venerdì 24 luglio 2020

LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA DI BOLOGNA: LICIO GELLI CONSEGNÒ AI NAR UN MILIONE DI DOLLARI IN CONTANTI PER L’ESECUZIONE DELLA STRAGE DI BOLOGNA


I SOLDI ARRIVAVANO DAL BANCO AMBROSIANO ATTRAVERSO CONTI CIFRATI IN SVIZZERA E POI FINIVANO NELLE MANI DEL “VENERABILE” E DEL SUO BRACCIO DESTRO UMBERTO ORTOLANI CHE…

Estratto dell’articolo di Giuseppe Baldessarro per “la Repubblica”

licio gelli a villa wanda 2LICIO GELLI A VILLA WANDA

 

 

Un milione di dollari in contanti, consegnati direttamente da Licio Gelli. Di tanto sarebbe stata la prima tranche di danaro pagata ai Nar per l'esecuzione della strage del 2 agosto 1980. Una quota, secondo l'inchiesta la Procura generale di Bologna, ricevuta dai terroristi direttamente dalle mani del capo della P2 pochi giorni prima dell'attentato della stazione, costato la vita a 85 persone e il ferimento di altre 200.

 

strage stazione bolognaSTRAGE STAZIONE BOLOGNA


Gli inquirenti, che hanno lavorato per due anni all'indagine sui mandanti della bomba, si dicono certi di un incontro avvenuto in una precisa località (sulla quale vige ancora il segreto) al quale parteciparono Gelli, accompagnato da un suo factotum, e alcuni esponenti dell'eversione di destra.

 

umberto ortolaniUMBERTO ORTOLANI






I soldi, per come ricostruito, arrivavano dal Banco Ambrosiano, attraverso conti cifrati in Svizzera.

 

Da qui, attraverso un sistema di schermature, finivano poi nelle mani del "venerabile" e del suo braccio destro Umberto Ortolani che li distribuivano a seconda delle strategie piduiste.

 

Il milione di euro faceva parte di una fetta più ampia di cinque milioni di dollari - o forse anche maggiore - che a più riprese sarebbero usati per finanziare la strategia della tensione.

federico umberto d amatoFEDERICO UMBERTO D'AMATO

 

Un fiume di denaro che serviva a sostenere i gruppi eversivi dell'estrema destra, ad alimentare la macchina dei depistaggi e a ungere pezzi delle istituzioni e i servizi deviati...

strage alla stazione di bolognaSTRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA


IL MISTERO SENZA FINE DELLA STRAGE DI BOLOGNA

IN UN LIBRO I TELEX DEL SISMI DA BEIRUT CON LE MINACCE PALESTINESI ALL'ITALIA

AD INVIARLI IL COLONNELLO GIOVANNONE, EX CAPO SCORTA DI ALDO MORO E, IN SEGUITO, CAPO STAZIONE PER I SERVIZI IN MEDIORIENTE

I NOSTRI "SPIONI" VENIVANO AVVISATI DELLA VOLONTÀ DI RITORSIONE PER LA VIOLAZIONE DEL COSIDDETTO 'LODO MORO' (CHE ASSICURAVA LORO IMMUNITA' NEL NOSTRO PAESE). TRA GLI OBIETTIVI: DIROTTAMENTO DI UN AEREO E OCCUPAZIONE DI UN'AMBASCIATA...


Paola Benedetta Manca per www.adnkronos.com

 

strage stazione bolognaSTRAGE STAZIONE BOLOGNA

Nel libro di Beppe Boni, condirettore de 'Il Resto del Carlino' e Carlino.it: 'La strage del 2 agosto – La bomba alla stazione. I processi, i misteri, le testimonianze. 2 agosto 1980-2 agosto 2020', edito da Minerva, sono riportati, per la prima volta in forma integrale, alcuni dei dispacci inviati al Sismi dal colonnello dei carabinieri Stefano Giovannone, nome in codice 'Maestro', capo stazione per i nostri servizi in Medioriente con base a Beirut, in Libano.

stefano giovannoneSTEFANO GIOVANNONE

 






Si tratta di dispacci – ricostruisce Boni - in cui si avvertivano i Servizi segreti della volontà di ritorsione del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina che riteneva violato il cosiddetto 'Lodo Moro' del 1973 che assicurava loro immunità nel nostro Paese.

 

La ritorsione era nell'aria a causa dell'arresto nel novembre del 1979 a Ortona di tre esponenti del Collettivo di via dei Volsci, tra cui il loro leader Daniele Pifano, mentre su un furgone trasportavano due missili terra-aria Strela-2 che appartenevano all’Fplp, l’organizzazione palestinese di matrice marxista aderente all’Olp che in Europa operava con il gruppo del terrorista internazionale Carlos lo Sciacallo denominato 'Separat'.

strage stazione bolognaSTRAGE STAZIONE BOLOGNA

 

Insieme a loro viene arrestato anche il rappresentante dell’Fplp in Italia Abu Saleh. L'Olp, nel 1980, chiede la loro liberazione, minacciando rappresaglie in caso di riposta negativa.

