venerdì 24 aprile 2020

CONTE FESTEGGIA MA PER ORA NON PORTA A CASA UN EURO: PER EVITARE IL MES DOVRÀ AVERE UN ''ANTICIPO'' DI RECOVERY FUND ENTRO GIUGNO, MA ANCORA È TUTTO DA DECIDERE SU COME SARÀ FINANZIATO (SI TORNA SEMPRE LÌ: IN COMUNE O OGNUNO PRO QUOTA)

I ''GRANTS'' E ''LOANS''(E' IL PUNTO DI DOMANDA) SONO SOLDI A FONDO PERDUTO O DA RESTITUIRE?

CONTE CHIEDE I PRIMI, IL NORD CONCEPISCE SOLO I SECONDI. ANCHE SU QUESTO SI GIOCHERANNO LE PROSSIME SETTIMANE

CONTE FESTEGGIA MA HA FRETTA "DOBBIAMO EVITARE IL MES" 

CONTE FESTEGGIA MA HA FRETTA "DOBBIAMO EVITARE IL MES"
Ilario Lombardo per “la Stampa

Di che data parliamo?», chiede Angela Merkel. «Prima settimana di maggio», risponde Ursula Von der Leyen. «Così presto?». La domanda echeggia in vivavoce durante la videoconferenza del Consiglio europeo. Giuseppe Conte si gode il momento, lo stupore della Cancelliera di fronte alla notizia che la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund arriverà tra dieci giorni o poco più. Il premier italiano è soddisfatto, poi però si gira verso i collaboratori che condividono il suo entusiasmo e ammette: «Il negoziato comincia ora». I tempi sono tutto e decideranno l' esito di questa trattativa.

Ieri ha ottenuto che nella dichiarazione finale il ricorso al Recovery fund venisse definito «urgente». I leader, dopo un silenzio imbarazzato di qualche secondo, hanno acconsentito. Resta adesso da capire come e quando saranno declinate queste risorse. La presidente Von der Leyen ha aperto alla soluzione ponte da 320 miliardi per anticipare il Bilancio europeo in partenza a gennaio. Né ha escluso la formula a fondo perduto richiesta da Conte e sostenuta con vigore da Emmanuel Macron.

Sa già Conte che se non strapperà un accordo, con la garanzia di avere fondi disponibili subito - un anticipo entro luglio - il calendario europeo gli imporrà una prima scelta. A giugno il Meccanismo europeo di stabilità sarà disponibile. Ieri il Consiglio ha dato il via libera al fondo Sure, contro la disoccupazione, al prestito della Banca europea degli investimenti e appunto al Mes. Evita di parlarne, ma il meccanismo salva-Stati è lì sul tavolo, pronto a essere attivato. Ed era scontato che un minuto dopo la fine del Consiglio Matteo Salvini si scatenasse contro il governo.

L' Italia però non ha approvato nulla, come invece il leader della Lega sostiene. Potrebbe farlo, se la necessità di far fronte alle spese della sanità travolta dal Covid-19 dovesse trasformare il Mes in una fonte irrinunciabile. Il Pd è favorevole e spinge il premier ad abbandonare l' ostilità grillina. A quel punto però l' opzione in mano Conte per essere attivata dovrebbe passare da una votazione in Parlamento. E l' esito, oggi, con il M5S frantumato non sarebbe scontato.

 Ecco perché, al di là dell' esultanza di rito, il realismo dei fatti obbliga Conte a mettere sulla bilancia quanto perso e quanto ottenuto. Non si parla più di eurobond, sventolati come una bandiera per settimane e divenuti via via strumento negoziale. E resta il Mes, un bomba politica in Italia. Dall' altra parte però Conte può avvantaggiarsi del fronte rimasto compatto con Francia, Spagna e Portogallo. E della promessa di «Ursula» di trovare, nell' implementazione del fondo, «un sano equilibrio tra finanziamenti a fondo perduto (grants) e prestiti (loans)».
macron conte Macron Conte

Ma è la disponibilità all' anticipo di cassa, vitale per l' Italia, e dichiarata esplicitamente dalla presidente della Commissione, a infondere fiducia nel governo. Un tesoretto utile ai Paesi più in crisi da raccogliere sui mercati finanziari attraverso l' emissione di obbligazioni europee. Conte avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi politici in casa. Si spiega così perché i primi ad accorrere a sostegno dei risultati raggiunti dal capo del governo siano i pontieri grillini, da Vito Crimi al ministro Luigi Di Maio al presidente della commissione Affari europei della Camera Sergio Battelli.

Dopo mesi di silenzio, rispunta persino Beppe Grillo a ringraziare il premier: «Forse l' Europa comincia a diventare una Comunità. "Giuseppi" sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo. Continuiamo così». Per rinunciare alla linea di credito del Mes, Conte deve chiudere al meglio. E devo farlo in fretta, sfruttando il vento che ieri ha visto favorevole, e ogni alleanza sul campo. Perché i falchi del Nord, l' Olanda e la Danimarca rimangono piantati sulle proprie posizioni, contrari alla richiesta della presidente Von der Leyen di raddoppiare i contributi al Bilancio europeo, portandoli dall' uno al due per cento del Pil. Sono mille miliardi in più. «Noi stiamo lavorando per preservare il mercato interno - dice Conte ai colleghi - E in questa prospettiva non ci sono differenze tra Nord e Sud dell' Europa». In teoria.

