giovedì 26 maggio 2016

UNA VORAGINE SQUARCIA IL GIGLIO MAGICO DI MATTEO RENZI

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CHI EBBE IL SUO PRIMO INCARICO NEL CDA DI PUBLIACQUA, CHE GESTISCE I TUBI SCOPPIATI A FIRENZE? MARIA ELENA BOSCHI!

IL PRESIDENTE ERA ERASMO D'ANGELIS, DALL''UNITÀ' A PALAZZO CHIGI. L'AD? IRACE, CHE MARINO IMPOSE ALL'ACEA - ORA LA GUIDA FILIPPO VANNONI, CONSULENTE DEL GOVERNO E MARITO DI LUCIA DE SIERVO, EX CAPO DI GABINETTO DI RENZI, SORELLA DEL RENZIANO LUIGI. ECC ECC.

Nardella: “Publiacqua deve spiegazioni a me e ai cittadini". Basta che alza il telefono o si guarda intorno a cena: l'azienda è da sempre inzeppata di renzianissimi della prima, seconda e ultima ora...

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NARDELLA BOSCHI
"Bollette care e rete idrica dissestata”. A poche ore dall’apertura della voragine sul Lungarno a Firenze provocata da un guasto a due tubature dell’acquedotto, sotto accusa è finita la partecipata comunale Publiacqua. “Gestione criminale”, ha attaccato la deputata M5s Federica Daga. L’azienda, a cui anche il sindaco PD Dario Nardella ha chiesto spiegazioni, ha detto di aver registrato due allarmi, uno dopo mezzanotte e uno alle 6.15 di questa mattina e di essere intervenuta tempestivamente: “Le cause della rottura possono essere diverse, stiamo facendo tutte le verifiche necessarie”, hanno fatto sapere.
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FIRENZE LUNGARNO

Nella società per il 60 per cento pubblica negli ultimi anni sono passati, anche per volontà del presidente del Consiglio (ex sindaco di Firenze ed ex presidente della Provincia), alcuni dei personaggi più noti della galassia renziana: il primo incarico dell’attuale ministra per le Riforme Maria Elena Boschi è stato proprio nel cda di Publiacqua; il presidente dal 2009 al 2012 è stato Erasmo D’Angelis, poi sottosegretario alle Infrastrutture a Palazzo Chigi nel governo Letta e per un periodo direttore de l’Unità; alla guida attualmente c’è Filippo Vannoni, consulente del governo per le politiche economiche, ma anche marito dell’ex dirigente del comune di Firenze ed ex capo di gabinetto di Renzi sindaco Lucia De Siervo.

Ma non solo: l’ex amministratore delegato è Alberto Irace, manager che il leader Pd già aveva voluto nel consiglio d’amministrazione della romana Acea; l’attuale ad è invece Alessandro Carfì, marito ai Alessandra Cattoi che fu portavoce del sindaco di Roma Ignazio Marino ed ex assessore alla scuola della stessa giunta.

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FIRENZE LUNGARNO
M5s: “Perdite riscontrate da tempo. Gestione criminale”
Ad attaccare la gestione renziana sono ora i 5 stelle: “Il crollo di Lungarno”, ha continuato Daga, “alza il sipario sulla criminale gestione della risorsa idrica a Firenze di cui Renzi si è fatto promotore e che Nardella sta proseguendo. Publiacqua ha sempre giustificato il costo esorbitante delle bollette dell’acqua (402 euro a famiglia nel 2015, l’ottava città più cara d’Italia) con l’enorme mole di investimenti sulla rete (50 euro a utente l’anno, contro una media nazionale di 27 euro).

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FILIPPO VANNONI

Le bugie hanno le gambe corte. E le voragini. Il danno per Firenze è incalcolabile”.

Il collega grillino Alfonso Bonafede ha concluso: “Non ci venissero a raccontare che questo disastro è frutto di una rottura notturna della tubazione. Le perdite erano riscontrate da tempo. In attesa di conoscere le responsabilità, sottolineiamo però che vogliamo sapere come sono stati investiti i soldi del gestore è un colabrodo”. A Firenze, hanno spiegato infine Daga e Bonafede, “c’è un reticolo idrico fatto da 225 km di tubi in amianto, mentre quelli che non sono in amianto determinano perdite d’acqua fino al 51%. Acqua che i cittadini pagano lo stesso ma che poi finisce per erodere il terreno e determinare, come in questo caso, crolli e cedimenti un po’ su tutto il territorio”.
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ALBERTO IRACE, ERASMO D'ANGELIS E MATTEO RENZI IN "QUI SI MANGIA!!!"
Nardella: “Publiacqua deve spiegazioni a me e ai cittadini” - Intanto il primo cittadino dem Nardella, intervista dal Tgr della Toscana si è rivolto proprio a Publiacqua e ai suoi tecnici per avere “risposte” su cosa sia accaduto tra il primo e il secondo guasto alle tubature dell’acquedotto. “Non solo aspettano i cittadini ma aspetto io come sindaco informazioni che Publiacqua deve dare”, ha detto.
Nardella rispondendo a una domanda sull’allagamento verificatosi intorno a mezzanotte e mezzo, e alle lamentele di alcuni cittadini su mancati interventi il sindaco ha detto che i “soccorsi sono stati tempestivi”, che la segnalazione è arrivata per prima alla centrale del 113 che poi ha allertato vigili fuoco e polizia municipale, intervenuti sul posto. La strada, ha spiegato ancora il sindaco, è stata chiusa e sono state spostate anche 12 auto. Da capire, ha aggiunto, cosa sia successo tra il primo e il secondo guasto dell’acquedotto, e su questo Publiacqua deve “dare risposte”.
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LUCIA DE SIERVO

Il sindaco ha poi definito “doverosi gli accertamenti della magistratura”, che sulla voragine ha aperto un’inchiesta. Ancora, alla domanda se teme possibili ripercussioni per l’economia della città, li ha esclusi spiegando che il danno riguarda un’area circoscritta. Di sicuro però, ha aggiunto, “la rete idrica va tenuta sotto controllo e va ricostruita la dinamica di quanto accaduto”.
Publiacqua: “Rotti due tubi, sotto esame le cause del crollo” - Sono due i tubi dell’acqua che si sono rotti, il primo dei quali ha provocato l’allagamento ripreso anche in video girati da passanti dopo la mezzanotte, il secondo che ha interessato quella che viene definita la ‘dorsale’ della riva sinistra dell’Arno. Ma su quale sia stata la causa che ha determinato poi la voragine sono in corso verifiche.
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RENZI NARDELLA
E’ quanto ha spiegato Alessandro Carfì, ad di Publiacqua. “Per capire meglio dobbiamo verificare le condizioni dell’asfalto e della tubatura. In questo momento possiamo solo dire che le cause possibili possono essere diverse. Potrebbe essere anche un flusso d’acqua arrivato da un canale”.

