martedì 3 novembre 2020

“CONTE CESSI DI ROMPERCI LE PALLE QUOTIDIANAMENTE CON CASTIGHI INGIUSTIFICATI”

 

VITTORIO FELTRI: “CI ILLUSTRI UNA VOLTA PER TUTTE COSA DIAVOLO DOBBIAMO COMPIERE. DESIDERA INIBIRE GLI ITALIANI AL PUNTO DA RENDERLI INATTIVI? 

FACCIA PURE, TANTO ORMAI SIAMO AVVEZZI AD ESSERE CONSIDERATI BURATTINI NELLE SUE MANI. 

NON ABBIA PAURA DI INDISPETTIRCI, SIAMO GIÀ FUORI DAI GANGHERI  

CERCHI DI RIASSUMERE LE PROIBIZIONI CHE CI INFLIGGE IN UN DECRETO LEGGE SOLO E CI RISPARMIERÀ IL FASTIDIO DI SENTIRLO PARLARE PIÙ DI BERGOGLIO”

Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”

 

Ennesima attesa di conoscere quale sarà il nostro destino. Ogni due per tre Giuseppe Conte utilizza la televisione per comunicarci come dobbiamo comportarci allo scopo di evitare che il Covid ci stenda in un letto d' ospedale o, peggio, in una bara. Oggi o domani il premier foggiano ci rifilerà un altro pistolotto: non sappiamo quali saranno i nuovi precetti cui dovremo attenerci, eppure siamo in grado di immaginarli.

 

Si tratterà di costringere i cittadini a barricarsi in casa, i quali in questo modo riprenderanno, per un tempo determinato o indeterminato, a condurre una esistenza monastica, senza lavorare quindi senza incassare lo stipendio, e saranno indotti pertanto a sposare una dieta ferrea.

conte casalinoCONTE CASALINO

 

Ormai ci stiamo abituando a tutto, persino ad essere presi per i fondelli, e nessuno protesterà, rassegnandosi a campare da detenuto. Personalmente non mi lamento, tuttavia vorrei mi fosse spiegato perché il presidente del Consiglio, che la tv ci mostra sempre in filmati in cui egli corre come un matto (ignoriamo dove), soffra di decretite acuta, nel senso che non smette mai di emanare editti onde proibire questo e quello, manifestando un sadismo smisurato. Ci illustri una volta per tutte cosa diavolo dobbiamo compiere e non compiere e cessi di romperci le palle quotidianamente con castighi ingiustificati. Desidera inibire gli italiani al punto da renderli inattivi?

 

giuseppe conte marco impagliazzo rocco casalinoGIUSEPPE CONTE MARCO IMPAGLIAZZO ROCCO CASALINO

Faccia pure, tanto ormai siamo avvezzi ad essere considerati burattini nelle sue mani. Non abbia paura di indispettirci, siamo già fuori dai gangheri, come risulta dai sondaggi sulla sua trascurabile persona: i consensi riguardanti Conte sono in brutale calo, ciò significa che le sue apparizioni continuative sul piccolo schermo, tese a mortificarci, sono indigeste al popolo. Cerchi di riassumere le proibizioni che ci infligge in un decreto solo, ci risparmierà il fastidio di sentirlo parlare più di Bergoglio. Contro il quale non abbiamo niente, tuttavia siamo stufi dei suoi discorsi con cui si distingue perché non fa altro che menare il can per l' aia, sebbene in Vaticano non esista da secoli un' aia.

Fonte: qui

OLTRE AL COVID, C’È UN ALTRO MORBO: IL VIRUS DEL CONTISMO IPOCRITA 

MICHELE AINIS: “CI TRATTANO COME UN POPOLO BAMBINO, E ALLORA CI PROPINANO MEZZE MISURE, GIUSTIFICANDOLE CON MEZZE VERITÀ. ESEMPIO: I RISTORANTI LI HANNO LASCIATI APERTI FINO ALLE 18. 

MA IN FAVORE DI CHI? A PRANZO, CON GLI UFFICI DESERTI CAUSA SMART WORKING, NON CI VA QUASI NESSUNO

DUNQUE I RISTORANTI SONO STATI MESSI IN QUARANTENA SENZA DIRLO. 

E NEL FRATTEMPO MOLTI RISTORATORI CHIUDONO I BATTENTI, TANTO NON NE VALE PIÙ LA PENA. 

