martedì 14 aprile 2020

LAVORO, TRASPORTI, RISTORANTI: ECCO COME SARÀ LA NUOVA VITA A DISTANZA

RIPARTIREMO! SÌ, MA COME? 

IL PERCORSO VERSO LA NORMALITÀ SARÀ LENTO E GRADUALE E ALCUNE NOSTRE ABITUDINI SONO DESTINATE A CAMBIARE E TUTTO DIPENDERÀ DALL'INDICE DI CONTAGIO: QUANDO SARÀ STABILE A 0,5 (ORA E’ A 1,03), RIAPRIRANNO I LOCALI 

PER STADI O DISCOTECHE BISOGNA ARRIVARE A VALORE ZERO…
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

Sarà un percorso lento e graduale quello che ci porterà verso la normalità. Sarà soprattutto lungo. E cambierà, forse per sempre, le nostre abitudini. Perché nella fase 2, quella della convivenza con il coronavirus, ci sarà distanza tra estranei - fino a due metri - ma anche i rapporti con amici e parenti dovranno essere distaccati. A segnare l' andamento della nostra vita sarà l' indice R0, quello che indica il contagio.

Adesso oscilla tra 1,1 e 1: una persona ne contagia un' altra. Per la riapertura di negozi, bar e ristoranti dovremo arrivare stabilmente a 0,5. Per i luoghi affollati come le discoteche, le sale per eventi e convegni, gli stadi la quota da raggiungere è quella dello zero. Ecco perché esperti e politici si affannano a ripetere che «bisogna rispettare le misure di contenimento».

mascherineMASCHERINE
Più rimaniamo distanti adesso, prima potremo ripartire. Ma le indicazioni sull' R0 - unico vero dato attendibile per il comitato tecnico scientifico che deve dare le indicazioni al governo - fanno ben comprendere quanto tempo ancora dovrà trascorrere prima di poter programmare le uscite da casa che non siano per fare la spesa, andare in farmacia o al lavoro. Certamente non accadrà prima di un mese perché bisognerà far passare le festività pasquali e i due lunghi ponti: quello del 25 aprile e del 1 maggio, da sempre occasione per gite al mare o in montagna, scampagnate e pranzi in famiglia.

Esattamente ciò che si deve in ogni modo evitare fino a quel «dopo», quando torneremo a vivere ma avremo abitudini molto diverse. Mascherine e guanti sono ormai tra gli oggetti che usiamo con più frequenza e per molti sarà impossibile - anche se non saranno resi obbligatori - farne a meno. Difficile pensare di potersi salutare con baci e abbracci. Ma già il fatto di potersi rivedere sembrerà a tutti una grande conquista.

DONNA CON LA MASCHERINA A MILANODONNA CON LA MASCHERINA A MILANO
SMART WORKING E SICUREZZA IN SEDE PRESENZE AL MINIMO
In cima alla lista delle riaperture ci sono piccole e medie imprese, ma anche altre aziende che già dal 14 aprile potrebbero avere il via libera, sia pur con criteri molto rigorosi. Sono quelle che fanno da supporto ai settori alimentari e farmaceutici, comprese le meccaniche e di manutenzione. Il personale dovrà stare in smart working limitando al minimo le presenze negli uffici e comunque rispettando la distanza di almeno un metro tra le scrivanie. Meglio se tra le dotazioni ci sono i dispositivi di protezione e in ogni caso bisognerà rispettare le stesse regole qualora nelle sedi dovessero entrare persone esterne come i fornitori.

BAR E RISTORANTI, MASCHERINE AI CAMERIERI E DUE METRI FRA I TAVOLI
Bar e ristoranti rimangono in fondo alla lista di chi potrà ripartire, ma questo periodo di chiusura potrà essere utilizzato per riorganizzare e sistemare i locali. La prima regola riguarderà i banconi ai quali ci si potrà avvicinare mantenendo la di-stanza di un metro sia dai gestori, sia tra i clienti. Nelle sale si dovrà invece poter contare su distanze più ampie: almeno due metri tra i tavoli per garantire che il passaggio dei camerieri - che certamente dovranno indossare guanti e mascherine - avvenga almeno a un metro dagli avventori. Regole che varranno anche per chi può contare sugli spazi all' aperto.