Carfì ha anche spiegato che il tubo principale che si è rotto “aveva 60 anni circa e rientrava tra quelli già inseriti nel piano di sostituzione programmati dalla società”.

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FIRENZE LUNGARNO
Su quanto accaduto stanotte, Publiacqua ha specificato di aver registrato a mezzanotte e mezzo “un calo di pressione grazie a un meccanismo di monitoraggio telemetrico”, che “interessava il tubo passante: le squadre di Publiacqua sono intervenute dopo la rilevazione. Nello stesso momento cittadini hanno informato sulla fuoriuscita di acqua il 113, che ha avvertito le altre forze dell’ordine. Dopo l’intervento non è stato registrato alcun calo di pressione. Alle 6.15 è scattato un secondo allarme” con conseguente nuovo intervento, tuttora in corso. Publiacqua in precedenza aveva anche spiegato che dopo la perdita d’acqua intorno a mezzanotte e mezzo, è stata eseguita “tra le 1 e le 4″ la chiusura della tubazione interessata.

Fonte: qui

mercoledì 25 maggio 2016

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E’ IL PEGGIOR RISULTATO DAL 2013: PESA IL CROLLO DELLE ATTIVITA’ ESTRATTIVE (-39,5%) A CAUSA DELLA CRISI DELL’ILVA. MALE ANCHE TESSILE E ABBIGLIAMENTO (-9,8%)

Brusca frenata per l’industria italiana e questa volta vanno male anche le auto: primo calo dal dicembre 2013, -6,5% su base annuale.

La maggiore diminuzione colpisce la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,4%)

INDUSTRIA
INDUSTRIA
A marzo il fatturato dell’industria italiana è calato del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2015, il peggiore calo su base annuale a partire dall’agosto 2013. A trascinarlo verso il basso sono stati il crollo delle attività estrattive (-39,5%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, insieme al tessile e abbigliamento (-9,8%) e alla metallurgia (-9,4%).
A sorpresa, ha però perso terreno anche quel settore auto che nel 2015 aveva invece trainato la debole ripresa del pil: il comparto, ha fatto sapere l’istituto durante il briefing con i giornalisti, ha fatto segnare un -6,5 per cento, primo cedimento dal dicembre del 2013. La fabbricazione di mezzi di trasporto nel suo complesso (nella voce sono comprese navi, locomotive e aerei) resta invece in progresso del 5,1%.
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INDUSTRIA
Risultato: l’indice destagionalizzato dei ricavi dell’industria tocca il minimo da due anni a questa parte. Fatto 100 il livello del 2010, a marzo 2016 si scende a quota 96. Non un segnale incoraggiante per la ripresa italiana, anche se l’andamento dell’industria a marzo è già inglobato nello stentato andamento del pil nel primo trimestre, quando ha segnato un aumento dello 0,3% contro il +0,5% medio dell’Eurozona.
industria hi tech
INDUSTRIA
A pesare è probabilmente lo stallo dell’Ilva e del suo indotto, mentre è da escludere l’effetto del sequestro del centro oli Eni di Viggiano, visto che risale al 31 marzo. La contrazione del fatturato è sintesi della flessione del 2,6% sul mercato interno e di un lieve incremento (+0,1%) su quello estero.
ILVA
ILVA
Ma il dato scende anche su base mensile, con una flessione rispetto a febbraio dell’1,6%. E ancora, si registra il segno meno anche considerando la variazione tra l’ultimo trimestre del 2015 e i primi tre mesi del 2016: in questo caso, la contrazione è dell’1,1%.
Risultano in contrazione mese su mese anche gli ordinativi (-3,3%), che invece, rispetto all’anno precedente, crescono dello 0,1%. Il calo su base mensile è verificato sia sul mercato interno (-1,5%), sia su quello estero (-5,8%).
A contribuire al crollo del fatturato dell’industria è stata anche la componente interna dell’energia e, in particolare, la maggiore diminuzione colpisce la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,4%).
IMPIANTO ILVA A TARANTO
IMPIANTO ILVA A TARANTO
Invece gli incrementi più rilevanti si registrano nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+6,5% sull’anno), i mezzi di trasporto (+5,1%, nonostante il calo degli autoveicoli del 6,5%) e i prodotti farmaceutici (+4,9%). Su base congiunturale, gli indici segnano incrementi per l’energia (+3,2% sul mese) e cali per i beni strumentali, i beni intermedi (-2,5% per entrambi) e i beni di consumo (-0,6%).

Fonte: qui

LA TURCHIA MINACCIA L’EUROPA: SENZA SOLDI E SENZA LA LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI, ADDIO ACCORDO SUI MIGRANTI

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L' EUROPA HA CHIESTO UNA MODIFICA SULLE LEGGI ANTITERRORISMO, CHE ERDOGAN SI RIFIUTA DI ATTUARE

I turchi si sentono presi in giro e Erdogan si infuria: “Le promesse fatte non sono state mantenute. Se non ci saranno progressi sulla liberalizzazione dei visti, la Turchia non continuerà nell' attuazione dell' accordo sui migranti”

Monica Ricci Sargentini per il “Corriere della Sera
ERDOGAN
ERDOGAN
«Finora le promesse fatte non sono state mantenute. La Turchia non sta chiedendo favori ma onestà. Se non ci saranno progressi sulla liberalizzazione dei visti, la Turchia non continuerà nell' attuazione dell' accordo sui migranti».
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta i piedi con l' Unione Europea e lo fa in chiusura del Vertice umanitario globale che si è tenuto lunedì e martedì a Istanbul alla presenza del segretario generale dell' Onu Ban Ki-moon e di 55 capi di Stato e di governo.
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Erdogan Juncker
Il punto di attrito non è solo la promessa liberalizzazione dei visti ma anche i soldi che non sono mai arrivati.
«I rappresentanti della Ue ci continuano a chiedere dove sono i progetti, come vogliamo investire questi soldi - racconta al Corriere una fonte vicina al presidente - ma noi abbiamo qui due milioni di siriani, abbiamo costruito campi, provveduto ai loro fabbisogni. Cosa dobbiamo dimostrare?».
Erdogan, insomma, si sente trattato con sufficienza, come uno che continua a stare fuori dalla porta. Ed è questo atteggiamento ad irritarlo. «Sui visti l' Ue ci chiede altri sforzi - ha aggiunto il presidente - ma l' esenzione è stata concessa ad altri Paesi più facilmente. Ieri (lunedì ndr ) alla cancelliera Merkel ho chiesto: perché invece volete tutto dalla Turchia?». Bruxelles ha posto come condizione per i visti la soddisfazione di 72 criteri tra i quali c' è la modifica della normativa antiterrorismo che Ankara si rifiuta di cambiare.
E se l' ex premier Ahmet Davutoglu aveva voluto fortissimamente l' accordo sui migranti siglato lo scorso marzo, ora sicuramente l' atteggiamento del governo turco cambierà. Ieri Erdogan è tornato ad Ankara per ricevere il neo primo ministro Binali Yildirim che gli ha portato i nomi dei nuovi ministri.
È stato confermato il responsabile degli Esteri Mevlut Cavusoglu che ha minacciato di «congelare l' accordo con Ue». Mentre è stato sostituito Volkan Bozkir, il responsabile degli Affari europei, diplomatico di lungo corso che ha tessuto insieme con Davutoglu la trattativa con Bruxelles. Al suo posto andrà un altro uomo fidatissimo del presidente, Omer Celik, portavoce dell' Akp, il partito filoislamico al governo.
TURCHIA PROFUGHI
TURCHIA PROFUGHI
Nel suo discorso di investitura in Parlamento Yildirim ha detto che «la Turchia continua ad aspirare a una piena adesione all' Unione Europea, ma è frustrata dai progressi fatti sinora». Il braccio di ferro è appena iniziato.
Fonte: qui

FIRENZE - SI APRE VORAGINE DI 200 METRI SUL LUNGARNO: INGHIOTTITE UNA VENTINA DI AUTO

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A PROVOCARE IL CEDIMENTO LA ROTTURA DI UN GROSSO TUBO DELL’ACQUA, A SECCO I RUBINETTI DI MIGLIAIA DI CASE

“LO SMOTTAMENTO PUO’ CONTINUARE”

Nessun ferito ma il Lungarno è stato chiuso al traffico: si teme che lo smottamento possa continuare

Il sindaco, piddino, Nardella ha anche invitato i cittadini a non usare l'auto per raggiungere la zona dell'Oltrarno in cui si è aperta la voragine

Ernesto Ferrara e Massimo Mugnaini per “www.repubblica.it”
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FIRENZE LUNGARNO
Una voragine di circa duecento metri per sette di larghezza si è aperta sul Lungarno Torrigiani, tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, in pieno centro di Firenze. Il cedimento è avvenuto attorno alle 6.30 ed ha coinvolto una ventina di auto che erano parcheggiate in sosta.
Non ci sono feriti. A provocare il cedimento, secondo quanto spiegato dai vigili del fuoco, la rottura di un grosso tubo dell'acqua. La rottura, oltre a provocare il crollo, ha causato l'allagamento della voragine sommergendo in parte le vetture cadute all'interno. Sul posto anche polizia di Stato e municipale. Il Lungarno è stato chiuso al traffico.
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FIRENZE LUNGARNO
Vigili del fuoco e genio civile non possono escludere che lo smottamento possa continuare: lo ha detto lo stesso sindaco Nardella che ha anche invitato i cittadini a non usare l'auto per raggiungere la zona dell'Oltrarno in cui si è verificata la voragine. Intanto i residenti vengono contattati per spostare le auto in prossimità della zona in cui si è aperta la voragine. Verifiche anche sulla spalletta del lungarno che ha retto ma che sarebbe danneggiata.
Senza acqua alcune abitazioni in città. "Problemi di approvvigionamento idrico che si stanno registrando in queste ore sono causate da due grossi guasti sulla rete idrica che hanno interessato questa notte via Guicciardini e nelle ore successive Lungarno Torrigiani - fanno sapere da Publiacqua, la società erogatrice -. Sono in corso manovre sull’impianto dell’Anconella che limiteranno l’approvvigionamento idrico in alcune zone della riva sinistra d’Arno. Problemi di abbassamenti di pressione e mancanze d’acqua potranno quindi interessare anche i comuni limitrofi della piana"...
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FIRENZE LUNGARNO
2. IL TWEET DI NARDELLA
Questa notte c'è stato un grave smottamento in lungarno Torrigiani a causa della rottura delle tubazioni principali dell'acqua sulla riva sinistra. Nessun danno a persone. Siamo sul posto con Municipale vigili del fuoco e tecnici. Chiusa la rete idrica tra Oltrarno e Campo di Marte. Chi ha la macchina parcheggiata nella zona vicina a quella smottata la rimuova con urgenza.
Fonte: qui

martedì 24 maggio 2016

TASSA SULLA PRIMA CASA, L’EUROPA INSISTE: “MEGLIO REINTRODURLA”

Tasse sulla casa, ICI, IMU - immagini simboliche. Imposta Municipale Unica. Case e banconote

Tassa sulla prima casa, nelle raccomandazioni all'Italia sul programma di stabilità 2016-2017, la Commissione europea torna sulla tassa tanto odiata dagli italiani. "Più fisco sul mattone", dice Bruxelles“

E’ un vecchio cavallo di battaglia quello della tassa sulla prima casa. L’Europa insiste: abolire l’imposta è stato un errore, meglio reintrodurla.

Le raccomandazioni che la Commissione Ue rivolge all’Italia per il 2016-2017 riprendono quelle degli scorsi anni, toccando le aree dei conti pubblici, privatizzazioni, lotta all’evasione, banche, riforme della pubblica amministrazione, giustizia, catasto, mercato del lavoro, concorrenza e professioni. E, appunto, la tassazione sulla casa(IL SOLITO DISCO ROTTO  E LE SOLITE RICETTE ECONOMICHE FALLIMENTARI!!!).

Matteo Renzi, infatti, ha sì strappato più ampi margini di manovra sulla flessibilità di bilancio, ma la Commissione Ue continua a non mandar giù l’abolizione delle tasse sulla prima casa (Imu e Tasi) e insiste nel raccomandare una netta inversione di rotta. Tradotto: l’Ue chiede “il dirottamento della pressione fiscale dai fattori produttivi e dai consumi in direzione degli immobili”, come spiega ItaliaOggi. Come risponderà il governo?
TUTTE LE “RACCOMANDAZIONI” DELL’EUROPA – Come spiegato nei giorni scorsi, in una lettera recapitata all’Italia, la Commissione si mostra pronta a concedere tutta la flessibilità di bilancio richiesta e motivata dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, pari a 0,85 punti percentuali di Pil (14 miliardi di euro), ma a condizione che il governo si impegni a mantenere il rapporto deficit/Pil del 2017 all’1,8%, con una correzione di 0,1 punti percentuali rispetto al dato dell’1,9% atteso dall’esecutivo comunitario nelle sue previsioni economiche d’autunno. Anche sul nuovo catasto, però, la tirata d’orecchie è forte: “Dovete approntarlo – chiedono i commissari europei – entro giugno 2017”.
In sintesi, gli sforzi per rimettere in carreggiata il bilancio per il 2017, che in teoria dovrebbero essere di “almeno lo 0,6%”, dovrebbero concentrarsi sull’attuazione del programma di privatizzazioni coi cui proventi ridurre il debito, spostare il carico fiscale dai fattori produttivi a consumi e proprietà, completare la riforma del catasto entro metà 2017 e prendere misure antievasione come ricevute e pagamenti elettronici(LE MISURE CONTRO L'ELUSIONI FISCALI DELLE MULTINAZIONALI, OVVIAMENTE NON CI SONO!!!). Sul fronte della pubblica amministrazione, la Commissione Ue invita ad attuare la riforma, in particolare delle municipalizzate, accelerando la lotta alla corruzione e riducendo la durata dei processi civili applicando le riforme.
Bruxelles chiede, ancora, di accelerare la riduzione dei crediti deteriorati, migliorando il quadro legislativo su insolvenza e riscossione dei debiti, e di completare rapidamente le riforme in corso sulla governance del settore bancario. Sul lavoro, infine, la Commissione Ue invita a migliorare i servizi per l’impiego e la diffusione dell’occupazione per il coniuge, con l’adozione di una strategia nazionale antipovertà razionalizzando la spesa sociale.
Fonte: Today

