LA VIROLOGA ILARIA CAPUA: “DOBBIAMO SCONGIURARE UN EFFETTO DOMINO: NON TUTTA LA SANITÀ È EFFICIENTE COME QUELLA LOMBARDA”
“TUTELANDO ANZIANI E CATEGORIE A RISCHIO AIUTIAMO TUTTI NOI. SOLO COSÌ POSSIAMO PREVENIRE IL COLLASSO DEL SISTEMA SANITARIO. DOBBIAMO RALLENTARE LA DIFFUSIONE, POI IL CALDO CI AIUTERÀ…”
Gabriele Beccaria per “la Stampa”
«Sono misure ragionevoli - dice Ilaria Capua - e, per favore, aiutatemi a evitare un pericoloso fraintendimento». Parola della virologa che dirige l' One Health Center of Excellence dell' Università della Florida.
Qual è il punto?
«Qualche anziano si è sentito tirato in ballo e c' è chi, giustamente, ha detto: "Scusate se esistiamo!". Ma non è così. Gli anziani fanno parte delle categorie a rischio, come i pazienti di alcune patologie croniche, e che potrebbero soffrire le complicanze più gravi a causa del virus».
Sono loro i più in pericolo?
«Tutelando quelle persone, le persone fragili, stiamo aiutando tutti noi: solo così possiamo prevenire un picco di ammalati e un possibile collasso del Sistema Sanitario.
Quegli individui sono altrettanti semafori verdi che possono favorire la diffusione del virus».
Siamo un Paese di anziani e l' allarme diventa globale.
«Dobbiamo scongiurare un effetto domino: non tutta la Sanità italiana, infatti, è efficiente e preparata come quella Lombarda».
A che punto è l' epidemia in Italia?
«Non lo sappiamo: i contagiati sono molti di più dei circa 2 mila dichiarati».
Quanti?
«Forse anche oltre 100 volte tanto».
Perché una differenza così clamorosa tra numeri ufficiali e dati possibili?
«Perché i test più usati individuano il virus e non gli anticorpi. Di conseguenza non sappiamo quanti siano gli infetti, contando sia i sintomatici sia gli asintomatici».
Chi sono gli asintomatici?
«Le persone che hanno contratto il virus, ma che ora sono immunizzate: si tratta di chi è guarito e di chi è stato colpito da un' infezione lieve, non degna di attenzione medica. Il numero totale, e reale, di queste persone è essenziale per fare qualsiasi tipo di previsione accurata».
Perché?
«Sono altrettanti semafori rossi, che tendono a bloccare la circolazione del virus. Sapere esattamente quanti sono questi individui ci permette di capire a che punto siamo con la curva epidemica».
Non teme che le misure consigliate, a cominciare dall' evitare le strette di mano, scatenino ulteriori psicosi e nuove polemiche?
«Evitiamo le polemiche. Dalla tutela delle persone fragili al rispetto delle distanze di cautela, le misure sono strumenti importanti: non fermano l' epidemia, ma mitigano il contagio. Così il virus si diffonde alla spicciolata, anziché di colpo. Siamo noi a controllare i tempi che altrimenti ci imporrebbe la biologia: il virus galopperebbe».
Gli italiani si sentiranno un popolo in quarantena?
«Le contromisure si stanno adottando in tante altre nazioni: qui in Florida, approfittando dello "spring break" di metà semestre, ho detto ai miei collaboratori di lavorare da casa in attesa di direttive dal governatore. Un segnale di attenzione volontaria al problema: la pandemia c' è, ma noi sappiamo cosa fare per difenderci. Si tratta di ubbidire al buon senso e, come si dice, di stare dalla parte dei bottoni anziché delle asole».
«Si tratta - come dicevo - di rallentare la diffusione del virus, poi il caldo ci aiuterà: i virus lo soffrono e la loro circolazione sarà più difficile».
Fonte: qui
Primo caso di coronavirus individuato presso la sede dell'UE a Bruxelles: aggiornamenti in tempo reale
Aggiornamento (0722ET): il Giappone ha confermato altri 9 casi a Osaka.
JAPAN CONFIRMS NINE NEW CORONAVIRUS CASES IN OSAKA AND FIRST IN MIYAZAKI PREFECTURE - KYODOAnd Nikkei rising.. ridiculous.
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Come riportato ieri sera, martedì ha segnato un grande cambiamento nell'epidemia di coronavirus: per la prima volta, sono stati segnalati più decessi fuori dalla Cina che all'interno. E già mercoledì abbiamo assistito ad alcuni sfortunati primati: l'Iraq ha riportato la sua prima morte dopo che il virus ha attraversato il confine dall'Iran.
