giovedì 29 ottobre 2020

''CONTE SI È APPROFITTATO DEL DISORDINE, E ORA NE È STATO TRAVOLTO''

RINO FORMICA: ''COME SI FA A CHIEDERE COESIONE AL PAESE, QUANDO NON C’È COESIONE ALL’INTERNO DELLA SUA DIREZIONE POLITICA? QUESTA MAGGIORANZA HA FATTO DEL VIVERE ALLA GIORNATA UN MODUS OPERANDI. 

IL PREMIER HA FATTO IL FURBO CON TUTTE LE FORZE POLITICHE E SOCIALI. 

ANCHE PERCHÉ NON C'È UN'ALTERNATIVA NELL'OPPOSIZIONE, DOVE SONO TUTTI CONDOTTIERI, MA DI CAVALLI A DONDOLO''


Francesco Bechis per www.formiche.net

Rino FormicaRINO FORMICA

 

Governare non è asfaltare, è scegliere”. Un sussulto di tensione scuote la voce al telefono di Rino Formica. Socialista della prima ora, braccio destro di Bettino Craxi, già ministro dei Trasporti, delle Finanze, del Lavoro nei ruggenti anni ‘80, guarda sconsolato il suo Paese calare la saracinesca, ancora una volta. Tre mesi fa, a Formiche.net, aveva previsto l’arrivo di una “tempesta perfetta” in autunno. Oggi la tempesta è arrivata, e ha trovato tutti impreparati. Governo. Opposizione. Perfino il Colle.

 

Rino Formica, se la aspettava così questa tempesta?

Io almeno la aspettavo. Altri evidentemente no. Altrimenti non si spiega lo stato di confusione di questo governo di fronte alla nuova ondata del virus.

È molto severo.

Sono realista. Come si fa a chiedere coesione al Paese, quando non c’è coesione all’interno della sua direzione politica? Questa maggioranza ha fatto del vivere alla giornata un modus operandi.

zingaretti conteZINGARETTI CONTE

 

Si riferisce alle nuove chiusure?

Non sono che la conseguenza. Chiudono cinema e teatri, ristoranti ed alberghi, ma non svelano i dati per cui sarebbero questi i luoghi del contagio. La verità è che non esistono classi sociali ed economiche sacrificabili e altre privilegiate. Qui tutti, chi più, chi meno, lottano fra la vita e la morte. Come si può chiedere al Paese di rispondere con senso di responsabilità a disposizioni così traumatiche e diseguali?

Si può dare la colpa solo alla politica?

La colpa è anzitutto dell’antipolitica, che la politica in questi anni ha sopportato, accudito, legittimato. Come un veleno a lento rilascio, il populismo antiistituzionale si è fatto strada nelle vene del Paese. A forza di dire che la rappresentanza elettiva non conta, che la democrazia dei partiti è corrotta, che le istituzioni sono avanzi archeologici, si è scavato nella coscienza del Paese un rigetto dell’ordine, dell’equilibrio, della legge e di chi la emana. Oggi ci viene presentato il conto.

 

Come si è mosso Giuseppe Conte?

RINO FORMICA CRAXIRINO FORMICA CRAXI

Si è approfittato del disordine, ne è stato travolto. Ha fatto il furbo con l’intero sistema. Non solo con le forze di governo, con tutte le forze politiche e sociali. Ma gli altri non hanno fatto meglio. Infatti non esiste una soluzione sostitutiva autorevole all’opposizione.

Perché?

Il centrodestra si divide in tre categorie. I rancorosi, i disamorati e una piccola parte che chiede, in forma pezzente, di essere coinvolta, al motto “se vi mancano i numeri, ci siamo noi”. Ma per fare cosa? A sinistra, l’opposizione è ridotta a un mugugno interno alla maggioranza.

 

Non salva neanche Zingaretti?

Per carità. È patetico vedere la leadership del Pd cercare di rispondere con autorevolezza alla destabilizzazione interna al centrosinistra, illudersi di essere una forza politica che possa ispirare fiducia nel Paese. Sono tutti condottieri, ma di cavalli a dondolo.

