venerdì 13 marzo 2020

Oggi 250 deceduti, per un totale di 1266, 2116 i contagiati in più per un totale di 14955








Borrelli: "14955 contagiati, più 2.116 in un giorno"

I numeri della conferenza stampa alla Protezione Civile: "Continuate a donare il sangue perché è fondamentale per salvare vite umane"
ROMA - Più di 2 mila malati in 24 ore. A dare conto dei nuovi contagi è la Protezione Civile, nel punto quotidiano sull'emergenza Covid-19 che in Italia vede crescere i pazienti positivi a  14.955. I nuovi decessi sono 250, per un totale di 1.266. I guariti e dimessi sono 1.439 Totali (+181 rispetto a ieri). In totale sono 17.660 i casi di contagio registrati nel Paese dall'inizio dell'epidemia. I ricoverati in terapia intensiva per coronavirus sono 1328 e 7426 i ricoverati con sintomi. 

Silvio Brusaferro ha poi fatto un punto sulla mortalità.  

"I dati sulla mortalità si vanno approfondendo con le cartelle cliniche dei deceduti: i pazienti morti con il coronavirus hanno una media di oltre 80 anni, 80,3; le donne sono solo il 25,8%. Età media dei deceduti è molto più alta degli altri positivi. Il picco di mortalità c'è tra 80-89 anni. La letalità, ossia il numero di morti tra gli ammalati, è più elevata tra gli over 80". Lo ha detto Silvio Brusaferro dell'Istituto superiore di sanità (Iss) in conferenza stampa alla Protezione civile a Roma. 

Brusaferro lancia poi un allarme su un possibile picco di contagi nel weekend.

"E' verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L'incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. E' un'ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti" ha detto Brusaferro.

Ansa - Il dato è stato fornito dal commissario per l'emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione Civile. ai dati della Protezione Civile emerge che sono 
7.732 i malati in Lombardia (836 in più di ieri), 
2.011 in Emilia Romagna (+253), 
1.453 in Veneto (+156), 
794 in Piemonte (+240), 
698 nelle Marche (+128), 
455 in Toscana (+103), 
242 nel Lazio (+70), 
213 in Campania (+39), 
304 in Liguria (+61), 
236 in Friuli Venezia Giulia (+88), 
126 in Sicilia (+15), 121 in Puglia (+23), 
157 in Trentino (+55), 
83 in Abruzzo (+5), 
73 in Umbria (+11), 
17 in Molise (+1), 
43 in Sardegna (+4), 
27 in Valle d'Aosta (+1), 
37 in Calabria (+5), 
123 in Alto Adige (+20), 
10 in Basilicata (+2).
Quanto alle vittime, se ne registrano: 
890 in Lombardia (+146), 
201 in Emilia Romagna, (+55), 
42 in Veneto (+10), 
46 in Piemonte (+20), 
27 nelle Marche (+5), 
5 in Toscana (+0), 
17 in Liguria (+6), 
2 in Campania (+1), 
11 Lazio (+2), 
10 in Friuli Venezia Giulia (+2), 
5 in Puglia (+0), 
2 in provincia di Bolzano (+1), 
2 in Sicilia (+0), 
2 in Abruzzo (+0), 
uno in Umbria (+1) 
uno in Valle d'Aosta (+0), 
2 in Trentino (+1). 
I tamponi complessivi sono 97.488, quasi oltre 65mila dei quali in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.











LA NUOVA FRONTIERA LOMBARDA DEL CORONAVIRUS È TRA I PICCOLI PAESI IN PROVINCIA DI BRESCIA: CI SONO NUOVI FOCOLAI IN 150 COMUNI SU 205. 

COME MAI QUESTO EXPLOIT IMPROVVISO? 

IL 5 MARZO I POSITIVI ERANO APPENA 155, MA NEI PRIMI GIORNI DELLA ZONA ROSSA DELLA VICINA CODOGNO NESSUNO HA PENSATO DI FERMARSI.