CONDIZIONI “ESTREME”, NUOVE TASSE INDIRETTE IN GRECIA

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Secondo quanto riportato da KeepTalkingGreece, il governo greco sta varando nuovi pesanti aumenti di tasse sui consumi, ovviamente per raggiungere gli impossibili obiettivi fiscali voluti dalle istituzioni dell’Unione Europea. Questi sforzi di cavare sangue dalle pietre evidenziano solamente l’accanimento ideologico per la distruzione totale delle economie dei paesi sconfitti, e l’incapacità di qualsiasi difesa da parte delle classi politiche di questi ultimi.

di KeepTalkingGreece, 16 maggio 2016

Un nuovo pacchetto di tasse indirette e tasse sui consumi speciali, per un totale di 1,8 miliardi di euro sarà presentato in parlamento martedì o mercoledì per essere approvato in modo da presentarlo alla riunione dell’Eurogruppo del 24 maggio. Il pacchetto si può paragonare a niente meno che a un uragano, uno tsunami o l’esplosione di un vulcano, che farà letteralmente esplodere l’austerità, quindi la recessione, per l’ennesima volta dal 2010, mentre l’economia reale è di nuovo in recessione, la disoccupazione è bloccata sul 24-25 percento, e i salari medi sono di 600-700 euro.
Le tasse riguarderanno l’IVA, i carburanti, caffè, tabacchi e sigarette, alcool, automezzi privati, linee del telefono fisso, televisione via cavo e industria del turismo.

Gli aumenti da giugno-luglio 2016

La parte più tremenda della nuova tornata di tasse è l’aumento dell’IVA dal 23 al 24 percento, che dovrebbe partire il primo luglio 2016. Sarà il quinto aumento dell’IVA dal 2010. Si calcola che debba portare introiti fiscali per 450 milioni di euro. L’aumento dell’IVA colpirà qualsiasi bene di consumo e i servizi, inclusi i biglietti per il trasporto pubblico. I prezzi dei biglietti ad Atene sono già saliti da 1,20 a 1,40 euro all’inizio dell’anno. Per molti beni di consumo, tra cui beni alimentari, l’IVA era già salita dal 13 al 23 percento nel luglio 2015.
Sappiamo tutti che l’aumento dell’IVA non si trasferisce sui prezzi reali per la stessa percentuale, ma certe volte anche di più…
Veicoli privati: Ci saranno modifiche nel calcolo delle tasse di immatricolazione dei veicoli. Queste saranno calcolate secondo il prezzo di vendita e non più seconda la cilindrata. Trovate qui ulteriori dettagli in greco.
Prezzi dei carburanti: Ci saranno aumenti di tasse sui consumi speciali. Cinque centesimi al litro di benzina diventeranno 3-4 centesimi in più sul prezzo finale, considerando anche l’IVA. Otto centesimi al litro di gasolio diventeranno 10 centesimi in più sul prezzo finale.
Non è ancora chiaro se ci saranno aumenti anche sul GPL – informazioni non confermate parlano di 0,25 centesimi in più al litro – mentre il Ministero delle Finanze considera la possibilità di aumentare le tasse sul gas naturale usato nell’industria.
Il 15 ottobre 2016 entrerà in vigore un aumento di 6 centesimi al litro di olio combustibile.
TV via cavo: Da giugno 2016 ci sarà un aumento del 10 percento sul prezzo, escludendo l’aumento dell’IVA.
Birra: I prezzi al consumo saranno aumentati (non è stato chiarito in quale percentuale) – Perché la birra? Immaginiamo sia per il fatto che ci sono molti produttori di birra locali, i quali ovviamente dovranno pagare il prezzo di voler fare impresa in Grecia.
Bevande alcoliche: La riduzione speciale del 50 percento per il gruppo di isole del Dodecaneso sarà cancellata.
Eliminazione delle detrazioni IVA per le isole: Sono previsti ampi aumenti del prezzo di beni e servizi sulle isole (Syros, Thassos, Andros, Tinos, Karpathos, Milos, Skyros, Alonnisos e Sifnos) dal 1° luglio 2016, dato che le detrazioni del 30 percento sull’IVA saranno cancellate. In questo caso si tratta di un impegno già preso dal governo verso i creditori nell’estate dell’anno scorso.

A partire dal 1° luglio 2017

Caffè: Ci saranno aumenti da 2 a 4 euro al chilo sul caffé importato, a seconda del tipo. Dato che la Grecia non produce caffè, il prezzo della bevanda preferita dai greci esploderà. Si prevede che i prezzi al consumo per il caffè nei bar e nelle mense aumenterà di oltre il 20 percento.
Sigarette, sigarette elettroniche e tabacchi: Ci saranno aumenti di tasse sui consumi speciali: le stime parlano di aumenti di 30-50 centesimi per pacchetto di sigarette, di 26-30 centesimi per 20 grammi di tabacco, e di 10 centesimi per millilitro di liquido per le sigarette elettroniche.
Telefoni fissi: Aumenti di tasse del 5 percento sulle linee di telefono fisso al netto dell’IVA, che riguarderà anche segreteria telefonica e accesso a internet.
Dato che agli aumenti si sommerà pure l’aumento dell’IVA, immaginiamo una crescita delle bollette dal 5 al 10 percento.

