mercoledì 6 aprile 2022

LE IMMAGINI SATELLITARI DIFFUSE IERI SERA DAL NEW YORK TIMES MOSTRANO CHE DIVERSI CADAVERI ERANO GIÀ PER LE STRADE DELLA CITTÀ L'11 MARZO (IL CREMLINO SOSTIENE CHE I SUOI SOLDATI SIANO ANDATI VIA IL 30 MARZO E CHE I CORPI IN STRADA SIANO APPARSI SOLO IL 2 APRILE)

 

IL PENTAGONO CONFERMA CHE ALMENO DUE TERZI DELLE FORZE RUSSE, CHE COMPONEVANO L'ARMATA ORIGINARIAMENTE DESTINATA A CONQUISTARE LA CAPITALE, NEGLI ULTIMI QUATTRO GIORNI SONO USCITI DAI CONFINI DELL'UCRAINA…

Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

UCRAINA - CORPI DEI CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CORPI DEI CIVILI MASSACRATI A BUCHA

A vederli gettati alla rinfusa nella trincea scavata di fresco, questi poveri corpi sembrano cose, manichini dalle apparenti sembianze umane confusi nella terra sabbiosa. I militari ucraini, assieme ai volontari della difesa civile, nelle ultime ore li hanno deposti in sacchi di plastica nera, ma ancora emergono mani rattrappite, unghie annerite di sangue rappreso e stracci di vestiti, giacche strappate. I russi dicono che è una montatura degli ucraini, ma le immagini satellitari diffuse ieri sera dal New York Times mostrano che diversi cadaveri erano già per le strade di Bucha l'11 marzo.

 

LE IMMAGINI SATELLITARI RILEVANO CADAVERI IN STRADA A BUCHA L 11 MARZOLE IMMAGINI SATELLITARI RILEVANO CADAVERI IN STRADA A BUCHA L' 11 MARZO



Il confronto con un video girato il 2 aprile da un consigliere locale mostra i corpi nelle stesse posizioni. Viene da paragonare tutto questo al modo in cui noi trattiamo i nostri defunti. Come possiamo immaginare civili torturati e abbandonati nell'agonia? Come accettare l'idea di donne, vecchi e bambini trucidati a sangue freddo, l'immagine di uomini fucilati con le mani dietro la schiena, o ancora il fetore di un massacro insepolto? E, invece, eccoli questi fagotti informi, alcuni dei quali sono stati lasciati per settimane a decomporsi sul selciato delle strade sconvolte dalle bombe e nelle cantine dove adesso vengono via via trovati dalle squadre di soccorso.


«Guardate qui attorno» Li abbiamo visti ieri nei pressi della basilica di Bucha, una decina di sacchi neri appoggiati gli uni sugli altri che attendevano di essere portati via, senza cerimonie, senza nessuno che li piangesse. Quanti sono in tutto? Due giorni fa soltanto qui erano una quarantina, la zona viene via via ripulita.

 

«Se guardate qua attorno forse ne troverete altri. Potrebbero essere ancora centinaia. Occorre cercare tra la terra smossa dei giardini, nelle abitazioni, dentro le cisterne, ma soprattutto nelle macchie di bosco e lungo il fiume», dice Oleg Anatolienko, il poliziotto 43enne di guardia al quartiere della chiesa. Le autorità ucraine sostengono di avere recuperato e identificato sino ad ora oltre 410 cadaveri nella trentina di villaggi attorno a Kiev appena evacuati dall'esercito russo in ritirata verso la Bielorussia.

 

UCRAINA - RESTI DI UN CIVILE MASSACRATO A BUCHAUCRAINA - RESTI DI UN CIVILE MASSACRATO A BUCHA

A dire il vero, sembra piuttosto una rotta. Il Pentagono conferma che almeno due terzi delle forze russe, che componevano l'armata originariamente destinata a conquistare la capitale, negli ultimi quattro giorni sono usciti dai confini dell'Ucraina. Anche qui a Bucha i soldati ucraini non temono contrattacchi, almeno per il momento, possono così concentrarsi sulla ricerca dei morti, sull'assistenza ai sopravvissuti e soprattutto sullo sminamento della regione.

