truppe del giovin fiorentino sanno bene che in caso di elezioni anticipate il neo segretario Zingaretti taglierebbe all’osso la delegazione renziana. E anche i grillini riconoscono a taccuini chiusi che «il nostro gruppo sarebbe più che dimezzato alla luce delle attuali percentuali». Per non parlare dei berluscones. Gli azzurri si augurano soltanto cosa: un governo di centrodestra o destracentro anche con Salvini premier. È questo il contesto in cui si dovrà muovere Mattarella. Il quale lavora di cesello e ha già attivato i suoi fidati uomini all’interno del Pd – su tutti il democristiano Dario Franceschini e la sua corrente – per provare a sondare sulla possibilità di un esecutivo arcobaleno con una serie di responsabili che vanno dagli ex grillini ai berlusconiani di rito antisalviniano. Sembra questo il punto di caduta. Ed è per questo che il capogruppo Delrio, in un’intervista alla Stampa, ha provato ad aprire e a fare un passo in avanti verso la galassia pentastellata. È vero, Di Maio ha risposto picche, costrigendo un imbarazzato Delrio, da par suo, a controreplicare in aula affermando che «Di Maio danneggia l’Italia». Ma in questa fase la politica è drogata dalla campagna elettorale. Il 27 maggio la musica cambierà. È questo le alte sfere della classe dirigente italiana lo sa bene. Benissimo.


Fonte: qui

Il loro progetto: cavalcare il prossimo crack per “più Europa“

Macron riceve Mattarella il 2 maggio. Non a Parigi ma ad Amboise, paesetto  della Loira,  con la scusa di onorare la tomba di Leonardo.  Gli abitanti non dovranno guardare dalle finestre (decreto comunale).  Il traffico sarà vietato dalle 7  alle 5  pomeridiane alle auto,  dalle 7 alle  13 ai pedoni. Mobilitati  300 gendarmi.
Ormai hanno abbandonato  anche la finzione del curarsi del popolo. Devono preparare  il salvataggio dell’euro-oligarchie e del sistema UE, ad ogni costo,   da tutte le spinte popolari  e gli  scollamenti che il sistema subisce per  i suoi errori e contraddizioni.
Ormai  il fallimento della moneta unica imperfetta è  la constatazione   generale  di ogni  sede autorevole.  Il Wall Street Journal ha parlato dello “incredibile restringimento dell’euro” in un articolo del l’11 febbraio, notando che mentre  tra il 2009 e il 2017  la Cina è cresciuta del 139%,  gli Stati Uniti del 34%, la UE è calato del -2%.
Eurolandia  detiene insieme il tasso di crescita più  basso del mondo e la massima disoccupazione giovanile,  36,6 per cento in Grecia, 34,1  in Spagna, 31,6  in Italia, e  anche in Francia, 24. Cifre da mettere   a confronto con l la Germania (6,1%),  Stati Uniti (12,8), Gran Bretagna (15,3).
Impoverimento delle popolazioni, indebitamento pubblico e privato crescente, vampirizzazione di capitali e competenze  da parte del Nord a danno del Sud. La Francia con la pretesa macroniana di non essere confusa col Sud,  ha un debito pubblico ormai al 99% del Pil,  ma un debito privato  da far impallidire:  le imprese  francesi accumulano un debito di 4 mila miliardi, ossia del  175% del Pil, e  in aumento strutturale: dieci anni fa, all’inizio  della crisi, era del 135%. La Banque de France   stessa  ha segnalato   i rischi di liquidità e di default che potranno accrescersi nei prossimi  mesi.   