Paolo Cittadini e Michele Sasso per “la Stampa”

coronavirus spedali civili brescia 9CORONAVIRUS SPEDALI CIVILI BRESCIA 9
La nuova frontiera lombarda del coronavirus è adesso tra i paesi della Bassa Bresciana. Tra allevamenti e fabbriche, si sono registrati nuovi focolai di infezione in 150 comuni su 205 della Provincia. Ed ora il rischio concreto è mandare in tilt la macchina sanitaria della zona: ieri si è arrivati a quota 1598, una impennata di 247 nuovi contagiati in appena 24 ore. Per capire questo exploit occorre partire da un dato: il 5 marzo i positivi al Covid-19 erano appena 155.

camillo rossi spedali civili bresciaCAMILLO ROSSI SPEDALI CIVILI BRESCIA
Cosa è successo da allora? «Se uno va a cercarli li trova i contagi», esordisce Camillo Rossi, capo dell' unità di crisi degli Spedali Civili di Brescia: «Dal 1 marzo abbiamo fatto 2.073 tamponi perché è aumentato l' afflusso ed ora abbiamo 500 ricoverati». Nel più grande ospedale del capoluogo i posti di terapia intensiva sono stati raddoppiati ma ancora non bastano. «Ci troviamo in una fase acuta - continua Rossi - e ieri abbiamo avuto 34 decessi ma se guardiamo i dati c' è stato lo stesso naturale aumento osservato prima nel Lodigiano e poi nel Cremonese. Sono le stesse proporzioni ma noi abbiamo più residenti».

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Brescia è una provincia popolosa e industriosa, con la terza Camera di Commercio per importanza dopo Milano e Torino. E qui nei primi giorni della zona rossa off limits della vicina Codogno, nessuno ha pensato di fermarsi.

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«I contagi sono partiti dai comuni più vicini al Lodigiano, che dista pochi chilometri, e si sono diffusi con tanta forza perché non c' è stato nessun contenimento», sottolinea il prefetto Attilio Visconti, anche lui positivo ai controlli e in quarantena a casa. Il primo focolaio sembra partito dal mercato del bestiame e del fieno di Orzinuovi, paese sul fiume Oglio al confine con la vicina Cremona, dove ogni venerdì si tiene una fiera molto frequentata da commercianti e allevatori di Lodi e di Crema.

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Due bar, il "Bocciodromo"e il "Bar Milano2", sembrano essere stati il luogo di contatto di tutti i cinque orceani - questo il nome degli abitanti di Orzinuovi - deceduti per primi. «Venivano qui a giocare a carte e a fare due chiacchiere, ed è possibile che proprio in questi due locali si siano scambiati il virus», ha spiegato il sindaco Giampietro Maffoni.
Oggi è il comune più colpito con quasi cento positivi e 15 decessi. E, dalla Bassa, il virus si è allargato borgo dopo borgo fino alla Alta Valcamonica dove anche le piste da sci sono chiuse. I numeri registrano un continuo aumento dei casi ovunque: a Lonato i cittadini positivi al virus sono 13, a Calcinato 15, altrettanti a Cazzago San Martino.
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Montichiari, verso il confine con Mantova, è un altro dei paesi più colpiti con una quarantina di positivi e 5 decessi. La crescita dei casi va ad aggravare la situazione al limite del collasso degli ospedali del capoluogo dove i posti scarseggiano e quindi si sta pensando a un ospedale da campo. Nel frattempo anche la Diocesi cerca di dare il proprio contributo e ha messo a disposizione 44 camere del centro diocesano Paolo VI. Le stanze ospiteranno i pazienti dimessi dagli ospedali, ma che non possono affrontare la successiva fase di guarigione in casa.
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E con l' emergenza sanitaria è arrivato anche il rischio di chiusura per decine di aziende: dalla fabbrica di armi Beretta all' Alfa Acciai, grandi e piccole produzioni hanno fermato tutto utilizzando permessi e ferie per fare stare a casa i propri dipendenti. Troppo difficile al momento garantire le misure di sicurezza imposte dal decreto del Governo e fornire agli operai tutti i dispositivi di sicurezza. Dove hanno deciso di tenere aperto, ieri si sono registrati scioperi spontanei. Fonte: qui

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