LA NUOVA CORSA ALL’ORO SI FA NELLO SPAZIO - TRA UN ANNO LA NASA LANCERÀ UNA SONDA VERSO “16 PSICHE”, UN ASTEROIDE CHE CONTIENE PIÙ METALLI DI QUELLI PRESENTI SU TUTTO IL PIANETA TERRA
SCOPERTO NEL 1852 DA ANNIBALE DE GASPARIS, SI STIMA CHE IL VALORE DEI MATERIALI PRESENTI SUL CORPO CELESTE SI AGGIRI SUI 10 MILA QUADRILIONI DI DOLLARI E SI TROVA A UNA DISTANZA CIRCA TRE VOLTE SUPERIORE DI QUELLA TRA LA TERRA E IL SOLE
LA SONDA DELLA NASA DOVREBBE ATTERRARE SUL CORPO CELESTE ENTRO IL 2026, MA ANCHE LA CINA STA GIÀ LAVORANDO SU “ROBOT-MINATORI”
Vittorio Sabadin per "la Stampa"
Esattamente fra un anno la Nasa lancerà una sonda verso «16 Psiche», l'asteroide che in soli 250 chilometri di diametro contiene più metalli di quelli presenti su tutta la Terra. Se fosse possibile estrarli, il loro valore toccherebbe i 10.000 quadrilioni di dollari, una cifra inimmaginabile: l'intero Pil mondiale vale appena 74 trilioni di dollari. L'asteroide fu scoperto il 17 marzo 1852 da Annibale de Gasparis, un astronomo dell'Osservatorio di Capodimonte a Napoli, che lo battezzò con il nome della figura mitologica greca che nacque mortale e sposò poi Eros, il dio dell'amore.
Ma De Gasparis gli avrebbe dato un altro nome, magari Creso, se avesse avuto idea delle ricchezze nascoste dell'asteroide: è composto in prevalenza da ferro e nichel, un metallo che usiamo in abbondanza per creare acciaio inossidabile, batterie ricaricabili, robot e leghe a memoria di forma. Dopo averla studiata per quasi due secoli, gli scienziati oggi pensano che questa gigantesca massa metallica sia quello che resta del nucleo di un corpo celeste formatosi alla nascita del nostro sistema solare.
I pianeti come la Terra sono composti da elementi agglomerati su diversi livelli: quelli più densi, come i metalli, si addensano e stabilizzano nella zona centrale, mentre quelli più leggeri si dispongono nelle aree superficiali. «16 Psiche» ha perso la sua parte meno densa e vaga nello spazio come una grande boccia metallica che sarebbe bello arpionare e sfruttare come una inesauribile miniera. Poiché non sarà possibile, la Nasa si limiterà a studiarla più da vicino.
«Il primo sistema solare era un luogo violento - ha spiegato la professoressa Katherine de Kleer, del California Institute of Technology -, poiché i corpi planetari si univano e poi si scontravano l'uno con l'altro mentre si stabilizzavano in orbite attorno al Sole. Pensiamo che i frammenti dei nuclei, dei mantelli e delle croste di questi oggetti siano giunti fino a noi sotto forma di asteroidi». Nel sistema solare sono già stati individuati circa 600 mila asteroidi, ma probabilmente il loro numero supera il milione. Il più grande è Cerere, che ha un diametro di quasi 1000 chilometri. Vesta e Pallade raggiungono i 500 chilometri.
Gli scienziati sono molto eccitati all'idea di poter studiare per la prima volta il nucleo di un pianeta libero dagli strati soprastanti, ma un'occhiata più da vicino potrebbe rivelare che «16 Psiche» è semplicemente un asteroide metallico, soltanto più grosso degli altri corpi celesti di tipo «M». Tutti gli indizi fin qui raccolti portano però a pensare che la sonda della Nasa non deluderà le aspettative. La navicella raggiungerà l'asteroide nel 2026 e resterà per 21 mesi in orbita analizzandolo con tutti gli strumenti necessari.
«16 Psiche» si trova a una distanza tre volte superiore a quella fra la Terra e il Sole e ci vorrà molta pazienza. Alcuni scienziati pensano che l'era spaziale non partirà davvero fino a quando non cominceremo ad estrarre metalli preziosi dagli asteroidi, riducendo i costi dell'esplorazione grazie ai profitti dell'attività mineraria. La Cina sta già lavorando al progetto di robot-minatori da inviare su piccoli corpi celesti selezionati da telescopi e sonde, e i vettori di lancio riutilizzabili contribuiranno a rendere meno oneroso ogni viaggio spaziale.
In numerosi centri si sta lavorando anche al «biomining», una tecnica che affida ai batteri il compito di scavare i metalli, e che ha già mostrato di funzionare anche sulla Stazione Spaziale. I batteri fanno questo sulla Terra già da miliardi di anni e si tratta solo di incoraggiarli ancora un po', dicono gli esperti. E' uno scenario da film di fantascienza, per fortuna ancora molto lontano: il micromondo portato avanti e indietro per il sistema solare potrebbe rivelarsi molto più difficile da tenere a bada dei semplici coronavirus mutanti dei quali ancora non siamo venuti a capo.
Fonte: qui
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