Contrariamente all’Italia  che esporta ancora, la Francia ha anche un deficit commerciale enorme, e passato da 2,1  miliardi a 59,9 nel 2018.  Il Financial Times  nota che  i mercati possono da un momento all’altro svendere il debito francese, facendo salire lo spread  e   per farla breve, lasciamo perdere le banche tedesche, non senza ricordare che Socièté Generale non sta meglio di Deutsche Bank..
Nei vent’anni di esistenza dell’euro, ha sancito uno studio del tedesco Centro  di Politica Europea, ogni italiano ha perso 73.650 euro, ogni francese 56.996,  mentre ogni tedesco avrebbe guadagnato 23.116, e un olandese  21300.
Jean Quatremer, il corrispondente di Le Monde a Bruxelles, un tempo europeista convinto, adesso ritiene che l’euro imploderà in un crack devastante, se non avviene   un salto della UE in una vera federazione.
Ora, è proprio questo crack che le euro-oligarchie sentono avvicinarsi.  Una replica  del collasso del 2008, peggiore perché gli ammortizzatori usati all’epoca  –   quantitative easing per le banche, aumento dei debiti pubblici (per le banche) – sono ormai esauriti. Qualcosa di enorme: basta pensare che l’euro è la seconda  moneta di riserva  mondiale, utilizzata da  60 paesi  del pianeta,; i contraccolpi della cris dell’euro sarebbero mondiali.
Ma attenzione: nella strategia  di lorsignori, “mai sprecare una bella crisi”. L’Europa loro l’hanno completata chiusa come gabbia di ferro così, approfittando delle crisi,  a spese della popolazione sempre più misera.  Adesso, si preparano al  momento in cui la prossima crisi darà loro la prossima scusa economica e finanziaria per fare il desiderato “salto federale”: concentrazioni bancarie,  mercato comune dei debiti pubblici, austerità ulteriore.
Bisogna convincere la Germania, che non vuole mettere in comune i debiti (né i  vantaggi).  Ma è un fatto che a fine marzo, la direttrice del Fondo Monetario Christine Lagarde ha esortato  a  “stabilire un sistema comune di garanzia dei depositi” e “un mercato europeo dei capitali unificati”  per rinforzare il  sistema bancario europeo. Questa unione bancaria limiterebbe gli effetti della prossima crisi economica – e non sarebbe impossibile  immaginare  che fra qualche mese la Lagarde sia messa  al posto di Macron, in contemporanea con  la salita  in plancia di comandi in Italia di Mario Draghi:  i  banchieri diretti guidatori del “salto federale”  degli Stati Uniti d’Europa per lorsignori  e  la loro sopravvivenza e  potere totale. E  repressione ancora più dura e spietata di ogni spinta dal basso, “sovranismo” che diventa  criminale “fascismo”, e sopprimere ogni protesta ,ogni domanda sulla illegittimità fondamentale dell’euro, del debito, degli interessi sul debito manipolati totalmente dalla  BCE e dell’impunità delle banche.
L’incontro Mattarella-Macron va inserito in questo progetto generale: approfittare del crack per saldare il loro potere e  chiudere definitivamente la gabbia dei popoli.  D'altra parte, nel 2017 Attalì aveva profetizzato: “Il prossimo presidente” (dopo Macron) “sarà una  donna”.

