martedì 9 aprile 2019

A CASAL BRUCIATO, PERIFERIA EST DI ROMA, UN NUOVO CASO DI DISCRIMINAZIONE DOPO QUELLO DI TORRE MAURA: IL QUARTIERE SI È RIBELLATO ALL'ASSEGNAZIONE DI UN ALLOGGIO POPOLARE AD UNA FAMIGLIA ROM


CASAPOUND GUIDA LA CONTESTAZIONE. 
LA SINDACA RAGGI: "CREATO UN CLIMA DI ODIO E TERRORE"
Maria Rosa Tomasello per “la Stampa”

casal bruciato protesta anti-romCASAL BRUCIATO PROTESTA ANTI-ROM
Davanti al palazzo di via Cipriano Facchinetti 90, a Casal Bruciato, prima periferia est di Roma, i residenti che da domenica protestano contro l' assegnazione di un alloggio popolare a una famiglia rom, replicano con una domanda alle domande dei giornalisti: «Tu sul tuo pianerottolo ce li vorresti?». Loro sono «gli zingari»: quelli «che rubano», quelli «che sfruttano i loro bambini» e girano con «macchine da sessantamila euro». Quelli che «sarebbe meglio spostare fuori dal raccordo anulare». Quelli che «se sono nomadi, devono nomadare».

«Non siamo razzisti, ma gli zingari non ce li vogliamo - dice la signora Claudia, che nel 1974 occupò a San Basilio - A mio nipote, che ha 11 anni, per togliergli un euro gli hanno puntato un coltello alla gola. Se fossero immigrati sì, anche neri sì. Purché sia gente onesta». 

Non è sufficiente ricordare, come ripete la sindaca di Roma Virginia Raggi, che la famiglia destinataria dell' appartamento ne abbia diritto, sulla base di regolare graduatoria. Qui, dove gli occupanti abusivi sono consuetudine, i rom sono indesiderabili.
casal bruciato protesta anti-romCASAL BRUCIATO PROTESTA ANTI-ROM

Come a Torre Maura, è Casapound a guidare la contestazione. Megafono in pugno, Giuseppe Di Silvestre arringa poche decine di persone: «Non ci sono i soldi per la sanità, le persone anziane sono costrette a frugare nell' immondizia, e poi si fa un bando per l' accoglienza da 986mila euro. I cittadini sono incazzati perché la politica pensa ai salotti e loro non hanno servizi. Non ci fermeremo finché non avranno dato una casa a Noemi. Prima gli italiani». Anzi: «prima i romani». Antonietta, 85 anni, si avvicina e urla: «Siete dei fascistoni, mi fate schifo». «Non si tratta di essere razzisti, siamo stati anche noi un popolo di migranti - dichiara Giuseppe Amendola - ma devono trovarsi casa e lavoro. A noi all' estero nessuno ha dato niente».

casal bruciato protesta anti-romCASAL BRUCIATO PROTESTA ANTI-ROM
L' altra protagonista di questa storia di sobborghi in rivolta ha 20 anni e si chiama Noemi Fasciano. Ieri mattina, con in braccio il suo bimbo di sei mesi ha occupato la casa da cui i nomadi era stati cacciati, ma l' occupazione è durata dieci minuti, fino all' arrivo della polizia, quando la ragazza ha preferito desistere. Ma ora fiancheggiata dal padre Enzo e dalla nonna Vincenza annuncia che resterà qui finché non avrà una casa, a costo di dormire dentro la tenda montata sul prato da Casapound.

L' appartamento della contesa si trova al quarto piano di uno stabile di sette. Da ieri è ufficialmente libero: «Hanno creato un clima di odio e terrore al punto che per garantire l' incolumità e la vita di questi sei bambini gli uffici sono stati costretti a assegnare alla famiglia un altro appartamento - dice Raggi - Ma Casapound non ci fa paura, Roma resta una città aperta e dei diritti».
casal bruciato protesta anti-romCASAL BRUCIATO PROTESTA ANTI-ROM

Il vice premier Luigi Di Maio lancia un avvertimento: «La legge vale per tutti. Superiamo i campi rom, subito. E sgomberiamo CasaPound, così come chiunque occupi in modo illegittimo un' abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno». È tardo pomeriggio quando arriva Stefano Fassina, deputato e consigliere comunale di Leu che parla a lungo con Noemi. Un piccolo gruppo di persone che sta in disparte tira un sospiro di sollievo: «Stiamo facendo un piccolo presidio antirazzista, ma qui dovrebbe esserci la sinistra, a spiegare, a parlare» osserva Giulia. Fassina cerca di calmare gli animi e scuote la testa: «E' guerra tra chi ne ha più bisogno. Ci sono dodicimila persone in lista d' attesa, il problema non sono i rom ma che le case popolari sono poche».

