giovedì 12 agosto 2021

L'ULTIMO REPORT DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' PARLA CHIARO: SU 180 MORTI PER COVID, I VACCINATI ERANO SOLO 34: "E DI QUESTI, 29 ERANO OVER 80 CON VARIE PATOLOGIE"

"SE NON SI E' VACCINATI, E' QUASI IMPOSSIBILE NON ESSERE CONTAGIATI" 

MASSIMO CICOZZI, DIRETTORE DEL LABORATORIO DI STATISTICA MEDICA DEL CAMPUS BIO-MEDICO: "AI 4,5 MILIONI DI OVER 50 CHE RIFIUTANO IL VACCINO DICO SOLO: GUARDATE I DATI" - 


Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVACORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

«I vaccini stanno funzionando. E bene. Stanno fermando i casi gravi. Ai 4,5 milioni di over 50 che rifiutano il vaccino dico solo: guardate i dati. E tenete conto che la variante Delta ha una capacità di trasmissione da 6 a 8 volte più alta del ceppo originale. Se non si è vaccinati, è quasi impossibile non essere contagiati» dice il professor Massimo Ciccozzi, direttore del laboratorio di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-medico di Roma che insieme ad alcuni colleghi ha pubblicato una lettera sul Journal of Medical Virology dal titolo d'impatto: «Mentre discutiamo sui vaccini, il virus se la ride». Guardatevi i dati, dice il professor Ciccozzi.

 

roma vaccinazione anti covid 19 per i maturandi 1ROMA VACCINAZIONE ANTI COVID 19 PER I MATURANDI 

SCENARIO E l'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità, sulla base dell'esperienza italiana, dice questo: con il ciclo completo della vaccinazione la protezione dal decesso è del 96,6 per cento. Tra l'11 giugno e l'11 luglio di 180 morti per Covid presi in considerazione, i vaccinati erano solo 34. «E di questi - ricorda Ciccozzi - 29 erano over 80 con varie patologie». Non solo: in un reparto di terapia intensiva, 9 pazienti Covid su 10 non sono vaccinati.

 

Travolti da dichiarazioni, notizie che rimbalzano dai vari Paesi, numeri non sempre semplici da interpretare, i cittadini si domandano: ma i vaccini stanno funzionando? La sintesi, che emerge dall'ultimo studio dell'Istituto superiore di sanità, e che coincide più o meno con gli studi che arrivano anche dall'estero, è: sì, stanno funzionando, stanno riducendo il numero dei ricoveri, anche se con la variante Delta c'è una minore efficacia nel fermare l'infezione.

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVACORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

Cosa significa? Semplificando: se sei vaccinato, hai molte meno possibilità di finire in ospedale rispetto a una persona che non è vaccinata. Hai anche molte meno possibilità di infettarti, ma in questo caso il margine di incertezza sale. Per questo motivo ieri il direttore dell'Oxford Vaccine Group, Sir Andrew Pollard, ha affermato: «Non è possibile raggiungere l'immunità di gregge con l'attuale variante Delta del coronavirus. La variante Delta infetterà ancora le persone che sono state vaccinate. E questo significa che chiunque non sia ancora vaccinato a un certo punto incontrerà il virus e non abbiamo nulla che possa fermare completamente quella trasmissione».

 

Terapia intensiva 3TERAPIA INTENSIVA 

FUTURO Per questo, ormai molti virologi ed epidemiologi sono concordi: Sars-CoV-2 diventerà endemica, continuerà a circolare normalmente, ma non sarà un grande problema, perché se la maggioranza di noi sarà vaccinata, se lo saranno soprattutto le categorie più fragili, di conseguenza ricoveri e decessi saranno pochi e dunque la convivenza sarà accettabile.

 

Perché ancora non siamo a questo punto? Malgrado l'Italia sia uno dei Paesi al mondo che ha vaccinato più persone, siamo ancora lontani dal traguardo: tra gli over 12, vale a dire i vaccinabili, c'è ancora oltre il 30 per cento di persone che ha rifiutato l'iniezione e non è protetto.

 

vaccini in siciliaVACCINI IN SICILIA

CONVIVENZA L'ultimo report dell'Istituto superiore di sanità analizza nel dettaglio infezioni, ricoveri e decessi per Covid tra il 25 giugno e il 25 luglio. Immaginate di entrare in un reparto di terapia intensiva che raccoglie tutti i malati che, purtroppo, in Italia hanno dovuto affrontare questa esperienza: gli ingressi sono stati 203, ma di quelli la stragrande maggioranza, 180, non è stata vaccinata o, in misura minore, ha ricevuto solo una dose di vaccino.

 

Andiamo oltre, analizziamo i decessi sempre attingendo dai dati dell'Istituto superiore di sanità: su 180 morti i vaccinati sono solo 34 (dati del periodo 11 giugno - 11 luglio). Non solo: di quei 34, 29 sono over 80, la fascia di età per la quale il tasso di letalità è molto più alto; per fortuna il 90 per cento degli over 80 è protetto con la doppia iniezione, se non lo fosse stato quel dato sarebbe molto più doloroso.

 

VACCINI GIOVANIVACCINI GIOVANI

I ricoveri ospedalieri, dunque considerando anche quelli in area medica, riflettono lo stesso scenario: su 3.000 pazienti Covid, solo un settimo sono vaccinati, 404. Ancora: di quei 2.526 ricoveri di non immunizzati, 932 hanno meno di 40 anni, a dimostrazione che non è vero che se sei giovane non rischi nulla.

 

Conclude il professor Massimo Ciccozzi: «Il nostro obiettivo non è più l'immunità di gregge, ma la protezione di più persone possibile. Se il vaccino evita la malattia grave e il ricovero, allora possiamo convivere con Sars-CoV-2, così come facciamo storicamente con altri virus».



MODERNA PROTEGGE MEGLIO DAL CONTAGIO RISPETTO A PFIZER 


UNO STUDIO USA HA MESSO A CONFRONTO L'EFFICACIA DEI DUE VACCINI ANALIZZANDO I DATI DI DUE GRUPPI DI PERSONE NEL MINNESOTA, TRA GENNAIO E GIUGNO 


LO STUDIO: "ENTRAMBI SONO STATI ALTAMENTE EFFICACI CONTRO L'INFEZIONE E I RICOVERI" MA "SE L'EFFICACIA CONTRO IL RICOVERO E' RIMASTA ELEVATA, QUELLA CONTRO L'INFEZIONE E' RISULTATA INFERIORE: MODERNA AL 76% E PFIZER AL 42%" 


Da Adnkronos.com

 

PfizerPFIZER

Fanno breccia nello scudo vaccinale e per questo le chiamano infezioni “breakthrough”. Sono i contagi che si verificano fra persone vaccinate. Con l'ascesa delle varianti Covid, in particolare la Delta, questi dati sono costantemente sotto i riflettori e vengono monitorati attentamente per cogliere eventuali segnali di cedimento nella profilassi.

 

Uno studio Usa non ancora pubblicato, e quindi non sottoposto a revisione paritaria, ma disponibile in versione preprint sulla piattaforma “Medrxiv”, mette a confronto l'efficacia dei due vaccini a mRna, Moderna e Pfizer/BioNTech. L'analisi è stata condotta su dati del Mayo Clinic Health System da gennaio a luglio 2021, periodo in cui erano molto diffuse sia la variante Alfa che la Delta, e mostra che l'efficacia contro l'infezione sembrerebbe essersi ridotta meno per Moderna.

 

VaccinoVACCINO

«Abbiamo definito gruppi di persone del Minnesota vaccinate e non (25.589 persone per ciascuno dei due gruppi), abbinate per età, sesso, etnia, storia di precedenti test per Sars-CoV-2 e data della vaccinazione completa», spiegano gli autori che riportano i risultati della loro analisi su più fronti. «Entrambi i vaccini sono stati altamente efficaci durante questo periodo di studio contro l'infezione da Sars-CoV-2 e contro i ricoveri per Covid. A luglio, però, se l'efficacia contro il ricovero è rimasta elevata, l'efficacia contro l'infezione è risultata inferiore per tutti e due i prodotti scudo (Moderna 76%, Pfizer 42%), con una riduzione più pronunciata per il vaccino Pfizer». Questo calo si verificava mentre in Minnesota la prevalenza della variante Delta aumentava dallo 0,7% di maggio a oltre il 70% di luglio, e la prevalenza di Alfa calava dall'85% al 13% nello stesso periodo di tempo.

 

vaccino anti coronavirus di modernaVACCINO ANTI CORONAVIRUS DI MODERNA

Confrontando i tassi di infezione tra vaccinati nei siti del Mayo Clinic Health System in più stati (Minnesota, Wisconsin, Arizona, Florida e Iowa), il vaccino Moderna ha mostrato una riduzione di due volte del rischio di infezioni “breakthrough” rispetto a Pfizer. In Florida, che a luglio stava vivendo la sua più grande ondata di Covid, il rischio di infezione dopo vaccinazione completa era inferiore di circa il 60% con Moderna rispetto a Pfizer. Lo studio osservazionale, va precisato, evidenzia che entrambi i vaccini a mRna proteggono fortemente contro infezioni e malattie gravi, ma giustifica un'ulteriore valutazione dei meccanismi alla base delle differenze nella loro efficacia, concludono gli autori. Fonte: qui

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