In Francia è uscito un libro Crépuscule, opera di Juan Branco, consigliere  giuridico di Julian Assange, che tratta delle reti che hanno messo al potere questo povero giovane  inadatto all’Eliseo.  “Non sono corrotti. Sono la corruzione”, scrive.
Fuori testo, ma non fuori tema, questa lucida  analisi  della “Sinistra Patriottica”  – degna di essere ascoltata:

IOER : GLOBAL DOLLAR LIQUIDITY!


Cartoon of the Day: Yo-Yo - 04.24.2019 10 yr yoyo cartoon
Andiamo a dare un’occhiata alle meraviglie dell’economia americana, una delle economie più taroccate al mondo dopo quella cinese ovviamente, prima di occuparci di un argomento estremamente tecnico ma davvero interessante per le implicazioni che avrà nelle prossime settimane sul dollaro.
BOOM? US Economy expanded at 3.2% pace in Q1, way faster than 2.3% expected. Inventories, Trade boosts US GDP by most since 2013. Government spending rose 2.4%
77 utenti ne stanno parlando
Il PIL reale è aumentato del 3,2% nel primo trimestre, ma la sorpresa è tutta nascosta nell’inflazione, di cui parliamo tra poco.
Se poi qualcuno riesce a spiegarmi come fanno a volare gli inventari con importazioni e produzione diminuite durante tutto l’arco del primo trimestre, nel frattempo nessuno mi toglie dalla mente che questi dati sono fuori da ogni realtà.
Nel frattempo aspetto con trepidazione il prossimo aumento dei tassi della Fed, visto che l’economia americana va che è una meraviglia.
L’aumento del PIL reale nel primo trimestre riflette i contributi positivi da spese per consumi personali (PCE), investimenti in inventari privati, esportazioni, spese statali e locali e investimenti fissi non residenziali. Le importazioni, che sono una sottrazione nel calcolo del PIL, sono diminuite. Questi contributi sono stati in parte compensati da una diminuzione degli investimenti residenziali.
L’accelerazione della crescita del PIL reale nel primo trimestre ha riflesso una ripresa della spesa pubblica statale e locale, accelerazioni negli inventari privati e nelle esportazioni e una minore diminuzione degli investimenti residenziali.
Come ho scritto venerdì su Twitter, non credo ci sia nulla da esultare per il contributo dei  consumi PCE  solo 0,82 sommando pure il contributo CaPex si arriva appena sopra l’1 % salgono le esportazioni nonostante il dollaro forte ma il livello delle importazioni testimonia una caduta della domanda interna.
Si tratta della seconda contrazione consecutiva del livello delle importazioni, ovviamente nessuno o quasi lo fa notare, ma va bene così.
L’altra sorpresa è il livello dell’inflazione, l’indice dei prezzi PCE è aumentato dello 0,6%, a fronte di un aumento dell’1,5% nel quarto trimestre. Escludendo i prezzi di cibo ed energia, l’indice dei prezzi della PCE è aumentato dell’1,3%. Un dato terrificante, che distrugge tutte le favole sull’inflazione. L’indice dei prezzi core del PIL è stato dell’1,3% rispetto al 2,0% nel quarto trimestre.
Non è possibile passare dal 1,5 % al 0,6%, non si può gonfiare così i dati del Pil.
Ridicola quindi la richiesta del consigliere economico di Trump di ridurre i tassi…
Il PIL è cresciuto del 3,2% nel primo trimestre, numero che Kudlow ha definito “un numero esagerato”.  “Il tasso di inflazione continua a scivolare sempre più in basso”, ha detto Kudlow alla CNBC.
“… il tasso di inflazione sta scendendo, la Federal Reserve lo guarderà”, ha detto Kudlow.
Sia Kudlow che Trump hanno dichiarato apertamente che pensano che la Fed dovrebbe smettere di ridurre il suo bilancio e tagliare i tassi.
Abbiamo scritto la scorsa settimana “Dollar time” e il momento del dollaro sta arrivando, nascosto dentro il sistema ombra finanziario.
Facciamo prima un salto indietro al 2018, diamo un’occhiata all’indicatore IOER ovvero il tasso di interesse sulle riserve in eccesso imposto dalla Fed…
Il tasso dei fed funds si sta spostando verso la parte superiore dell'intervallo obiettivo della banca centrale
A giugno dello scorso anno, quando i fondi arrivarono a cinque punti base dal limite superiore della banca centrale, i funzionari presero la decisione senza precedenti di innalzare l’IOER di soli 20 punti base, mentre aumentavano il tasso obiettivo di 25 punti. Da allora ha continuato a insinuarsi più in alto.
Come apparso su Zero Hedge ieri, JPMorgan nella sua ultima nota settimanale ci spiega che …
… “gli effetti di liquidità del bilancio della Fed sono riemersi durante la scorsa settimana a seguito di un picco dei tassi interbancari durante la notte. (…) questi tassi sono tornati a salire nella settimana scorsa a 4bp e 5bp sopra IOER creando un movimento più persistente e preoccupante “.
… questa mossa persistente sta sollevando interrogativi sul fatto che le riserve – che come promemoria si sono ristrette rapidamente da quando la Fed ha iniziato a chiudere il suo enorme bilancio a fine 2017 –

