domenica 25 ottobre 2020

IL VAFFA DI CHRISTIAN ROCCA A ‘GIUSEPPI’: "UNA NENIA CONTORTA, FARRAGINOSA E INSOPPORTABILE. BASTA, C’È UN LIMITE A TUTTO. RISENTIRE 8 MESI DOPO LE STESSE IDENTICHE FREGNACCE CHE CONTE AND COMPANY DICEVANO A MARZO È SCONFORTANTE OLTRE OGNI UMANA SOPPORTAZIONE. L’ITALIA AFFRONTA UN DELIRIO INAUDITO, SUBISCE UN FALLIMENTO DI LEADERSHIP SENZA PRECEDENTI''

 

IL NUMERO DUE DEL PD ORLANDO HA DETTO CHE ERA "IMPOSSIBILE PRONOSTICARE UNA CRESCITA COSÌ ESPONENZIALE" DEI CONTAGI. MA COME "IMPOSSIBILE PRONOSTICARE?". 

E POI ARCURI, LA AZZOLINA...

Christian Rocca per linkiesta.it

CONFERENZA STAMPA GIUSEPPE CONTECONFERENZA STAMPA GIUSEPPE CONTE

C’è un limite a tutto. Risentire otto mesi dopo le stesse identiche fregnacce che Conte and company, compresi l’opposizione e i maledetti virologi, dicevano a marzo è sconfortante oltre ogni umana sopportazione.

Per non parlare del commissario Domenico Arcuri che promette nuovi mirabolanti forniture di nulla mischiato a niente e della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina che ancora non ha capito la differenza tra i test sierologici e i tamponi, e poi del premier che svela nel libro di Bruno Vespa che a Natale ci sarà il vaccino e infine del comitato tecnico-scientifico che ogni volta compare nel suo ruolo epico da deus ex machina ma non per risolvere la tragedia, piuttosto come artificio politico che consente ai Conte boys di scaricare le colpe su qualcun altro.

 

MEME SUL RITARDO DI CONTEMEME SUL RITARDO DI CONTE

Per due giorni, in Parlamento si è assistito alla scena surreale di Conte intento a leggere con un’intonazione da cantante confidenziale prima al Senato e poi alla Camera lo stesso testo coinvolgente e appassionante quanto una cartella esattoriale per spiegare al paese un dpcm che tutti sanno essere già superato e da rimpiazzare con un altro decreto urgente del presidente del Consiglio, pare domenica.

«Basta, finiscila» cantava Flavio Giurato in un formidabile disco del pop italiano degli anni Ottanta come contrappunto alle parole gonfie di retorica e vuote di senso che il suo alter ego pronunciava con presuntuosa e ridicola gravità di stampo diciamo contiano. Basta, finiscila. Finitela. State zitti, sparite, fate entrare gli adulti.

giuseppe conte sergio mattarellaGIUSEPPE CONTE SERGIO MATTARELLA

L’Italia affronta un delirio inaudito, subisce un fallimento di leadership senza precedenti, vive una situazione drammatica che solo l’involontario genio comico del ministro Luigi Di Maio poteva trasformare in una grottesca rivendicazione del primato della seconda ondata perché, ha detto senza scoppiare a ridere, gli altri paesi che in un primo momento hanno sottovalutato la pandemia subiscono ancora la forza letale della prima ondata pandemica mentre noi, sapientoni, possiamo vantare di essere già alla seconda, come se esultasse per aver raggiunto la schermata successiva di un videogioco.

ANDREA ORLANDOANDREA ORLANDO

Ci sono i Cinquestelle e Salvini e Meloni con i clic su Rousseau, le magliette di Putin e l’ola per Trump, ma anche i Democratici non sono del tutto impermeabili al ridicolo di questi tempi. Ieri il numero due Andrea Orlando ha detto a Repubblica, come prima risposta a un’intervista che avrebbe dovuto far esplodere il cervello dei fact checker, che era «impossibile pronosticare una crescita così esponenziale». Ma come «impossibile pronosticare», se si parla incessantemente di seconda ondata da marzo? E che vuol dire in italiano (e in aritmetica) «così esponenziale»? Una crescita o è esponenziale o non è esponenziale come una donna è incinta oppure no, non ci si può stupire perché sia così incinta.

DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASODOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

Un tempo si diceva che saremmo usciti migliori dalla pandemia, ma al momento c’è da sperare solo di uscirne vivi con una classe dirigente rovinosa e stravagante, anzi così rovinosa e così stravagante, come la nostra.

Come ha suggerito Angela Merkel, in un modo culturalmente incompatibile con la nenia contorta e farraginosa e insopportabile di Giuseppe Conte e dei suoi, siamo anche disposti a limitare le uscite per contenere il virus, lo abbiamo già fatto e lo rifaremo, però gli incapaci, gli aedi e i sorpresi della seconda ondata dovranno andarsene a casa e non farsi vedere più.

Fonte: quisergio mattarella riceve il governoSERGIO MATTARELLA RICEVE IL GOVERNO

“QUESTA È LA TAC POLMONARE DI UN PAZIENTE DI 37 ANNI MALATO DI COVID. SENZA LA TERAPIA INTENSIVA MORIREBBE” 

DE LUCA MOSTRA LE IMMAGINI DELL'ESAME CLINICO PER AMMONIRE I GIOVANI SUGLI EFFETTI DEL COVID 

GRAMELLINI LO FULMINA: "I PRESIDENTI DI REGIONE NON DEVONO SPAVENTARE I CITTADINI MA FAR FUNZIONARE GLI OSPEDALI, DOTANDOLI DEI POSTI DI TERAPIA INTENSIVA CHE IN QUESTI MESI DI TREGUA SI SAREBBERO DOVUTI ALLESTIRE, MAGARI NEL TEMPO DEDICATO A MINACCIARE L'USO DI LANCIAFIAMME


 

Da www.corriere.it

 

VINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVIDVINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVID

«Questa è la tac polmonare di un paziente di 37 anni malato di Covid. Senza la terapia intensiva morirebbe». Il presidente della regione Campania De Luca mostra le immagini dell'esame clinico. Poi rimprovera i cittadini campani mostrando i video di una festa in spiaggia a Bagnoli (Napoli). «Siamo all'irresponsabilità», ha commentato. «Sono queste le situazioni che hanno portato a una diffusione enorme del contagio», ha concluso il governatore che ha annunciato per la sua regione la chiusura totale delle attività.

 

 

 

LA LASTRA DI DE LUCA

Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”

 

VINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVIDVINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVID

Perché Vincenzo De Luca ha deciso di mostrare la lastra dei polmoni di un trentasettenne ricoverato al Cotugno di Napoli con il Covid? Al di là del buongusto (la prossima volta mostrerà la tac di un trauma cranico per scoraggiare gli incidenti stradali?), come mai ha voluto trasformare un caso abbastanza eccezionale in una storia emblematica? Immagino che De Luca lo abbia fatto per spaventare i suoi amministrati più giovani, ritenendo la paura il migliore antidoto contro il diffondersi del contagio.

 

L' idea che i popoli si governino trattandoli come sudditi - anziché sforzarsi di renderli cittadini consapevoli - raccoglie molti estimatori e, pur senza condividerla, non mi permetto di giudicarla. Però De Luca non è un corsivista, né un parroco o uno psicanalista. De Luca è un presidente di Regione, e il compito istituzionale dei presidenti non consiste nello spaventare i cittadini, ma nel far funzionare gli ospedali, dotandoli dei posti di terapia intensiva che in questi mesi di tregua si sarebbero potuti e dovuti allestire, magari nel tempo dedicato a mostrare lastre e minacciare l' uso di lanciafiamme in tv.