La decisione dell'UE di non chiudere le frontiere e imporre restrizioni di viaggio è tornata a morderla: solo pochi minuti fa, l'Unione Europea ha confermato il primo caso del virus negli uffici dell'UE a Bruxelles. Sembra essere legato all'Agenzia europea per la difesa.
First case of #coronavirus in the EU institutions: the European Defence Agency has cancelled all meetings until 13 March after a senior official tested positive for #COVID_19, according to an internal mail seen by EURACTIV.@gerardofortuna reports.
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Bruxelles ha confermato il suo primo caso in città solo un paio di giorni fa.
Ieri sera, la Cina ha segnalato 119 casi di coronavirus aggiuntivi e 38 decessi aggiuntivi per il 3 marzo. Questo è confrontato con 125 casi aggiuntivi e 31 nuovi decessi il giorno precedente. I nuovi casi portano il numero totale di casi sulla terraferma a 80.270 e il bilancio delle vittime a 2.871.
La Corea del Sud ha riportato 809 casi di coronavirus aggiuntivi e 4 decessi aggiuntivi, portando i suoi casi totali a 5.621 e il bilancio delle vittime a 32, mentre i casi totali in Italia sono saliti a 2.502 dal 2036, e il suo bilancio delle vittime è aumentato a 79, rispetto ai 52 precedenti della giornata. Martedì.
Nel frattempo, in Giappone, un lavoratore part-time presso un McDonald's a Kyoto si è dimostrato positivo, spingendo il ristorante a chiudere. Il cassiere ha partecipato ad eventi musicali a Osaka il 15 febbraio e il 16 febbraio, dove gli investigatori ritengono che potrebbe essere stato infettato
Non sorprende che un sondaggio Ipsos globale messo in evidenza dal Guardian abbia mostrato che la maggioranza degli italiani accetterebbe quarantene di città e paesi, sebbene quel numero sia salito al 74% per il Regno Unito e al 91% per il Vietnam.
Agree:Vietnam 91%UK 74%Italy 60%
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Come riportato ieri, l'Irlanda ha registrato un secondo caso di coronavirus. Tuttavia, i funzionari stanno ancora programmando di andare avanti con i festeggiamenti per il giorno di San Patrizio quando arriveranno le vacanze tra un paio di settimane.
Mentre l'OMS ha accolto saluti alternativi , Public Health England, l'agenzia responsabile dell'epidemia del Regno Unito, ha affermato che, mentre potrebbe raccomandare alle persone di smettere di stringere la mano, "non siamo ancora arrivati.
In altre parti d'Europa, Bloomberg riferisce che il governo italiano sta soppesando una chiusura di tutte le scuole a livello nazionale per contenere l'epidemia di coronavirus. Una chiusura potrebbe durare 15 giorni e iniziare il prossimo lunedì o il lunedì successivo. Ciò accade dopo che, secondo quanto riferito, i funzionari hanno considerato la possibilità di annullare tutti i giochi sportivi nel paese per un mese.
Presso la BCE, la banca centrale ha annullato i viaggi per tutti i membri del comitato esecutivo guidato da Christine Lagarde, così come altri dipendenti giudicati non essenziali, fino al 20 aprile 2020, momento in cui la banca centrale rivaluterà la situazione .
Fonte: qui
TRA LE NUOVE REGOLE PER FERMARE IL CORONAVIRUS MANIFESTAZIONI SPORTIVE A PORTE CHIUSE PER TRENTA GIORNI, STOP AI CONGRESSI. CHI HA LA FEBBRE DEVE RESTARE A CASA ANCHE SE NON HA ALCUN SOSPETTO DI AVER CONTRATTO IL COVID-19 - OGGI ARRIVA UN NUOVO DECRETO...