A partire dal 1° gennaio 2018

Hotel e camere in affitto: Si aggiungerà una tassa speciale sul prezzo dell’alloggio a seconda delle “stelle” della struttura. Per strutture a 1 o 2 stelle ci saranno aumenti di 0,50 euro, per strutture a 3 stelle aumenti di 1,5 euro, per strutture a 4 stelle aumenti di 3 euro e per strutture a 5 stelle aumenti di 4 euro. Gli aumenti si intendono per camera o alloggio al giorno.
Camere in affitto: Categoria 1 o 2: aumento di 0,25 euro, categoria 3: aumento di 0,50 euro, categoria 4: aumento di 1 euro.
L’ovvio risultato sarà che quando aumentano i prezzi del carburante, questo impatterà tutti gli altri settori.
Si può tentare di calcolare quale sarà realmente il costo reale, ma penso che ci darebbe le vertigini…
Valdis Dombrovskis, della Commissione Europea, sabato ha detto a un giornale greco che “non abbiamo chiesto ulteriori tasse” e che questa è stata “la decisione del governo greco stesso“. Certo. I creditori vogliono licenziamenti di massa nel settore pubblico e tagli drastici di stipendi e pensioni. Queste misure porteranno a raccogliere 5,4 miliardi di euro di qui al 2018? Non sappiamo, ma sinceramente ne dubitiamo.
Il fatto è che il governo Syriza ha fatto un gran pasticcio con le trattative della primavera 2015, e anche se i funzionari del governo tra di loro ammettono pure che “gli accordi del luglio 2015 sono stati la cosa peggiore che potessimo fare“, a pagarne il prezzo saremo io, te, gli anziani, i disoccupati e i malati. Non solo, ovviamente, per gli errori di Syriza, ma anche per la pessima gestione del Pasok e di Nuova Democrazia nel corso degli anni.
E nonostante si possano giustificare tutte le critiche immaginabili verso il governo Syriza-Anel, non abbiamo ancora sentito delle proposte costruttive per una soluzione sostenibile da parte dei partiti di opposizione, a parte “Syriza deve andarsene a casa“. Siamo condannati a vivere con questo populismo. Bah!
A proposito: il 30-35 percento degli introiti fiscali previsti di solito si perde nei corridoi scuri dell’evasione, cioè 8-10 miliardi di euro all’anno.

PS. Penso di dover riattivare al più presto quella vecchia stampante di euro che ho a casa.

lunedì 23 maggio 2016

EUROPA PIÙ RUSSIA PRIMA POTENZA. Ecco perché cercano di dividerci

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San Pietroburgo - Chiesa del Salvatore

George Friedman, direttore dell’agenzia di intelligence Stratfor lo ha detto chiramente: “Noi americani non temiamo la Russia e neppure la Cina. Temiamo solo che Russia ed Europa si uniscano, perché verrebbe fuori una potenza che non potrebbe essere eguagliata”.

Massimiliano Greco ci spiega nei dettagli quali siano le potenzialità di una Euro-Russia e il motivo evidente per cui si cerca di contrapporre le due parti.
La UE è un meccanismo farraginoso che tiene assieme gran parte dell’Europa, comprimendone libertà e imponendo regolamenti assurdi. Ha, tuttavia, un grande merito: quello di mettere assieme il secondo PIL mondiale: 16,2 bilioni di dollari, contro i 17,5 degli USA e i quasi 11 della Cina. La Russia “solo” 1,3 bilioni (ma a ciò andrebbe aggiunto il PIL della Crimea e quello di Sevastopoli i cui dati ci mancano che, in ogni caso, non cambiano di moltissimo il discorso).
Gli USA in teoria dovrebbero essere quindi i più acerrimi nemici della UE, dato che l’Unione Europea, in pochi decenni, aumentando le spese militari, potrebbe strappare loro il primato mondiale. E invece gli USA sono (stati) i più accaniti sostenitori sia dell’allargamento alla Turchia e ai Paesi dell’est Europa, che della necessità di evitare il Brexit.
Tuttavia, poiché si tratta di un nano politico e di un moscerino militare, e al suo interno vi sono svariate centinaia di basi militari americane, gli USA, lungi dal sentirsene minacciati, la difendono. Anche perché, grazie al TTIP, diventa la vera e propria gallina dalle uova d’oro per i produttori americani, abituati a regole alimentari e sanitarie molto meno rigide rispetto a quelle europee. E, comunque, si tratterebbe di un mercato di 500 milioni di persone, “vassallo” degli USA: solo degli stupidi vi rinuncerebbero.
La UE, in effetti, è stata ed è tuttora lo zuccherino con cui gli USA hanno attirato nella NATO i Paesi del Blocco ex Sovietico, contravvenendo agli impegni presi con i dirigenti russi che impedivano l’espansione della NATO a est.
Si pensi alla crisi ucraina, con milioni di persone gettate nella povertà con l’illusione di accedere ai fondi europei, e che adesso non hanno neppure di che riscaldarsi.
Ecco perché Obama si è praticamente spinto a minacciare l’Europa intera, in caso di successo del referendum sul Brexit.
Europa Russia
Europa Russia
Semmai, farebbe il possibile per impedire che i detentori di un così ampio potere economico possano anche dotarsi di quello militare. Per esempio alleandosi o, addirittura, stabilendo dei legami forti con la Russia fino a dotarla dello status di Paese membro.
Un tempo sembrava esserci interesse in tal senso sia da parte russa che da parte europea ma, con la fine dei governi Schroeder, Chirac e poi Berlusconi, gli USA sono riusciti ad aizzare la UE contro la Russia. Che ci sia la volontà americana dietro l’ostilità dei “Big” della UE, come Francia e Germania (l’UK in questo caso non conta: è da sempre un mero “pied-à-terre” americano in Europa) è evidente: l’inizio della Crisi ucraina la Germania si era mostrata poco ostile alla Russia. Allora scoppiò lo scandalo intercettazioni; la Merkel si infuriò giusto il tempo di salvare la faccia e di ritrovare la tranquillità, poi divenne la più zelante esecutrice della volontà americana...
Adesso che qualcuno di tanto in tanto sembra dar segno di essersi ripreso, almeno in parte, dalla sbornia atlantica e antirussa, sono i russi a non essere interessati. E si capisce: entrare in questa UE sarebbe peggio della tortura cinese; significherebbero decine, forse centinaia, di procedure di infrazione contro Mosca per “omofobia” (difficilmente i russi accetterebbero “conquiste di civiltà” quello di far vestire i bambini a scuola come bambine, come si può leggere qui e qui). per non parlare delle presunte violazioni dei diritti umani e civili, che puntualmente saltano fuori quando gli interessi russi confliggono con quelli americani.
E poi, francamente, la UE al momento è una nave priva di comandante e di pilota, ma con tanti ufficiali fieri dei propri gradi, anche se sono appena usciti dall’accademia. Chi, a meno di non essere pazzo o corrotto, vorrebbe entrarci?
Certo, al momento non conviene alla Russia. Ma, in un futuro mediamente lontano, diciamo fra 20-30 la cosa potrebbe anche essere possibile.
E allora avremmo la seconda potenza (quasi la prima a dire il vero) economica unita alla seconda potenza militare, il che, per sintesi, porterebbe presto a essere la prima potenza in entrami i campi, cosa facilmente conseguibile imponendo-ottenendo che i Paesi produttori (dei quali il secondo, la Russia, farebbe direttamente parte della UE e della zona euro) di petrolio vendano il greggio anche in cambio di euro, e non solo di dollari. Sarebbe la fine dell’unicità della valuta statunitense e (quindi) a stretto giro della stessa America.
Senza contare che una tale potenza imporrebbe facilmente la chiusura delle basi americane in tutta Europa e anche in buona parte dell’Asia. E confinando con la Cina, tutta la UE trarrebbe maggiori benefici dagli scambi economici con Pechino.
Il che aprirebbe scenari grandiosi; tutto, o quasi, sarebbe possibile: non solo la salvezza dalla catastrofe incombente sull’Europa (catastrofe a molte teste, come l’Idra di Lerna, non ultime quelle legate a immigrazione, terrorismo e decrescita industriale); persino la rinascita dell’Europa come potenza globale sarebbe possibile, anzi, a portata di mano.
Certo, non sarà questa UE a compere seri passi in quella direzione, anche perché, se usciamo dalla ristretta, e spesso illusoria, dimensione meramente economica, Russia ed Europa sembrano proprio essere agli antipodi, con quest’ultima impegnata in un gioco autolesionista il cui scopo è quello di flagellarsi e battersi il petto per colpe, vere ma più spesso presunte o comunque ampiamente condivise da altri (i quali si guardano bene dal fare professione di colpa, vedesi Paesi arabi e Turchia, alle voci, rispettivamente, “schiavismo” e “genocidio”) e nel tentativo di rincorrere i capricci delle minoranze rumorose e la follia del politicamente corretto.
Certo non sarà la UE – repressiva contro ogni manifestazione di orgoglio patriottico e fiera nemica delle classi popolari, che massacra con ferocia, ma succube dell’estremismo islamista, dei petrodollari, e dei ricatti turchi – a tendere la mano alla Russia, a dire basta all’arroganza americana, e all’ormai insopportabile esistenza della NATO.
Certo non sarà questa UE – che celebra l’Olocausto come evento eterno e irripetibile, che impone i matrimoni gay, che riceve nell’Europarlamento un cantante il cui unico, dichiarato merito, è quello di essere una (?) donna barbuta – a fare l’impossibile per includere la Russia nell’Unione.

