Francesco Lo Dico per “il Messaggero”
«Vergognoso». «I soldi dei nostri stipendi in un conto privato: inaccettabile». «Io voglio restituire allo Stato, non a Di Maio per finanziare la propaganda del M5s». Nelle chat dei parlamentari a 5 Stelle, la rivolta contro i nuovi rimborsi scoppia mercoledì pomeriggio, quando sulle mail di deputati e senatori si affaccia una stringata comunicazione dell' help desk di Rousseau. Oggetto: le restituzioni. Per Luigi Di Maio l' ennesima grana, che arriva proprio quando si allungano i tempi della ristrutturazione del M5S annunciata dopo la débâcle in Abruzzo ma finora duramente osteggiata nei territori. La svolta è stata messa in «pausa» dopo l' incontro tra Di Maio e Roberto Fico, leader dell' ala ortodossa e presidente della Camera.
LA GRANA
Torniamo ai rimborsi. Perché i parlamentari si sono infuriati? Tutto accade mercoledì, appunto, quando la piattaforma di Casaleggio jr. avverte deputati e senatori che d' ora in poi i 2mila euro al mese che ciascuno di loro è obbligato a decurtarsi dall' indennità, non dovranno più essere versati né al fondo pubblico per le Pmi com' era avvenuto in passato, né al conto della Protezione civile com' era successo per il trimestre luglio-settembre 2018 per aiutare gli alluvionati.
Per le nuove rendicontazioni che arrivano fino a febbraio 2019 - e che devono essere effettuate entro il 10 maggio - c'è un nuovo Iban, informa la mail di Rousseau. Un nuovo numero di conto corrente. Che però stavolta è privato ed è intestato a tre persone: il capo politico Luigi Di Maio e i due capigruppo alla Camera e al Senato, Francesco D' Uva e Stefano Patuanelli. «Di fronte alla protesta, Luigi si era impegnato a rivedere insieme a noi il meccanismo racconta un parlamentare grillino ma la mail è l' ennesima prova che siamo stati scavalcati».
Del M5S Di Maio è fondatore, ma anche tesoriere. Ma nessuno, a onor del vero, dubita della sua integrità, né di quella del direttivo. Ma dove finiranno i rimborsi? Nessuno lo sa per certo. Probabilmente toccherà agli iscritti su Rousseau ratificare i beneficiari individuati dai vertici. Ma la prospettiva di donazioni calate dall' alto proprio non va giù. «Se l' obiettivo è questo è la polemica che divampa nelle chat - smettiamola con la storia delle restituzioni ai cittadini, e chiamiamole con il loro vero nome: spese per la propaganda di partito». La controproposta? Individuare i destinatari dei nuovi rimborsi a maggioranza, in assemblea congiunta.
Fonte: qui
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