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a cataniaGIORGIA MELONI MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI A CATANIA - IN CONDOTTIERI SUI CAVALLI A DONDOLO

Un governo di unità nazionale è escluso?

La storia insegna. Un governo di unità nazionale, come nel 1945, è per definizione un governo di transizione. Traghetta il Paese verso una nuova fase costituente. Può nascere se esiste un pathos, un impeto che viene dal popolo.

 

Se fosse il presidente della Repubblica a proporlo?

Non lo farà. Finora dal Colle sono arrivati tanti appelli, tutti condivisibili. Ma il Capo dello Stato non è il papa. È il capo-garante dell’unità del Paese. Quando questa unità viene meno, deve scendere in campo. Non lo ha ancora fatto.

Giancarlo Giorgetti ha un’idea: Mattarella bis e urne nel 2022.

Tutte proposte valide, sulla carta. Ma inutili, se non si coinvolge il Paese reale. Bisogna recuperare l’anima dell’Italia. Quando l’anima si stacca dal corpo, il corpo muore. Fonte: qui


“SE NON SI COMBATTONO INGIUSTIZIE E DISUGUAGLIANZA, LA CRISI È DESTINATA A ESPLODERE E QUESTO GOVERNO A FALLIRE” - MASSIMO CACCIARI PROFETIZZA NUOVE SVENTURE: “IL GOVERNO DOVRÀ FINALMENTE DICHIARARE CON QUALE STRATEGIA ECONOMICA E FINANZIARIA INTENDE SOSTENERE LE CONDIZIONI DI VITA DI MILIONI DI CITTADINI, CHE I SUOI PROVVEDIMENTI (GIUSTI O SBAGLIATI A QUESTO PUNTO CONTA, MA CONTA POCO) MINACCIANO DI ROVINARE. 

ILLUDIAMO LA GENTE CHE I SOLDI CI SIANO?”

Massimo Cacciari per “la Stampa”

 

cacciari dito medioCACCIARI DITO MEDIO

Ciò che è stato fatto non può essere cancellato - ma neppure quello che non è stato fatto può esser fatto quando ormai è troppo tardi. Sul latte non versato è inutile piangere quanto su quello versato. La seconda ondata era prevedibilissima e occorrevano più strutture di terapia intensiva, più medici e infermieri, indirizzi precisi per medici di base e sanità sul territorio. Sono responsabilità politiche che non si possono dimenticare.

 

E responsabilità tutta politica è quella per cui, malgrado le esperienze della scorsa primavera, siamo punto e capo nello sconquasso istituzionale dei rapporti tra Amministrazioni locali, Regioni e Governo. So bene che tale sconquasso ha cause storiche, affonda nel fallimento di ogni serio disegno federalista in questo Paese - ma almeno un "chiarimento", onde evitare il ripetersi di scene penose, sarebbe stato, penso, legittimo aspettarselo. Ora l' ombra della crisi si allunga ben oltre la questione nuovi lockdown sì o nuovi lockdown no.

 

giuseppe conte roberto gualtieriGIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI

È crisi economica che innesca colossali problemi di ordine sociale. Il nostro futuro si gioca intorno al modo in cui verranno affrontati. Forse non è troppo tardi per rimediare a forme di "comunicazione" che inducono a comportamenti del tutto irrazionali. Le file per fare i tamponi o la corsa ai Pronto Soccorso per sintomi minimi o addirittura nessuno produce più contagi che il non tenere la mascherina lungo strade deserte.

 

LA RIVOLTA A TORINO - LA VETRINA DI GUCCI DISTRUTTALA RIVOLTA A TORINO - LA VETRINA DI GUCCI DISTRUTTA

«Comunicare» ai propri concittadini dati che facciano senso (quanti sono in percentuale dei contagiati gli asintomatici, i lievemente sintomatici, quelli che hanno davvero bisogno di ricovero e tra questi i gravissimi), invece di "sparare" quotidianamente, per giornali e tv, dei numeri in assoluto, aiuterebbe certamente ad affrontare l'«ondata» con maggiore consapevolezza e quindi con maggiore efficacia. Ma, ripeto, ormai il fronte si è spostato, o, meglio, a quello sanitario-ospedaliero si è aggiunto l' altro, quello sociale, e per quest' ultimo la situazione appare, se possibile, ancora più drammatica.

