giovedì 7 marzo 2019

IL REDDITO DI CITTADINANZA A ... EX BRIGATISTI E BOSS DEGLI SPADA: TRA LE PERSONE IN FILA PER OTTENERE IL SUSSIDIO C’È DI TUTTO

L’EX TERRORISTA ROSARIO LA PAGLIA: “C’È GENTE ANCHE PIÙ ABBIETTA DI ME CHE NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA. IO VOGLIO SOLO LAVORARE” 
DIFFICILMENTE RIUSCIRÀ AD OTTENERLO, A DIFFERENZA DEI TRE NUCLEI FAMILIARI DEGLI SPADA, CHE SI FOTOGRAFANO CON ROLEX D'ORO MA PER IL FISCO SONO NULLATENENTI

Ecco il reddito di cittadinanza 

Pacchia per immigrati e rom

Oltre 44mila domande nel primo giorno, ma poche code. Negli uffici postali in fila uno su tre è straniero

Bulgari, rom, bengalesi, libici: tutti in fila agli sportelli di Poste e Caf per intascare il reddito di cittadinanza.


Il 6 marzo 2019 è il giorno in cui ha inizio la vera pacchia per gli immigrati.
Secondo le stime Istat saranno 1 milione e 300 mila le famiglie che avranno diritto al sussidio di stato: 2 milioni e 700 mila persone. Però nel reddito day sembrano pochi gli italiani che si affidano al sussidio, studiato e introdotto dal ministro del Lavoro, Luigi di Maio. Chi si aspettava file, caos e tensioni agli sportelli è rimasto deluso. Una partenza a rilento. Complice, forse, la grande attesa e la paura di andare incontro a file interminabili.
Il bilancio della prima giornata di pacchia registra 35mila domande: 29mila a mano e 6 mila on line. Tra Roma, Napoli e Milano la vera caccia al reddito è però scattata tra rom e immigrati. L'Istat calcola che alla fine saranno 300 mila gli stranieri che potranno incassare l'assegno pari 5 mila euro l'anno.
Nella Capitale almeno il 30 per cento non è italiano. La parola d'ordine viene ripetuta come un mantra: «Siamo venuti in Italia per trovare lavoro ma ci accontentiamo anche del reddito. Almeno paghiamo bollette o pigione di casa». Ma tra gli stranieri c'è il timore di non avere i requisiti. E allora? «Ce ne andiamo dall'Italia oppure siamo costretti a diventare manovalanza della malavita».
In tanti hanno un lavoro in nero. E dunque potrebbero ricevere comunque diritto al sussidio introdotto dal governo gialloverde. Per gli immigrati che vogliono entrare nella platea dei beneficiari del reddito sono necessari due requisiti: il permesso di soggiorno di lungo periodo e 10 anni di residenza. Ma anche chi non possiede i due requisiti non vuole rinunciare al reddito. E infatti sono pronti i ricorsi per sollevare il vizio di costituzionalità della legge. A patrocinare i ricorsi sarà l'avvocato Alberto Guariso dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) che negli ultimi anni ha visto accogliere molti ricorsi in materia di discriminazione. In attesa della soluzione giuridica, gli immigrati sperano di fare bingo, incassando i soldi.
Al Caf di Torpignattara (Roma) in fila per compilare i moduli sono in dieci: quattro stranieri. Spostandoci a Primavalle tra le persone in coda c'è Sanicolao di Capo Verde. Ha 43 anni e vive dal 1995 in Italia: moglie e due figli maggiorenni. Non ha un lavoro regolare. Al Giornale spiega di «essere un tuttofare: elettricista, giardiniere, idraulico: «La paga giornaliera è circa 60-70 euro ma senza continuità». E dunque spera in una stabilità economica, grazie al reddito di cittadinanza: «Devo mantenere la famiglia, pago luce, acqua, gas e affitto». Il reddito è una speranza per una vita agiata? «Sicuramente. Ma vorrei un lavoro. La vedo difficile in questo momento. In Italia non si vive bene». E se anche la domanda per il reddito dovesse andare male? «Vorrei andare in America. Altrimenti non c'è alternativa alla malavita». Al Caf di Colle Oppio, Maria, nazionalità bulgara ma in Italia da 20 anni, vuole il reddito. Anche qui il copione è identico: «Vorrei un lavoro ma mi accontento del reddito». Purtroppo non ha un lavoro regolare. Si è pentita di esser venuta in Italia? «Sì, vedo una situazione difficile, simile all'era post-comunista in Bulgaria».
Se il vicepremier Luigi Di Maio esulta, la Cei boccia la misura. Intanto l'iter è partito. Il 15 aprile l'Inps sarà in grado di notificare ai cittadini che hanno fatto richiesta del reddito di cittadinanza se la domanda è stata accolta o respinta; nel giro di 2-3 giorni Poste convocherà il cittadino ed entro la fine del mese saranno pagate le rate del primo mese. Il commissario straordinario dell'Inps Pasquale Tridico ha fatto notare che la diffusione del reddito sarà omogenea sul territorio: 52,5% dei beneficiari sono nel Sud e nelle Isole e 46,5% nel Centro-Nord.

