... ABBIAMO APERTO UNA CRISI DIPLOMATICA CON LA FRANCIA E ABBIAMO ROTTO LA SOLIDARIETÀ ATLANTICA SUL VENEZUELA.
In una sola settimana abbiamo aperto una crisi diplomatica con la Francia e abbiamo rotto la solidarietà atlantica sul Venezuela. Che cosa sta succedendo all’Italia? Dove stiamo andando? Se lo chiedono in tanti, anche all’estero. La verità è che non lo sappiamo(il guaio più grosso è che non lo sanno neppure Loro!). Tutto avviene quasi per caso, senza che sia possibile intravedere una strategia. L’economia va male, non nascono più bambini, litighiamo con i vicini, ma la politica naviga a vista. Come finirà è un indovinello avvolto in un mistero all’interno di un enigma, avrebbe detto Churchill.
CONFERENZA STAMPA SU REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100
I due alleati di governo non sono affatto alleati. Ma non possono non esserlo fino alle prossime elezioni europee. La cosa paradossale è che questa impossibilità di fare la crisi non ci dà stabilità e tranquillità, come dovrebbe, ma al contrario liti e rinvii. Proprio perché Di Maio e Salvini sanno di non potersi fare davvero male da qui a maggio, se le menano di santa ragione. Ai loro elettori sembra pugilato, ma invece è wrestling. I Cinquestelle praticano poi anche un gioco da esportazione, si chiama «spezziamo le reni alla Francia», e non si sa se ridere o se piangere quando lo si vede praticato con tanta improvvisazione e noncuranza per l’interesse nazionale.
SALVINI E DI MAIO MURALES
L’azione di governo invece langue. È come se Lega e Cinquestelle avessero finito l’arsenale di idee(Perchè aveva idea di cosa andava effettivamente fatto???) con cui hanno vinto le elezioni, e dopo quota cento e reddito di cittadinanza non sapessero più che fare, se non celebrarle. Il 2019 sembra già precipitato in una nuova crisi economica, camminiamo sul filo del rasoio tra stagnazione e recessione, oltre al Pil si restringe anche il Paese, gli italiani sono ogni anno meno dell’anno precedente, ma i leader di governo si aggirano come sonnambuli per le piazze d’Abruzzo menando fendenti a destra e a manca, come se Teramo fosse la Sarajevo della legislatura.
Il maleficio della Grande Ipocrisia affligge purtroppo anche le due maggiori forze di opposizione. Entrambe hanno una sola speranza in questa legislatura: allearsi con il più vicino dei due partiti di governo. E questo rende ancor più inestricabile il kamasutra politico nazionale. Berlusconi deve sperare che Salvini torni con lui, così ieri in Abruzzo è resuscitato all’improvviso il fantasma del centrodestra.
Dal canto suo il Pd deve sperare che l’anima sinistra dei Cinquestelle batta prima o poi un colpo, magari in Senato sul processo a Salvini. Se la maggioranza di governo non si scongela, l’opposizione non può fare niente; ma se l’opposizione non conta niente, la maggioranza non si scongela. È il comma 22 della politica italiana.
D’altra parte Cinquestelle e Lega, pur odiandosi reciprocamente, intendono restare insieme al governo il tempo necessario per assorbire l’uno Forza Italia e l’altro il Pd, così da fondare un nuovo bipolarismo del populismo, e poi vedersela tra di loro alle prossime elezioni(e così facendo, saremmo nuovamente allo stesso punto di prima, ALTRO CHE CAMBIAMENTO!!!). Tant’è che nel voto di Abruzzo e poi di Sardegna non conta tanto chi arriva primo, ma chi arriva secondo. Se infatti un terzo incomodo, come il Pd in Abruzzo, si inserisse nel gioco scavalcando i Cinquestelle, allora il brivido sulla schiena di Di Maio e Di Battista potrebbe sentirsi anche a Roma.
RECESSIONE DI MAIO SALVINI
Ma la probabilità, ahinoi, più alta è che sia invece un fattore esterno a far saltare lo stallo politico: il fattore C come crisi. Se dopo l’estate ci trovassimo con la crescita intorno allo zero e una manovra anche più sballata del previsto da recuperare, allora l’equilibrio instabile di questi mesi non reggerebbe più alla pressione di un Paese illuso e presto deluso.
SALVINI DI MAIO
È uno scenario così catastrofico che neanche l’opposizione può augurarsi, perché sarebbe difficile ricostruire sulle macerie della terza recessione in pochi anni. Ma che dovrebbe indurre chi è oggi al governo a tentare un colpo di reni, uno scatto di nervi, prima che sia troppo tardi, mobilitando tutte le energie del Paese e tutti i rapporti internazionali di cui disponiamo per scongiurare la crisi. Invece di far chiudere i cantieri della Tav, i negozi alla domenica, e le ambasciate dei Paesi amici.
SALVINI PROVA A SBROGLIARE LA CRISI DIPLOMATICA CON LA FRANCIA INVITANDO IL SUO OMOLOGO CRISTOPHE CASTANER, MA LUI SI RIFIUTA: “NON MI FACCIO CONVOCARE DA NESSUNO. IL DIALOGO CON L’ITALIA È COSTANTE, MA DEV’ESSERE RISPETTOSO”
GLI INDUSTRIALI SI APPELLANO A CONTE, LA MINISTRA FRANCESE LOISEAU BACCHETTA L’ITALIA (“LA RICREAZIONE È FINITA”) E PURE I GILET GIALLI SCARICANO DI MAIO...
MATTEO SALVINI MANGIA UN PANINO
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha scritto al collega francese Christophe Castener per invitarlo a Roma "per un confronto ed un proficuo scambio sui dossier aperti" e per "confermare una concreta volontà di collaborazione". Italia e Francia, scrive il vicepremier e titolare del Viminale, "da sempre condividono solidi rapporti bilaterali, con particolare riferimento ai campi della sicurezza, del terrorismo e dell'immigrazione". Rapporti che "possono e devono ulteriormente essere sviluppati nell'interesse strategico reciproco".
"Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione", ha detto il ministro dell'Interno italiano. Arriva la risposta piccata: "Non mi faccio convocare" da nessuno, dice Castaner, commentando ai microfoni di Bfm-Tv le parole dell'omologo italiano, Matteo Salvini.
MACRON CASTANER
Castaner dice che con l'Italia il dialogo "è costante" ma dev'essere "rispettoso". "Sono pronto anch'io ad accoglierlo. Penso che le missioni diplomatiche non debbano farsi di nascosto ma in modo ufficiale", afferma il ministro dell'Interno francese.
Intanto dagli industriali arriva un appello al premier perché chiami Macron e normalizzi la vicenda con la Francia. "Sono state delle battute a livello di partiti e non rapporti tra governi", dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine dell'evento Connext a Milano.
CRISTOPHE CASTANER
Anche Parigi chiama in causa il premier. "Il dialogo non è mai stato spezzato, ma c'è anche un presidente del Consiglio in Italia, si chiama Giuseppe Conte, è lui il capo del governo italiano e Macron lo ha già incontrato molte volte". Così il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ha risposto ai microfoni di Europe 1 a una domanda sulla disponibilità espressa ieri da Matteo Salvini a incontrare il presidente francese.
MACRON CONTE
"Come sapete, questi ministri italiani sono già seduti intorno al tavolo con i loro omologhi francesi in occasione dei diversi consigli europei a cui partecipano". Il portavoce del governo ha inoltre specificato che il richiamo dell'ambasciatore di Francia in Italia "non è permanente, ma era importante dare un segnale".
NATHALIE LOISEAU
Parigi torna cosi sullo scontro andato in scena ieri con il ritiro dell'ambasciatore. "Non si tratta di drammatizzare - ha detto la ministra francese per gli Affari Europei Nathalie Loiseau - si tratta di dire che la ricreazione è finita". "Un rappresentante di un governo straniero che viene in Francia a sostenere quello che non è nemmeno un leader politico, ma uno che ha chiamato alla guerra civile, al rovesciamento del presidente e a un governo militare, non era mai successo", ha dichiarato Loiseau.
JACLINE MOURAUD 1
Una vicenda bocciata tra l'altro dalla pasionaria dei gilet gialli: 'Dopo questa telenovela ho solo voglia di dire una cosa: ma occupatevi di casa vostra. Non si fa politica con le ingerenze in altri Paesi, non abbiamo bisogno di forze straniere in casa nostra", ha detto intervistata dall'ANSA, Jacline Mouraud, tra le principali leader dei gilet gialli, fondatrice del Movimento Les Emergents, bolla cosi' la missione del vicepremier italiano Luigi Di Maio in Francia. "Francamente - ha aggiunto - quanto accaduto mi pare poco serio. Ho l'impressione di essere nel cortile della ricreazione".
DI MAIO DI BATTISTA GILET GIALLI
Luigi Di Maio interviene per specificare a Le Monde che: 'il popolo francese è il nostro riferimento'. "Noi guardiamo - scrive in una lettera sul giornale in edicola oggi pomeriggio - al vostro popolo come a un punto di riferimento e non un nemico, e le divergenze politiche e di visione fra il governo francese e italiano non devono ricadere sul rapporto di amicizia storico che unisce i nostri due popoli e i nostri due Stati". Nella lettera, Di Maio afferma che "per questo motivo, come rappresentante del governo del mio Paese, ribadisco la volontà di collaborazione del nostro esecutivo sulle questioni che ci stanno più a cuore".
MACRON CASTANER
Intanto dal Viminale si segnala un dietrofront d'oltralpe sulla vicenda Sea Watch. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha fatto sapere: "La prossima settimana incontrerò a Roma il ministro degli Interni francese. Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione, con i no non si va da nessuna parte. Al ministro francese chiederò che vengano rimandati in Italia i 15 terroristi che si trovano in Francia".
ENNESIMO SCONTRO IERI SERA AL CONSIGLIO DEI MINISTRI TRA LEGA E 5STELLE
IL CDM DOVEVA ESSERE DI ROUTINE È DURATO OLTRE L’UNA DI NOTTE. NON C’ERA SALVINI IMPEGNATO A FAR FARE FIGURE DI MERDA A BERLUSCONI MA C’ERA GIORGETTI CHE HA BATTAGLIATO CON DI MAIO SUL RINNOVO DEL VICEDIRETTORE DI BANCA D’ITALIA SIGNORINI AVVERSATO DAI 5STELLE.
UN MINISTRO DEI PIÙ IMPORTANTI È USCITO DICENDO “ALTRO CHE EUROPEE QUI NON ARRIVIAMO A FINE MESE”
Ennesimo scazzo ieri sera al Consiglio dei ministri tra Lega e 5stelle. Il CdM doveva essere di routine è durato oltre l’una di notte. Non c’era Salvini impegnato a far fare figure di m...a a Berlusconi ma c’era Giorgetti che ha battagliato con Di Maio e i suoi.
LUIGI FEDERICO SIGNORINI
Motivo del contendere varie nomine tra cui il rinnovo del vicedirettore di Banca d’Italia Luigi Federico Signorini avversato dai 5stelle. Un ministro dei più importanti è uscito dicendo “altro che Europee qui non arriviamo a fine mese”
Nessun commento:
Posta un commento