RISCHIA FINO A 50 ANNI DI GALERA
È stata revocata oggi la libertà su cauzione al cardinale George Pell, dichiarato colpevole da una giuria di abusi sessuali su due coristi di 13 anni quando era arcivescovo di Melbourne verso la fine degli anni '90. Lo ha stabilito la County Court di Melbourne, a conclusione di un udienza pre-sentenza di condanna dove i legali delle due parti hanno presentato le argomentazioni conclusive. Da stanotte Pell sarà detenuto nella Assessment Prison di Melbourne, in attesa della sentenza prevista per il 13 marzo.
Lunedì il cardinale George Pell, tesoriere e numero tre del Vaticano, è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di due tredicenni. È stato condannato per crimini sessuali contro minori in Australia, diventando il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato in un caso di pedofilia. Rischia 50 anni di carcere. "Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".
Lo ha reso noto il portavoce Alessandro Gisotti, sottolineando che "la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell". Si tratta, ha affermato il direttore ad interim della ala Stampa della Santa Sede, "di una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane".
"In nome di questo rispetto - ha concluso Gisotti - attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinchè la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili".
Fonte: qui
È stata revocata oggi la libertà su cauzione al cardinale George Pell, dichiarato colpevole da una giuria di abusi sessuali su due coristi di 13 anni quando era arcivescovo di Melbourne verso la fine degli anni '90. Lo ha stabilito la County Court di Melbourne, a conclusione di un udienza pre-sentenza di condanna dove i legali delle due parti hanno presentato le argomentazioni conclusive. Da stanotte Pell sarà detenuto nella Assessment Prison di Melbourne, in attesa della sentenza prevista per il 13 marzo.
Lunedì il cardinale George Pell, tesoriere e numero tre del Vaticano, è stato riconosciuto colpevole di violenza sessuale nei confronti di due tredicenni. È stato condannato per crimini sessuali contro minori in Australia, diventando il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato in un caso di pedofilia. Rischia 50 anni di carcere. "Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".
Lo ha reso noto il portavoce Alessandro Gisotti, sottolineando che "la Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell". Si tratta, ha affermato il direttore ad interim della ala Stampa della Santa Sede, "di una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane".
"In nome di questo rispetto - ha concluso Gisotti - attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinchè la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili".
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