mercoledì 29 dicembre 2021

DAL 7 AL 28 DICEMBRE IL NUMERO DEI PAZIENTI COVID NON VACCINATI RICOVERATI È CRESCIUTO DEL 46%. L’AUMENTO DI CHI SI È IMMUNIZZATO SI È FERMATO AL 19%

 

OMS, CON TSUNAMI OMICRON-DELTA OSPEDALI A RISCHIO COLLASSO

coronavirus ospedale di vareseCORONAVIRUS OSPEDALE DI VARESE

(ANSA-AFP) - Lo "tsunami" dei casi prodotto dalla combinazione della variante Delta e della variante Omicron rischia di "portare i sistemi sanitari sull'orlo del collasso". Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa, il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. "Questa situazione esercita, e continuerà a farlo, una pressione enorme su un personale sanitario già esausto", ha affermato il numero uno dell'Oms.

 

paziente di coronavirus in ospedalePAZIENTE DI CORONAVIRUS IN OSPEDALE


IN UNA SETTIMANA +46% DI RICOVERI UNDER 18 IN OSPEDALE

Da www.ansa.it

Dal 7 dicembre al 28 dicembre il numero dei pazienti Covid non vaccinati ricoverati è cresciuto del 46%, mentre l'aumento dei vaccinati si è fermato al 19%. 

Il tasso di crescita dei ricoveri nei reparti Covid è del 13,7%, con una accelerazione rispetto alla scorsa settimana quando l'incremento era stato del 7%.

 

tedros adhanom ghebreyesus direttore omsTEDROS ADHANOM GHEBREYESUS DIRETTORE OMS

L'aumento complessivo è stato del 33%. In terapia intensiva i non vaccinati sono il 71% del totale dei pazienti, contro il 29% di vaccinati. Per i non vaccinati si va dai 21 agli 85 anni, per i vaccinati il più giovane ha 35 anni e il più anziano 90. Emerge dal report degli ospedali sentinella di Fiaso.

 

In una settimana la crescita nei reparti intensivi negli ospedali sentinella Fiaso è stata del 18%, più consistente rispetto a quella registrata nei ricoveri ordinari. Decisamente maggiore risulta l'aumento di non vaccinati in rianimazione rispetto ai vaccinati (21,6% contro 10%).

coronavirus il reparto di terapia intensiva del sant'orsola di bologna 2CORONAVIRUS IL REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA DEL SANT'ORSOLA DI BOLOGNA 

 

Tra i vaccinati in rianimazione l'84% aveva completato il ciclo vaccinale con 2 dosi da oltre 4 mesi e non aveva ancora eseguito la dose booster raccomandata. Nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 54%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 70 anni, i secondi 63 anni.

 

coronavirus ospedale civico di palermo 1CORONAVIRUS OSPEDALE CIVICO DI PALERMO 








Diverso anche lo stato di salute tra le due categorie: il 71% dei vaccinati ricoverati soffre di gravi patologie, mentre meno della metà dei pazienti non vaccinati (47%) è affetto da altre malattie. Fiaso spiega che "probabilmente, in parte, è l'effetto festività a incidere sul maggior numero di ospedalizzazioni per Covid, ma quello che i numeri consentono di osservare è sempre più un'epidemia dei non vaccinati".

coronavirus terapia intensivaCORONAVIRUS TERAPIA INTENSIVA

 

"In questa fase occorre guardare meno al numero di tamponi positivi e di contagi e focalizzare l'attenzione sugli ospedali che danno davvero il passo dell'epidemia, - commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore - assistiamo a un incremento dei ricoveri ma di gran lunga inferiore rispetto ai numeri di un anno fa".

 

Migliore indica che le Aziende sanitarie e ospedaliere hanno comunque predisposto, in linea con quanto richiesto dal Ministero della Salute, piani per l'attivazione di posti letto in base all'andamento dei ricoveri.

