lunedì 28 febbraio 2022

Ai neoprimitivi che credono all’energia facile

Gli analfabeti funzionali – quasi la metà della popolazione italiana – sanno leggere le parole, ma non dispongono della cultura generale implicita per comprendere il senso e  il contesto.  Per fare un esempio semplicistico:  se  io scrivo “la situazione mi ricorda  quella del ’15-18”,  l’analfabeta legge le due cifre, ma non capisce che sto alludendo alla Prima Guerra Mondiale.

Credete che esageri? Il conoscente di un mio amico, di fronte alle preoccupazioni dall’amico espresse sulla perdita delle forniture energetiche russe, gli  ha risposto  che avremmo sostituito   gas e petrolio russo con la fusione fredda e con la fusione nucleare, di ccui i media hanno recentemente segnalato il “successo” di un “esperimento chiave”  in un laboratorio europeo.

Ora, la fusione fredda  è una speranza inconcludente da  oltre 30 anni;  la fusione nucleare “calda” presenta il  problema sostanzialmente insolubile  del fatto che, se  avviene, fonde il contenitore in  cui   si produce, di qualunque  materiale sia; i tentativi di contenimento per mezzo di campi magnetici non sembrano avere  un vero successo.

La cosa grave è che la persona è un laureato in fisica; eppure vive in un mondo mentale   “magico”,   in cui l’energia è una sorta di  “fluido” facile e disponibile, com’è abituato ad avere spingendo un pulsante ed ecco, arriva la luce elettrica.  Ho il sospetto che Draghi, Letta o gli altri al governo  che  parlano di ripudiare  il gas russo, e di sostituirlo facilmente con “le rinnovabili”,  nemmeno essendo laureati in fisica, condividano in tutto il facilismo magico della maggioranza degli italiani.

Una cosa che la facoltà di fisica non ha insegnato al facilista  –  forse perché anche i professori lo ignorano – è l’immane  sforzo trimillenario  che “accendere la luce”  è costato all’umanità.

La miseria energetica è stata la condizione normale del genere umano. Per millenni, anche nel mondo romano, l’energia   era ridotta a quella delle deboli braccia degli uomini-  magari schiavi –  e aumentata molto modestamente  dalla forza di cavalli, asini e buoi che tiravano gli aratri e  macinavano il grano.

Solo il Medio Evo (altro che epoca oscura) aumentò decisamente  il flusso energetico disponibile alla civiltà,  decine di volte la forza del bue, inventando il mulino ad acqua. Nemmeno i  romani ci avevano mai pensato.  Nel Medio Evo ogni fiume o corso d’acqua si punteggiò di mulini che fornivano una forza motrice tale, da consentire la nascita di veri opifici, non solo macinatori di  grani ma martelli per macerare gli stracci onde produrre la carta, ad esempio.

Quasi un millennio passò senza ulteriori aumenti del flusso d’energia per gli uomini; buoi e cavalli ed asini non furono sostituiti.  Solo nel  tardo Settecento l’utilizzo del carbon fossile rese disponibile una crescita incomparabile, centinaia di volte la forza del cavallo:  nacque il motore a vapore, funzionarono i telai meccanici,  fu possibile fondere il minerale ferroso in grandi quantità per produrre acciaio a  basso costo in quantità tali da potere sostituire il legno nella cantieristica navale,  stendere binari percorsi da locomotive di ferro,  industria pesante mai vista Prima in Inghilterra, poi nella Germania della Rurhr,  non a caso  le acciaierie  nacquero in prossimità delle miniere di carbon fossile:  il solo materiale dotato di una altissima caloria specifica tale   da scaldare a temperatura di fusione i metalli. O l’elettricità in tale abbondanza da ottenere l’alluminio puro ed altri metalli per elettrolisi…Per non parlare del riscaldamento domestico alla portata  di tutti.

Il petrolio e  al sua raffinazione – altissima energia calorica ed vantaggio, sul carbone, di essere liquido quindi facilmente trasportabile in tubature  aggiunse centinaia di volte l’energia del carbone, e migliaia di volte quella fornita bruciando la legna e  dal  bue. Rese possibile sostiruire i cavalli e gli asini per la prima volta da 3 mila anni con auto private, e la nascita della relativa industria di massa.

I neoprimitivi , bambini viziati, hanno scoperto che  il carbone inquina, il petrolio anche, che bisogna ridurre il riscaldamento globale   riducendo fino ad abolire  i materiali energetici fossili,  e sostituirli con pale eoliche, solare energie “pulite” e “sostenibili” . Sospetto che  neoprimitivi credano che si può far funzionare un’acciaieria  con pale eoliche; o peggio ancora, che possiamo fare a meno dell’acciaio, materiale guerresco  e quindi cattivo.



Nulla  sfaterà le illusioni dei  neoprimitivi, analfabeti funzionali ed ecologisti viziati dalla disponibilità di “luce e calore” che rende  facile la loro stolta vita di primitivi,   e che non si domandano da dove venga e quanti sforzi, inventiva e ingegnosità  è costata.

Ma dal breve racconto di questi sforzi e invenzioni che ho provato a narrare, si dovrebbe capire che l’avanzamento stesso della civiltà tecnica, del benessere materiale, perfino della  crescita  demografica  sono stati  proporzionali alla quantità bruta di energia immessa e consumata; che rispetto ai tempi di Roma  è centinaia di migliaia di volte superiore ai muscoli dello schiavo. Ogni diminuzione di questo titanico flusso comporterà arretramento tecnico e scientifico, miseria, freddo fame e morte data  l’impossibilità di mantenere i miliardi di vite umane attuali. Fonte: qui

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