mercoledì 28 ottobre 2020

BELPIETRO: ''SOLO ORA ARRIVANO I BANDI PER NUOVE AMBULANZE. UN RITARDO CHE SI SOMMA A QUELLI PER TERAPIE INTENSIVE, APP IMMUNI, TAMPONI, CABLATURA DELLE SCUOLE, AUTOBUS. SE CI RITROVIAMO ANCORA NEI GUAI SAPPIAMO DI CHI È COLPA''


BELPIETRO: ''IN PIÙ È PARTITO IL CAOS GIALLOROSSO: NEMMENO MINISTRI E CONSULENTI APPROVANO LE MISURE PRESE''

Maurizio Belpietro per “la Verità

 

Ieri sulle pagine di alcuni dei principali giornali è comparso un avviso di indizione gara della presidenza del Consiglio. Sotto il titolo banale di qualsiasi bando pubblico, l' annuncio avvisava che la scadenza per la presentazione di offerte per la fornitura di autoambulanze e automediche era fissata alle ore 18 del 3 novembre 2020. Sì, avete letto bene, il commissario straordinario per l' emergenza Covid, a otto mesi dall' inizio dell' epidemia, mentre migliaia di persone devono far ricorso al pronto soccorso causa coronavirus, ha sentito l' urgenza di chiedere ai fornitori della pubblica amministrazione di manifestare il loro interesse alla fornitura entro i primi giorni di novembre.

ambulanzaAMBULANZA

 

Immaginiamo che tra chiusura della gara, apertura delle buste con le offerte inviate e proclamazione dei vincitori passeranno alcune settimane. Dopo di che, arrivato Natale, ne serviranno altre per avviare la produzione. Non credo di essere pessimista, ma immagino che prima della fine dell' anno non vedremo alcuna autoambulanza in più di quelle di cui già disponiamo. Naturalmente, quando parlo di fine anno intendo l' anno nuovo, perché è evidente che un' automedica non si attrezza così su due piedi. Servono sistemi di assistenza, ossigeno e altro e dunque, prima di metterla su strada, ci vuole tempo e dopo l' assegnazione dell' incarico bisogna passare alla fase operativa, cioè alla produzione, perché, a differenza delle automobili, le ambulanze non si comprano dal concessionario.

belpietroBELPIETRO

 

Dunque, in piena emergenza, con gli ospedali pieni e i mezzi di pronto soccorso pienamente impegnati, la presidenza del Consiglio e il baldo Domenico Arcuri, ovvero l' uomo a cui Giuseppe Conte ha affidato pieni poteri per fronteggiare la pandemia, si sono ricordati di ordinare le ambulanze solo ieri e in gran fretta hanno invitato le aziende produttrici a farsi avanti.

 

Che otto mesi dopo a Palazzo Chigi si siano resi conto della carenza di automediche non deve stupire. Impegnati com' erano a fare conferenze stampa e rilasciare interviste, è comprensibile che i nostri eroi contro l' emergenza siano un po' in ritardo sulla tabella di marcia. Pensate solo che per riuscire a raggiungere il numero di posti letto in rianimazione il governo - per bocca del solito Arcuri - ha chiarito che per arrivare a pieno regime, e dunque coprire il fabbisogno di disponibilità nelle terapie intensive, ci vorranno 27 mesi, vale a dire che saremo pronti ad affrontare l' emergenza all' incirca alla metà del 2023.

 

Il che sarebbe già un brillante risultato, perché, se si dà un' occhiata al cronoprogramma per cablare le scuole e consentire la didattica a distanza, si capisce che con l' istruzione siamo messi anche peggio. Già, perché il bando di gara del solito Arcuri scadrà anche dopo quello per le ambulanze. Le offerte dovranno infatti pervenire entro il 23 novembre e i lavori dovranno essere completati entro la fine del 2023, con una scadenza per il Natale dell' anno prossimo di almeno un 25 per cento del totale.

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTEDOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE IN SENZA ARTE NÉ PARTE

 

Dunque, per la rianimazione c' è tempo, per le lezioni anche e volete che nel ramo trasporti si proceda spediti? Ovvio che no. Sempre Arcuri, il mago dell' emergenza, l' uomo che riesce a tenere in surplace il Covid, l' altro giorno ha spiegato che a lui nessuno ha parlato di autobus e mezzi pubblici.

 

Forse, essendo convinto che studenti e lavoratori viaggino con la forza del pensiero o, anche lui come il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che le persone si spostino da un capo all' altro delle città in monopattino, il super commissario pare non aver prestato neppure un minuto del suo tempo alla questione del trasferimento casa-scuola-lavoro. Con il risultato che al momento non paiono neppure essere state avviate le procedure per i bandi di gara e dunque, per i nuovi autobus, si dovrà scavallare anche il 2023, che a noi già sembrava una scadenza lontanissima.