CONTE SODDISFATTO SOLO A META’: GLI AIUTI SIANO A FONDO PERDUTO
Alberto Gentili per “il Messaggero

«Meglio di così non poteva andare, mica potevamo stampare i bond questa sera...», Giuseppe Conte esulta con i suoi collaboratori al termine del secondo Consiglio europeo nell'era dell'emergenza socio-economica innescata dalla pandemia. Ma se per l'Italia è davvero un successo, e non un semplice passo avanti, si capirà solo nei prossimi due mesi.

Il premier, con l'aiuto di Emmanuel Macron, Pedro Sanchez e alla fine (non senza incertezze) di Angela Merkel, riesce a portare a casa un evento atteso e invocato da anni: l'impegno dei Ventisette a dare all'Europa i suoi bond, i Covid-bond, anche se solo per fronteggiare l'emergenza. E non è poca cosa. «Eravamo entrati in Consiglio con tre misure, il Mes, la Sure per la cassa integrazione, gli investimenti della Bei per un totale di 540 miliardi, e una promessa: il recovery fund. E abbiamo incassato pure questo», dicono a palazzo Chigi.
ursula von der leyen Ursula Von der Leyen

Eppure, visto che il vertice in videoconferenza si è chiuso senza una dichiarazione comune, nero su bianco, e che la costruzione del recovery fund avverrà prima in sede di Commissione europea chiamata a disegnare entro il 6 maggio «il piano per la ripresa», poi di Eurogruppo, e infine sarà ratificata dal Consiglio europeo di giugno, Conte non ha ottenuto certezze: il presidente del Consiglio è riuscito a disegnare la cornice, ma non a dipingere il quadro che avrebbe dovuto comprendere la quantità degli aiuti e il timing esatto.

L'accordo, nonostante il via libera politico, è insomma tutto da costruire: mancano cifre e date. Nelle conclusioni però, Conte ha ottenuto di far mettere a verbale che il recovery fund è «necessario, urgente, dovrà avere risorse significative e andrà devoluto ai Paesi più colpiti» dalla pandemia. «Un successo per l'Italia», secondo il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

POCO A FONDO PERDUTO

Così la vera nota dolente è un'altra: Italia, insieme agli alleati Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Irlanda, etc, a causa del muro alzato da Germania, Olanda e dagli altri Paesi del Nord, non hanno ottenuto che i recovery bond siano erogati a fondo perduto: le nuove obbligazioni, collegate al bilancio europeo ed emesse dalla Commissione, per almeno la metà saranno tradotte in prestiti. Da restituire, prima o poi. «Andrà trovato un giusto equilibrio tra prestiti e sovvenzioni», conferma al termine del Consiglio la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Conte in ogni caso festeggia, guardando al bicchiere mezzo pieno. Parla di «grandi progressi, impensabili fino a poche settimane fa». Aggiunge: «Il Consiglio europeo ha segnato una tappa importante nella storia dell'Unione. Con tutti i Ventisette abbiamo deciso di introdurre, per reagire all'emergenza sanitaria, economica e sociale, il recovery fund, un fondo per la ripresa con titoli comuni europei che andrà a finanziare tutti i Paesi più colpiti, tra cui l'Italia ma non solo l'Italia.

È importante perché è passato anche il principio che è uno strumento urgente e necessario, l'Italia è in prima fila a chiederlo». Soddisfatto anche Enzo Amendola, ministro agli Affari europei: «Si apre una nuova strada per l'Europa. In poche settimane sono stati raggiunti più risultati che negli ultimi anni. Ora tempi stretti e rendere queste scelte operative con risorse per sanità, ambiente, imprese e lavoro».

Secondo quanto si apprende, durante il vertice Conte è partito alla carica, appellandosi alla «ragionevolezza» e provando a solleticare l'interesse dei Paesi del Nord a non mettersi di traverso nella concessione di sovvenzioni: «L'ammontare del recovery fund dovrebbe essere pari a 1.550 miliardi e dovrebbe garantire prestiti a fondo perduto ai Paesi membri.

I prestiti a fondo perduto sono essenziali per preservare i mercati nazionali, parità di condizioni, e per assicurare una risposta simmetrica a uno shock simmetrica. Dovremmo evocare il concetto di altruismo non solo nel senso di altruismo, ma anche nel senso di un concetto meno romantico, quello della comunità di interessi. Stiamo lavorando per preservare il mercato interno e in questa prospettiva non ci sono differenze tra Nord e Sud dell'Europa».

IL NODO MES
Nessun accenno al Fondo salva Stati (Mes) e ai 37 miliardi a cui tutti nel governo, tranne i 5Stelle, vogliono ricorrere. Ora la mission di Conte in Patria è farlo digerire ai grillini. I segnali che arrivano dal Movimento sono incoraggianti, ma i ribelli che hanno ritrovato in Alessandro Di Battista il loro leader-guastatore potrebbero votare contro in Parlamento.

MERKEL RUTTE MERKEL RUTTE
Il premier ha così deciso di aggirare l'ostacolo: farà votare una risoluzione che conterrà l'intero pacchetto, non solo il Mes. Dunque dire no vorrebbe dire bocciare anche la road map verso i Covid-bond: atto suicida per i pasdaran grillini. Silvio Berlusconi inoltre ha già annunciato il sì di Forza Italia, che dovrebbe rendere irrilevanti i 5Stelle vicini a Di Battista, nostalgici di Matteo Salvini.

Fonte: qui

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