Una crescita sotto l'1% per i prossimi cinque anni. A tratteggiare il quadro poco confortante è il Fondo Monetario Internazionale nel suo rapporto 2018 Article IV sull'economia italiana. Se per quest'anno e il 2020, come già comunicato, le previsioni vedono una crescita del Pil italiano rispettivamente dello 0,6% e 0,9%, per il 2021 la stima è dello 0,7%, mentre per il 2022 e 2023 del +0,6%.
La crescita in Italia "è rallentata, il rischio di una recessione è aumentato". "Gli stimoli fiscali programmati potrebbero far aumentare temporaneamente la crescita", ma "i crescenti costi di funding per le banche", dovuti all'innalzamento dello spread, e il rischio sovrano "minano una ulteriore crescita". I rischi, ammonisce l'Fmi, sono "significativi" e al ribasso. "E la misura in cui i rischi si materializzeranno dipende in gran parte dalle politiche italiane".
Secondo l'istituzione di Washington, guidata da Christine Lagarde, la riforma fiscale del governo gialloverde non è altro che una serie di cambiamenti che "si sommano a tutta una serie di numerose marginali modifiche al sistema fiscale italiano, esacerbandone l'incertezza", mentre servirebbe "una riforma fiscale complessiva per allargare la base imponibile(insomma sempre la stessa ricetta economica fallimentare: aumentare le tasse!), promuovere un sistema efficiente e assicurare l'equità". La riforma, raccomanda l'Fmi, "dovrebbe mirare a ridurre il livello di evasione dell'Iva, razionalizzare il capitolo delle tax expenditure e delle imposte patrimoniali attraverso un moderna imposta sulla prima casa (sulla base di un adeguamento dei valori catastali)". I condoni fiscali "dovrebbero essere evitati(tanto i Grandi Usurai le tasse le eludono!)".
Con l'elevato livello del debito che potrebbe rimane agli attuali livelli per i prossimi tre anni, l'Fmi si dice "preoccupato" che le politiche del governo "possano lasciare l'Italia vulnerabile nei confronti di una nuova perdita di fiducia dei mercati, anche in assenza di ulteriori shock".
Inoltre, scrivono, "il debito potrebbe aumentare prima del previsto e più velocemente se dovessero materializzarsi nuove difficoltà". L'Italia allora, avverte l'Fmi, "potrebbe essere costretta a una importante stretta fiscale spingendo una debole economia in recessione".
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P.S. liquidare immediatamente le quote italiane ai fondi dell' Fmi, Efsf ed Esm, così la finiamo di dare ossigeno alla Grande Usura internazionale dei popoli.
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