Fiorenza Sarzanini per corriere.it
Mantenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone, salutarsi da lontano senza baci, abbracci o strette di mano, evitare i luoghi affollati, non uscire anche se si ha soltanto un po’ di febbre e non c’è alcun sospetto di aver contratto la malattia, rimanere a casa se si hanno più di 75 anni oppure 65 ma non si è in buona salute. Dieci giorni dopo l’esplosione dei contagi da coronavirus in Italia, il governo decide nuove regole per cercare di fermare la trasmissione del Covid-19. Stabilisce di applicare per un mese in tutto il Paese le misure finora riservate alle «zone rosse» e a quelle Regioni — Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna — dove più alto è stato il numero di ammalati. E proprio per questo dispone che tutti gli eventi sportivi, dunque anche le partite del campionato, vengano disputati «a porte chiuse». Saranno rinviati a data da destinarsi incontri pubblici, convegni e congressi, in particolare quelli che riguardano il settore sanitario in modo da «liberare» medici e personale e averlo a disposizione per fronteggiare la situazione. Sarà vietato accompagnare persone nei Pronto soccorso e si limiteranno gli accessi nelle cliniche private e negli ospizi.
Le proposte del comitato tecnico scientifico voluto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbero essere inserite già oggi nel nuovo decreto che avrà trenta giorni di validità. Il provvedimento sarà comunque rivalutato ogni settimana e rimodulato rispetto all’evolversi dell’epidemia. (La situazione aggiornata a martedì 3 marzo alle 18)E soprattutto tenendo in conto quelle che saranno le esigenze delle varie Regioni così come le necessità di «isolare» i cittadini che sono stati in contatto con persone positive. Obiettivo primario è evitare che contatti troppo stretti tra le persone possano favorire il contagio. Ecco perché, oltre alla distanza di sicurezza viene raccomandato di «starnutire e tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie» e di «evitare scambi di bottiglie e bicchieri in particolare durante attività sportive». Regole di igiene che diventano indispensabili per contenere il rischio. Qualcuno aveva ipotizzato che la distanza «di sicurezza» potesse arrivare fino a due metri, ma questo avrebbe determinato la chiusura immediata di scuole, università e uffici pubblici.
Ci siamo ammalati per primi in Europa, ne usciremo per primi?
Per evitare che il Paese si paralizzi gli scienziati raccomandano comunque «ai comuni, agli enti territoriali, alle associazioni culturali, associazioni sportive, al mondo della comunicazione di offrire attività ricreative individuali alternative, che promuovano e favoriscano le attività all’aperto (senza assembramenti) o presso il proprio domicilio».
Fonte: qui
IVO CILESI, IL PIONIERE DELLA LOTTA ALL’ALZHEIMER, E' LA PRIMA VITTIMA DA CORONAVIRUS (E NON PER ALTRE PATOLOGIE)
L'AMICA MEDICO: “LUI NON SOFFRIVA DI ALCUNA PATOLOGIA PRIMA. ERA UN UOMO STRAORDINARIO E IL VIRUS L'HA PORTATO VIA IN TRE GIORNI. TUTTO SI È SCATENATO IMPROVVISAMENTE. COSÌ FA ANCORA PIÙ PAURA QUESTO VIRUS”
Prima vittima illustre del coronavirus. Ivo Cilesi 62 anni, deceduto lunedì all' ospedale Maggiore di Parma. Era un luminare della cura dell' Alzheimer, in particolare aveva sviluppato la cosiddetta «doll therapy», oltre che terapie non farmacologiche rivolte in particolare alla cura delle persone affette da demenza. Cilesi, martedì scorso, era andato a Salsomaggiore per uno dei suoi numerosi progetti e stava bene. Le sue condizioni sono precipitate in tre giorni: una crisi respiratoria giovedì notte, il ricovero a Fidenza venerdì, il tampone positivo, sabato il trasferimento all' ospedale di Parma dove è morto.
«Era il massimo studioso delle terapie non farmacologiche, l' ideatore della doll therapy e della terapia del viaggio», spiega ora Paola Brignoli, vice presidente del centro Innovative Elder Research di San Paolo d' Argon, di cui Cilesi era il presidente. La sua carriera era iniziata con una laurea in scienze dell' educazione e pedagogia. Poi era arrivato l' impegno al centro Alzheimer d' eccellenza dell' ospedale Briolini di Gazzaniga e la collaborazione con il Policlinico di Milano fino al progetto con l' Università di Bergamo sulla doll therapy a domicilio.
A quel punto, le consulenze si erano allargate a tutto il mondo, dalla Svizzera, alla Svezia, a Cuba. Fino alla trasferta a Salsomaggiore, la crisi respiratoria, il tampone e la morte improvvisa che lascia un vuoto nella scienza italiana e molte domande su questo maledetto virus.
