Il mistero del ritmo dell'universo
Come riporta The Atlantic, le onde radio arrivano per 4 giorni, apparentemente a caso, in maniera disordinata. Poi 12 giorni di silenzio radio, il silenzio dell'universo, poi altri 4 giorni di impulsi. Un ritmo senza precedenti per quei lampi molto "luminosi" che attraversano la bada radio: ogni lampo registra un ritardo che consente di calcolare la misura della dispersione. Si può insomma comporre una tabella, uno spartito per un fenomeno che ha origini forse naturali, forse artificiali, ipotesi entrambe considerate perché elementi per smentirle non ci sono.
Il primo Frb è stato individuato nel 2007, ma era lì che covava dal 2001 nei dati dell'osservatorio australiano di Parkes che ne ha rilevato altri 15 sui 18 scopertini fino al 2016. Ora se ne conoscono più di 100.
Fra gli acchiappa-impulsi spicca Dongzi Li, ricercatrice dell'Università di Toronto, che dal 2019 lavora a un progetto guidato dal Canada, Chime (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment). Lei si cava gli occhi sugli schermi dei pc e sulle tabelle per placcare quegli impulsi che si presentano senza preavviso e lampeggiano per alcuni millisecondi.
E' stata lei, grazie a una ricerca che ha molti aspetti di serendipity (si cerca una cosa e se ne trova un'altra) ha individuare quel ritmo finora ignota: quattro giorni di impulsi, 12 giorni senza. Una scoperta affascinante che alimenta al tempo stesso la conoscenza e il mistero. L'intuzione di Dongzi Li è stata poi confermata da altri radiotelescopi e ora gli scienziati hanno davanti un evento reale che smentisce l'ipotesi che quei lampi così intensi, anche dopo aver solcato distanze incommensurabili, fossero stati prodotti da qualcosa che fosse nel frattempo sopravvissuto. La caccia agli impulsi che "suonano" il ritmo dell'universo continua.
Fonte: qui
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