martedì 21 luglio 2020

Reati sessuali, smantellata psicosetta

Operazione polizia Novara, perquisizioni in diverse regioni


Ansa - Una potentissima 'psicosetta', con base operativa a Novara, è stata scoperta al termine di una complessa indagine dalla Questura di Novara, che nella notte hanno eseguito in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo numerose perquisizioni oltre che a Novara anche a Milano, Genova e Pavia. A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c'era un uomo di 77 anni.

Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore, sono le ipotesi d'accusa.

L'operazione Dioniso è l'ultimo atto di una indagine iniziata due anni fa e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino - Direzione Distrettuale Antimafia. I dettagli dell'operazione verranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 10 presso la sala riunioni della Questura di Novara alla presenza del questore Rosanna Lavezzaro.

Scovata una setta che torturava i bambini, ma qualcosa non torna

Nel giro di due mesi, oltre ai video delle torture, gli abusi e gli omicidi anche di neonati, le autorità italiane hanno scoperto due sette.

Una coinvolgeva adolescenti, l'altra bambini in rituali violenti.

Della seconda non si fanno nomi, né dei responsabili né dei centri di danza, erboristeria e di psichiatri affiliati, accennando a "rituali magici" senza specificazioni.

Ma se si leggono i racconti di alcune vittime e dell'Fbi si comprende che dietro determinati rituali c'è il satanismo che opera sempre allo stesso modo.

Non parlarne lo ha fatto dilagare, oscurandone il vero rimedio.


Dopo le due indagini da parte delle forze dell’ordine italiane che sono risultate in decine di arresti di italiani coinvolti in veri e propri rituali compiuti su bambini piccolissimi, anche neonati, torturati, abusati e poi uccisi, la polizia di Novara e la Squadra Mobile di Torino, ha dato notizia ieri della scoperta di una setta che abusava di bambini, operante da oltre trent’anni fra Novara, Milano e Pavia.

A far partire le indagini dell'"Operazione Dioniso", circa due anni fa, una vittima reclutata da bambina che, fuoriuscita dalla setta e dopo un percorso di recupero, era riuscita a raccontare quanto avveniva all’interno del gruppo. Ma in realtà i particolari rilasciati ieri mattina dalle forze dell’ordine sono troppo generici (come in tutti i recenti casi di cronaca collegati alle torture e abusi di bambini), motivo per cui è difficile comprendere le vere ragioni che muovevano gli adepti.

Si sa solo che a capo della setta vi era un libero professionista di 77 anni, che attirava bambine e giovanissime per poi decidere in che percorsi studi avviarle, in modo da metterle a capo di una serie di attività legate al gruppo: si fa riferimento innanzitutto ad un vero e proprio centro psicologico, ad una casa editrice, ad alcune scuole di danza, ad una scuola di “Spada Celtica”, a diverse erboristerie e ad una bottega di artigianato. Le autorità non hanno però fatto nomi né dei responsabili né delle attività. Il che è gravissimo perché il pubblico ha diritto di sapere se in qualche modo è mai venuto a contatto con il capo della setta o con una di queste attività.

Ancora una volta un caso di criminalità gravissimo operante da anni su un territorio vastissimo, che avrà reclutato decine (se non centinaia) di bambini in difficoltà, non solo viene chiuso come se fosse un fatto isolato che coinvolge qualche maniaco sessuale, ma viene accolto dal pubblico senza che particolari necessari ad esso siano rivelati. Soprattutto viene archiviato senza porre attenzione su particolari molto importanti come questo: «Le psicologhe - hanno continuato gli investigatori - facendo leva su uno stato di fragilità emotiva delle "prede", avviavano un meticoloso percorso di indottrinamento fatto apparentemente di attenzioni, di premure ma in realtà consistente in un vero e proprio "lavaggio del cervello”». Inoltre, «questo programma di indottrinamento e di reclutamento» prevedeva «abusi sessuali…estremamente dolorosi, delle vere e proprie torture come qualcosa addirittura di magico…le giovani ragazze o le bambine arrivano a pensare che determinate pratiche sessuali per quanto dolorose servivano perché erano una pratica magica».

Ma come, si fa cenno a riti “magici” che hanno rovinato la vita a chissà quante persone e non se ne indaga la natura? In che modo si spiega poi il fatto che per anni diverse persone siano riuscite a vivere torturando crudelmente dei piccoli indifesi? Come credere che con delle normali sedute di psicoterapia le "adepte" riuscissero a convincere i bambini a farsi torturare? Soprattutto quando le forze dell’ordine hanno ammesso che le «pratiche magiche…vere e proprie torture», servivano, «nella logica impartita dal leader, ad annullare “l’io pensante”, “accendere il fuoco interiore” ed entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”». 

È difficile accontentarsi così, soprattutto se si conoscono i racconti di alcune vittime (come da noi riportato qui) di rituali satanici che prevedono sedute di ipnosi e abusi sessuali di minori e bambini piccoli. Per questo sorge il dubbio che quella di Torino, definita come “psico-setta”, fosse in realtà qualcosa di peggio.

Ma, appunto, l’ipotesi non è folle solo per chi conosce il fenomeno, indecifrabile solo da un punto di vista orizzontale (che non riesce mai a spiegare fino in fondo determinati particolari). Leggendo infatti alcune pubblicazioni degli anni Novanta dell’Fbi, firmate da Kenneth V. Lanning, agente dell’Fbi per oltre 30 anni, si viene a sapere che esistono «adoratori del diavolo satanico che trafficano nella pornografia infantile e rapiscono e vittimizzano i bambini». L’agente racconta poi di decine di casi in cui i bambini sono stati «ipnotizzati». Quelli che poi riuscivano a fuoriuscire dalle sette da adulti «rivelano ricordi…della vittimizzazione della prima infanzia che include più vittime e criminali, la paura come tattica di controllo e attività bizzarre o ritualistiche…I criminali multipli sono spesso descritti come membri di un culto o di un gruppo satanico. Genitori, familiari, clero, capi civici, agenti di polizia…e altri importanti esponenti della società… La presunta bizzarra attività spesso include l'inserimento di oggetti estranei, mutilazioni, atti e omicidi sessuali da filmare o fotografare». Esattamente come nei video web venuti alla luce recentemente.

«Riferiscono - continua l’agente - di essere particolarmente spaventati in determinate date (feste celebrate dalla Chiesa, ndr) e in determinate situazioni. In molti di questi casi, le donne...affermano di aver avuto bambini che sono stati consegnati come sacrificio umano. Questo tipo di caso è probabilmente meglio tipizzato da libri come "Michelle RemembersI. Satan's Underground e Satan's Children" (scritto da una fuoriuscita da una setta e convertita al cristianesimo, ndr)». Anche se i racconti dell’autrice di questo libro sono stati messi in dubbio, restano i recenti fatti di cronaca e gli adulti che in diverse parti del mondo descrivono esattamente lo stesso rituale di abusi subiti da bambini. Lanning infatti spiega che «quando i terapisti arrivano a credere al paziente…la polizia o l'FBI vengono talvolta contattati per condurre un'indagine. I terapeuti possono anche temere per la loro sicurezza». Infine, come ha chiarito «il Dr. Lawrence Pazder, coautore di Michelle Remembers…l’abuso sessuale ha un significato rituale e non avviene per gratificazione sessuale».

Esattamente lo stesso si legge nelle pagine di “Fuggita da satana”, in cui Michela raccontò (come in parte si legge qui) di una infanzia terribile e di una donna che la ipnotizzò fino a convincerla ad entrare in una setta satanica. Nel libro non si fanno nomi, ma si parla di personaggi noti al pubblico. Pur non riportando i dettagli più pesanti del libro si deve almeno ricordare il passaggio sui bambini abusati e sacrificati al diavolo come uno degli step che donano più potere all’adepto. Similissimi a quelli di Michela sono i racconti (sempre qui) di Doreen Ivrine in “Dalla magia nera a Cristo”. 

Racconti che però vengono spesso trattati come “fantasie”. Per questo motivo forse non ha fatto molto scalpore il fatto che a giugno sia stata scoperta a Firenze una setta diretta da un giovane di 23 anni che reclutava minorenni (fragili psicologicamente, esclusi o bullizzati) per seviziarli e compiere riti sessuali e orge sataniche. Anche qui si prometteva alle vittime la guarigione psicologica e un potere di riscatto. La stampa però ha letto il fatto semplicemente come il crimine di un giovane mitomane che per schiavizzare sessualmente minorenni li convinceva di avere «capacità e poteri sovrannaturali», mentre «i suoi seguaci…al fine di acquisire più poteri, sarebbero stati costretti a rituali di ogni genere».

È così che oggi, pur scandalizzandoci di queste sette o dei video dove i bambini vengono seviziati e poi uccisi, riusciamo ad archiviare i fatti come fenomeni isolati e legati alla depravazione sessuale, lasciando che il male continui a diffondersi sulla pelle di migliaia (come dimostrano gli arresti in tutta Europa) di bambini. Se infatti le reti di pedofili che coinvolgono gli innocenti (anche neonati) crescono, è anche perché da anni ci si ostina a non capire, a non indagare a fondo o a parlare dei fatti a metà. Basti leggere un articolo apparso sul Il Corriere della Sera il 28 luglio 1990 : «Scotland Yard teme che almeno venti bambini, scomparsi senza lasciare traccia negli ultimi sei anni, abbiano fatto una fine orribile. Una squadra speciale è stata formata per indagare nel lurido mercato dei video pornografici...le piccole vittime sono riprese dalle telecamere mentre sono torturate e uccise dopo avere subito violenze sessuali…per soddisfare il piacere perverso di tanti altri mostri». Eppure il 9 agosto di quell’anno la stampa parlò di rituali satanici avvenuti su bambini (che lasciamo leggere solo a chi vuole) identici a quelli raccontati da  Michela, Doreen Ivrine e altre vittime.

Insomma, da oltre trent’anni centinaia di vittime raccontano cose simili: sette sataniche, lavaggi del cervello tramite ipnosi, omicidi, abusi con personaggi noti coinvolti. La cronaca parla poi di video con bambini torturati e uccisi, ma oggi come allora si stenta a credere. E dove i fatti sono inoppugnabili si relega tutto alla follia umana di qualche perverso. Così l'orrore procede, anzi cresce, dilaga, senza ulteriori inchieste. E senza conoscere il segreto della liberazione da questo male perverso, all'origine del disatro sociale odierno: «Avevo scoperto che Dio è amore e perdona tutto, anche la mia volontà di fargli guerra», raccontò Michela. «Gesù mi attirò a sé. Rimosse l'amarezza dal mio cuore, lavò tutte le mie ferite per mezzo del suo amore. Cancellò gli orrori dalla mia mente e mi fece una nuova creatura», spiega Doreen. Fonte: qui



COME SCHIAVIZZARE RAGAZZINE PER 30 ANNI E FARLA (QUASI) FRANCA - VIDEO: LA PSICOSETTA PIEMONTESE CREATA DAL ''DOTTORE'', UN UOMO DI 77 ANNI CHE RIDUCEVA IN SCHIAVITÙ SESSUALE E NON SOLO DECINE DI RAGAZZINE, A VOLTE ADDIRITTURA BAMBINE. VENIVANO ISOLATE DAL MONDO, E ''LUI'' DECIDEVA OGNI DETTAGLIO DELLA LORO VITA

26 PERQUISIZIONI E INDAGINI A TORINO, MILANO, GENOVA, PAVIA, ALESSANDRIA, ASTI, BIELLA, VERCELLI, VERBANIA E AOSTA


Giampiero Maggio per www.lastampa.it

 

A decidere tutto, comprese le sorti delle ragazze, alcune delle quali addirittura bambine, era il “dottore”. Il “dottore”, come lo chiamavano tutte, è un uomo di 77 anni a capo della psicosetta scoperta dalla polizia al termine di un’inchiesta coordinata dalla procura di Torino e partita grazie al racconto confessione di una delle vittime di abusi e angherie, una bambina quasi adolescente ridotta a schiava del sesso. Ecco uno dei passaggi del racconto testimonianza choc della vittima: «Lui decide tutto, lui decide chi puoi frequentare, dove puoi lavorare. Lui sceglie quali ragazze devono farlo divertire. Lui sceglie se puoi o non puoi frequentare i nostri "luoghi fatati". Lui è Lui . Noi lo chiamiamo "Lui" o "il Dottore", perché non possiamo nominare il suo nome, non ci è concesso». 

 

 

L’indagine

psicosettaPSICOSETTA

È il suo racconto che ha portato la polizia di Novara e il Servizio Centrale Operativo della polizia, con la collaborazione della Squadra Mobile di Torino, sulle tracce dell’organizzazione, fino all'esecuzione, domenica 19 luglio, di 26 perquisizioni personali e 21 perquisizioni locali e a numerosi sequestri, nelle province di Novara, Milano e Pavia.

Un’attività di indagine assai delicata che ha consentito di accertare l’esistenza di una potente "psicosetta", con base operativa nella provincia di Novara e diramazioni a Milano e nel pavese, i cui adepti si sarebbero resi responsabili di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minori e finalizzata alla riduzione in schiavitù.  

 

Il dottore

"Lui", oggi 77enne, denominato “il Dottore” viene venerato dai suoi adepti come una sorta di “Dio” al quale tutti devono pedissequamente obbedire, pena l'isolamento dal gruppo settario. 

Le articolate indagini, durate oltre due anni, hanno permesso di accertare che il leader della setta delle "bestie" (questo è il nomignolo con il quale si chiamavano tra di loro), al fine di raggiungere i propri scopi, veniva coadiuvato  da alcune sue strette collaboratrici, meglio definibili delle vere e proprie aguzzine. 

 

psicosetta piemontesePSICOSETTA PIEMONTESE

Il gruppo criminale, grazie ad un centro psicologico ed una fitta rete di attività commerciali, tutte riconducibili alla setta – come due scuole di danza o una scuola di “Spada Celtica”, diverse erboristerie, una bottega di artigianato, e persino una casa editrice – riusciva a reclutare le ignare vittime da introdurre inconsapevolmente nelle dinamiche settarie.