… che anche spiega perché la FED ha recentemente invertito aggressivamente la sua precedente posizione di “pilota automatico” rispetto al bilancio e ai mercati che inaspettatamente sono stati informati che la contrazione del bilancio si sarebbe conclusa a settembre.
La questione è molto tecnica ma a noi interessa evidenziare le conseguenze.
Per gli analisti di JPMorgan, la notizia di aprile non è stata il forte calo dei saldi dei depositi di riserva, ma piuttosto l’aumento dei tassi interbancari relativi all’IOER che l’ha accompagnato, lo stesso aumento che indica che la Fed ha perso controllo dei tassi, un aumento che, per inciso, non si è limitato solo al tasso di riferimento della Fed, ma sono aumentati anche altri tassi interbancari.
Perché è notevole questa mossa nel tasso IOER e che cosa ha a che fare con la liquidità nel settore bancario?
La risposta è che il differenziale più elevato nel delta tra l’IOER e l’effettivo tasso dei fed funds è una funzione diretta delle riserve in eccesso nel sistema.
In sintesi, le condizioni di liquidità nel sistema bancario statunitense sono forse vicine al loro livello più basso in un decennio, vicine al minimo del 2009… 

JPM avverte che alcune banche potrebbero aver bisogno di ricorrere alla Fed per mantenere i loro saldi di riserva e soddisfare i loro fabbisogni di liquidità poiché le riserve non sono distribuite uniformemente attraverso il sistema bancario.  

La soluzione di JPMorgan: per evitare un ulteriore inasprimento, è che la Fed potrebbe essere costretta a anticipare la data di scadenza della contrazione del suo bilancio da settembre a giugno, o a tagliare i tassi di interesse abbassando l’IOER.
La terza e più problematica “soluzione” sarebbe che la Fed iniettasse liquidità attraverso operazioni di mercato aperto … anche se, come ammette JPMorgan, “alcuni partecipanti al mercato potrebbero vedere tali operazioni equivalenti al riavvio del QE”.
Non solo, gravi implicazioni questa politica della Fed ha anche sulla liquidità in dollari, dollari che diventano sempre più difficili da reperire.
State sintonizzati, ci aspettano settimane davvero interessanti sul dollaro.
A proposito tanto per cambiare in Spagna nessuno governo è possibile, Sanchez ha bisogno non solo di Podemos ma addirittura dei voti delle altre realtà indipendentiste, ma la grande sorpresa è l’incredibile 10 % raggiunto dalla destra estrema di VOX.

Ho l’impressione che alle prossime elezioni europee, ne vedremo delle belle, soprattutto nelle prossime quattro settimane.

Fonte: qui

mercoledì 24 aprile 2019

IL PADRE DI SERENA MOLLICONE A “RADIO CUSANO” DOPO LA RIAPERTURA DEL CASO E LE INDAGINI SUL MARESCIALLO DEI CARABINIERI FRANCO MOTTOLA E IL FIGLIO

“DEVONO ARRESTARLI TUTTI” 
“DIVENTO PAZZO SE PENSO CHE MIA FIGLIA FU UCCISA NELLA CASERMA DOVE ANDAI A FARE LA DENUNCIA” 
“DEVONO PAGARE PER QUELLO CHE HANNO FATTO. DOPO AVERLA UCCISA HANNO…”

serena mollicone 9SERENA MOLLICONE 
E' giunto al momento della verità il giallo di Arce. Diciotto anni dopo la morte di Serena Mollicone, uccisa nel paese in provincia di Frosinone il primo giugno del 2001, arriva l’avviso di chiusura delle indagini per un delitto ancora senza colpevoli. La Procura della Repubblica di Cassino nei giorni scorsi ha infatti notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari ai cinque indagati: tre sono carabinieri.

serena mollicone 5SERENA MOLLICONE 
Si tratta del maresciallo Franco Mottola, all'epoca comandante della stazione dell'Arma di Arce e indagato con la moglie Anna e il figlio Marco, del maresciallo Vincenzo Quartale e del brigadiere Francesco Suprano. Alla luce dei nuovi sviluppi, il caso è stato nuovamente approfondito a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus. Al microfono di Fabio Camillacci Guglielmo Mollicone, il papà di Serena, ha detto: “Sono quasi 18 anni che stiamo combattendo e finalmente si vede la luce in fondo al tunnel. E' comunque pazzesco e terribile se penso che mia figlia fu uccisa nella stessa caserma dei carabinieri in cui io la sera andai per denunciarne.
guglielmo mollicone 2GUGLIELMO MOLLICONE 

