COSÌ QUATTRO MAROCCHINI SCHIAVIZZAVANO CLANDESTINI TRA LE CAMPAGNE DI VENEZIA, PADOVA E ROVIGO
CHI SI LAMENTAVA FINIVA ALL'OSPEDALE E CHI SI FERIVA DOVEVA LAVORARE LO STESSO
NEI GUAI ANCHE SEI ITALIANI PERCHÈ...
Tre euro all'ora per 11 ore di lavoro nelle vigne, a potare le piante e raccogliere l'uva. Era questa la vita di tutti i giorni di alcuni migranti sfruttati da caporali loro connazionali, secondo quanto accertato da un'indagine dei carabinieri del lavoro di Venezia, Padova e Rovigo che ha portato all'emissione di 4 misure cautelari con l'obbligo di dimora. L'accusa nei confronti di 4 marocchini è di aver costituito un'associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera. Le indagini hanno accertato che i migranti che venivano impiegati nei vigneti, alcuni dei quali senza permesso di soggiorno, lavorano senza alcun dispositivo di protezione individuale e senza nessuna protezione assicurativa o previdenziale. Di fatto "fantasmi" a servizio della produzione vinicola locale.
I migranti, in gran parte clandestini, lavoravano anche 11 ore di fila, senza potersi riposare o mangiare. Chi si ribellava veniva picchiato, vari sono stati gli accessi al pronto soccorso, mentre altri, vittime di incidenti sul lavoro, erano costretti a tornare al lavoro il giorno dopo con fasciature ed ecchimosi. Gli stranieri impiegati non hanno avuto il coraggio di parlare perché speravano di ottenere il permesso di soggiorno, visto che molte delle vittime sono clandestine.
Associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento del lavoro clandestino nei confronti di 13 persone, è l'accusa cui devono rispondere quattro cittadini marocchini arrestati dai Carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Padova, Venezia e Rovigo. A dare il via alle indagini sono stati due cittadini stranieri esasperati dal lavoro sfibrante e dalle condizioni inumane a cui erano sottoposti. I Carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro di Padova, Venezia e Rovigo sono partiti da queste dichiarazioni, hanno avviato appostamenti e hanno cominciato a sentire a sommarie informazioni altri dipendenti che lavoravano tutti per i quattro marocchini, i quali avevano registrato la propria attività di intermediazione alla Camera di commercio di Rovigo.
Dapprima è stato il Tribunale di Venezia a emettere un provvedimento interdittivo nei confronti della società, per le irregolarità riscontrate a Cavarzere, mentre alcuni stranieri erano al lavoro in un fondo privato. Il titolare della ditta ha però continuato a lavorare nelle zone di Padova e Rovigo, creando una nuova azienda e intestandola alla moglie e impiegando gli stessi lavoratori nelle zone di Montagnana, Tribano, Arre, Conselve e San Martino di Venezze nel rodigino.
I carabinieri stanno approfondendo le posizioni dei sei proprietari terrieri italiani che hanno impiegato la società finita nel mirino dei carabinieri, la quale offriva servizi di raccolta ortaggi a prezzi estremamente vantaggiosi. Il giro degli affari di detta società gestita dagli stranieri era sui 350mila euro l'anno. I quattro hanno obbligo di dimora e di firma dai carabinieri.
Fonte: qui
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