Anche perché, occorrerebbe avere il coraggio, la forza di volontà, e le capacità di opporsi alla prima potenza mondiale, specializzata, fra l’altro, nel ricatto e nel golpe mascherato. Ma per farlo occorrerebbe riscoprire doti andate perdute: abnegazione e spirito collettivo, lo stesso che, nei momenti di difficoltà, salvò Roma dal pericolo.

Gli americani, a cui la UE va bene perché possono controllarla militarmente e quindi anche politicamente, non accetterebbero l’inclusione della Russia, anzi per loro sarebbe un vero incubo. Gli USA difenderanno con le unghie e con i denti la UE anche perché si tratta del mezzo migliore per espandere la NATO a est, ma non lo faranno, anzi, la avverseranno con forze, se dovesse cercare di allargarsi alla Russia. Piuttosto, gli americani punterebbero sul suo scioglimento. Ecco anche a cosa serve l’ostilità, a tratti isterica, di Polonia e paesi baltici contro la Russia: (anche) a scongiurare questa possibilità.
In effetti, per raggiungere uno “stato” esistenziale nuovo, occorre “morire” a quello precedente, inferiore. Se il bruco non morisse allo stato di “brucosità” non ascenderebbe mai a quello di farfalla.
La morte, in qualunque senso la si intenda, è strettamente legata alla vita. E perciò questa Europa malata di americanismo, nichilismo, relativismo, individualismo, narcisismo e terrorizzata all’idea di offendere una qualunque minoranza, fosse pure quella dei cannibali o dei tagliatori di teste, deve “morire” in modo (che ci sia la possibilità) che possa rinascere libera, forte, di nuovo protagonista della Storia mondiale, e non più oggetto di quella altrui.

Questa Europa non tenderà la mano alla Russia, e nemmeno si avvierà spontaneamente nel posto che le compete, e cioè la spazzatura della Storia.

Tuttavia, i grandi cambiamenti spesso vengono imposti da eventi storici di portata colossale. Quindi è possibile che la crisi attuale, e quelle venture – una volta decretato il tracollo della UE e la fine della NATO, il cui peso economico sembra diventato insostenibile (a giudicare dalla convergenza di dichiarazioni dei tre papabili per il posto di presidente degli USA, cioè Trump, Sanders e la Clinton) – porteranno, alla fine, verso quel risultato. Ma, in tal caso, a meno di una resa russa nei confronti dell’occidente, sarà comunque un’Europa molto diversa, quella che tenderà la mano a Mosca.

E sarà di certo una Europa che avrà dovuto pagare lo scotto di non aver avuto una politica estera e un esercito indipendenti.

Ma l’alternativa, e cioè un’Europa fallita e succube degli USA è decisamente peggiore di qualunque altro scenario.

Massimiliano Greco
Fonte: Russia.it

domenica 22 maggio 2016

"2016 nuovo anno da caldo record", la Nasa lancia l'allarme clima

OFC2LzcnQm7cNNrO"Con l'aggiornamento di aprile, c'è oltre il 99% di possibilità che il 2016 sia un nuovo anno da record". Il tweet d'allarme è di Gavin Schmidt, scienziato della Nasa, che lascia poco spazio all'immaginazione. Dopo un autunno e un inverno anomali, sembra che temperature più alte della media non siano in procinto di abbandonarci anzi. A ottobre, novembre e dicembre sono stati registrati oltre un grado in più (da 1,01 a 1,10), mentre nei primi 4 mesi del 2016 è stato toccato un +1,33 (febbraio), +1,29 (marzo) e 1,11 ad aprile, il più caldo aprile di sempre sulla media trentennale 1951-1980.
With Apr update, 2016 still > 99% likely to be a new record (assuming historical ytd/ann patterns valid).
L'aumento delle temperature, si legge sul 'Guardian', è dovuto in parte al fenomeno climatico del Nino che da solo non può però giustificare un tale aumento di temperatura. Il problema è la quantità di CO2 presente nell'atmosfera. E "i climatologi lanciano avvertimenti sin dagli anni Ottanta. Dal 2000 in poi è tutto scontato" commenta Andy Pitman, direttore dell'Arc Centre of Excellence for Climate System Science dell'università australiana del New South Wales.

sabato 21 maggio 2016

La denuncia di Gino Strada: “Dieci milioni di italiani non possono curarsi perché non possono permetterselo”

zzz62Gino Strada: “La Sanità deve essere gratuita e per tutti. Costa troppo? E allora tagliamo i profitti” !!