TRASPORTI, SEDILI ALTERNATI E CONTROLLI SUL NUMERO DEI PASSEGGERI
mascherineMASCHERINE
I trasporti pubblici dovranno rimanere a «bassa frequentazione» e dunque si sta cercando un modo per intensificare i controlli anche quando l' affluenza dei cittadini in circolazione sarà aumentata. Tra le ipotesi c' è quella di ripristinare la figura del controllore a bordo che dovrà far rispettare la distanza tra i passeggeri, probabilmente utilizzando soltanto una seduta ogni due e comunque non facendo salire nella carrozza della metropolitana oppure a bordo degli autobus e dei tram più di un certo numero di persone. Una regola che sarà applicata anche ai treni.

CINEMA, STADI, CONVEGNI: IL NODO DELLE FILE ALL'INGRESSO
Per ritornare a ballare oppure partecipare a eventi e convegni l' indice di contagio dovrà essere pari a zero. Il divieto di assembramento in vigore in questa prima fase di contenimento dell' emergenza durerà ancora a lungo e probabilmente fermerà per svariate settimane anche l' attività di cinema e teatri.
Il problema non riguarda infatti le sale - dove si può rispettare la distanza occupando una poltrona sì e due no - ma le file che si creano all' ingresso e i contatti tra gli spettatori all' interno. Per questo si sta comunque cercando una soluzione concordata che non metta ulteriormente in crisi il settore.
un uomo con la mascherina in mezzo ai piccioni a milanoUN UOMO CON LA MASCHERINA IN MEZZO AI PICCIONI A MILANO

NEGOZI, INGRESSI SCAGLIONATI IN BASE ALLA METRATURA
Se per i centri commerciali appare difficile poter prevedere una ripartenza, gli altri negozi potrebbero ottenere qualche concessione già a maggio. Le regole saranno le stesse attualmente applicate per i supermercati, le farmacie e gli altri esercizi commerciali ora in attività: entrate scaglionate dei clienti con numeri che variano a seconda della metratura dei locali e all' interno distanza di almeno un metro tra le persone. Non c' è al momento un elenco dei settori, né è chiaro se ci saranno scadenze diverse, ma certamente l' obiettivo che si vuole raggiungere è impedire che torni l' affollamento delle vie dello shopping. 

4 Aprile 2020

Fonte: qui

USCIREMO DA QUESTA CRISI MOLTO PIÙ VIRTUALI E TECNOLOGICI DI COME CI SIAMO ENTRATI, E NON TORNEREMO INDIETRO 
IL BLOCCO FORZATO DELLA PANDEMIA STA FACENDO FARE A TUTTI I MILIARDI DI PERSONE IN CASA UN SALTO TECNOLOGICO ENORME. 
IN ITALIA I CONSUMI DI BANDA SONO GIÀ ADESSO QUELLI CHE IL NOSTRO TREND AVREBBE COMPORTATO TRA QUATTRO ANNI
Francesco Sacco per ''Formiche''
*Professore di Strategy and entrepreneurship presso SDA Bocconi School of management e di Economia presso l’Università dell’Insubria

smart workingSMART WORKING
Il contenimento dell’epidemia sta costringendo a casa tutti gli italiani, insieme a un miliardo di altre persone nel mondo. Per tutti la vita continua tramite il cordone ombelicale della connessione Internet. La migliore connessione in assoluto è la fibra fino a casa, in sigla FTTH (fiber-to-thehome). Se non è disponibile, l’alternativa più valida in Italia è l’ibrido fibra/rame: la fibra fino all’armadio della telefonia in strada e fino a casa con il solito doppino in rame, in sigla FTTC (fiber-to-the-cabinet). La connessione FTTH generalmente in Italia è offerta con una velocità di download fino a 1 Gbps (1.000 Mbps) e di upload fino a 200 Mbps.

Quella FTTC, invece, con download fino a 200 Mbps e upload fino a 20 Mbps. La connessione FTTH è un’infrastruttura definitiva. Per questo è detta anche “a prova di futuro», perché è relativamente insensibile a invecchiamento, distanza (fino a decine di chilometri), interferenze e umidità.

cavi sottomarini in fibra otticaCAVI SOTTOMARINI IN FIBRA OTTICA
Ma soprattutto perché anche in un lontano futuro, se dovesse servire più banda, basterebbe soltanto cambiare gli apparati in casa e in centrale per aumentarne la velocità perché la fibra non ha limiti fisici rispetto a qualsiasi uso oggi immaginabile. Basti pensare che il record di velocità di trasmissione su fibra, registrato a dicembre 2019, era di 16,66 Pbps (un Pbps è un miliardo di Mbps), quanto basta per dare banda a venti volte tutti gli utenti di Netfix nel mondo con un solo cavo spesso appena 0,3 millimetri. Il problema è fare arrivare la fibra.