 

VINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVIDVINCENZO DE LUCA MOSTRA LA TAC DI UN 37ENNE MALATO DI COVID

Invece, dopo appena due settimane di recrudescenza del virus, gli ospedali della Campania sono già in affanno, e De Luca invoca il lockdown perché per sua stessa ammissione non è in grado di gestire le conseguenze prevedibili della crisi sanitaria. Quando un problema diventa troppo complicato, molti politici preferiscono rimuoverlo, chiudendolo in casa.

 

Fonte: qui


IL PAESE DEGLI "IRRESPONSABILI" E DELLO SCARICABARILE - “NON È COLPA DELLA SCUOLA, PERCHE’” - DICEVA LA AZZOLINA - “POSSIAMO INDIVIDUARE TEMPESTIVAMENTE I POSITIVI”. 

IN UNA SETTIMANA I CONTAGI IN AULA SONO RADDOPPIATI, CON 13 MILA PROF E STUDENTI COINVOLTI. 

NON È COLPA DEI TRASPORTI PERCHÉ, SECONDO LA DE MICHELI, “AEREI, NAVI, BUS E TRENI HANNO CONTRIBUITO CON LO 0,1% AL CONTAGIO”. 

NON È COLPA DELLE REGIONI, CHE LAMENTANO POCHE RISORSE, MA HANNO SPESO SOLO 120 DEI 300 MILIONI DISPONIBILI PER POTENZIARE I TRASPORTI. 

INSOMMA, NON È COLPA DI NESSUNO, MA IL LOCKDOWN È PIÙ VICINO

Davide Lessi per “la Stampa”

 

LUCIA AZZOLINALUCIA AZZOLINA

Non è colpa della scuola. «I casi di positività ci saranno ma le misure che abbiamo introdotto ci permettono di individuarli tempestivamente», diceva un mese fa la ministra dell' Istruzione Lucia Azzolina. In una settimana i contagi in aula sono raddoppiati, con oltre 13 mila prof e studenti coinvolti. Non è colpa dei trasporti. «Gli studi dicono che aerei, navi, bus e treni hanno contribuito con lo 0,1% al contagio», sosteneva pochi giorni fa la ministra Paola De Micheli. Non è colpa delle Regioni. Che lamentano poche risorse, ma hanno speso solo 120 dei 300 milioni disponibili per potenziare i trasporti. Non è colpa di nessuno. Ma il lockdown è più vicino.

Fonte: qui

NON CI SI ARRIVA NEANCHE IN OSPEDALE: SI MUORE PRIMA 

AD AVEZZANO UNA 79ENNE CONTAGIATA MUORE IN AMBULANZA DOPO QUATTRO ORE DI ATTESA: I POSTI LETTO PER I MALATI DI COVID ERANO GIA’ TUTTI OCCUPATI 

UN UOMO DI 72 ANNI, CON UNA FORTE CRISI RESPIRATORIA, MA SENZA UNA DIAGNOSI DI POSITIVITÀ AL VIRUS, È DECEDUTO NELL'AUTO FERMA DAVANTI ALLO STESSO OSPEDALE, CON LA MOGLIE ACCANTO CHE, CON URLA STRAZIANTI, GRIDAVA: “FATECI ENTRARE”

Manlio Biancone Rosalba Emiliozzi per “il Messaggero”

 

Due morti in poche ore in attesa di essere ricoverati in un ospedale intasato e con complesse procedure d' entrata. Morti «inaccettabili» le definisce la sindaca di Luco dei Marsi, Marivera De Rosa. Una donna di 79 anni con il coronavirus, infettata nella casa di riposo dove viveva, è deceduta in ambulanza dove ha aspettato 4 lunghissime ore davanti all' ospedale di Avezzano senza poter mai entrare nel reparto Covid: 4 posti già pieni. Un uomo di 72 anni, con una forte crisi respiratoria, ma senza una diagnosi di positività al virus, è spirato nell' auto ferma davanti allo stesso ospedale, con la moglie accanto che, con urla strazianti, gridava: «Fateci entrare».