 

LA RIVOLTA A TORINO - I RAGAZZI RIVENDICANO I SACCHEGGI SU INSTAGRAMLA RIVOLTA A TORINO - I RAGAZZI RIVENDICANO I SACCHEGGI SU INSTAGRAM

La crisi esaspera, e non solo da noi, contraddizioni e disuguaglianze tra settori economici e ceti sociali fino a generare ingiustizie intollerabili per un regime democratico. Se un Governo(democratico, appunto) non combatte questa tendenza con la massima decisione, la crisi è destinata a esplodere e questo Governo a fallire. Finora non la si è combattuta.

 

I provvedimenti adottati hanno penalizzato drasticamente alcuni, "salvato" o quasi altri e altri ancora sono rimasti al sicuro e si illudono di poterci per sempre rimanere. Imprese commerciali, filiera turistica, trasporto privato, spettacolo, con il loro esercito di lavoratori stagionali e precari, sono colpiti in pieno dalle norme passate e presenti; bar e ristoranti si chiudono a prescindere dalle loro dimensioni e dalle misure di sicurezza adottate (e implicitamente le Autorità ammettono con questo di non essere in grado di farle rispettare), mentre ciò non avviene per altre attività che (fortunatamente)possono continuare.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTEROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

I professionisti di calcio, basket, pallavolo, tennis possono "godere" (fortunatamente) di un po' di pubblico, quelli dello spettacolo no - e si vede che convegni, conferenze, ecc., sono tutte attività dilettantistiche (la cultura, infatti, è "divertimento", diceva un Presidente del Consiglio).

 

All' opposto, i dipendenti del settore pubblico o para-pubblico continuano, smartworking o meno, a ricevere il proprio stipendio, al riparo da Cig e dall' angoscia di fallimenti e licenziamenti. Insomma, si stanno creando disparità di reddito e di condizioni di vita assolutamente incompatibili con il significato stesso del termine "democrazia". Ne abbiamo coscienza? Finora non mi è parso, ma oggi non vi è un istante da perdere. Occorrono massicci interventi a sostegno dei settori colpiti che, a differenza di quelli per la prima «ondata», giungano direttamente agli interessati, siano immediatamente tangibili, senza odiose mediazioni bancarie e burocratiche.

gli antagonisti devastano torino durante la protesta contro il dpcm 8GLI ANTAGONISTI DEVASTANO TORINO DURANTE LA PROTESTA CONTRO IL DPCM 8

 

Facile a dirsi - ma come? Ogni vacua promessa, ogni ulteriore rimando e rinvio, non faranno che aggravare la crisi sociale. Il Governo - questo, come quello di molti altri Paesi europei - dovrà finalmente dichiarare con quale strategia economica e finanziaria intende affrontare l' esigenza imprescindibile di non esasperare le disuguaglianze, di sostenere le condizioni di vita di milioni di cittadini, che i suoi provvedimenti (giusti o sbagliati a questo punto conta, ma conta poco) minacciano di rovinare.

 

Illudiamo la gente che i soldi ci siano? Illudiamo che sarà l' Europa a regalarceli? L'Europa sosterrà progetti di ricostruzione, non quei provvedimenti di assistenza e protezione oggi comunque necessari. A questo dovremo pensare noi, se vorremo pensarci. Aumentando a dismisura il nostro debito, così da rovinare definitivamente figli e nipoti?

gli antagonisti devastano torino durante la protesta contro il dpcm 20GLI ANTAGONISTI DEVASTANO TORINO DURANTE LA PROTESTA CONTRO IL DPCM 20

 

O invece attraverso eque politiche fiscali e redistributive, distribuendo, cioè, il carico dei necessari sacrifici tra tutti i settori della nostra società? La seconda è la scelta obbligata. Strategia difficile, magari sulle prime impopolare, come tutte quelle che si fondano sul principio di un' autentica solidarietà tra ceti e interessi diversi, ma se questa mancherà ancora, usciremo da questa pandemia (destinata a finire per forza ) malati a morte, malati a morte proprio come società.

Fonte: qui

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