DECISIONE LORO, MICA DEL GOVERNO”

Michele Ainis per “la Repubblica”

michele ainis carlo verdelli foto di baccoMICHELE AINIS CARLO VERDELLI FOTO DI BACCO

Le parole sincere possono cambiare il mondo, diceva Buddha. Durante questa crisi, possono evitare quantomeno che il mondo cambi in peggio. Invece un altro morbo s' è aggiunto a quello che già circola nell' aria: il virus dell' ipocrisia. Ne è stata infettata la politica, e da lì il contagio si propaga nelle istituzioni, s' allarga alle leggi cui siamo sottoposti. Giacché i nostri governanti ci trattano come un popolo bambino, e allora ci propinano mezze misure, giustificandole con mezze verità.

Esempio: i ristoranti. Stavano per chiuderli, come accadde in primavera. Per non spaventare gli italiani, per non destare troppe proteste nei diretti interessati, per queste o altre recondite ragioni, li hanno lasciati aperti fino alle 18.

IL VERNACOLIERE E L IPOTESI DI UN NUOVO LOCKDOWNIL VERNACOLIERE E L IPOTESI DI UN NUOVO LOCKDOWN

Ma in favore di chi? A pranzo, con gli uffici deserti causa smart working, non ci va quasi nessuno. Dunque i ristoranti sono stati messi in quarantena senza dirlo. E nel frattempo molti ristoratori chiudono i battenti, tanto non ne vale più la pena. Decisione loro, mica del governo.

L' Italia non ha il cuore di pietra come la Francia o la Germania, che ne hanno appena decretato la serrata. Il nostro governo è più che permissivo, per 13 ore al giorno non pone alcun divieto.

Sicché va in scena l' antica strategia dello scaricabarile.

GIUSEPPE CONTE SBADIGLIA AL SENATOGIUSEPPE CONTE SBADIGLIA AL SENATO

Non solo fra le istituzioni e i cittadini, anche fra le stesse istituzioni. La prima versione del primo Dpcm della seconda serie (sembra Netflix, ma purtroppo non è un film), quello del 18 ottobre, scaricava sui sindaci la responsabilità del lockdown.

Ora è la volta del rimpiattino fra Stato e Regioni: chiudi tu, no tu. Nel frattempo l' esecutivo finge di tendere la mano all' opposizione, ma in realtà tende il telefono, informando i suoi leader cinque minuti prima della conferenza stampa del premier.

L' opposizione finge disponibilità a collaborare, dopo di che mitraglia ogni provvedimento del governo, foss' anche un panettone gratis per Natale.

Questa fiera delle menzogne si ripete pure nelle relazioni fra governo e Parlamento. Dopo le polemiche sull' abuso dei Dpcm, il primo aveva promesso di recepire gli indirizzi del secondo, prima di varare l' ennesimo decreto. L' ha fatto una volta, poi non più. Ne mancava il tempo, questa la giustificazione.

Ma ogni Dpcm è per definizione un atto urgente, e l' urgenza o c' è o non c' è, non funziona a intermittenza come le frecce di un' autovettura. Inoltre gli ultimi Dpcm sono stati preceduti da lunghe riunioni con le delegazioni dei partiti, delle categorie economiche, degli enti locali. Fuori dal Parlamento, non dentro le sue sale.

Quindi è mancata la voglia, non il tempo.

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZAGIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZA

Viceversa in altri casi la voglia c' è, però difettano gli accordi. È l' apologia del "vorrei ma non posso", consacrata nel Dpcm del 24 ottobre. Dove s' affaccia una nuova fauna di prescrizioni normative, oltre i diritti e gli obblighi, le facoltà e i divieti: la specie dei consigli.

Vi s' incontrano difatti 3 raccomandazioni e 5 "forti raccomandazioni", che spaziano dall' uso delle mascherine dentro casa all' esigenza di limitare i viaggi, di non incontrare estranei, e via raccomandando. E perché non obbligando? In parte perché sarebbe impossibile piazzare un poliziotto in ogni abitazione, in parte per contrasti fra i partiti. Da qui la formuletta ipocrita, a costo di scivolare verso lo Stato etico, che s' intrufola negli stili di vita individuali.

E se i cittadini disobbediscono alla raccomandazione?

GIUSEPPE CONTE – CONFERENZA DECRETO RISTORIGIUSEPPE CONTE – CONFERENZA DECRETO RISTORI

Subiranno un rimprovero semplice, oppure un forte rimbrotto, a seconda dei casi. Ma i casi sono dubbi, tanto che una circolare del ministero dell' Interno ha dettato chiarimenti. Ecco infatti il frutto di questa politica bugiarda: l' incertezza. Nessuno sa più che pesci prendere, né noi né tantomeno loro.

Fonte: qui

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