E probabilmente il suo povero corpo era ancora lì nella caserma di Arce perchè immagino che solo di notte i responsabili avranno provveduto a spostare il cadavere nel bosco dell'Anitrella per inscenare un delitto opera di un maniaco. Divento pazzo se penso a questa cosa: se penso che magari avrei potuto ancora salvarla quando andai dai carabinieri a fare la denuncia. E divento ancora più pazzo se penso a tutto quello che hanno fatto dopo aver ucciso Serena: cioè provare a incastrare prima me e poi il carrozziere Carmine Belli che fortunatamente al processo venne assolto. Adesso -ha concluso Guglielmo Mollicone- mi auguro che il gip li rinvii a giudizio e li faccia arrestare tutti, visto che Carmine Belli fu arrestato per molto molto meno.

SERENA MOLLICONE 1SERENA MOLLICONE 
Quindi se la legge è veramente uguale per tutti ora devono arrestare i veri responsabili della morte di mia figlia: devono arrestarli, processarli e condannarli. Devono iniziare a pagare perché sono stati fuori di galera anche troppo tempo, quasi 18 anni. Ora devono finalmente pagare per aver ucciso Serena”.

Fonte: qui

IL GOVERNO NON È MAI STATO COSÌ VICINO ALLA FINE: NEL DL CRESCITA NON C'È IL SALVA-ROMA, DI MAIO SI PRESENTA CON DUE ORE DI RITARDO PER ANDARE DA FLORIS E SALVINI NE APPROFITTA PER CONVINCERE CONTE A STRALCIARE IL PROVVEDIMENTO

IL PREMIER FURIOSO CON LUIGINO: “CI FAI CADERE PER DUE VOTI?” 

E RIMPROVERA MATTEO: “COSÌ CI FAI FARE LA FIGURA DEI PASSACARTE” 

MA IL MINISTRO DELL’INTERNO NON NE PUÒ PIÙ DEI GRILLINI: "IL 27 MAGGIO, COMUNQUE VADA, METTIAMO FINE A QUESTA STORIA”



CONTE FURIOSO CON DI MAIO: «CI FAI CADERE PER DUE VOTI?»
Adalberto Signore per “il Giornale”

GIOVANNI FLORIS INFORMA LUIGI DI MAIO DEL CASINO AL CDMGIOVANNI FLORIS INFORMA LUIGI DI MAIO DEL CASINO AL CDM
«Luigi, non c' è alcuna alternativa. A meno che tu non voglia far cadere tutto per questa storia. Ma davvero vuoi sacrificare tutti noi solo per rincorrere due punti in più nei sondaggi?». Ieri il ciglio del burrone è stato così vicino che persino Giuseppe Conte ha finalmente deciso di vestire gli abiti del premier e ha alzato il telefono per cercare di riportare Di Maio a più miti consigli.

Dopo giorni di mediazioni fallite, di rimpalli di responsabilità e di ipotesi su come provare a gestire un Consiglio dei ministri dal quale inevitabilmente uno dei due alleati di governo sarebbe uscito sconfitto, Conte ha deciso di tentare l' ultima carta quando sul Blog delle Stelle è apparsa una vera e propria requisitoria in quattro punti su Armando Siri, il sottosegretario della Lega indagato per corruzione.

MATTEO SALVINIMATTEO SALVINI
Una scelta «scellerata», secondo il presidente del Consiglio. Un vero e proprio «atto di guerra» a solo poche ore dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto dare il via libera al Decreto Crescita con la cosiddetta norma «salva-Roma» (o «salva-Raggi», come la chiamano i leghisti).

Chi ha avuto occasione di sentirlo racconta di un Conte molto irritato, ormai convinto che Di Maio sia pronto a sacrificare anche lui pur di tirare la volata al M5s in vista delle Europee del 26 maggio.