Il fondatore di Emergency in un post su Facebook interviene nel dibattito sul taglio ai costi del sistema sanitario: “Dieci milioni di italiani non possono permettersi un’assistenza adeguata, servono ospedali e non aziende”
Dieci milioni di italiani non possono curarsi come dovrebbero perché non possono permetterselo”. Parte da questo dato l’analisi che Gino Strada ha affidato ad un post pubblicato sul suo profilo Facebook nei giorni in cui impazza il dibattito sull’opportunità dei maxi tagli alla sanità annunciati per dare respiro ai conti dello Stato: “Quanto deve costare la sanità‬?” si chiede il fondatore di Emergency: “A mio avviso, l’unica risposta intelligente (e carica di giustizia) è: quanto serve, quanto serve per curare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Tutte. Idealmente, non un euro in più, né un euro in meno”.
Poi continua: “La spesa sanitaria italiana è di poco superiore ai 100 miliardi di euro annui. Troppi? Pochi? Chissà. La spesa sanitaria è però il costo per lo Stato, o meglio per la collettività, del ‘sistema sanitario’, non è quanto viene speso per curare le persone. C’è molto di più in quei 100 miliardi l’anno. Certamente ci sono un uso poco razionale delle risorse e la dannosa ‘medicina difensiva’ a dilapidare danaro pubblico“. A pesare sulla spesa sanitaria, sottolinea Strada, è proprio il profitto: “C’è però una cosa nella sanità che costa più di tutto il resto e che viene ostinatamente censurata: il profitto. In tutte le sue forme, nelle strutture pubbliche come in quelle private ‘convenzionate’, che ormai da noi funzionano esattamente nello stesso modo. Aziende, non più ospedali. Il profitto stimato nel settore della sanità si aggira attorno ai 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a tagliare da lì? Con i soldi risparmiati – conclude Strada – dando vita ad ospedali non-profit, cioè a strutture che abbiano come obiettivo le migliori cure possibili per tutti e non il pareggio di bilancio, si potrebbe ricostruire una vera sanità pubblica, cioè un servizio totalmente gratuito, di alta qualità… e molto meno costoso”.
28/07/2015
Fonte: ilfattoquotidiano.it

Banca Nazionale Svizzera Alla Follia, Si è Comprata Ancora Oltre 4 Milioni di Azioni Apple

Capisco che quando stampi soldi infiniti, poi trovare un posto dove investirli può essere un problema. Tuttavia osservare la Banca Centrale Svizzera perseverare con Apple nonostante gli evidenti problemi di prodotto e di creatività mi lascia comunque senza fiato:
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Oltre 4 milioni di (altre azioni) comprate nel primo trimestre 2016, per “sobri” 400 milioni di dollari mal contati.
Andando a guardare negli aggregati di bilancio della BNS si scoprono un paio di cose:
Una ovvia: ovvero che il bilancio della BNS continua a gonfiarsi:
Schermata 2016-05-15 alle 19.42.03
L’altra meno ovvia e più indicativa, ovvero che la percentuale di azioni in portafoglio della Banca Centrale Svizzera sul totale si sta espandendo:
 Schermata 2016-05-15 alle 19.33.20

E sta diminuendo al quantità di Bond Governativi.
Quindi se qualcuno si chiedesse cosa regge le borse mondiali a questi multipli assurdi e a prescindere dalle prospettive delle società quotate.
Beh mi spiace dirlo, ma la Banca Centrale Svizzera è fra le cause.
Fonte: qui

venerdì 20 maggio 2016

ULTIME SULLO SCHIANTO DELL’AIRBUS DELL’EGYPT AIR.

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IL MINISTRO DELL'AVIAZIONE EGIZIANO, SHERIF FATIH, PARLA APERTAMENTE DI TERRORISMO: “SI POTREBBE TRATTARE DI UN ATTO TERRORISTICO, MA AL MOMENTO NON ABBIAMO CERTEZZE”

Anche il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, è dell'avviso che dietro l'incidente di questa mattina ci sia il terrorismo: “Stiamo ricevendo una serie di informazioni che tendono a farci considerare anche questa ipotesi”

Piera Matteucci per “Repubblica.it”
aereo egyptair
AEREO EGYPTAIR

Un Airbus 320, MS804, della compagnia EgyptAir, con a bordo 66 passeggeri, partito da Parigi e diretto al Cairo, si è inabissato ieri mattina dopo essere scomparso dai radar "10 miglia dopo essere entrato nello spazio aereo egiziano". Tra i passeggeri anche un bambino e due neonati. La conferma dell'inabissamento è arrivata dal presidente francese, Francois Hollande: "Le nostre informazioni sfortunatamente confermano che l'aereo dell'EgyptAir è precipitato in mare".

Brusche virate. Il ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, in una conferenza stampa ad Atene, ha dichiarato che il velivolo ha fatto "brusche virate" a mezz'aria e ha perso quota prima di scomparire dai radar nel sud del mar Mediterraneo. "Alle 3.39 la rotta del velivolo era a sud, sud-est delle isole Kassos e Karpathos..
Immediatamente dopo essere entrato nello spazio aereo egiziano ha virato e ha cominciato a precipitare. La virata era di 90 gradi a sinistra e 360 gradi a destra", ha spiegato il ministro. Secondo Kammenos, l'aereo sarebbe precipitato da 37mila piedi a 15mila.

Aperta inchiesta

La compagnia aerea egiziana, che ha invitato alla prudenza per quanto riguarda le teorie sull'accaduto, ha assicurato di non conoscere ancora la dinamica dell'incidente, mentre i media francesi hanno riferito che il relitto è stato individuato al largo dell'isola greca di Karpathos, in acque territoriali egiziane e che almeno tre comandanti di navi che si trovavano in quell'area hanno visto fiamme in cielo. La giustizia francese ha annunciato l'apertura di un'inchiesta, mentre la Procura generale egiziana ha ordinato un'indagine sullo stato di sicurezza.

Individuati rottami al largo di Creta

Anche il ministero dell'Aviazione egiziano ha confermato lo schianto. Relitti dell'aereo sono stati localizzati al largo dell'isola greca di Creta. Lo comunica l'esercito greco. La notizia è stata confermata anche dall'emittente greca Ert tv che parla del ritrovamento di "due oggetti arancioni". I due frammenti galleggiavano nei pressi della zona in cui era stato emesso un segnale del trasponder.

Aereo scomparso, Ginori: "Si indaga sulla possibilità di esplosivo a bordo"

AEREO EGITTO
Dolore in Francia ed Egitto. I ministri degli Esteri francese e egiziano hanno espresso le proprie condoglianze per l'accaduto: si tratta della prima comunicazione ufficiale che sottintende la presenza di vittime, finora non confermata dalle autorità.

Giallo su allarme

C'è mistero sull'allarme che l'aero avrebbe lanciato prima di sparire. La compagnia aerea sostiene che alle 02.26, il velivolo ha lanciato un messaggio di Sos. Un segnale di emergenza dall'aereo è stato invece captato alle 04.26, circa due ore dopo aver perso le tracce del velivolo. Il segnale potrebbe essere stato inviato dall'apparecchiatura per la localizzazione dell'aereo installata sull'aeromobile.
AEREO EGITTO 1
Ma l'Egitto smentisce invio dell'allarme: il primo ministro ministro Sherif Ismail ha detto che "non vi è alcuna informazione" sull'accaduto, precisando che quanto alla richiesta di soccorso non si è trattato di un Sos ma di una segnale trasmesso dalle strumentazioni di bordo del velivolo.

