venerdì 8 luglio 2022

L'ASSASSINO DI SHINZO ABE HA UCCISO L'EX PREMIER GIAPPONESE CON UNA SORTA DI "DOPPIETTA" RUDIMENTALE, FATTA CON DUE TUBI AVVOLTI DA NASTRO ISOLANTE NERO

 

IL KILLER, UN EX MILITARE, HA NASCOSTO L'ARMA PER AVVICINARSI IL PIÙ POSSIBILE ALLA SUA VITTIMA PER E COGLIERE DI SORPRESA IL SERVIZIO DI SICUREZZA


Guido Olimpio per www.corriere.it




 

Nell’attacco contro l’ex premier giapponese Shinzo Abe, 67 anni, sarebbe stata usata un’arma rudimentale. Le immagini mostrano che l’attentatore aveva una sorta di «tracolla» nera: si tratterebbe di due canne tenute insieme e avvolte da nastro isolante nero, quindi un’impugnatura. Una sorta di «doppietta», con l’assalitore che ha cercato di mimetizzarla in qualche modo.

 

Capiremo meglio quando avremo maggiori dettagli, tuttavia è ipotizzabile che l’uomo – un ex militare – abbia studiato con cura il piano: ha pensato al modus operandi, ha messo a punto lo «strumento», forse avrà seguito il bersaglio in altre occasioni. Quindi ha escogitato il trucco per avvicinarsi il più possibile al politico e cogliere di sorpresa il servizio di sicurezza. E purtroppo è riuscito nel suo intento a dimostrazione di un gesto di terrore a basso costo ma dall’alto impatto.

l arma usata da tetsuya yamagami per sparare a shinzo abeL ARMA USATA DA TETSUYA YAMAGAMI PER SPARARE A SHINZO ABE

 

C’è una lunga tradizione di armi fai-da-te impiegate da guerriglieri, ma anche da militanti e gang di strada. A volte semplici tubi con molla e percussore, in altre situazioni qualcosa di più sofisticato. Nel 2019 nell’attacco alla sinagoga di Halle, Germania, un neonazista ha utilizzato una mitraglietta e un fucile a pompa realizzati da lui stesso. Insorti birmani ne hanno sviluppato di diverse, stessa cosa per gruppi criminali che agiscono nelle favelas brasiliane.

 

il momento dell arresto dell uomo che ha sparato a shinzo abe 3IL MOMENTO DELL ARRESTO DELL UOMO CHE HA SPARATO A SHINZO ABE 






Nei territori palestinesi in dozzine di episodi è apparso «Carlo», una mitraglietta artigianale che prende il nome dalla svedese Karl Gustav. Famosa poi la vicenda di Phil Luty, estremista di destra britannico che si è specializzato nella progettazione di queste bocche da fuoco rudimentali ed è diventato una fonte di ispirazione per elementi che hanno poi colpito.

 

Alcune, per quanto rudimentali, hanno fatto danni. La qualità dei pezzi cambia ovviamente a seconda delle aree geografiche. Celebri le produzioni nelle zone di confine Afghanistan-Pakistan, ma non vanno sottovalutate le iniziative dei singoli e c’è un crescente timore per il ricorso alle stampanti 3D.


Fonte: qui

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