 

«I russi ritirandosi hanno lasciato montagne di proiettili inesplosi e migliaia di mine, molte innescate come bombe trappola per boicottare la nostra opera di bonifica», aggiunge Oleg. Parola d'ordine «Zviak», che in ucraino significa chiodo. Ce la dicono nel primo pomeriggio i volontari che portano cibo e medicine e improvvisamente i posti di blocco sulla strada per Bucha diventano più facili da passare. Si trova 37 chilometri a nord della capitale, arrivandoci non è difficile capire il motivo dell'importanza: è il nodo stradale che arrivando dalla Bielorussia garantisce di imboccare le grandi arterie che conducono facilmente a Maidan.

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

I russi dovevano prenderla, necessitavano dei carri armati per battere la guerra partigiana, fatta di barricate e bottiglie molotov, che li attendeva nella cerchia metropolitana di Kiev. Poco prima c'è la zona dell'aeroporto di Hostomel, dove i russi già la mattina del 24 febbraio avevano paracadutato le loro teste di cuoio per poi puntare sugli uffici del governo di Zelensky. Oggi la sfioriamo appena.

 

E subito dopo ci sono i resti carbonizzati degli edifici belli e delle ville con piscina a far comprendere la vastità prolungata della battaglia: Bucha è ormai un grande campo di macerie. Non c'è costruzione che non sia stata colpita. I palazzi del centro sono inabitabili, le strade deserte, con detriti di ogni genere che ci costringono a continue gimcane per non forare. I pochi civili rimasti si muovono come fantasmi tra i rottami, quasi tutte le auto e i bus ai lati delle strade sono danneggiati dai proiettili, sui sedili macchie di sangue.

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

I testimoni insistono sulle rapine dei soldati russi.

 

«Telefonavano alle loro famiglie a casa e chiedevano cosa dovessero rubare», racconta Tatiana, 35 anni. «La moglie di uno ha chiesto che lui prendesse il computer di nostra figlia per darlo alla loro». Un uomo mostra le carte di credito ancora sparse per strada. «Ci prendevano i portafogli. Rubavano nelle cucine, volevano vodka e sigarette. Ma qui hanno cercato di portarsi via anche le tegole che usavamo per rifare il tetto». Proprio nella centrale Vokzalna, la via che porta alla stazione ferroviaria, il 56enne Dmytro ha resistito per quasi un mese e mezzo sotto le bombe con il padre Grigory di 85 anni. «I russi sono venuti a prendersi i nostri cellulari.

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

 

Non siamo mai usciti di casa, troppa paura: dormivamo a terra per evitare le schegge.

Tre giorni fa abbiamo guardato per la prima volta fuori dal cancello e sulla strada abbiamo visto quindici persone uccise a colpi di mitra, tutti i nostri vicini che avevano deciso di restare», racconta.

 

A poche decine di metri da loro si trovano i resti carbonizzati di un'intera colonna blindata russa. Decine di carri armati e mezzi logistici ridotti a ferraglia annerita. Fu il 27 febbraio. I partigiani locali colpirono il tank di testa e quello di coda: gli altri rimasero intrappolati e per i droni e le artiglierie ucraine fu un gioco da ragazzi colpirli uno a uno. Non è da escludere che proprio allora sia iniziata la vendetta: soldati impauriti decisi a prendersela vigliaccamente con i civili. Dietro l'angolo ci sono i resti di un'auto carica di valigie devastata dai proiettili, si vedono a terra giocattoli e vestitini.

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

 

L'accusa di violenze sessuali continua a venire ripetuta. All'una del pomeriggio arriva in visita il presidente Zelensky. «A Bucha si è consumato un genocidio», dichiara, quindi si rivolge alle madri dei soldati russi: «Anche se avete cresciuto dei saccheggiatori, come possono essere diventati dei macellai? Hanno trattato gli ucraini peggio degli animali». Uscendo dal centro incontriamo diverse chiazze di sangue, i locali mostrano il luogo dove hanno raccolto gli uomini fucilati con le mani legate e persino la bicicletta dell'anziana la cui foto ha fatto il giro del mondo. A terra c'è ancora la sua borsetta aperta: occhiali da vista infranti, un tubetto di crema per le mani, un barattolo di legumi.