 

Le “prescelte”, generalmente giovani ragazze, anche adolescenti o addirittura bambine, venivano introdotte alla filosofia della setta ed iniziate a “pratiche magiche”, tra le quali, soprattutto, si annoveravano delle pratiche sessuali, spesso estreme e dolorose, vere e proprie torture, che servivano, nella logica impartita dal leader , ad annullare “l’io pensante”, “accendere il fuoco interiore” ed entrare in un “mondo magico, fantastico e segretissimo”. 

 

Isolare dal mondo esterno le vittime

La setta finiva così per assorbire ogni aspetto della vita delle adepte, sia per quanto riguarda il loro ambito personale che familiare, e persino la loro formazione. 

In pratica, così come accaduto per le vittime finora accertate, o i membri della famiglia venivano inglobati nella setta e indotti a sottostare alle volontà del "Dottore", oppure si imponeva alle adepte di tagliare ogni tipo rapporto con loro. Il “Dottore” decideva l’indirizzo di studi, i corsi formativi o il lavoro che le ragazze dovevano effettuare, quasi sempre presso le attività commerciali legate all'organizzazione con il subdolo fine di vincolarle indissolubilmente al gruppo settario. 

 

Tutto questo determinava un vero e proprio isolamento dal mondo esterno che privava le adepte di ogni punto di riferimento, rendendole totalmente dipendenti dalla setta la quale, sebbene dannosa, costituiva a quel punto l’unico sostegno sia economico che morale. 

Dal racconto della denunciante è emerso che la setta aveva avuto origine a metà degli anni 80 dalla fusione di due gruppi paralleli, la cui sede principale è collocata nella provincia di Novara, il luogo dove dimora abitualmente “il Dottore”, e nel quale sono avvenuti i fatti-reato di maggiore rilevanza. 

 

psicosetta piemontesePSICOSETTA PIEMONTESE

Il 'Dottore", anche dalla sua dimora, era così  in grado di gestire, in maniera capillare, ogni movimento delle adepte, indipendentemente dalla loro collocazione sul territorio. L'attività d'indagine ha infatti permesso di verificare che "Lui" , anche quando le stesse si trovavano nei numerosi appartamenti e locali riconducibili alla setta, prevalentemente siti nel milanese o nel pavese, proprio  grazie alle sue fedelissime, era in grado di impartire le direttive da osservare in maniera imperativa. 

 

L’organizzazione attiva da 30 anni

Nei circa 30 anni di attività della setta hanno partecipato ed hanno fatto parte di essa, a vario titolo e con vari ruoli, un numero di persone ancora non compiutamente quantificabile, ma certamente elevato. 

Ulteriori accertamenti sono stati svolti anche sugli aspetti economici, sia per quanto riguarda le attività commerciali legate all’organizzazione, sia in ordine ai versamenti di denaro ai quali erano tenuti i  membri, che erano particolarmente esosi nel caso di condizioni economiche agiate. Spesso, pertanto, i nuovi membri venivano opportunamente scelti fra persone facoltose. 

 

Psicologhe e adepte

Nessuno poteva ritenersi immune dal pericolo di immissione nell’organizzazione; anche ragazze dal livello culturale molto elevato ed apparentemente esenti da condizionamenti esterni, rischiavano di essere annesse alla setta qualora individuate come “prede”. 

 

novara la sede della psicosettaNOVARA LA SEDE DELLA PSICOSETTA

Questo perché l’organizzazione si serviva di  psicologhe professioniste, a loro volta adepte, le quali, facendo leva su uno stato di fragilità emotiva delle "prede" , anche solo momentaneo, intraprendevano l’opera di indottrinamento ed inclusione, secondo un preciso e dettagliato “schema”: le neofite venivano riempite di attenzioni, di premure e sottoposte ad un vero e proprio “lavaggio del cervello”; ciò le portava ad aprirsi sempre più alle prassi dell’organizzazione, fino ad accettare acriticamente insopportabili violenze e soprusi di ogni genere. 

 

Tutto è andato avanti sino a che una delle vittime è stata in grado di superare, in parte, i traumi derivati dalla frequentazione del gruppo, rompendo il muro di silenzio che avvolgeva questo impenetrabile mondo sommerso.

 

Le province coinvolte

Le numerose perquisizioni e i sequestri sono stati eseguiti nelle prime ore di domenica 19 luglio dalla Squadra Mobile di Novara e dal Servizio Centrale Operativo con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Milano, Genova, Pavia, Alessandria, Asti, Biella, Vercelli, Verbania e Aosta, nonché da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Milano e Torino.


Fonte: qui

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