La Dia di Napoli ha notificato il decreto di confisca definitiva, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), nei confronti di Alfonso Letizia, imprenditore attivo in particolare nel settore della produzione e della vendita del calcestruzzo.
Dalle indagini svolte dalla Dia è stato non solo ricostruito «il suo reale assetto patrimoniale» ma è emersa anche «la sua 'pericolosità qualificatà, derivante dai rapporti emersi con il clan dei Casalesi, fazione Schiavone - sottolinea la Dia in una nota - nel delicato e strategico settore della produzione e fornitura del calcestruzzo».
La Dia ricorda che l'imprenditore «era stato arrestato dalla Dia nel 2011» nell'ambito dell'operazione «Il Principe e la (scheda) ballerina». L'imprenditore, ricorda la Dia, era considerato dagli investigatori «il riferimento della famiglia Schiavone, poiché metteva stabilmente a disposizione dell'organizzazione i propri impianti di produzione del calcestruzzo e le proprie strutture societarie ottenendo, di contro, l'ingresso nel cartello delle aziende oligopoliste che l'associazione imponeva sui cantieri presenti nel mercato casertano». (
I decreti di sequestro e di confisca emessi dal Tribunale, in seguito alla proposta del direttore della Dia, eseguiti nel 2014 e nel 2018, sono stati confermati dalla Corte di Appello di Napoli e definitivamente dalla Corte Suprema di Cassazione. I beni acquisti al patrimonio dello Stato, per un valore di circa 100 milioni di euro, sono: sei aziende (operanti nel settore edile e immobiliare, dell'estrazione di inerti, della produzione e vendita del calcestruzzo); 70 immobili, tra cui terreni e fabbricati, in vari comuni della provincia di Caserta e due in Cavezzo (Modena); 28 auto/motoveicoli; numerosi rapporti finanziari.
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