ASSOLTO IN PRIMO GRADO DA TUTTE LE ACCUSE, IN APPELLO ERA STATA CONDANNATO A 2 ANNI DI CARCERE PER PECULATO E FALSO
Assolto in Cassazione l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, per il 'caso scontrini'. I giudici della VI sezione penale hanno annullato senza rinvio la sentenza di condanna di secondo grado "perché il fatto non sussiste".
In giornata era stata questa la richiesta del pg Mariella De Masellis, davanti alla VI sezione, nell'udienza per discutere il ricorso presentato da Marino dopo la condanna in secondo grado: la sentenza di secondo grado, aveva detto il pg della Suprema Corte, va annullata senza rinvio.
Dopo l'assoluzione in primo grado da tutte le accuse, Marino l'11 gennaio dello scorso anno era stato condannato a due anni dai giudici della terza sezione della Corte d'Appello di Roma: oggetto del procedimento per peculato e falso erano una cinquantina di cene pagate attraverso l'utilizzo della carta di credito che gli fu rilasciata durante il suo mandato dall'amministrazione capitolina. Anche nel secondo grado di giudizio era stata confermata, invece, l'assoluzione per l'accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine. Fonte: qui
LA PG DELLA CASSAZIONE CHIEDE L'ASSOLUZIONE PER L'EX SINDACO: “ANNULLAMENTO SENZA RINVIO DELLA SENTENZA”
DOPO L’ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO DA TUTTE LE ACCUSE, IN APPELLO MARINO ERA STATA CONDANNATO A 2 ANNI DI CARCERE PER PECULATO E FALSO
Valeria Di Corrado per www.iltempo.it
Potrebbe chiudersi definitivamente con un'assoluzione la vicenda giudiziaria che portò nell'ottobre 2015 alle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma. La pg Mariella De Massellis ha chiesto, nel processo in corso in Cassazione, l'annullamento senza rinvio della sentenza della Corte d'appello dell'11 gennaio 2018 con cui Marino venne condannato a due anni di carcere per peculato e falso per aver pagato con la carta di credito del Campidoglio cene private spacciate per incontri di rappresentanza. In primo grado, invece, il professore dem era stato assolto.
Tra luglio 2013 e giugno 2015 avrebbe usato la carta per «acquistare servizi di ristorazione nell’interesse suo, dei suoi congiunti e di altre persone non identificate», si legge nel capo d'imputazione.
Nel dettaglio, «saldava per 56 volte il conto di cene consumate presso ristoranti della Capitale dove si era recato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione, comunque al di fuori della funzione di rappresentanza dell’ente". Poi, «al fine di occultare il reato di peculato, impartiva disposizioni al personale addetto alla sua segreteria affinché formasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute, inserendovi indicazioni non veridiche, tese ad accreditare la presunta natura "istituzionale" dell’evento, e apponendo in calce alle stesse la di lui firma». Da qui la contestazione di falso.
Tra le presunte cene irregolari quella del 6 settembre 2013 al «Girarrosto Toscano» di Roma, offerto dall'ex sindaco all’ambasciatore del Vietnam, dopo un incontro in Campidoglio. La segretaria e assistente dell’ambasciatore, Dang Thi Phuong Thao, ha però negato la sua presenza. C’è poi la pesante smentita della Comunità di Sant’Egidio, secondo cui «nessun responsabile ha mai cenato con Marino a spese del Comune», il 26 ottobre 2013 nel ristorante «Sapore di Mare», vicino al Pantheon. Anche Don Damiano Modena ha negato di essere stato nel ristorante «Tre Galli» di Torino la sera del 4 maggio scorso.
Poi ci sono le testimonianze dei ristoratori: quello del «Girarrosto Toscano» ha spiegato che il sindaco ha consumato la cena di Santo Stefano del 2013 con la famiglia e non con rappresentanti della stampa. Anche il titolare del ristorante «La Taverna degli amici» di Roma ha dichiarato che il 27 luglio 2013 Marino ere a tavola con la moglie, e non con un rappresentante dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Fonte: qui
Dopo l'assoluzione in primo grado da tutte le accuse, Marino l'11 gennaio dello scorso anno era stato condannato a due anni dai giudici della terza sezione della Corte d'Appello di Roma: oggetto del procedimento per peculato e falso erano una cinquantina di cene pagate attraverso l'utilizzo della carta di credito che gli fu rilasciata durante il suo mandato dall'amministrazione capitolina. Anche nel secondo grado di giudizio era stata confermata, invece, l'assoluzione per l'accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine. Fonte: qui
LA PG DELLA CASSAZIONE CHIEDE L'ASSOLUZIONE PER L'EX SINDACO: “ANNULLAMENTO SENZA RINVIO DELLA SENTENZA”
DOPO L’ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO DA TUTTE LE ACCUSE, IN APPELLO MARINO ERA STATA CONDANNATO A 2 ANNI DI CARCERE PER PECULATO E FALSO
Valeria Di Corrado per www.iltempo.it
Potrebbe chiudersi definitivamente con un'assoluzione la vicenda giudiziaria che portò nell'ottobre 2015 alle dimissioni di Ignazio Marino da sindaco di Roma. La pg Mariella De Massellis ha chiesto, nel processo in corso in Cassazione, l'annullamento senza rinvio della sentenza della Corte d'appello dell'11 gennaio 2018 con cui Marino venne condannato a due anni di carcere per peculato e falso per aver pagato con la carta di credito del Campidoglio cene private spacciate per incontri di rappresentanza. In primo grado, invece, il professore dem era stato assolto.
Tra luglio 2013 e giugno 2015 avrebbe usato la carta per «acquistare servizi di ristorazione nell’interesse suo, dei suoi congiunti e di altre persone non identificate», si legge nel capo d'imputazione.
Nel dettaglio, «saldava per 56 volte il conto di cene consumate presso ristoranti della Capitale dove si era recato, generalmente nei giorni festivi e prefestivi, con commensali di sua elezione, comunque al di fuori della funzione di rappresentanza dell’ente". Poi, «al fine di occultare il reato di peculato, impartiva disposizioni al personale addetto alla sua segreteria affinché formasse le dichiarazioni giustificative delle spese sostenute, inserendovi indicazioni non veridiche, tese ad accreditare la presunta natura "istituzionale" dell’evento, e apponendo in calce alle stesse la di lui firma». Da qui la contestazione di falso.
Tra le presunte cene irregolari quella del 6 settembre 2013 al «Girarrosto Toscano» di Roma, offerto dall'ex sindaco all’ambasciatore del Vietnam, dopo un incontro in Campidoglio. La segretaria e assistente dell’ambasciatore, Dang Thi Phuong Thao, ha però negato la sua presenza. C’è poi la pesante smentita della Comunità di Sant’Egidio, secondo cui «nessun responsabile ha mai cenato con Marino a spese del Comune», il 26 ottobre 2013 nel ristorante «Sapore di Mare», vicino al Pantheon. Anche Don Damiano Modena ha negato di essere stato nel ristorante «Tre Galli» di Torino la sera del 4 maggio scorso.
Poi ci sono le testimonianze dei ristoratori: quello del «Girarrosto Toscano» ha spiegato che il sindaco ha consumato la cena di Santo Stefano del 2013 con la famiglia e non con rappresentanti della stampa. Anche il titolare del ristorante «La Taverna degli amici» di Roma ha dichiarato che il 27 luglio 2013 Marino ere a tavola con la moglie, e non con un rappresentante dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Fonte: qui
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