 

CORONAVIRUS - CAMICI PER GLI OSPEDALICORONAVIRUS - CAMICI PER GLI OSPEDALI

"I numeri ci restituiscono il quadro di una pandemia che colpisce e corre soprattutto tra i non vaccinati e che tra chi non ha la protezione del vaccino determina le più gravi conseguenze", sottolinea, "la copertura vaccinale più elevata riduce sia la frequenza dell'ospedalizzazione sia dell'accesso in terapia intensiva. Per questo bisogna andare ancora avanti con la campagna vaccinale e accelerare sulla somministrazione delle terze dosi che rappresentano uno scudo importante contro la malattia da Covid".

 

118, emergenza casi gravi, non vaccinati tra 35 e 60 anni - Sono non vaccinati e hanno un'età compresa tra 35 e 60 anni, i pazienti Covid che chiamano l'ambulanza da casa quando hanno già febbre alta, tosse forte e difficoltà respiratoria acuta.

 

coronavirus ospedale di varese 1CORONAVIRUS OSPEDALE DI VARESE 

Sono i dati nazionali raccolti dalle centrali operative del 118 con rilevazioni regionali. Il rapporto tra pazienti vaccinati e non vaccinati con sintomatologia clinica grave è nelle ultime settimane ripartito: 85% di non vaccinati e 15% di vaccinati. "Evitano l'ospedale e restano a casa fino a quando non riescono a respirare", spiegano dal 118. 


Fonte: qui 









In ammissione alla bomba, il CDC(Usa) abbandona il test PCR post-isolamento perché può "rimanere positivo fino a 12 settimane"

Proprio quando pensavi che le cose non potessero diventare più assurde, l'amministrazione Biden sta ora eliminando i test PCR dalle linee guida per la fine dell'isolamento Covid perché possono rimanere positivi fino a 12 settimane .

"Quindi avremmo persone in isolamento per molto tempo se ci affidassimo alla PCR", ha detto il direttore del CDC Rochelle Walensky in un'apparizione di mercoledì a "Good Morning America".


Alcuni avevano ipotizzato che la mancanza di requisiti per i test fosse dovuta a 
una scarsità di test , tuttavia Walensky ha affermato mercoledì che non è così.

"Questo non aveva nulla a che fare con la fornitura. Aveva tutto a che fare con il sapere cosa avremmo fatto con le informazioni quando le avessimo ottenute", ha detto a "CBS Mornings".

Secondo la nuova guida del CDC, le persone che risultano positive al test per Covid-19, ma non hanno sintomi, possono lasciare l'isolamento dopo cinque giorni invece di dieci, senza ripetere il test, e dovrebbero indossare una maschera per i prossimi cinque giorni.

"Quello che sappiamo è che circa l'85%-90% della trasmissione virale avviene in quei primi cinque giorni, motivo per cui vogliamo davvero che le persone rimangano a casa durante quel periodo di tempo", ha affermato Walensky. "E poi maschera per il resto del tempo per catturare quell'ultimo 10% al 15%."

"Sappiamo che funziona davvero bene durante quel periodo in cui sei inizialmente infetto, ma la FDA non ha affatto esaminato se... il tuo antigene positivo è davvero correlato al fatto che tu sia trasmissibile o meno".

Quindi, anche se qualcuno risultasse negativo con un test dell'antigene dopo cinque giorni di isolamento, il CDC lo esorterebbe comunque a indossare una maschera per prevenire la possibile diffusione.

Dal momento che non avrebbe fatto la differenza nelle nostre raccomandazioni, non abbiamo raccomandato un antigene in quel periodo di tempo ", ha detto Walensky.

Tuttavia, ha affermato che i test dell'antigene sono "assolutamente" raccomandati per le persone che sono esposte a qualcuno che ha COVID-19. Dovrebbero testare cinque giorni dopo l'esposizione o se manifestano sintomi, consiglia il CDC. Notizie CBS

 La dottoressa Celine Gounder, specialista in malattie infettive della NYU, ha criticato la FDA per non aver fatto più due diligence sui test dell'antigene.

"Francamente, la FDA ha avuto due anni per fare queste valutazioni a cui si riferisce il dottor Walensky: se sono buone per fare quella diagnosi iniziale per dire che sei contagioso come lo sono per dire che non sei più contagioso", ha detto Gounder mercoledì su "CBS Mornings". "Hanno avuto due anni e hanno trascinato i piedi per due anni". Fonte: qui

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