domenica 29 marzo 2020

La Cina soffre di un doppio peso economico poiché l'attuale crollo della domanda globale segue un precedente arresto dell'offerta

Mentre il primo trimestre sta per chiudersi, molte fabbriche cinesi continuano a funzionare al di sotto della piena capacità , hanno gradualmente incrementato la produzione nelle ultime settimane poiché i dati del governo suggeriscono che la curva della pandemia del paese si è appiattita .
Ma, come osserva Bloomberg , c'è un grave problema in via di sviluppo, uno in cui la crisi del virus sta bloccando l'emisfero occidentale, ha portato le aziende europee e statunitensi a cancellare in massa i loro ordini cinesi, innescando la seconda onda d'urto che sta iniziando a decimare Base industriale cinese. 
Un dirigente della Shandong Pangu Industrial Co. ha dichiarato a Bloomberg che il 60% dei suoi ordini è diretto in Europa. Nelle ultime settimane, la manager Grace Gao ha avvertito che i clienti europei chiedono che gli ordini vengano ritardati o annullati a causa della crisi del virus che si sta verificando in tutto il continente .


"È una svolta completa e drammatica", ha detto Gao, stimando che le vendite da aprile a maggio potrebbero scendere del 40% rispetto all'anno precedente. "Il mese scorso, sono stati i nostri clienti a inseguirci controllando se potevamo ancora consegnare le merci come previsto. Ora è diventato nostro inseguimento dopo aver chiesto loro se dovevamo ancora consegnare i prodotti come ordinato."
È emerso uno shock doppio, quello in cui la Cina ha chiuso la maggior parte della sua base industriale da metà gennaio a inizio marzo, ha generato uno shock di approvvigionamento. Ora, poiché le ditte cinesi aggiungono capacità, aspettandosi di essere accolte da un aumento della domanda da parte delle società occidentali, non è questo il caso e sta causando uno shock della domanda. 
"È sicuramente la seconda onda d'urto per l'economia cinese", ha affermato Xing Zhaopeng, economista dell'Australia e della Nuova Zelanda Banking Group. La pandemia in tutto il mondo "influenzerà la produzione cinese attraverso due canali: interruzione delle catene di approvvigionamento e calo della domanda esterna".
Con gli ordini annullati, le catene di approvvigionamento interrotte e i pagamenti in ritardo - la strada per la ripresa in Cina sarà nel migliore dei casi sconnessa. Analisti eccessivamente ottimisti che hanno propagandato una ripresa a forma di V in Cina, quindi il mondo, nella prima metà dell'anno, probabilmente avrà torto, e come abbiamo spiegato più volte, il caso migliore è una forma a U o forse anche una L-forma.
"I produttori stanno assistendo a molti casi in cui i clienti esteri si sono pentiti dei loro ordini o in cui le merci non possono essere consegnate a causa della chiusura delle dogane in altri paesi", ha affermato Dong Liu, vicepresidente della Fujian Strait Textile Technology Co. nella Cina sud-orientale. La fabbrica di Liu era in procinto di riprendere la piena capacità questo mese fino a quando uno shock della domanda ha gravemente intaccato gli ordini di esportazione. 

Nomura International HK Ltd ha avvertito all'inizio di questa settimana che la Cina potrebbe essere sul punto di "precipitare la crescita delle esportazioni nei prossimi mesi".
Abbiamo  notato  venerdì mattina che i profitti industriali cinesi sono crollati di più in modo record tra gennaio e febbraio, principalmente a causa delle vacanze di Capodanno lunare, insieme allo scoppio del virus e alle rigide misure di allontanamento sociale attuate dal governo. Ciò significa che molte aziende cinesi stanno lottando per sopravvivere, a corto di liquidità e sull'orlo della bancarotta poiché la domanda dall'estero è crollata.
A Keqiao, Shaoxing, un quartiere noto per la produzione tessile, molte aziende sono in condizioni difficili dopo diversi mesi di operazioni di otturazione. Sono stati accolti con un crollo della domanda, vanificando ogni speranza che la piena capacità possa arrivare nelle prossime settimane. 
Gli shock gemelli, prima uno shock dell'offerta, originato dagli arresti in Cina, poi uno shock della domanda, ora proveniente dal mondo occidentale, è l'evoluzione del crollo economico globale che si sta svolgendo proprio di fronte a noi. Il mondo si sta dirigendo verso una depressione, se non già in uno, poiché le banche centrali stanno schierando freneticamente la MMT e stanno liberando denaro in elicottero per salvare il mondo(distruggendo in questo modo il valore della moneta)
Fonte: qui

DEUTSCHE E COMMERZBANK HANNO I CONTI A PEZZI ANCHE PER IL RIGORISMO COI PARAOCCHI DELLA NOMEKLATURA TEDESCA CHE HA ATTERRATO I TASSI SUI BUND, COSÌ BASSI DA AVER COSTRETTO LE BANCHE AD AVVENTURARSI IN INVESTIMENTI SPERICOLATI (SPESSO FALLIMENTARI) PUR DI OFFRIRE RENDIMENTi AI CLIENTI. GLI EUROBOND RIALZEREBBERO I TASSI DANDO FIATO ALLE BANCHE 
LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI AL MINIMO DAL 2009
GERMANIA: FIDUCIA CONSUMATORI AD APRILE CROLLA DA 8,3 A 2,7, DATO PIÙ BASSO DAL 2009