 

Ma c' è di più. Oltre a essersi dimenticato di ordinare ambulanze, cablare le scuole e comprare mezzi per il trasporto locale, il governo ha proceduto a rilento pure sul tracciamento dei contagiati, scordandosi che l' app Immuni doveva servire per informare gli italiani entrati in contatto con un malato. Dopo settimane di polemiche sulla scelta di un sistema dall' azionariato ritenuto non completamente affidabile (tra gli investitori c' è anche un gruppo cinese con base ad Hong Kong), l' applicazione che avrebbe dovuto tracciare le relazioni delle persone con il Covid, in realtà è finita in cavalleria, insieme ai tanti altri progetti rimasti sulla carta.

 

BEPPE SALA E GIUSEPPE CONTE CON LA PALABEPPE SALA E GIUSEPPE CONTE CON LA PALA

L' elenco dei ritardi e delle manchevolezze naturalmente potrebbe continuare, arricchendosi di promesse e annunci non rispettati, come per i bonus. Tuttavia, penso che basti questo a far comprendere che qui l' unico a dover essere messo in isolamento prima che faccia altri guai è il governo. Non ci piacciono le rivolte in piazza e non abbiamo certo intenzione di soffiare sul fuoco. Semmai oggi ad appiccare l' incendio è chi siede a Palazzo Chigi, il quale rinviando di giorno in giorno i problemi è riuscito nella non facile opera di aggravarli. E ora pretende pure di presentarci il conto dei suoi danni. Fonte: qui


“CI HANNO IGNORATO PER MESI E ORA DICONO CHE SIAMO IMPREPARATI” 

LO SFOGO DI ARRIGO GIANA, NUMERO UNO DI ATM, L’AZIENDA DEI TRASPORTI MILANESI: “ANDAVANO CAMBIATI GLI ORARI DI SCUOLE E UFFICI 

DA APRILE HO SCRITTO A TUTTI PER CHIEDERE TAVOLI DI COORDINAMENTO 

CI SI È RIEMPITI LA BOCCA CON GLI SCAGLIONAMENTI DEGLI ORARI SCOLASTICI. 

CHI LO HA FATTO? PENSATE CHE IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE ABBIA MAI CHIESTO ALLE AGENZIE DI TRASPORTO COSA FOSSE NECESSARIO FARE? A UN CERTO PUNTO CI HANNO PERSINO DETTO CHE…”


Da https://www.huffingtonpost.it

 

ARRIGO GIANAARRIGO GIANA

È inaccettabile che oggi, dopo mesi in cui abbiamo ripetuto che il trasporto pubblico poteva diventare il collo di bottiglia se non fossero stati riprogrammati gli orari della città, delle scuole, degli uffici, ci si venga a dire che si chiudono scuole e attività produttive perché i trasporti si sono fatti trovare impreparati”. È lo sfogo affidato al Corriere della Sera di Arrigo Giana, presidente di Agens (l’Agenzia confederale dei trasporti) e numero uno di Atm, l’azienda dei trasporti milanesi. “Da aprile ho scritto a tutti gli stakeholder per chiedere dei tavoli di coordinamento e oggi vengono a dire che i trasporti si sono fatti trovare impreparati. È indecente”, denuncia Giana.

 

LUCIA AZZOLINALUCIA AZZOLINA

Ci si è riempiti la bocca con gli scaglionamenti degli orari scolastici. Chi lo ha fatto? Ma pensate che il ministero dell’Istruzione abbia mai chiesto alle agenzie di trasporto cosa fosse necessario fare? A un certo punto ci hanno persino detto che in base all’indipendenza scolastica dovevamo metterci d’accordo con i singoli presidi. A oggi i presidi chiamano direttamente gli amministratori delegati delle aziende di Tpl perché non sanno a che santo votarsi. Né come Agens, né come Atm sono mai stato invitato a un tavolo se non a quelli del ministero delle Infrastrutture. Il ministero è l’unico che si è dato da fare. Altri si sono riempiti la bocca senza sapere nulla”.

 

ATM AZIENDA TRASPORTI MILANESIATM AZIENDA TRASPORTI MILANESI

Il presidente di Agens rivendica gli sforzi fatti, spiegando come il sistema del trasporto pubblico locale (Tpl) non sia espandibile oltre un certo limite: “abbiamo messo in campo tutto quello che avevamo, usando i vecchi bus, non dismettendone altri, chiedendo straordinari al personale. Oltre un certo limite il Tpl non è espandibile. Bisogna mettersi in testa che in questa situazione il trasporto pubblico non è la variabile ma la costante data intorno a cui deve girare correttamente il resto”.