Fonte: qui


“HANNO UCCISO CON COLPI ALLA NUCA E AL CUORE” 



UN SOPRAVVISSUTO RACCONTA LA MATTANZA DI BUCHA: “C'ERANO RUSSI, UOMINI DI KADYROV E I BURIATI DELLE REGIONI SIBERIANE. CERCAVANO "I NAZISTI", MA IN REALTÀ SONO STATI FUCILATI ANCHE QUELLI CHE AVEVANO LO STEMMA UFFICIALE DELL'UCRAINA”



Jacopo Iacoboni per “la Stampa”

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

«Ero lì. So chi sono. C'erano russi, kadyroviti, buriati. Gli hanno sparato alla nuca e al cuore». Il metodo russo è questo: sparano alla nuca di persone disarmate. I buriati, russi delle regioni siberiane. I kadyroviti. E ci sono anche soldati bielorussi. Questa che scriviamo è solo la storia di una foto. Non certo un quadro di tutti gli orrori avvenuti a Bucha, meno che mai (per quello purtroppo ci vorrà tempo) in tutte le città occupate dai russi in Ucraina. La foto con otto uomini ammazzati e gettati in un cortile, dove sono stati ritrovati giorni dopo, quando Bucha è stata liberata. A raccontarla è, al collettivo giornalistico Vot Tak, un ucraino che era lì, Vladislav Kozlovsky, che ha vissuto nella città occupata per un mese.

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

«L'anno scorso ho vissuto e lavorato come sommelier a Kiev, ma dopo lo scoppio della guerra sono tornato nella zona di Steklozavod (Bucha), dove vivono mia madre e mia nonna. Il 2 marzo le truppe occupanti sono entrate nella nostra città, ero vicino al quartier generale della difesa territoriale con diversi amici. A tutti quelli che non avevano armi è stato ordinato di nascondersi in un rifugio antiaereo vicino alla base». Poi sono arrivati loro, e «tra loro c'erano per lo più russi e bielorussi, sono facili da riconoscere dal loro caratteristico dialetto». «Eravamo seduti nella completa oscurità. Non c'era luce, acqua o calore, ovviamente. Poi altri hanno preso il loro posto». E son stati i peggiori.

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA

«Il 7 marzo hanno fatto uscire prima donne e bambini, poi uomini. Ci hanno messo in ginocchio e hanno iniziato a perquisirci. Avevo i miei soldi e il mio orologio con me. Hanno preso tutto, proprio come gli altri, quindi mi hanno derubato. Cercavano "i nazisti", ma in realtà sono stati fucilati anche quelli che avevano lo stemma ufficiale dell'Ucraina».

 

I dettagli dell'esecuzione sono crimini di guerra: «Gli hanno sparato alla nuca o al cuore. Tra loro c'erano russi e, ritengo dall'aspetto, buriati». Kozlovsky ha visto proprio quegli otto, «penso che otto di loro siano stati uccisi. Ieri ho visto i loro corpi dietro un edificio di pietra in un mucchio di roba in una delle foto di Bucha. Quando sono riuscito a tornare a Kiev, non dimenticherò come la gente piangeva alla vista del pane, perché da tempo morivano di fame».


Fonte: qui


A MASSACRARE I CIVILI A BUCHA CI SONO STATI I MILITARI REPUBBLICA DI SACHA, IN JAKUZIA, UNA DEGLI OTTANTACINQUE "SOGGETTI" AMMINISTRATIVI DELLA FEDERAZIONE RUSSA, CHE VIENE COMUNEMENTE IDENTIFICATA CON LA SIBERIA 

È L'ENTITÀ AMMINISTRATIVA PIÙ ESTESA NEL MONDO, 3 MILIONI DI CHILOMETRI QUADRATI (DIECI VOLTE L'ITALIA) ABITATA DA RUSSI E UCRAINI ARRIVATI LAGGIÙ COME COLONI FIN DAI TEMPI DELLO ZAR…

Cesare Martinetti per “la Stampa”

 

MILITARI DELLA REPUBBLICA DI SACHA IN JAKUZIAMILITARI DELLA REPUBBLICA DI SACHA IN JAKUZIA

Guardate quella faccia da ragazzo insieme a quegli altri ragazzi, uno tiene la bandiera, a bande orizzontali, una larga e azzurra, le altre più strette, bianca rossa e verde. Al centro una palla bianca (il sole? la luna?). Questi ragazzi hanno gli occhi "stretti e lunghi", come quelli dei soldati russi che i testimoni sopravvissuti alla strage di Bucha hanno visto entrare nei cortili delle loro case e ammazzare i loro cari, alcuni con le mani legate dietro la schiena, poveri sacchi umani accartocciati nel fango.

 

Sono loro i responsabili del massacro che sta dando una piega simbolica e - se possibile - ancora più disumana all'atroce guerra ucraina. Il sito di news ucraino Obozrevatel ha dato un nome al loro comandante e un'identità di gruppo, Omurbekov Azatbek Asanbekovich, 41 anni, responsabile dell'unità militare 51460 della 64esima brigata fucilieri motorizzati. Non sappiamo se sono stati loro, forse un'indagine e la storia lo diranno.


RAMZAN KADYROVRAMZAN KADYROV

Ma in quelle loro facce sorridenti c'è una delle verità nascoste di questa guerra, la miscela umana che si combina e precipita nella violenza gratuita davanti alle povere case di un sobborgo di Kiev. Quel comandante e quei ragazzi, come racconta quella bandiera, vengono dalla repubblica di Sacha, Yakutia, lontana sette fusi orari ad est di Bucha, una degli ottantacinque "soggetti" amministrativi della Federazione Russa, che banalmente chiamiamo tutto insieme Siberia, evocando ad un tempo il grande freddo, i mammut, infinite riserve di gas, i depositi d'oro e di diamanti, naturalmente il Gulag di Solzhenicyn e la Kolyma di Shalamov. È l'entità amministrativa più estesa nel mondo, 3 milioni di chilometri quadrati (dieci volte l'Italia) abitata da russi e ucraini arrivati laggiù come coloni fin dai tempi dello zar.

 

IL GENERALE MIKHAIL MIZINTSEVIL GENERALE MIKHAIL MIZINTSEV

E poi naturalmente ci sono loro, con gli occhi stretti e lunghi e quei sorrisi che nascondono la "spietatezza indiscriminata" che appartiene alla pratica russa della guerra e rivelano - come ha scritto Vladimir Pashtukov, su uno degli ultimi numeri della Navaja Gazeta - il «militarismo come una manifestazione dell'essenza del putinismo».

 

Ma cosa può essere successo a Bucha? Non è difficile da immaginare, lo leggiamo in un articolo di Anna Politkovskaja del febbraio 2004, quando reparti di Omon e del Guvd di San Pietroburgo e di Rjazan hanno rastrellato via Choperskaja, a Novye Aldy, sobborgo di Grozny, Cecenia: «Sono entrati nel cortile numero 27, avevano già ammazzato i fratelli Arsamurzaev, il vecchio Abulchanov, marito di Ajna, davanti agli occhi della loro figlia Luisa di 9 anni, a cui aveva regalato una scatola di carne stufata, ordinandole di non gridare. Avevano ucciso anche Chasan Estamirov, di un anno, insieme alla mamma Tojta, al nono mese di gravidanza, al padre e al nonno. I testimoni raccontano che dopo aver ucciso i carnefici brindavano con la vodka che si erano portati dietro sui veicoli blindati».

 

Anna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta, è stata uccisa il 7 ottobre 2006, all'ingresso di casa sua, a Mosca. Le indagini non hanno mai trovato i responsabili dell'omicidio né i mandanti, ma le sue denunce sugli orrori dei russi in Cecenia con gli squadroni del ras locale Ramzan Kadyrov (oggi uno dei più fedeli alleati di Putin) hanno inquadrato testimonianze precise.

 

Tra l'altro Kadyrov ha schierato i suoi uomini in Ucraina, nell'assedio di Mariupol e non soltanto. E da giorni sui media russi compare con dichiarazioni minacciose nei confronti del capo della delegazione russa ai negoziati Vladimir Medinskij. E sempre lui, nei giorni in cui l'esercito russo ripiegava dalla capitale, ha lanciato una specie di grido di battaglia: «Dobbiamo arrivare a Kiev e finire il lavoro».

 

VLADIMIR PUTINVLADIMIR PUTIN

Non sappiamo se quei ragazzi che sorridono nella foto dietro il loro colonnello Asanbekovich, siano cresciuti nella tradizionale crudeltà della formazione militare russa. Ma possiamo averne un'idea rileggendo una pagina della premio Nobel Svetlana Aleksievic (da I ragazzi di zinco) nella sua storica inchiesta sui reduci dell'Afghanistan: «Nella mia sezione ero l'unico pivello - racconta un artigliere puntatore -, dieci "nonni" e un solo pivello Dormivo solo tre ore lavavo i piatti di tutti, mi occupavo della legna. Con loro non c'erano ragioni, m' avrebbero pestato, in un anno sono diventato distrofico, mi picchiavano di notte, non potevo dirlo, sarei diventato una spia, era una legge e non potevo infrangerla. Verso la fine del servizio ho perfino cercato di picchiare a mia volta un pivello ma non ce l'ho fatta».

l anna politkovskaia libert mediumL' ANNA POLITKOVSKAIA LIBERT MEDIUM

 




Anna Politkovskaja aveva trovato anche la testimonianza di un carnefice pentito, Igor Onishenko, funzionario dei servizi segreti russi: «Sono andato in missione in Ingushezia, e la mia coscienza mi tormenta. Il capo, Korjakov, ci costringeva a picchiare sistematicamente tutti quelli che fermavamo.