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La fiducia dei consumatori in Germania crolla a 2,7 ad aprile dall'8,3 di marzo, a causa dei timori legati al coronavirus e le restrizioni associate. Lo stima GfK, rilevando il dato più basso dalla crisi finanziaria del 2009, 5,6 punti in meno rispetto a marzo. L'istituto ritiene che ci si debba attendere una recessione anche in Germania. Le aspettative dei consumatori sulla situazione economica sono scese di 20 punti a -19,2, il minimo dal 2012, nel pieno della crisi. L'indicatore che misura le aspettative di reddito scende al livello più basso in sette anni a 27,8 punti. L'indagine GfK è stata condotta nella prima metà di marzo, quando ancora molte restrizioni non erano state decise, ma anche prima del maxi-piano economico adottato da Berlino per combattere l'epidemia.

I NODI CHE AFFOSSANO LE BANCHE TEDESCHE
Gianpaolo Rossini, Docente ordinario di Politica economica, Università di Bologna, per www.ilsole24ore.com del 12 luglio 2019

ANGELA MERKEL AL G20ANGELA MERKEL AL G20
Anche per il nome a volte scambiato per quello di una banca centrale, Deutsche Bank (Db), prima banca tedesca, è lo specchio di errori della politica economica tedesca di questi due decenni del nuovo secolo. Errori sottovalutati dalle autorità di Eurolandia spesso influenzate da Berlino. I ricorrenti bilanci in forte perdita di Deutsche Bank dal 2014 sono segnali che fanno riflettere. Ma quali le ragioni dei conti in rosso di Db dopo la crisi fotocopia della Commerzbank, seconda banca tedesca? I punti dolenti sono due. Attività di trading-investimento in titoli esteri e tassi d’interesse negativi che dai Bund, titoli del debito pubblico teutonico, si scaricano su tutta l’economia.

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I grandi investimenti in titoli e derivati della Db scaturiscono dalla grande disponibilità di risparmio che non riesce a trovare impieghi in Germania la quale, per questo, soffre da quasi due decenni di un enorme surplus del conto corrente della bilancia dei pagamenti con l’estero. Uno squilibrio cronico, di cui i governi tedeschi si sono fatti vanto in passato in maniera maldestra, che ammorba i rapporti economici globali, in particolare con gli Usa. In più, impone al sistema bancario tedesco di investire sovrabbondante capitale all’estero anche in forme rischiose.

Si aggiunga poi che il management delle banche tedesche non ha dimostrato negli ultimi anni una capacità di muoversi sui mercati finanziari internazionali all’altezza delle risorse gestite, commettendo costosissimi errori. Deutsche Bank perde in un solo colpo oltre un miliardo di euro in una operazione su bond americani in cui è coinvolto Warren Buffett. Ma da cosa è causato l’eccesso di risparmio tedesco che danneggia le banche ed è alla base degli squilibri commerciali? Semplice: la politica fiscale, ossessionata dallo Schwarze null (letteralmente «zero nero», è il deficit pubblico zero) che porta la Germania nel 2018 ad avere un surplus di bilancio pubblico pari all’1,5% del Pil e un surplus con l’estero vicino all’8 per cento.

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La rigida politica fiscale frutto di una impostazione legalista (basta vedere quanto è preponderante la presenza di giuristi nelle stanze del bottoni del potere economico pubblico tedesco) aggiunge al già eccessivo risparmio privato quello pubblico, esasperando gli squilibri finanziari. Questa politica errata comincia a presentare i conti. Commerz e Db ne sono le prime vittime. Ma la reazione Usa sui dazi vedrà come seconda vittima l’intera Ue che sopporterà il costo sul piano commerciale, Italia in primis, dell’esagerato squilibrio tedesco. Per fare un confronto la Cina ha un surplus con l’estero tra l’1,5% e il 2% del Pil.

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Una seconda, ma non secondaria, ragione dell’ammaloramento dei conti delle grandi banche tedesche sono i bassi tassi d’interesse scesi a livelli mai visti. Durante la grande depressione degli anni 30 del secolo scorso, i tassi sui titoli pubblici non erano mai andati in zona negativa (neppure quelli a 3 mesi e quelli a 20 anni vicini al 2%). Oggi, in Germania sono negativi i tassi su tutti i titoli con maturità fino a dieci anni.

Un sano mercato di eurobond eviterebbe tutto questo. Purtroppo però Berlino non accetta di dar vita agli eurobond perché ritiene - a torto - che questi caricherebbero sui tedeschi i costi di politiche fiscali non abbastanza severe di Italia e di altri Paesi. Certo gli eurobond farebbero aumentare i tassi tedeschi e diminuire quelli sui titoli italiani e degli altri periferici affetti dagli spread.

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Ma questo non implica alcun esborso dei cittadini tedeschi a favore dell’Italia. Aumenterebbero solo gli interessi che le banche tedesche (e i consumatori tedeschi) percepirebbero sugli eurobond emessi da Berlino. E questo sarebbe ossigeno per le banche (e le assicurazioni) tedesche che eviterebbero eccessivi rischi. Vengono al pettine i nodi di politiche sbagliate per cui i contribuenti teutonici pagheranno per salvare le loro banche e gli europei sopporteranno i dazi Usa, figli dell’esagerato surplus tedesco.
Fonte: qui

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