Non si esclude terrorismo

"Non si può escluderealcuna possibilità sulle cause della scomparsa dell'aereo dell'Egypt Air, compreso l'attacco terroristico, ha detto il premier egiziano Sherif Ismail che si è recato nel centro di coordinamento delle operazioni, rispondendo ad una domanda precisa in tal senso.
A lui fa eco il ministro dell'Aviazione egiziano, Sherif Fatih: "Si potrebbe trattare di un atto terroristico, ma al momento non abbiamo certezze". E ha aggiunto che "ci sono delle ipotesi, ma bisogna ancora analizzare tutte le informazioni raccolte". Anche il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, è dell'avviso che dietro l'incidente ci sia il terrorismo: "Stiamo ricevendo una serie di informazioni che tendono a farci considerare anche questa ipotesi".
Il direttore dell'Fsb russo Aleksandr Bortnikov da Minsk, dove prende parte alla riunione dei responsabili dei servizi di sicurezza dei paesi della Comunità degli Stati indipendenti, appoggia la teoria dell'attentato. Citato dall'agenzia russa Tass, sollecita quindi "tutte le parti interessate, inclusi i nostri partner in Europa, ad adottare tutte le misure necessarie per identificare le persone coinvolte in questo terribile attacco".

Francia: "Tutte le ipotesi sotto esame"

La Francia non esclude "alcuna ipotesi", ha detto il premier francese Manuel Valls e "collabora attivamente" con l'Egitto per analizzare le circostanze. Il presidente François Hollande ha parlato con il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi e ha convocato all'Eliseo una riunione interministeriale di crisi.
Anche per il ninistro dell'Interno italiano, Angelino Alfano, "non si può escludere nulla ancla pista peggiore". Alfano ha precisato che "il tempo dell'accadimento è troppo recente e in luogo troppo lontano per dare giudizi affidabili al momento", ma che il nostro paese ha già attivato "tutti i canali informativi per avere notizie chiare nel minor tempo possibile".
Meteo buono. Secondo la Cnn, che ha analizzato la situazione meteo durante la fase finale del volo, la visibilità e le condizioni erano ottime e non possono avere influito sul disastro. In quella fase inoltre è praticamente impossibile che un errore dei piloti possa risultare fatale.

Le altre ipotesi

In campo, quindi, restano altre ipotesi. L'incidente o l'attentato. Nel secondo caso, l'altezza comunicata da EgyptAir esclude l'uso di missili terra-aria portatili - i cosiddetti manpads - di cui è dotato l'Is o altre formazioni terroristiche: l'Airbus era fuori dalla portata di queste armi.

L'indagine partirà dal profilo dei passeggeri. Se si ipotizza l'attentato, il primo scenario da valutare è quello di un kamikaze che avesse con sé un piccolo ordigno, nascosto in un tablet o in un computer, da appoggiare al finestrino.
L'esplosione a quella quota provocherebbe una rapida decompressione con la distruzione del velivolo. Ma può essere sufficiente anche un etto di tritolo con una miccia, secondo lo schema tentato nel dicembre 2001 da un convertito inglese che aveva nascosto l'esplosivo in una scarpa e fu fermato dagli altri passeggeri mentre cercava di farlo saltare sorvolando gli Usa.
Fonte: qui

2.AEREO EGYPTAIR, TROVATI DETRITI A NORD DI ALESSANDRIA

Nella mattinata di venerdì sono stati avvistati a nord di Alessandria dei detriti dell’aereo della EgyptAir scomparso. Lo conferma la pagina Facebook delle Forze armate egiziane, attraverso il portavoce, brigadiere Mohamed Samir.

«Gli aerei militari e mezzi della Marina egiziana sono riusciti a trovare venerdì rottami dell'aereo e beni dei passeggeri nell'area a nord di Alessandria a una distanza di 290 km» dalla costa, ha scritto il portavoce limitandosi ad aggiungere: «le operazioni di ricerca proseguono per recuperare tutto ciò che verrà trovato». In un suo comunicato, il numero 12, Egyptair ha rilanciato l'informazione precisando che il ritrovamento è avvenuto «nelle prime ore» di oggi «a 295 km dalla costa di Alessandria».
I componenti della commissione d'inchiesta egiziana creata per indagare sulle cause del disastro aereo dell'Egyptair «si recheranno immediatamente sul luogo per esaminare i rottami e le due scatole nere, quando saranno ripescate», riferiscono fonti aeroportuali al Cairo.
ricerche aereo egyptair
RICERCHE AEREO EGYPTAIR
La Commissione è guidata da Ayman el-Mokadem, capo del Comitato d'inchiesta del ministero dell'Aviazione civile, precisano le fonti riferendosi al funzionario che guidò anche le indagini sul charter russo esploso sul Sinai in ottobre. Gli esperti «avranno incontri con gli inquirenti francesi di Airbus» viene aggiunto. La creazione della Commissione era stata annunciata ieri sera dalla presidenza egiziana.
Nel frattempo, le autorità egiziane non scartano l'ipotesi dell'attentato. Il presidente egiziano Abdel Fattah al Aisi ha chiesto a «tutti i settori dello Stato coinvolti, il ministero dell'aviazione Civile, la marina e l'aeronautica, che intensifichino le operazioni di ricerca» per trovare il relitto.
Il presidente del comitato greco di sicurezza aerea Athanassios Binos, ha confermato che i resi trovati nella zona vicina al luogo dove si sarebbe schiantato il velivolo «non provengono dall'aereo». «Anche il mio collega egiziano mi ha confermato che non è provato che questi rottami siano del volo Egyptair».

Egyptair, Egitto evoca ipotesi attentato: proseguono le ricerche

Con estrema prudenza il ministro dell'Aviazione civile egiziano Chérif Fathy ha detto che la situazione «lascia pensare (...) che le probabilità di un attacco terroristico siano maggiori di quelle di un guasto tecnico. Ma non voglio tirare conclusioni affrettate», ha precisato Fathy.

La sindrome da terrorismo globale

Poco prima anche il presidente francese François Hollande aveva dichiarato che «non era scartata alcuna ipotesi». A bordo del volo vi erano 30 passeggeri egiziani e 15 francesi oltre ai membri dell'equipaggio.

Colpo di grazia al turismo egiziano

mohammad mamdouh assem pilota
MOHAMMAD MAMDOUH ASSEM PILOTA
egyptair
EGYPTAIR
Oggi, il capo della diplomazia francese Jean-Marc Ayrault ha affermato che non vi è «assolutamente alcuna indicazione sulle cause» della scomparsa del volo della EgyptAir. «Tutte le ipotesi sono in esame, ma nessuna è privilegiata, perché non abbiamo assolutamente alcuna indicazione sulle cause», ha dichiarato Ayrault intervistato su France 2. Il ministro degli Esteri francese ha detto che oggi riceverà le famiglie dei passeggeri e alcuni rappresentanti delle istituzione «per fornire il massimo delle informazioni possibili in assoluta trasparenza»
Fonte: qui