"IL DOTTOR CILESI STAVA BENE, NON AVEVA ALTRE PATOLOGIE"
Annalisa Cretella per agi.it
Ivo Cilesi, il medico 61enne, conosciuto per il suo lavoro per combattere l'Alzheimer, morto nella notte tra domenica e lunedì a Parma dopo essere risultato positivo al coronavirus "stava bene, non aveva un raffreddore, nulla. E fino a pochi giorni fa non aveva alcun problema di salute. Nessuna patologia" pregressa che potesse complicare il quadro clinico. Lo racconta all'AGI Paola Brignoli, amica dell'uomo e vice presidente del centro di ricerca Innovative Elder Research Onlus da lui fondato. Un caso, dunque completamente diverso da quello delle persone decedute per il coronavirus fino a questo momento.
"Ivo - spiega la dottoressa Brignoli - non soffriva di alcuna patologia prima. Era un uomo straordinario e il virus l'ha portato via in tre giorni. Tutto si è scatenato improvvisamente. Così fa ancora più paura questo virus. Proprio martedì sera, io e Ivo commentavamo il fatto che fosse pericoloso solo gli anziani. Ma lui aveva 61 anni" non rientrava nella categoria degli over 65 considerata a rischio, "ci siamo sentiti giovedì e stava benone".
"A volte scherzavamo - continua Brignoli - gli dicevamo che doveva mettersi a dieta. Ma così, per ridere". "Anzi ha rassicurato i colleghi. In ufficio, c'era un po' di subbuglio su questo Coronavirus e si pensava di lasciare delle persone a lavorare da casa per evitare troppi contatti. E lui è intervenuto dicendo 'ma ragazzi non drammatizziamo, è un'influenza a tutti gli effetti, un po' più alta, ma mica si muore'. Se penso alle ultime sue parole mi vengono i brividi".
Fonte: qui
DOBBIAMO AVERE PAURA DEL CORONAVIRUS?
NEPPURE GLI ESPERTI LO SANNO, PERCHÉ È NUOVO E IGNOTO: NON È SARS, NON È INFLUENZA E CI FARÀ COMPAGNIA (PURTROPPO) FINO ALL’ARRIVO DELL’ESTATE
È MOLTO CONTAGIOSO E POCO LETALE, MA POTREBBE CAMBIARE ANCORA E DIVENTARE MOLTO CONTAGIOSO E PIU' LETALE (COME LA MERS)
L’ETERNA LOTTA TRA UOMINI E VIRUS, DALLA SPAGNOLA AL RAFFREDDORE DI DANTE (CHE CI PORTIAMO ANCORA DIETRO)
Elena Dusi per www.repubblica.it
Massimo Clementi tiene il virus fra le mani. «Ora sono più ottimista», dice dopo aver messo in gabbia (cioè in provetta) uno degli esseri viventi più sfuggenti del pianeta. Il professore di microbiologia dell’università San Raffaele di Milano ha guidato l’isolamento del coronavirus da due pazienti ricoverati sabato. E ora lo guarda, ben chiuso in un vetrino di laboratorio. «Lo teniamo a contatto con delle cellule, che lui usa per replicarsi. Ci mette 48 ore a distruggerle tutte». Lo stesso fa in un polmone. «Ma noi useremo il campione per mettere a punto farmaci e vaccini».
Nato tre mesi fa
Il coronavirus arrivato fra noi è un neonato, ha tre mesi. A novembre circolava solo tra i pipistrelli, disturbandoli al più con un raffreddore. È minuscolo: bisogna metterne in fila quasi un milione per arrivare a un millimetro. Viaggia cavalcando goccioline del respiro grandi 5 micron e adora giocare a nascondino: secondo l’Imperial College di Londra per ogni caso che tracciamo ce ne sono due che guariscono da soli e probabilmente non scopriremo mai. Da buon neonato, ama distruggere: più di 3.100 vittime e 5 trilioni di dollari in Borsa.
Un organismo mai visto
La paura è figlia dell’incertezza. «È un virus nuovo anche per la scienza - conferma Paolo Bonanni, professore di Igiene all’università di Firenze. «Ci sembrano secoli, ma è fra noi da pochissimo». Molte domande che ci poniamo, semplicemente non hanno risposta. «Ci muoviamo su un terreno senza mappe» ha detto il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus: «Questo virus non è la Sars né l’influenza. È un virus unico, con caratteristiche uniche».