Non per una questione di costi; un chilometro di fibra costa mediamente 150 euro contro i 65 euro del doppino in rame. La connessione FTTC, invece, può essere considerata una tecnologia di passaggio verso l’FTTH o un’ottima alternativa se è troppo costoso portare l’FTTH. Semplificando, il suo problema, ma anche l’opportunità, è il tratto in rame dall’armadio in strada fino a casa. Da una parte, il rame con il tempo si ossida e conduce meno, è sensibile all’umidità, ha problemi di attenuazione quando aumenta la distanza e di interferenze (soprattutto se ci sono molti altri ad utilizzarlo per collegarsi a Internet), ha costi di manutenzione e di esercizio ben superiori alla fibra. Dall’altra, usarlo non costa, perché è praticamente ovunque.

FIBRA OTTICAFIBRA OTTICA
Questo ha creato una frattura geopolitica. In Asia e far east i governi hanno impresso una fortissima accelerazione, così UAE e Qatar hanno una penetrazione del FTTH superiore al 94% (dati 2018); Singapore, Cina, Corea del Sud e Giappone appena sopra al 70%. Invece, gli Usa sono al 12% mentre la media Ue è appena al 13,9%, ma divisa tra Spagna al 44%, Svezia 43,6%, Francia al 19,4% da una parte, e Italia al 4%, Germania 2,3%, Regno Unito 1,3%, dall’altra. Ma quali sono le conseguenze di queste differenze? Due più importanti delle altre. La prima, la vediamo davanti ai nostri occhi. Siamo bloccati e viaggeremo poco per non poco tempo.

Questo blocco forzato sta facendo fare a tutti i miliardi di persone bloccate un salto tecnologico enorme. In Italia i consumi di banda sono già adesso quelli che il nostro trend avrebbe comportato tra quattro anni. In poche parole, usciremo da questa crisi molto più virtuali e tecnologici di come ci siamo entrati, e non torneremo indietro. La seconda, è che la fibra è un grande abilitatore di altri business, come il 5G, che ha bisogno di tanta fibra in modo capillare.
outfit da smart working 2OUTFIT DA SMART WORKING 2

Lo stesso vale anche per ogni tecnologia “bandivora”, anche se assistita da wi-fi, come le Reti private, l’Industry 4.0, la realtà immersiva, la realtà aumentata, il gaming e l’intelligenza artificiale. Purtroppo, grazie a questa accelerazione indotta, sono treni che partiranno più in fretta di quanto ci potessimo aspettare. Ma partiranno anche senza di noi. L’Italia, che con Fastweb nel 2000 è stato il primo Paese a creare una Rete interamente in fibra, dopo avere toccato la penultima posizione in Europa nel 2015, grazie alla sfida lanciata da Open Fiber sta risalendo la china.

open fiber fibra otticaOPEN FIBER FIBRA OTTICA
Negli ultimi due anni è stato il Paese che è cresciuto di più in copertura FTTH in Europa (43,1%) e Open Fiber è diventata la più grande Rete all’ingrosso per popolazione coperta del mondo, un modello che anche in Regno Unito e Germania stanno seguendo. Ma, soprattutto, il piano di Open Fiber, coprendo anche le zone meno densamente popolate del Paese, diventa implicitamente un agente di politica industriale e sociale per mantenere vitale quella parte dell’Italia fatta da piccoli Paesi dove però vive la maggior parte della popolazione: il 55% degli italiani è in centri con meno di 35mila abitanti.
fibra otticaFIBRA OTTICA

Adesso, però, Open Fiber è a un bivio. Se verrà acquisita da Tim, non è dato sapere cosa potrebbe succedere ma tutto potrebbe anche fermarsi proprio quando sta andando a regime. Anche l’Italia è a un crocevia. Dopo la fallita privatizzazione di Telecom Italia, se si privatizza anche Open Fiber non si può sbagliare di nuovo. Non ci saranno altre scelte più importanti per il futuro tecnologico dell’Italia.

Fonte: qui


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