Altrimenti, è il senso del ragionamento del premier, avrebbe evitato quello che Matteo Salvini non poteva non vivere come un atto ostile. Invece è su Siri che il M5s continua a battere, nel tentativo di «sporcare» la leadership legalitaria che Salvini si è sapientemente costruito in questi anni. Non è un caso che la potente comunicazione dei Cinque stelle insista molto sui possibili legami tra l' inchiesta che coinvolge Siri e la mafia.

matteo salvini mitraMATTEO SALVINI MITRA
Per il ministro dell' Interno una vera e propria onta. Uno scontro ormai all' arma bianca. Ultimo atto di una giornata trascorsa all' insegna di chi la spara più grossa. Divisi su come trascorrere il 25 aprile, su fronti opposti sulla gestione del debito di Roma, distanti anni luce sulla gestione della vicenda Siri e in guerra pure sull' eventualità di migliaia di sbarchi dalla Libia, tra Di Maio e Salvini ormai c' è la totale incomunicabilità.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILLMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL
I due non si parlano neanche e Conte è costretto a tentare disperate mediazioni. Come ieri, quando non sono riusciti neanche a mettersi d' accordo su cosa discutere e quando tenere il Consiglio dei ministri, prima convocato per le 18, poi rimandato alle 19 e infine iniziato alle 20. Ma prolungatosi fino a tarda sera, perché Di Maio ci ripensa.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATIMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI





Prima annuncia che non ci sarà, perché impegnato in un improrogabile impegno (cioè la registrazione di Di martedì su La7), poi cambia idea e si precipita a Palazzo Chigi che sono le nove passate. In mezzo, non un dettaglio, Salvini scende in piazza Colonna e annuncia trionfante lo stralcio del cosiddetto «salva-Roma». «Decisione concordata con Conte e con chi c' era», dice ai giornalisti il ministro dell' Interno. Non a caso, in Consiglio dei ministri sono presenti tutti gli esponenti della Lega e solo Barbara Lezzi, Elisabetta Trenta e Alberto Bonisoli per il M5s.

In verità, pare che più che «concordata» la decisione sia stata «annunciata» da Salvini.
Che preso atto della defezione di Di Maio sarebbe letteralmente sbottato per poi lasciare il Consiglio dei ministri e andare ad incontrare i cronisti. Una decisione che Conte, allo stesso modo degli affondi di Di Maio, non avrebbe affatto gradito. «Una buffonata», si sarebbe lasciato scappare il premier.
MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINOMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO BY LUGHINO

Come tutta la giornata di ieri. Con il M5s che smentisce categoricamente Salvini, giura che il Consiglio dei ministri non ha discusso né il Decreto Crescita né il «salva Roma», e Di Maio che si presenta a Palazzo Chigi per riaprire il confronto. Un braccio di ferro permanente. E di cui oggi parleranno tutti i giornali.

Che Eurostat ieri abbia certificato che quasi un quarto del debito pubblico dell' area euro è targato Italia - 2.320 miliardi su 9.860 - finirà nascosto nelle pagine interne. Ma su questo dettaglio Di Maio e Salvini ieri non hanno proprio avuto il tempo di confrontarsi.
ARMANDO SIRI MATTEO SALVINIARMANDO SIRI MATTEO SALVINI

LE URLA DI CONTE E L' IRA DEL CARROCCIO " INUTILE ANDARE AVANTI DOPO LE EUROPEE"
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

Matteo Salvini torna al primo piano di Palazzo Chigi. In piazza Colonna ha appena annunciato a una selva di giornalisti che il "salva Roma" non esiste più. Giuseppe Conte lo blocca prima di entrare in consiglio dei ministri. «Perché l' hai fatto? Basta pagliacciate. Come ti viene in mente di farci fare la figura dei passacarte!». È livido, il premier.

Poco prima aveva voltato le spalle a Luigi Di Maio, accettando in una riunione a tre con Salvini e Giancarlo Giorgetti lo stralcio imposto dal Carroccio. È l' unico modo per salvare - forse - il decreto crescita ed evitare la crisi a trentatre giorni dalle Europee.

ARMANDO SIRIARMANDO SIRI
Adesso però capisce che l' effetto di quella sceneggiata sarà devastante. E infatti, Di Maio legge le agenzie del collega vicepremier, chiude in fretta la registrazione a "Di Martedì" e punta il muso della sua berlina verso la sede del governo. Dal quel momento saranno urla, insulti, minacce di fine mondo. L' ultima la pronuncia il ministro dell' Interno, ma è contenuta in un messaggio inviato ad alcuni ras del partito dopo le 22. «Non possiamo andare avanti con questi qua - è il senso - Il 27 maggio, comunque vada, mettiamo fine a questa storia».