Ogni nuovo microrganismo che dall’animale salta all’uomo e vi si adatta è una roulette russa. «Può essere poco contagioso e molto letale come la Sars – spiega Bonanni – o molto contagioso e poco letale, come il coronavirus di oggi». Ma non è regola di cui fidarsi. »Nulla vieta che possa spuntarne uno nuovo, molto contagioso e molto letale». Il coronavirus della Mers, 34% di mortalità, che arrivò dai dromedari nel 2012 in medio oriente, si avvicinava alla combinazione ferale. «La nostra fortuna è che si sia diffuso nel deserto», dice Clementi.
Colpire per sopravvivere
Contagiare è una necessità per i microbi. «Fuori dagli organismi sopravvivono poco, qualche ora» spiega Clementi. E dal punto di vista di un virus, nulla è più vicino all’idea di paradiso terrestre del mondo di oggi: miliardi di individui, metà dei quali stretti nelle città, abituati a raggiungere l’altro capo del mondo in una manciata di ore. «La contagiosità - spiega Alberta Azzi, microbiologa dell’università di Firenze - dipende dalla capacità del virus di penetrare nelle cellule. È come se alcuni avessero chiavi migliori di altri».
Questa facoltà si esprime con un numero, R0 o tasso di replicazione: il numero di persone contagiate da ciascun infettato. «Sembra che per il nuovo coronavirus sia 2,5-3» spiega Bonanni. «L’influenza varia con gli anni, ma possiamo collocarlo fra 1 e 1,5. Il morbillo arriva a 15-20». Il numero può essere compresso dalle misure di contenimento. Solo quando scenderà sotto a 1 l’epidemia si contrarrà.
L’effetto prateria
«Il tasso di replicazione dipende dal virus, ma anche dall’ospite» spiega Bonanni. «Di fronte a un germe nuovo, il nostro organismo non ha difese immunitarie» aggiunge Azzi. È una prateria davanti alla cavalcata degli unni. Le prime porte ad aprirsi sono le vie aeree superiori, con tosse e raffreddore. E fin qui nessuna sorpresa: molti coronavirus causano raffreddori. «Questo, in più, colonizza i polmoni in profondità, nella parte più nobile e delicata» dice Bonanni. Dopo i 5 giorni medi di incubazione, ne passano altri 5-7 con sintomi simili all’influenza. Dopo – nella quota di malati più gravi – compare la difficoltà di respirazione: affanno e fame d’aria da affrontare subito in ospedale.
Il raffreddore di Dante
Continuerà almeno fino all’arrivo del caldo. Quando forse – non esiste certezza – le temperature alte freneranno i contagi. E poi? «L’influenza d’estate migra nell’emisfero sud, poi torna» spiega Azzi. Se anche il coronavirus seguisse l’esempio, non ripartiremmo comunque da zero. «Il sistema immunitario impara a difendersi» secondo le regole del l’eterna lotta tra uomini e virus. «La pandemia del 2009 non è mai scomparsa» prosegue la virologa di Firenze. «Non ne sentiamo parlare perché non siamo più naïf e non causa malattie gravi. Anche la Spagnola è stata devastante solo nel 1918. Poi è rimasta, senza causare troppi danni, fino al 1957. Infine è scomparsa». Alcuni coronavirus risalgono addirittura al 1200. «Studiandone il genoma capiamo quando sono arrivati fra noi» dice Clementi. «E chissà se anche all’epoca di Dante c’era così tanto spavento, per quel virus completamente nuovo».
Fonte: qui
“CORONAVIRUS? SI ANDRÀ AVANTI COSÌ PER ALTRI 3 O 4 MESI”
IL VIROLOGO FABRIZIO PREGLIASCO: “NON DOBBIAMO SOLO LIMITARE IL CONTAGIO MA DOBBIAMO PREOCCUPARCI DI NON RESTARE SENZA POSTI PER LA RIANIMAZIONE
LA MAGGIOR PARTE DI CASI SEGUE L'ITER DELL'INFLUENZA NORMALE MA UNA QUOTA DEL 6-8% DI PAZIENTI HA LA NECESSITÀ DI ASSISTENZA VENTILATORIA. QUINDI HA BISOGNO DELLA TERAPIA INTENSIVA...”
Lorena Loiacono per www.ilmessaggero.it
Settimana decisiva per l'epidemia da nuovo coronavirus in Italia, per gli esperti è arrivato il momento di adottare nuove strategie.
Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano, che cosa potrebbe davvero accadere nei prossimi giorni?
«Nella prossima settimana vedremo i risultati delle misure adottate in Lombardia e da lì si deciderà se mitigarle o, piuttosto, se insistere il più possibile per riuscire a frenare la diffusione».
L'obiettivo è limitare il numero dei contagi?