ATM AZIENDA TRASPORTI MILANESIATM AZIENDA TRASPORTI MILANESI

 

Secondo Giana, malgrado gli errori fatti, ”è necessario mettersi insieme, creare subito dei tavoli di coordinamento permanenti”. Altrimenti la storia del ‘farsi trovare impreparati’ è destinata a ripetersi, ancora e ancora. Fonte: qui


“CONTE NON CI HA CHIESTO SCUSA” 

LUCA RICOLFI ALL’ATTACCO: “SI È PRESENTATO IN TV, PER DIRCI CHE LA SITUAZIONE ERA GRAVE, E CHE DOVEVAMO DI NUOVO FARE SACRIFICI. 

EH NO, CARO PREMIER, NOI AVREMMO VOLUTO SENTIRE UN ALTRO DISCORSO: “CARI ITALIANI, È VERO, IN QUESTI MESI, NONOSTANTE I PIENI POTERI CHE CI SIAMO PRESI PROCLAMANDO LO STATO DI EMERGENZA, NON ABBIAMO FATTO UNA SERIE DI COSE. ABBIAMO LATITATO PERCHÉ SIAMO LITIGIOSI, DISORGANIZZATI…”. 

LA VERITA’ E’ CHE LA SECONDA ONDATA È IL FRUTTO, PREVEDIBILE E PREVISTO, DELLE OMISSIONI DEI MESI SCORSI SUI VERSANTI CRUCIALI. E ORA...”

Luca Ricolfi per “il Messaggero”

luca ricolfi 1LUCA RICOLFI 1

 

Dunque, dopo un paio di settimane di tentennamenti, e avendo cura di lasciarci divertire ancora un po' nell' ultimo weekend (come a Ferragosto, quando lasciarono sciaguratamente aperte le discoteche), i nostri governanti si sono decisi: sarà semi-lockdown, semi-coprifuoco, semi-chiusura.

 

A pagare il prezzo più salato saranno, per ora, soprattutto ristoratori, esercenti, gestori di palestre, cinema e teatri. I quali giustamente si chiedono: come si fa a tollerare che lo Stato pretenda da noi di accollarci ogni sorta di onere per far rispettare le regole, e quando invece il padrone è lo Stato, come avviene con treni, bus, voli Alitalia, il datore di lavoro pubblico non faccia nulla per farle rispettare, quelle benedette regole?

 

conte speranzaCONTE SPERANZA

Come è possibile che, mentre noi facevamo i salti mortali per adeguare i nostri locali ai protocolli di sicurezza, lo Stato tollerasse gli assembramenti per strada, dove è lui il padrone di casa? Questa reazione è perfettamente giustificata, anche se non lo è la conseguenza che se ne trae, e cioè che quindi si debba tenere tutto aperto. La realtà è ben più amara di come la percepiscono le categorie colpite dalle restrizioni imposte dal governo. Ridotta all' osso, la situazione a me pare questa.

 

Le chiusure sono ancora una volta tardive e insufficienti, se le commisuriamo all' entità del problema che la latitanza dei poteri pubblici, e innanzitutto del governo, ha fatto montare nello sciagurato trimestre estivo.

GIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELIGIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELI

 

La seconda ondata è il frutto, prevedibile e previsto, delle omissioni dei mesi scorsi sui versanti cruciali: aumento dei tamponi e dei drive-in, creazione di una task force per il tracciamento dei contatti, controllo degli assembramenti, assunzioni di personale sanitario, rafforzamento delle terapie intensive, aumento della flotta dei mezzi di trasporto, organizzazione della sorveglianza sanitaria nelle scuole, riduzione del numero di alunni per classe, scaglionamento degli orari di ingresso nelle scuole. Anziché fare queste cose, ci hanno raccontato che tutto il mondo ammirava il modello italiano di contrasto dell' epidemia.

 

luca ricolfi 3LUCA RICOLFI 

Non avendole fatte, la seconda ondata ha avuto la strada spianata. C' è chi ha avvertito del pericolo a maggio, chi a giugno, chi a luglio, ma a partire dalla metà di agosto non si poteva non capire, perché tutti gli indicatori (ripeto: tutti gli indicatori) dicevano che la curva non cresceva più linearmente, ma esponenzialmente.