 

Avevamo un programma: far fuori almeno cinque persone alla settimana, ingusci o ceceni, tutti vermi uguali. Io e Serghei abbiamo reso invalide più di cinquanta persone e ne abbiamo sotterrate trentacinque. Mi hanno decorato per l'irreprensibile lavoro svolto. Nell'ultima operazione ho spezzato gambe e braccia al procuratore locale che aveva documenti compromettenti sul nostro reparto». La denuncia è del 16 aprile 2004. Nessuno è mai stato punito. Che ne sarà di Bucha?

Fonte: qui


HA UN NOME E UN VOLTO IL RESPONSABILE DEL MASSACRO DI CIVILI NELLA CITTÀ IN UCRAINA: SI CHIAMA OMURBEKOV AZATBEK ASANBEKOVICH E SU TELEGRAM STANNO CIRCOLANDO LA MAIL, IL NUMERO DI TELEFONO E L'INDIRIZZO 

IL MINISTERO DELLA DIFESA DI KIEV: "OGNUNO DOVREBBE CONOSCERE I LORO NOMI. RICORDATE. TUTTI I CRIMINALI DI GUERRA SARANNO PROCESSATI E ASSICURATI ALLA GIUSTIZIA PER I CRIMINI COMMESSI"

Da www.blitzquotidiano.it

 

Omurbekov Azatbek Asanbekovich IL BOIA DI BUCHA 1OMURBEKOV AZATBEK ASANBEKOVICH IL BOIA DI BUCHA 

Ucraina, il boia di Bucha è Omurbekov Azatbek Asanbekovich. Ha un nome e un volto il comandante delle truppe russe che il 31 marzo hanno smobilitato da Bucha lasciandosi alle spalle cadaveri di civili per strada, nelle fosse comuni, ucraini giustiziati con un colpo alla nuca e le mani legate.

 

Ucraina, il boia di Bucha è il tenente colonnello Asanbekovich

I volontari del progetto InformNapalm hanno trovato e pubblicato su Telegram i dati del comandante dell’unità militare 51460, 64/a brigata di fucilieri motorizzati, coinvolta in crimini di guerra a Bucha, nella regione di Kiev. Lo riferisce l’Agenzia Unian.

 

Omurbekov Azatbek Asanbekovich IL BOIA DI BUCHA 2OMURBEKOV AZATBEK ASANBEKOVICH IL BOIA DI BUCHA 

“Siamo riusciti a trovare anche l’indirizzo di casa del boia russo”

Si tratta del tenente colonnello Omurbekov Azatbek Asanbekovich. Su Telegram è stato pubblicato anche l’indirizzo email e il numero di telefono di Asanbekovich.

 

Di Asanbekovich, comandante dell’unità militare 51460, 64ma brigata di fucilieri motorizzati, è stata pubblicata anche la foto.

 

OMURBEKOV AZATBEK ASANBEKOVICH COMANDANTE DELL UNITA DI STANZA A BUCHAOMURBEKOV AZATBEK ASANBEKOVICH COMANDANTE DELL UNITA DI STANZA A BUCHA



Giovane, in tuta mimetica, un carrarmato alle spalle, le labbra carnose, gli occhi allungati dei buriati, la più grande minoranza etnica di origine mongola della Siberia. Da dove è partita per muovere guerra all’Ucraina l’unità 51460, esattamente da Knyaze-Volkonskoye, nel territorio di Khabarovsk, nell’estrema Russia orientale.

 

“Siamo riusciti a trovare anche l’indirizzo di casa del boia russo”, hanno scritto i volontari di InformNapalm, citati da Unian. Annunciando la pubblicazione di dati, archivi e spiegazioni su come trovare il comandante russo.

 

UCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHAUCRAINA - CIVILI MASSACRATI A BUCHA







“Ogni ucraino dovrebbe conoscere i loro nomi. Ricordate. Tutti i criminali di guerra saranno processati e assicurati alla giustizia per i crimini commessi contro i civili dell’Ucraina”, si legge nella dichiarazione della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa dell’Ucraina, pubblicata sul suo sito.


Fonte: qui

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