«Sì ma non solo. Arrivati a questo punto di diffusione, in Lombardia ad esempio, dobbiamo preoccuparci di non avere un affollamento negli ospedali. Quindi la diffusione va scaglionata nel tempo. E' importante che le persone si ammalino in modo contenuto, senza un eccessivo affollamento».
Mancano le strutture ospedaliere?
«Non dobbiamo rischiare di restare senza posti per la rianimazione, qualora dovesse servire a un elevato numero di pazienti. Il problema quindi è garantire una gestione corretta delle rianimazioni».
Quanti posti potrebbero servire?
«La maggior parte di casi segue l'iter dell'influenza normale ma stiamo osservando che si presenta una quota del 6-8% di pazienti che ha la necessità di assistenza ventilatoria. Quindi ha bisogno della terapia intensiva e questo rappresenta un elemento critico preoccupante. In Lombardia si sta studiando un piano per potenziare i posti necessari».
Intanto si va avanti con l'isolamento
«In questa situazione è inevitabile. Mi rendo conto che si tratta di misure difficili da sostenere perché colpiscono la vita delle persone ma sono necessarie. Le zone rosse o gialle devono andare avanti su questa strada. Su questo però si interverrà con una nuova modulazione in base ai risultati che verranno riscontrati. Sia a livello locale sia nazionale».
A Roma come ci si muove?
«Nell'area romana non ci sono focolai e questo è un vantaggio perché è possibile tracciare i contagi e rintracciare le persone a rischio, per fare le analisi. Andando avanti così non ci sarà bisogno di misure drastiche, come l'isolamento e lo stesso vale per le altre città italiane dove il contagio è stato, per così dire, importato e non ha nuovi focolai».
I romani come devono regolarsi?
«Devono prestare attenzione e adottare le misure igieniche consigliate, la comunità deve portare comunque avanti le buone pratiche anche riducendo i contatti. Questo è l'unico modo di fare fronte all'allarme e di evitare un picco di contagi».
Quanto si andrà avanti così?
«Possiamo prevedere che si andrà avanti per alcuni mesi, direi 3-4 mesi. Considerando anche le code che arrivano dai singoli soggetti ammalati. Sul conto dei contagiati si deciderà se allargare le maglie del controllo in modo mirato o stringere ancora i bulloni».
Fonte: qui
IL CORONAVIRUS PUÒ SOPRAVVIVERE FINO A 4 GIORNI SULLE SUPERFICI E QUESTO POTREBBE RENDERE INUTILI I CONTINUI LAVAGGI DI MANI: IL TELEFONO, AD ESEMPIO, VIENE TOCCATO CENTINAIA DI VOLTE AL GIORNO…
Che lo schermo del nostro cellulare fosse una vera e propria colonia di virus e batteri, si sapeva già: in questo momento di ansia da Coronavirus la cosa assume però tutta un'altra gravità. Il virus infatti può sopravvivere anche fino a 4 giorni sulle superfici (questo si desume dalla sua somiglianza con il virus della Sars, che aveva questa stessa resistenza) e questo potrebbe rendere inutili i nostri continui lavaggi di mani: il telefono infatti viene toccato centinaia di volte al giorno.
Secondo il World Economic Forum, il Coronavirus resiste 3 giorni su superfici di plastica e metallo e 4 sugli schermi di pc, tablet e smartphone: su TikTok ha quindi pubblicato un video dove spiega come difendersi da questa inedita (o per meglio dire meno nominata) via di contagio.
Può succedere che una persona torni a casa da fuori si lavi molto bene le mani, ma poi tocchi il cellulare e se le sporchi di nuovo, senza saperlo: a quel punto, tranquilla di avere le mani pulite, si tocchi il viso, naso, bocca e occhi senza problemi. Per questo è molto importante disinfettare il cellulare ancor prima delle mani: basta un fazzolettino imbevuto di alcol, una salviettina disinfettante, in casi estremi anche il gel battericida assoluto. Solo effettuando spesso questa operazione si potrà essere certi di aver “lavato via” eventuali virus e batteri.
Secondo alcuni studi tocchiamo il cellulare come minimo una sessantina di volte al giorno. Ovvio che siano un mezzo di contagio pericoloso, tanto più che non viene mai pulito e disinfettato. Un'abitudine che di questi tempi dovremmo prendere. Per ottenere un risultato più approfondito e disinfettante l'indicazione è infatti utilizzare detergenti appositamente progettati per l'uso su schermi e display.
Fonte: qui
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