Impossibile capirci qualcosa senza riavvolgere il nastro a cinque ore prima. L' orologio di Giuseppe Conte segna le 17. Con due telefonate in rapida sequenza si decide il tramonto triste e litigioso del governo populista.

virginia raggi luigi di maioVIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO
«Se il Movimento insiste con la norma "salva Roma" - gli dice Matteo Salvini - io mi presento con tutti i ministri della Lega e voto contro». La seconda chiamata è diretta a Luigi Di Maio: «Non c' è alternativa, vuoi fare cadere tutto per questa storia? Sacrifichi tutto per rincorrere due punti nei sondaggi?». Il presidente del Consiglio sceglie di frenare il decreto per mettere al riparo il governo. Ma è come acqua fresca per curare l' influenza.

Quando Salvini si presenta a Palazzo Chigi per il consiglio dei ministri, Di Maio è lontano.
Furibondo. Deciso a far disertare assieme alla gran parte dei suoi ministri la riunione. Manda soltanto Barbara Lezzi, alla quale si aggiungeranno Elisabetta Trenta e Alberto Bonisoli. Il copione di quel che accade da questo momento in avanti è surreale. Anzi, crepuscolare. Il segretario leghista torna dallo strappo in piazza come se nulla fosse. La ministra per il Sud sale sulle barricate. È quello che le ha chiesto Di Maio, tenere alta la tensione finché non sarà conclusa la registrazione televisiva a cui ha preferito la riunione di governo. La grillina non si fa pregare. «Non accettiamo ricatti, vuoi far pagare a Roma i tuoi problemi politici!».
RAGGI DI MAIORAGGI DI MAIO

Salvini replica sprezzante. Conte osserva il disfacimento del suo esecutivo. «Serve una soluzione, gli italiani ci guardano». Alle 21 irrompe nella sala Di Maio. I due vice si rinfacciano gli scandali che hanno coinvolto la Lega e quelli che affliggono il Comune di Roma a guida pentastellata. «Per un tuo capriccio - attacca Di Maio penalizzi i romani. Ti comporti in modo allucinante. Mi accoltelli alle spalle, ma andrai a sbattere». «Continua così - replica Salvini parla quanto ti pare, ma tanto questa norma, così com' è, non passerà mai».

GIUSEPPE CONTE E LA PRONUNCIA SBAGLIATA DI ALBERT EINSTEINGIUSEPPE CONTE E LA PRONUNCIA SBAGLIATA DI ALBERT EINSTEIN
Nel cestino finisce l' ultimo tentativo di mediazione, una dichiarazione d' intenti da affiancare al "salva Roma", una promessa di allargare la platea dei comuni interessati durante il passaggio parlamentare. «Voteremmo comunque contro», è l' ultima parola di Salvini. Nella notte allora diventa inevitabile uno stralcio pasticciato.

Nell' aria resta la sensazione di una fine imminente. Per il segretario della Lega non si può più andare avanti. Dopo le Europee, se tutto non precipiterà addirittura prima, è pronto a dare retta ai suoi falchi, ormai la stragrande maggioranza del gruppo dirigente. «L' ho detto anche a Conte, se non esercita il suo ruolo è ovvio che salti tutto». Proprio Conte sembra il primo ad essere piegato dagli eventi.
GIUSEPPE CONTE AL VINITALYGIUSEPPE CONTE AL VINITALY

Considera devastante per gli equilibri di governo la strategia di comunicazione imposta dallo staff di Di Maio nelle ultime settimane. «Lo capisci che non possiamo farcela, se non abbassi i toni? », l' aveva pregato prima di Pasqua. Adesso, però, non gli resta che sostenerlo, fino alla fine. Resta una variabile. E risponde al nome di Siri. Di Maio è convinto che la storia colpirà e affonderà il Carroccio. Non ne fa più mistero. Tanto che d' un tratto, verso la fine del consiglio dei ministri, fa calare il gelo quando guarda Salvini e sibila: «Continua così, fai pure. Forse non l' hai capito, ma la tua sarà una vittoria di Pirro...». Fonte: qui