domenica 1 marzo 2020

IL VERO CONTAGIO, COME GIA' VI ABBIAMO DETTO E RIDETTO, È QUELLO ECONOMICO

A FEBBRAIO L’INDICE DELLA MANIFATTURA CINESE HA SEGNATO 35,6: È IL DATO PEGGIORE DI SEMPRE, INFERIORE ANCHE A QUELLO RAGGIUNTO DURANTE LA CRISI FINANZIARIA GLOBALE 
TUTTI I SETTORI SONO PARALIZZATI DALL’EMERGENZA
E LA CATENA DI PRODUZIONE DELLE MULTINAZIONALI È BLOCCATA E LA GLOBALIZZAZIONE E' DEFUNTA!

L’UNICA BUONA NOTIZIA È CHE CON LA CINA CHE SI FERMA SI È RIDOTTO L’INQUINAMENTO DEL 40%


DUE MESI BUI PER L'INDUSTRIA DELLA CINA: PERDITE RECORD

coronavirus mercati 3CORONAVIRUS MERCATI 
«Sotto la salda leadership del "cuore e nucleo" Xi Jinping, il virus sta tornando sotto controllo e la fiducia dei mercati è fermamente in ripresa». Con queste poche righe di accompagnamento, l' Ufficio nazionale di statistica cinese rilascia i peggiori dati economici di sempre. A febbraio l' Indice composito dell' attività manifatturiera del Paese segna 35.7, ovvero è di circa tre punti percentuali più basso del minimo raggiunto a novembre 2008, in piena crisi finanziaria globale.
coronavirusCORONAVIRUS
Non va meglio con il settore dei servizi, che registra un tonfo di oltre 24 punti rispetto al mese precedente per assestarsi sui 29,6. Per intenderci questi dati tengono conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte legate al settore e, in linea generale, si può affermare che un valore inferiore al 50 per cento indica una contrazione, mentre un valore superiore indica un' espansione. Ecco, fino ad oggi le previsioni dei maggiori istituti finanziari economici del globo, prevedevano che l' epidemia di coronavirus in Cina avrebbe prodotto una contrazione di qualche punto percentuale del pmi che si sarebbe riflessa in uno o due punti in meno sulla crescita del pil del primo trimestre 2020. Invece si scopre che i calcoli sono tutti da rifare, e fortemente al ribasso.
xi jinping con la mascherina 5XI JINPING CON LA MASCHERINA
Mettiamo insieme qualche indicatore. Dal 21 gennaio al 9 febbraio, gran parte della popolazione cinese è stata ferma. Le vacanze del Capodanno lunare sono coincise con la messa in quarantena di circa 60 milioni di persone e in molte zone sono state estese, settimana dopo settimana, fino al 26 febbraio.
scaffali vuoti nei supermercati della virginiaSCAFFALI VUOTI NEI SUPERMERCATI DELLA VIRGINIA
Ovviamente si sono applicate misure diverse a seconda dei luoghi, ma per avere un' idea dell' impatto ci affidiamo a un calcolo del New York Times: a metà mese, a causa dell' epidemia, circa 760 milioni di cinesi, ovvero più della metà dello stato più popoloso del mondo, era soggetto a qualche forma di limitazione della libertà di movimento. Non nelle condizioni migliori per favorire la ripresa economica, dunque. E infatti. Calo dell' 80 per cento dei viaggi, del 50 per cento nel settore della ristorazione e del commercio al dettaglio, del 75 per cento nell' immobiliare rispetto al 2019. E l' industria non ha sofferto di meno, anzi. Le centrali elettriche hanno registrato un meno 50 per cento nell' acquisto di carbone, segno che la richiesta energetica del Paese ha subito la stessa inflessione.
TIM COOK FA VISITA ALLA FABBRICA FOXCONN IN CINATIM COOK FA VISITA ALLA FABBRICA FOXCONN IN CINAcinesi costruiscono volkswagen 3CINESI COSTRUISCONO VOLKSWAGEN 
L' inquinamento, altro indicatore indiretto della produzione industriale, è stato il 40 per cento inferiore a quello di un anno fa. Per non considerare la forza lavoro, quei 200 milioni di migranti di cui appena la metà è tornata in fabbrica, e solo da questo fine settimana. Secondo la multinazionale finanziaria Anz, a febbraio la Cina ha lavorato al 20 per cento delle sue capacità, per questo la ripresa sarà rapida e visibile già nel mese di marzo. Ma c' è anche un altro dato da considerare. I dati ufficiali non comprendono per definizione tutte quelle attività economiche che hanno un fatturato annuo inferiore ai 2,6 milioni di euro e che, secondo il Ministero dell' industria e della tecnologia informatica, hanno riaperto solo nel 30 per cento dei casi.
coronavirus gli effetti sul mercato delle autoCORONAVIRUS GLI EFFETTI SUL MERCATO DELLE AUTO
E, bisogna aggiungere, sono proprio queste piccole e medie imprese a rappresentare l' anima del cosiddetto "capitalismo di bambù". Si tratta del 90 per cento delle aziende cinesi e da sole rappresentano il 60 per cento del pil, il 70 per cento del settore dell' innovazione tecnologica e oltre l' 80 per cento dell' occupazione urbana. Non sarà quindi replicando il massiccio pacchetto di stimoli alle aziende di Stato che nel 2008 salvò il Paese dalla recessione globale che si troverà una soluzione.
cinesi costruiscono volkswagen 1CINESI COSTRUISCONO VOLKSWAGEN 
CORONAVIRUS, LE IMMAGINI DELLA NASA MOSTRANO LA RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO IN CINA PER LA CRISI ECONOMICA E PRODUTTIVA

coronavirus e mercatiCORONAVIRUS E MERCATIil calo dell'inquinamento in cina per il coronavirus 1IL CALO DELL'INQUINAMENTO IN CINA PER IL CORONAVIRUS 
Il dramma mondiale del coronavirus un effetto positivo, nella scia di contagi e morti, l’ha avuto, per l’inquinamento in Cina. La concentrazione di biossido di azoto nell’atmosfera è crollata in maniera impressionante, basta guardare le foto diffuse dalla Nasa, che mostrano il cambio di colore nei cieli del grande Paese orientale, da giallo ad azzurro, da gennaio 2019 a febbraio 2020. L’aria più pulita è dovuta “in parte” al rallentamento economico provocato dal coronavirus, hanno detto gli scienziati dell’Agenzia spaziale americana. L’effetto è stato provocato dallo stop temporaneo delle fabbriche cinesi, al fine di contenere il virus. La Cina ha raggiunto quasi gli 80 mila casi di contagio, con 2835 morti al momento in cui stiamo scrivendo.
il calo dell'inquinamento in cina per il coronavirus 2IL CALO DELL'INQUINAMENTO IN CINA PER IL CORONAVIRUS 
Ad influire sul miglioramento delle condizioni dell’inquinamento è stato anche il blocco o comunque la riduzione della circolazione delle auto, che da Wuhan si è diffuso nel resto del Paese, con milioni di persone in quarantena.
Fonte: qui

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