Fonte: qui

SCONTRO SULLA CAPITALE TRA SALVINI E DI MAIO – DAL DEBITO DEL CAMPIDOGLIO AI ROM E CASAPOUND, SU ROMA SI INFIAMMA IL DUELLO TRA I DUE VICEPREMIER 
IL LEADER LEGHISTA: “NON RIPIANEREMO I DEBITI FATTI DA ALTRI” 
DI MAIO REPLICA: "CHI È CHE APRÌ I CAMPI ROM NELLA CAPITALE? FU LA LEGA CON I FINANZIAMENTI DI MARONI. E CASAPOUND VA SGOMBERATA" 
LAURA CASTELLI, VICEMINISTRO M5S DELL’ECONOMIA ATTACCA: “SALVINI VUOLE CHE LA RAGGI CADA”
Simone Canettieri per il Messaggero
salviniSALVINI

Si inizia con il debito del Campidoglio, si finisce con i rom e Casapound. In mezzo c' è la Capitale. Ai bordi del ring ancora loro: Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ed è proprio il leader della Lega, nella sua Milano, appena spicciata la conferenza stampa sovranista, ad annunciare: «Non pagheremo debiti fatti da altri, a differenza dei governi del passato». E ancora: «Stiamo ragionando su come aiutare i cittadini senza ripianare i debiti. Cercheremo di aiutare i cittadini perché non possono andarci di mezzo loro per la pessima amministrazione del Comune di Roma, non tanto quella attuale ma passata».

Salvini ce l' ha con la fine della gestione commissariale del debito storico del Campidoglio (12 miliardi di euro) prevista per il 2021 con tanto di annuncio della diminuzione dell' Irpef per i romani, notizia lanciata in pompa magna la settimana scorsa dal viceministro all' economia Laura Castelli e dalla sindaca Virginia Raggi. Il provvedimento è contenuto nel decreto crescita e, se questo è il mood, se ne vedranno delle belle in sede di conversazione.

salvini di maioSALVINI DI MAIO
Ma la giornata gira anche sull' ennesimo caso che vede coinvolti i rom, questa volta cacciati da una case popolare per la quale avevano i requisiti dopo le proteste di Casapound. Ancora un' altra tensione, che cade a pochi giorni dalla rivolta di Torre Maura. Questa volta siamo sempre in periferia, a Casal Bruciato, appendice est della Capitale.

La storia è differente e scende in campo Di Maio. Per la prima volta in maniera netta e definitiva. «Quel che sta accadendo a Roma - si sfoga il leader M5S con i suoi durante la visita al Vinitaly - è paradossale. Qui bisogna ricordare le cose. Chi è che aprì i campi rom nella Capitale?
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Fu la Lega con i finanziamenti di Maroni da ministro degli Interni ad Alemanno sindaco.
Stanziarono decine e decine di milioni di euro di soldi pubblici.
Poi è scoppiata Mafia Capitale ed è venuto tutto fuori. E ora chi è che li sta chiudendo? Noi, il M5S. La sindaca Raggi ha chiuso lo scorso anno Camping River».

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LA STOCCATA 

Pur di entrare in conflitto con Salvini, la copertura dei vertici del M5S è totale: «Il superamento dei campi rom è doveroso. La legge vale per tutti. Superiamo i campi rom, subito. E sgomberiamo CasaPound - continua ancora Di Maio - così come chiunque occupi in modo illegittimo un' abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno». Nei campi ci sono famiglie che si dichiarano nullatenenti e poi girano in auto lussuose? «Gli mandiamo la Guardia di finanza. Ci sono altri stabili occupati da chi non ne ha diritto? Vanno sgomberati anche quelli. Tempo fa, ad esempio, avevo sentito parlare di priorità o meno in merito allo sgombero dell' edificio occupato da CasaPound in pieno centro a Roma.

Scusate, quindi se io ho una casa e qualcuno me la occupa ma la tiene pulita devo starmene zitto? Ma stiamo scherzando?».
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Il tentativo del leader pentastellato è chiaro: togliere a Salvini gli alibi, facendolo passare per il ministro dell' Interno che tollera i fascisti del terzo millennio per motivi di vicinanza ideologica.