 

E' questo non voler vedere che ci ha portati, oggi, a dover fronteggiare un' onda molto alta e pericolosa. Ed è questo il motivo per cui siamo chiamati a nuovi sacrifici, anche se per ora preferiscono non dirci quali, quanto grandi, e soprattutto quanto lunghi. Ma la risposta è semplice: i sacrifici saranno tanto più grandi e tanto più lunghi quanto più il governo continuerà a temporeggiare, rimandando misure che già sa che dovrà prendere.

Sono pronti, gli italiani, a una nuova stagione di sacrifici? Io penso di no, in parte per cattive ragioni, in parte per ottime ragioni.

 

conte azzolinaCONTE AZZOLINA

Le cattive ragioni si riducono ad una: la nostra società, nonostante sacche di povertà e di malessere, somiglia ormai più a un luna park che a una fabbrica. Novantacinque genitori su 100 mai avrebbero osato dire ai propri figli che era meglio, per un' estate, rinunciare ai divertimenti di massa e passare ad occupazioni meno pericolose o più utili, ad esempio vedere pochi amici, fare sport all' aperto, recuperare il tempo di studio perduto durante il lockdown.

Ma anche a noi, che adolescenti non siamo più, sarebbe risultato molto doloroso non essere liberi di passare le vacanze all' estero, o dover osservare scrupolosamente le regole di prudenza, a partire dall' uso della mascherina e dal rispetto del distanziamento. Insomma, la maggior parte degli italiani ha pensato e pensa di aver fatto già sufficienti rinunce nel lockdown di marzo-aprile, e che non sia proprio il caso di farne altre. Queste sono le cattive ragioni, perché una società che ha perso la capacità di affrontare sacrifici per il bene comune è semplicemente una società in decadenza, anche se preferisce descriversi in registri più indulgenti.

TAMPONE COVID CORONAVIRUS DRIVE INTAMPONE COVID CORONAVIRUS DRIVE IN

 

Ma nella resistenza a fare nuovi sacrifici ci sono anche buone ragioni. Ottime ragioni. Che io ridurrei a una: il premier Conte non ci ha chiesto scusa. Si è presentato come di consueto in tv, per dirci che la situazione era grave, e che dovevamo di nuovo fare sacrifici. Eh no, caro premier, noi avremmo voluto sentire un altro discorso, un discorso di verità e di umiltà. Un discorso che suonasse più o meno così.

«Cari italiani, è vero, in questi mesi, nonostante i pieni poteri che ci siamo presi proclamando lo stato di emergenza, non abbiamo fatto, a, b, c, d, e, f, ...(qui lungo elenco), né abbiamo davvero preteso che voi faceste quello che vi avevamo prescritto, tipo niente movida, niente assembramenti sui mezzi pubblici, rispetto rigoroso del distanziamento.

 

crisantiCRISANTI

Un po' abbiamo chiuso un occhio per risarcirvi dei due mesi di lockdown, un po' abbiamo latitato perché siamo litigiosi, disorganizzati, e tendiamo a rimandare le decisioni difficili. Però ora che l' epidemia ha rialzato la testa la lezione l' abbiamo capita.

Abbiamo capito che aveva ragione il professor Crisanti quando, a luglio, ci diceva che 300 positivi al giorno non sono pochi. E aveva ancora più ragione quando, ad agosto, più di due mesi fa, ci consegnava un piano per aumentare i tamponi e costruire un vero sistema di sorveglianza attiva dell' epidemia.

 

E avevano pure ragione quanti ci avvertivano che le scuole non erano pronte per riaprire, nonostante una raffica di banchi a rotelle in arrivo». E ancora. «Ecco perché, nel momento in cui vi chiediamo i primi sacrifici, cui fra poco ne seguiranno altri, vi promettiamo anche che quegli errori non li faremo più. Ecco il nostro cronoprogramma, con le cose che faremo, gli stanziamenti, i tempi entro i quali vi garantiamo che le cose saranno fatte (segue lungo e dettagliato elenco di cose non fatte, ma che verranno fatte nei prossimi tre mesi).

 

tamponi drive in a roma 1TAMPONI DRIVE IN A ROMA 

Perché sappiamo bene, ora ci è chiaro, che se non faremo tutte queste cose l' epidemia, dopo i vostri nuovi sacrifici, sembrerà in ritirata per qualche settimana o mese, ma poi si ripresenterà implacabilmente con una terza ondata». Noi, queste parole non le abbiamo ancora sentite. Noi questo programma non lo abbiamo ancora visto. E lo vorremmo. Subito. Se non lo vedremo, i sacrifici li faremo di nuovo, come sempre, ma non riusciremo a toglierci il dubbio che, ancora una volta, saranno inutili.

Fonte: qui


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