 

OSPEDALE DI AVEZZANOOSPEDALE DI AVEZZANO

«Siamo sconvolti», dice Paolo Venti, figlio di Maria Giuseppa Palma, la donna morta in ambulanza. È appena terminato il funerale della mamma, una donna conosciuta a Luco dei Marsi, in provincia dell' Aquila, dove la famiglia Venti ha una grande azienda agricola.

 

IL FIGLIO

Parla con un filo di voce il figlio: «Siamo persone riservate, queste sono ore di grande dolore, ancora non ci rendiamo conto di ciò che è successo, abbiamo messo tutto in mano all' avvocato». E il loro legale, Giuseppe Palladino di Nola, non usa mezzi termini: «Lunedì, al massimo martedì, ci rivolgeremo alla Procura di Avezzano per chiedere la riesumazione della salma e svolgere così l' autopsia».

 

OSPEDALE DI AVEZZANOOSPEDALE DI AVEZZANO

Il perché, spiega il legale, è anche nella gestione dell' emergenza Covid nella Rsa Don Orione di Avezzano dove si sono verificati 102 casi di infezione: 70 ospiti, 25 dipendenti, 5 religiosi e 2 volontari e fra questi anche il direttore della struttura, padre Vittorio Quaranta, che si trova in isolamento. Sette i decessi, 4 solo ieri. Tra questi Maria Giuseppa Palma. La sua famiglia ora vuole la verità. «Nella stessa struttura è ricoverato anche il marito di Maria Giuseppa, Vittorio - spiega l' avvocato - e abbiamo serie difficoltà ad avere sue notizie, Vittorio è molto malato e non è stato ancora informato della morte della moglie, vorremmo farlo noi con garbo, le sue precarie condizioni potrebbero precipitare, ma non riusciamo a metterci in contatto con lui, c' è una procedura incredibile, dobbiamo passare attraverso il medico di base, essere accreditati».

 

OSPEDALE DI AVEZZANOOSPEDALE DI AVEZZANO

Ha intenzione di fare piena luce anche la sindaca Marivera De Rosa, la prima a lanciare sulla sua bacheca Facebook la «vicenda triste e allarmante di Maria Giuseppa, ricoverata nella Rsa Don Orione, deceduta dinanzi all' ospedale, a bordo dell' ambulanza nella quale ha atteso invano il ricovero nell' area Covid di Avezzano, i cui pochi posti letto erano già occupati». Nel post-denuncia dice: «È evidente che il sistema è già in tilt, e i numeri dell' emergenza ci dicono che il nostro territorio (la Marsica, ndr) si sta avviando rapidamente a un tracollo

È imperdonabile che oggi ci si trovi impreparati: mancano medici, attrezzature, posti letto. Chiameremo a rispondere, in tutte le sedi, i responsabili di ogni colpevole inadempienza».

 

L' INDAGINE

OSPEDALE DI AVEZZANOOSPEDALE DI AVEZZANO

La procura di Avezzano, dopo l' esposto dei familiari ai carabinieri, ha aperto un fascicolo e disposto l' autopsia sul corpo di Enzo Di Felice, 72 anni, anche lui di Luco dei Marsi, anche lui morto in attesa di ricovero durante un' emergenza in corso, problemi respiratori seri, che hanno spinto la sorella Iole e la moglie Amalia a portarlo con l' auto in ospedale. Secondo il racconto delle due donne, una clinica privata avrebbe rifiutato il ricovero.

 

«Andate in ospedale» avrebbero detto e le due donne si sono precipitate ad Avezzano dove ieri mattina si sono messe in coda per l' accesso al pronto soccorso passando prima per la tenda triage dove si svolgono i controlli Covid ai pazienti in arrivo. Ma le condizioni di Enzo si sono aggravate ed è sopraggiunta la morte nell' auto. Secondo la Asl, l' uomo sarebbe stato soccorso dai medici «ma ogni tentativo è stato vano». Alla Procura spetterà ricostruire la vicenda e attribuire eventuali responsabilità.

 

Fonte: qui


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