Fonte: qui

L'EX BR IN FILA: ANCHE IO VOGLIO IL SUSSIDIO
reddito di cittadinanza alle posteREDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE
Paolo Coccorese per il “Corriere della Sera”

«Non sono disperato, ma esasperato. Non pretendo come altra gente di farmi pagare le bollette o l' affitto, io voglio solo una cosa: lavorare». Rosario La Paglia, 63 anni, è una delle decine di persone che ieri si sono messe in coda davanti alla sede della Cgil torinese per compilare la domanda del reddito di cittadinanza.

«C' è gente anche più abbietta di me che non sa dove sbattere la testa. Sono impressionato», ammette mentre attende il suo turno al Caf. È disoccupato dal 2017. L' anno in cui la moglie ha chiuso il colorificio dove lavorava come commesso dal 1981 quando decise di riportare in carreggiata la sua vita.

«Sono stato in carcere per terrorismo, facevo parte della colonna torinese delle Brigate Rosse - spiega La Paglia -. Ho pagato il mio conto con la giustizia, mi hanno accusato di molte cose. Anche di essere un fiancheggiatore. Mi chiamarono il "bombarolo", ma era una calunnia».

Un passato che ritorna quando gli si chiede se ha votato il M5S. «Rimango di sinistra, non credo nella loro falsa aria di rinnovamento - risponde l' ex Br -. Non tifo per i Cinque Stelle, l' unica stella in cui ho creduto era un' altra». Adesso, però, attende una risposta positiva dall' Inps. «Al Caf della Cgil sono venuto per fissare l' appuntamento per poter farmi compilare l' Isee. Spero di rispettare i requisiti per ricevere il reddito di cittadinanza.
Anche se temo che sarà difficile».

Facendo un veloce conto, la sua condizione economica, pur essendo complicata, non rispetta le soglie previste dal Governo. «Io e mia moglie siamo disoccupati, ma il nostro bilancio familiare conta anche gli stipendi delle mie due figlie che hanno trovato un lavoro nell' ultimo periodo». Due ragazze di 23 e 28 anni che, invece di costruirsi un futuro autonomo, sono costrette a fare i sacrifici per aiutare i due genitori.

ROBERTO SPADAROBERTO SPADA
«È una situazione che mi fa arrabbiare perché queste cose non devono accadere - spiega Rosario La Paglia -. Nella mia vita ho imparato a non arrendermi mai, io le ho provate tutte. E anche questa volta farò così».

E A OSTIA SPUNTA IL BOSS SPADA NELLE LISTE DEL CAF PER IL SUSSIDIO
Mirko Polisano per “il Messaggero”

Ci sono anche gli Spada in fila ai Caf per poter prenotare il loro reddito di cittadinanza. La famiglia di origini sinti partita dall' Abruzzo negli anni' 50 e che ora, nonostante una condanna in primo grado per «associazione mafiosa», continua a dettare legge a Ostia, sul mare di Roma, vuole il sussidio economico.
ottavio spada 5OTTAVIO SPADA

Ieri, così come nei giorni scorsi, gli Spada si sono recati in uno dei Caf di Ostia e hanno preso appuntamento per compilare il modello Isee, documento preliminare per poter poi presentare la domanda per il reddito di cittadinanza. «Almeno tre nuclei della famiglia Spada - fanno sapere dal Caf della Cisl di Ostia - hanno preso appuntamento per la compilazione dell' Isee, il documento è senz' altro prerogativa per poter chiedere poi il reddito di cittadinanza».

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Un cognome pesante che è rimbombato nei locali del centro di assistenza fiscale di Ostia, dove il nome Spada non può passare inascoltato. Una famiglia i cui componenti sono stati più volte condannati per reati come estorsione e minacce con l' aggravante del metodo mafioso.
 
Tra questi c' è anche Roberto Spada, il reggente del clan - secondo i pm - e autore della testata nei confronti del giornalista Rai. Gli Spada presenteranno il loro Isee al centro di assistenza fiscale di Ostia e, con il documento alla mano proveranno a chiedere il reddito di cittadinanza. I tre nuclei familiari degli Spada si sono recati negli uffici per chiedere di poter dimostrare il proprio reddito.
reddito di cittadinanza alle poste 3REDDITO DI CITTADINANZA ALLE POSTE 

Molti appartenenti alla famiglia risultano proprio nullatenenti. Già le indagini della magistratura hanno accertato come locali e macchine di lusso fossero intestate a persone «prestanome» così come le case che sono quelle del Comune di Roma occupate abusivamente o con la forza.

L'associazione criminale, condannata in primo grado per mafia, è peculiare proprio per il suo carattere familiare e che continua a spadroneggiare a Ostia, nonostante gli arresti e le operazioni delle forze dell' ordine che hanno «decapitato» i vertici del clan.

E in una strategia familiare, complice l' omertà e il «potere di assoggettamento», il sodalizio si è ricavato un ruolo cruciale a livello economico e criminale sul mare di Roma. «La sussistenza della associazione mafiosa - si legge nella sentenza di primo grado nei confronti del clan - è desumibile dalla circostanza che un numero significativo di soggetti, quasi tutti legati da rapporti familiari, hanno agito in accordo tra loro per la commissione di un numero indeterminato di reati particolarmente gravi». A Ostia, ieri, si è registrata l' affluenza tra le più alte della Capitale. E da ieri anche gli Spada attendono un appuntamento.

Fonte: qui

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