E anche questa battaglia si infila nella narrazione che vede contrapposte - e sarà così fino a fine maggio - le due forze di governo.
Con i gialli che dicono ai verdi: voi siete degli estremisti.
Da Verona, Di Maio si lamenta e sbuffa per il caso Roma. E dice apertamente ai suoi collaboratori che «Virginia è sola, dal Viminale arriva solo il silenzio».

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Non solo: «Sul fronte sicurezza della Capitale voglio fatti concreti». Il messaggio dunque è chiaro: la tolleranza zero annunciata nei confronti dei campi nomadi deve essere altrettanto dura in tutti gli altri ambiti.

Con una postilla velenosa: «So che la competenza dei campi nomadi è dei Comuni, ma Roma è anche la Capitale d' Italia, da parte dell' Interno e di Salvini mi aspetto qualcosa in più per quanto riguarda l' ordine pubblico. Perché il problema c' è a Roma così come a Milano, ad esempio, e in altre città».


LAURA CASTELLI
Lorenzo De Cicco per il Messaggero

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«Salvini fa la sua campagna elettorale, spera che il Comune di Roma cada per andare al voto. Ma questa è una misura portata avanti dal Ministero dell' Economia e da tutto il governo.

Quindi decida, Salvini, se vuole fare un attacco politico o se vuole fare il membro di questo governo». Laura Castelli, viceministro dell' Economia in quota M5S, giovedì scorso era accanto a Virginia Raggi per annunciare che tra due anni sarà smantellata la bad company del Comune di Roma, la struttura che gestisce 12 miliardi di debiti accumulati fino al 2008. «È una misura a costo zero per i cittadini, zero. Fare polemica su questo è assurdo», dice Castelli, dopo avere letto le dichiarazioni del leader del Carroccio.

Dice Salvini: non pagheremo i debiti fatti da altri...
laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafedeLAURA CASTELLI GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE
«Ma per lo Stato non ci sono costi aggiuntivi: si accolla il debito e in cambio non paga più la quota annuale per la gestione commissariale».
I famosi 300 milioni all' anno sborsati dal 2009...
«Esatto. Quindi il costo è zero.
In cambio la gestione commissariale, smantellata dal 2021, avrà la liquidità per coprire la cassa. Altrimenti la situazione era difficile».

In che senso?
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTELUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
«Lo ha già detto anni fa l' ex commissario del debito, Scozzese: se qualcuno non ci mette mano, la cassa della struttura commissariale si sfonda. Noi in legge di bilancio abbiamo già inserito alcune norme per fare chiarezza, non si capiva se certe partite dovessero essere pagate dal Comune o dal commissario. E in questi tre mesi la gestione commissariale ha migliorato le sue performance».

Quindi Salvini, secondo lei, sbaglia?
«Salvini dice queste cose per campagna elettorale. Si dovrebbe ricordare che la Capitale d' Italia è Roma e non è Milano».

A quanto ammonta il debito che lo Stato si accollerà? Si parla di 12 miliardi?
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«Ma no, già oggi siamo sotto quella cifra. Il resto si saprà quando uscirà il decreto. E come ha detto la giunta di Roma in conferenza stampa, per il 2021, quando scade il mandato di Raggi, lasceremo un' eredità a chi verrà dopo, un credito potenziale di 2,5 miliardi da poter investire per la città».

Quindi si va avanti? Tutto il M5S è compatto?
«Non solo tutto il Movimento, tutto il governo. È d' accordo anche il collega viceministro Garavaglia, della Lega. Ci sono le mail in cui chiede di inserire la misura nel decreto Crescita».

Non c' è possibilità che il provvedimento salti o slitti?
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«Ma sta scherzando? Sarà nel decreto Crescita, è stato votato dal Consiglio dei ministri. Tria lo condivide, perché dovrebbe saltare?».
Beh, se il vicepremier ne parla così negativamente...
«Ma fa così perché non vede l' ora che cada il Comune di Roma, forse per andare a elezioni, è evidente, no? Ma è un' operazione su cui può star tranquillo.Mi pare poi che la nuova Lega non sia più nordica, o sbaglio?».
bossi salvini maroniBOSSI SALVINI MARONI
Salvini, parlando del debito di Roma, ha detto anche che l' Autonomia servirà «a risolvere questa follia».

«Le Autonomie non c' entrano nulla, la gestione commissariale nasce da una legge fatta nel 2009 da un governo di cui la Lega faceva parte. Ora abbiamo fatto una norma a costo zero, che è win-win, vincono tutti, e non permetterà agli italiani, tutti, di pagare i buchi prodotti dalle vecchie giunte. Salvini dovrebbe essere contento. Poi se ha bisogno di andare contro il Comune di Roma, è un problema suo».

Fonte: qui

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