ANCORA DA STABILIRE SE DIETRO L’AGGRESSIONE CI SIANO MOTIVI PRIVATI O UNA LITE ESTEMPORANEA
IL "GAY CENTER" PAVENTA IL MOVENTE DELL'OMOFOBIA
IL PADRE DEL 53ENNE UCCISO: CHI SA, PARLI…
UMBERTO RANIERI
Non ce l'ha fatta Umberto Ranieri, l'artista 53enne di origini abruzzesi colpito domenica sera con un pugno al volto a Largo Preneste, alla periferia di Roma. È morto stamattina, dopo due giorni di agonia, all'ospedale San Giovanni dov'era stato portato in condizioni disperate e ricoverato in coma irreversibile. La salma é stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria per l'esame autoptico.
Intanto proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia Casilina per fare luce sulla vicenda e risalire al ragazzo che quella sera lo ha centrato con un pugno in pieno volto facendolo cadere sull'asfalto dove ha sbattuto violentemente la testa. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze anche per ricostruire il motivo dell'aggressione che, al momento, non sembra essere preordinata. Ancora da stabilire se dietro quel pugno ci siano motivi privati o una lite estemporanea.
UMBERTO RANIERI
I carabinieri sono al lavoro per dare un volto e rintracciare i ragazzi con cui la vittima parlava l'altra sera. Erano 4 o 5 di cui due donne. Tra loro c'era anche l'aggressore che, improvvisamente, lo ha colpito. Nato a Paglieta, in provincia di Chieti, Umberto Ranieri era diplomato all'Accademia delle Belle Arti di via di Ripetta e apprezzato per le sue opere esposte in diverse occasioni nella Capitale.
Ad esprimere vicinanza alla famiglia dell'artista c'è anche Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center, paventando il movente dell'omofobia, ha sottolineato: «Ci stringiamo al dolore dei suoi cari e della famiglia, saremo presenti ai funerali in segno di solidarietà». «Ad oggi - ha aggiunto - sappiamo ancora poco sui fatti, ma chiediamo che venga fatta piena luce sul caso dagli inquirenti. Non si può morire stando seduti su una panchina nei giardini sotto casa, oggi la nostra comunità perde un amico a molti caro. Questa storia ci ricorda una delle tante storie irrisolte degli omicidi che la nostra comunità ha subito tra gli anni 90 e 2000» ha concluso.
LARGO PRENESTE AGGRESSIONE
La vicenda di Umberto Ranieri ricorda il terribile pestaggio del musicista 29enne Alberto Bonanni, ridotto in fin di vita da un gruppo di ragazzi la notte del 26 giugno 2011 nel rione Monti, nel cuore di Roma e morto dopo oltre tre anni di coma. Un violenta aggressione scattata in una delle zone della movida romana per alcuni schiamazzi dei quali furono accusati Alberto e i suoi amici.
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