 

La vicenda è affrontata nel libro di Boni in cui si possono leggere i cablogrammi di Giovannone inviati da Beirut al Sismi in dettaglio. Eccoli di seguito: Primo dispaccio: "21 novembre 1979 – Taisir Qubaa esprime necessità che Fplp confermi solidità dell’impegno di escludere il nostro Paese da qualsiasi azione terroristica".

 

vittime della strage di bolognaVITTIME DELLA STRAGE DI BOLOGNA

Secondo dispaccio: "18 dicembre 1979 – L’interlocutore Taisir Qubaa habet minacciato immediata azione e dura rappresaglia nel momento in cui venisse a conoscenza del rifiuto out non rispetto impegno richiesto. Ritengo che l’interlocutore sia esasperato da critiche ed accuse rivoltegli da oppositori interni a Fplp e rappresentanti di autonomia che ritengo lo abbiano recentemente contrastato sollecitando urgenti passi idonei a ridimensionare la gravità delle imputazioni addebitate agli autonomi incriminati".

beppe boni cover strage di bolognaBEPPE BONI COVER STRAGE DI BOLOGNA

 



Terzo dispaccio: "14 aprile 1980 – Fplp (Abbas) notifica che gli elementi moderati dell’organizzazione sono riusciti sino ad ora a bloccare ogni operazione a carattere intimidatorio nei confronti dell’Italia, voluta dai membri del politbourot, si trovano attualmente pressati ed in seria difficoltà di fronte all’atteggiamento minaccioso degli elementi estremisti dell’Fplp. Inutile rivolgersi all’Olp perché 'non sarebbe in grado di prevenire l’effettuazione di una operazione terroristica che sarebbe probabilmente affidata ad elementi estranei all’Fplp e coperti da una etichetta sconosciuta'.

 

A tale riguardo si ritiene significativa la recente presenza a Beirut negli ambienti dell’Fplp di Carlos e si ritiene possibile che, nell’eventuale operazione in Italia, sia avocata dagli stessi autonomi e comunque da elementi non palestinesi e probabilmente europei, allo scopo di non creare difficoltà all’azione politico diplomatica in corso da parte palestinese per il riconoscimento dell’Olp e per l’auspicato invito ad Arafat".

beppe boniBEPPE BONI

 

Quarto dispaccio: "12 maggio 1980 – Il 16 maggio scade l’ultimatum quale termine ultimo per la risposta da parte delle autorità italiane alla richiesta del Fronte. In caso di risposta negativa la maggioranza della dirigenza e la base dell’Fplp intende riprendere, dopo sette anni, la propria libertà di azione nei confronti dell’Italia, dei suoi cittadini e dei suoi interessi con operazioni che potrebbero coinvolgere anche innocenti.

 

L’interlocutore ha lasciato capire che il ricorso all’azione violenta sarebbe la conseguenza di istigazione della Libia, diventata principale sponsor dell’Fplp. Ha affermato che nessuna operazione avrà luogo prima della fine di maggio e probabilmente senza che vengano date specifiche comunicazioni.

 

Quinto dispaccio: "16 giugno 1980 – La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto il 29 maggio la richiesta di scarcerazione del giordano Abu Saleh. Dalla preoccupata reazione dell’esponente Fplp c’è motivo di ritenere che si riprendano libertà di azioni. Non si può fare affidamento sulla sospensione dell’operazione terroristica in Italia e contro interessi e cittadini italiani decisa da Fplp nel 1973 e si può ipotizzare una situazione di pericolo a breve scadenza anche in coincidenza dell’Appello del 17 giugno.

carlos lo sciacalloCARLOS LO SCIACALLO

 

Fonte fiduciaria indica due operazioni da condurre in alternativa contro obiettivi italiani:

1)Dirottamento di un Dc Alitalia;

2)L’occupazione di una ambasciata.

Non si può escludere che la notizia sia stata diffusa allo scopo di coprire i reali obiettivi e i luoghi delle suddette operazioni, non si può escludere che Fplp, attualmente controllato da esponenti filolibici, possa garantire l’Olp, ma faccia egualmente effettuare operazioni minacciate, utilizzando elementi estranei che potrebbero usare nella circostanza una etichetta non qualificata".

 

Infine, l'ultimo cablogramma, sempre più pressante e allarmato: "27 giugno 1980 – H 10 Habet informazioni tarda sera Fplp avrebbe deciso riprendere totale libertà di azione senza dare corso ulteriori contatti a seguito mancato accoglimento sollecito nuovo spostamento processo.

strage alla stazione di bolognaSTRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA

 

Se il processo dovesse avere luogo e concludersi in modo sfavorevole mi attendo reazioni particolarmente gravi in quanto Fplp ritiene essere stato ingannato e non garantisco sicurezza personale ambasciata Beirut". Dopo circa un mese, la strage di Bologna. E solo dopo oltre vent'anni l'inizio delle indagini sulla 'Pista palestinese', che verrà archiviata dai giudici bolognesi solo nel 2015. Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento