Per le liste alle elezioni europee, sabato Luigi Di Maio ha presentato, all'assemblea dei candidati votati online dagli iscritti al Movimento 5 Stelle abilitati alla piattaforma Rousseau e alla stampa, 5 donne capolista non votate.
Questa nomina scaturisce, afferma il capo politico del movimento 5 Stelle, dalla volontà di dare un messaggio contro il recente congresso di Verona.
La ratifica di queste nomine avverrà lunedì 15 con un sì o un no da parte degli iscritti.
Una decisione che sta suscitando una sorta di "ribellione" sui social e nelle chat degli attivisti e portavoce del movimento, forse in misura maggiore e più netta della votazione sul caso Diciotti.
Le critiche riguardano il metodo (la presentazione ufficiale prima della votazione), ma non solo. Già nel 2014 la stessa operazione con tutte donne capolista era stata tentata da Renzi, con successo. Il movimento 5 Stelle ha criticato con veemenza quella operazione elettoralistica, affermando che non si può usare la donna come "se fosse un panda da tutelare".
Al contrario, proprio il M5S storicamente si è dichiarato contro le quote rosa e le maggiori esponenti di tale posizione sono state proprio le due sindache di Roma e Torino. D'altronde, proprio le donne sono state le più votate come candidate, nonostante la percentuale di autocandidature femminili sia stata estremamente minoritaria.
Quindi: se si vuole candidare capolista una donna, perché non esprimere donne già votate e selezionate secondo metodi di CV e meriti? Ma quello che lascia particolarmente perplessa la galassia 5 Stelle è il profilo delle candidate capolista (miracolosamente sparite dai vari account social).
La candidata capolista della circoscrizione centrale, Lazio Marche Toscana e Umbria, si chiama Daniela Rondinelli.
Naturalmente, affamato di notizie, il popolo della rete ha smanettato e riesumato dalla memoria del web ogni traccia del passaggio.
La candidata si distingue per essere stata esponente della CISL e per l'appartenenza all'associazione Amerigo, filo USA.
Vicina al capo di gabinetto del Mise, Vito Cozzoli.
Entrambi infatti fanno parte dell'associazione Amerigo per l'amicizia Italia-USA, che ha sede presso l'ambasciata americana di Roma e il cui presidente onorario è l'ambasciatore americano. La Rondinelli fa tuttora parte del direttivo di Amerigo in quanto coordinatrice del chapter di Bruxelles di Amerigo.
Il burocrate Cozzoli è famoso per essere riuscito a mettere insieme da Gianni Letta a Di Maio, da Boschi a Lupi. "LA “TESTA DI BRIOSCHE” (COSI’ DEFINITO NELLE INTERCETTAZIONI SULLA MINISTRA GUIDI) PRESENTA IL LIBRO CON DE GENNARO COME SPONSOR" .
Ma la chicca che fa più discutere la base del 5 Stelle è la lettera di auguri della Rondinelli al Presidente Monti, "non di circostanza", che, nel maldestro tentativo del capo politico di affermare le distanze con i sovranisti della Lega, ottiene l'effetto opposto, superando persino, in fideismo europeista, Calenda e Tajani messi insieme.
Gli iscritti che voteranno la ratifica, su Rousseau, qualsiasi sarà il risultato, sono già divisi. Perché non riconfermare gli uscenti, che hanno lavorato in Europa con regolamenti e direttive, perché non nominare capolista i più votati?
Naturalmente, affamato di notizie, il popolo della rete ha smanettato e riesumato dalla memoria del web ogni traccia del passaggio.
La candidata si distingue per essere stata esponente della CISL e per l'appartenenza all'associazione Amerigo, filo USA.
Vicina al capo di gabinetto del Mise, Vito Cozzoli.
Il burocrate Cozzoli è famoso per essere riuscito a mettere insieme da Gianni Letta a Di Maio, da Boschi a Lupi. "LA “TESTA DI BRIOSCHE” (COSI’ DEFINITO NELLE INTERCETTAZIONI SULLA MINISTRA GUIDI) PRESENTA IL LIBRO CON DE GENNARO COME SPONSOR" .
Ma la chicca che fa più discutere la base del 5 Stelle è la lettera di auguri della Rondinelli al Presidente Monti, "non di circostanza", che, nel maldestro tentativo del capo politico di affermare le distanze con i sovranisti della Lega, ottiene l'effetto opposto, superando persino, in fideismo europeista, Calenda e Tajani messi insieme.
Gli iscritti che voteranno la ratifica, su Rousseau, qualsiasi sarà il risultato, sono già divisi. Perché non riconfermare gli uscenti, che hanno lavorato in Europa con regolamenti e direttive, perché non nominare capolista i più votati?
di Alice Rotolo
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