giovedì 26 novembre 2020

Ora ci tocca pagare gli assegni Inps anche ai familiari degli immigrati

L'Europa ci obbliga a riconoscere che gli extracomunitari in Italia hanno il diritto agli assegni anche per i familiari a carico che vivono fuori dalla Ue


Dall'Europa tardano ad arrivare i soldi per rilanciare la nostra economia dopo le drammatiche conseguenze provocate dall'emergenza Coronavirus, ma in compenso veniamo costretti a pagare pure i familiari degli immigrati.

I cittadini extra Ue in Italia (con permesso unico o soggiornanti di lungo periodo) hanno diritto ad assegni anche per i parenti a carico residenti fuori dall'Unione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia della Ue. Tradotto: l'Italia dovrà iniziare a corrispondere assegni sociali ai familiari dei migranti anche se vivono nel loro Paese d'origine.

La Corte Ue giudica "contraria al diritto dell'Unione" la normativa italiana che rifiuta o riduce una prestazione di sicurezza sociale al cittadino extra Ue, titolare di un permesso unico o soggiornante di lungo periodo, per il fatto che i suoi familiari risiedono in un Paese terzo, "mentre la stessa prestazione è accordata ai cittadini italiani indipendentemente dal luogo in cui i loro familiari risiedono". La decisione è arrivata in seguito a un contenzioso tra l'Istituto nazionale della previdenza sociale e due cittadini (uno dello Sri Lanka e l'altro del Pakistan) che vivono e lavorano regolarmente in Italia e hanno moglie e figli a carico. Dopo aver soggiornato qualche anno nelle nostre città, entrambi hanno lasciato l'Ue per rientrare nel loro Paese d'origine e a quel punto l'ente previdenziale ha sospeso il pagamento delle sovvenzioni.

"Rispettare il principio di parità"

Così W.S. e V.R. hanno deciso di rivolgersi alla giustizia italiana, chiedendo il riconoscimento degli assegni anche per quei periodi. La Corte suprema di cassazione ha chiesto alla Corte di giustizia se la legge italiana contravvenga al principio di uguaglianza di trattamento previsto nelle direttive 2011/98 e 2003/109. La Corte sottolinea che la legge italiana riconosce questo diritto ai cittadini italiani che si trovano nella stessa situazione, cioè i cui familiari a carico risiedono in un Paese extra Ue.

Nella sentenza viene ricordato che se spetta agli Stati membri decidere condizioni e importo delle prestazioni di sicurezza sociale, allora nell'esercitare tale facoltà "devono rispettare il principio di parità di trattamento tra cittadini extra Ue soggiornanti di lungo periodo o ammessi nello Stato membro a fini lavorativi da un lato, e cittadini nazionali dall'altro, per quanto riguarda in particolare le prestazioni sociali". Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento