sabato 26 febbraio 2022

RUSSIA: sanzioni, crollo della borsa e decolla il CDS

Ormai l’invasione russa in Ucraina è fatto noto. La reazione dei mercati è stata pesante in Europa ieri (anche a causa della vicinanza geografica e per interessi economici) mentre a Wall Street la reazione è stata quasi sorprendente (la solita storia, parte la guerra, la borsa rimbalza, come se ci fossimo tolti un dente).

In questo contesto è normale vedere flussi finanziari che volano verso gli Usa, è l’area che meno dovrebbe patire dalla tensione russo-ucraina. L’Europa tanto per cominciare ha più da perdere degli USA in questa vicenda. Ha legami più stretti con la Russia, ne dipende per l’energia e non solo, ha un economia più aperta, più fragile, più dipendente dalla domanda globale.

Inoltre è ormai chiaro che la risposta dell’Occidente sarà soprattutto a suon di sanzioni. A pagarne le conseguenze sarà ovviamente la Russia ma anche l’Europa. Pensate solo all’inflazione addizionale che ne potrebbe derivare, lo spettro recessivo all’orizzonte e quant’altro. Inoltre si parla di blocco dello SWIFT per la finanza russa.

Per chi non lo sapesse, questa piattaforma consente in tempo reale agli operatori finanziari di tracciare i bonifici interbancari e identificare in sicurezza le controparti. Su questa rete viene smistata una media di 42 milioni di messaggi finanziari al giorno, con un picco record toccato lo scorso 30 novembre oltre i 50 milioni. Essere tagliati fuori da Swift, per una banca, significa non poter usare il proprio codice di sicurezza internazionale né di poter verificare i codici standard degli altri operatori: significa essere “declassati” nel sistema di verifica a livello mondiale, con ripercussioni che da una banca finiscono per colpire i clienti della banca stessa, con ramificazioni imponderabili. (Source)

Quindi in un mondo ormai dipendente dalla tecnologia, lo SWIFT rappresenta uno strumento indispensabile. Ma un suo blocco può essere devastante sia per chi lo subisce ma anche per il resto del mercato. C’è già chi teme per i crediti delle banche europee nei confronti della Russia (ecco spiegata la debacle di ieri di Unicredit).

Russia: indice azionario e CDS

Intanto però la borsa russa tracolla e aumenta il rischio default del paese. Certo, è evidente che la guerra non interessa a nessuno, ma il gioco di potere va oltre alle logiche economiche. Siamo solo alla prima puntata della storia, il libro è tutto da scrivere. La Borsa di Mosca ha perso nelle prime ore della mattinata fino al 50% del suo valore, sospesa più volte, bruciando 259 miliardi di dollari secondo i calcoli del database di Bloomberg. Il rublo è sceso al minimo storico sul dollaro, il costo per assicurare il debito russo contro l’insolvenza è salito al valore più alto dal 2009 e le azioni sono crollate a valori mai visti.

STAY TUNED!

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