SI SPOSTA ANCORA LA FINE DEI LAVORI DELLA FARAONICA, COSTOSISSIMA E CRITICATISSIMA GRANDE OPERA CHE DOVREBBE SALVARE VENEZIA DALL'ACQUA ALTA
I CANTIERI, PARTITI NEL 2003, NON TERMINERANNO NEPPURE DOPO L'ENNESIMO SLITTAMENTO SPOSTATO AL 2021
INTANTO TUTTO QUELLO CHE È GIÀ STATO COSTRUITO SOTT'ACQUA RISCHIA DI MARCIRE
Il Mose non sarà finito nei tempi previsti. L’orizzonte della grande opera slitta ancora una volta in avanti. «In queste condizioni è impossibile rispettare l’impegno del 31 dicembre 2021», ha detto ieri mattina il Provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti ai membri della commissione Ambiente della Camera, in sopralluogo a Venezia.
La delegazione, guidata dal presidente leghista Alessandro Benvenuto, il segretario Federico Antonio, con i deputati veneziani Nicola Pellicani (Pd) Giorgia Andreuzza (Lega). Visita al cantiere del Lido, poi alla Basilica di San Marco, per costatare di persona i danni provocati ai marmi e ai mattoni dall’ultima acqua alta eccezionale e dall’aumento delle maree medio alte. Nel pomeriggio incontro in Prefettura con le categorie, gli Industriali, le istituzioni, la Procuratoria di San Marco, la Capitaneria.
«È stata una visita molto utile», commenta Pellicani, «e la commissione si è resa conto di alcuni problemi che erano già emersi durante le audizioni dello scorso autunno. La grande opera va a rilento, siamo al 94 per cento ma mancano gli impianti. Il decreto sblocca-cantieri finalmente ha inserito anche il Mose tra le opere bloccate. Ci aspettiamo la nomina di un commissario. Che dovrà essere un tecnico. Non certo il sindaco Brugnaro».
«Una necessità», dice ancora Pellicani, «perché come abbiamo potuto vedere, oggi i cantieri sono fermi, i progetti in ritardo. Ci sono 900 milioni disponibili, ma non è possibile avviare in tempi brevi tutti questi progetti e i lavori. Dunque, il termine slitterà ancora».
Il presidente Benvenuto, torinese, paragona il Mose al grattacielo della Regione Piemonte. «Anche quello è finito ma non collaudato, vetri rotti, mai utilizzato. Insomma, un’incompiuta. «È un’opera trasversale», continua, «che va portata a termine e fatta funzionare. Ci faremo carico di questo».
Nel pomeriggio la Procuratoria di San Marco ha presentato ai commissari una lista dei danni subiti dalla Basilica. Il presidente degli Industriali Vincenzo Marinese ha elencato i ritardi burocratici per la bonifica delle aree industriali da recuperare e chiesto azioni concrete
Le imprese del Consorzio e Thetis hanno ribadito la loro disponibilità a continuare i lavori già programmati. I primi dovranno riguardare la riparazione dei guasti e delle criticità. Tubi sott’acqua bucati, che ancora non sono stati sostituiti, corrosione all’interno dei alcune parti delle cerniere, manutenzione da potenziare. Intanto delle tre imprese che hanno partecipato alla gara sulla manutenzione di Treporti, due (Cimolai e Brodosplit) sono state escluse 15 giorni fa per la mancanza dei titoli. Adesso si attende la decisione finale sull’unica candidata rimasta, Fincantieri
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