giovedì 18 febbraio 2021

LA RELIGIONE DI MARIO DRAGHI!



Mi spiace deludere chi speri che cambi idea su Mario Draghi, bravissima persona ci mancherebbe, ma le sue idee, la testimonianza del suo passato, non spostano di un millimetro la mia posizione è un uomo di sistema e resterà un uomo di sistema.

Ieri, non c’era alcun bisogno di dirlo, ma lui, l’uomo del “whatever it takes” ad ogni costo, lo ha ribadito definitivamente, quasi si trattasse di una religione, non ha detto Europa ma euro, la moneta …

“Sostenere questo Governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro”.

Fin qui nulla di nuovo, ma secondo Draghi la fuori c’è la solitudine, l’inganno di ciò che siamo, la negazione…

Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere. Siamo una grande potenza economica e culturale.

Euro, euro e ancora euro, infatti hanno pagato caro i greci la loro avversione alla moneta unica, loro che erano tra i primi sostenitori di un’Europa unita.

Certo, il discorso ha toccato molte corde di un violino che da sempre in questo Paese suona male, riforme necessarie, ma la vaghezza, soprattutto nei confronti dell’Europa lascia a desiderare.

Grandi fini senza elencare i mezzi, puntando sempre e solo sull’Europa, l’Europa matrigna, più Europa, sempre e solo Europa, Francia e Germania soprattutto, per non dire euro.

Cessione totale di sovranità, questa è la sintesi del pensiero di Mario Draghi, poi orgoglio nazionale.

Sono gli stessi discorsi che ha fatto Mario Draghi, il futuro dell’Italia dipende dall’euro e dall’Europa, fuori c’è la solitudine, nulla di nuovo. Magari lo ascolteranno di più, magari la sua autorevolezza riuscirà a mettere in riga per un po la Merkel e Macron, ma non i tedeschi e i francesi, di sicuro non gli olandesi.

Mi sarebbe piaciuto ascoltare un Mario Draghi che parla dei paradisi fiscali in Europa, della loro fine, ma è chiedere l’impossibile.

Si è parlato poco di riforma del sistema bancario italiano o forse era meglio non parlarne, riforma di tutto, per fortuna non abbiamo sentito la parola Costituzione, ma non di quella riforma di cui c’è assolutamente bisogno, non come è stato fatto per le popolari o le banche di credito cooperativo ma per le principali banche italiane.

Chissà quale era il vero pensiero di Mario Draghi mentre la BCE imponeva la riforma delle banche di credito cooperativo e suggeriva…

A tal fine, il conso­lidamento del settore bancario cooperativo in gruppi la cui capogruppo sia una società per azioni agevolerebbe la capacità del gruppo di reperire capitali

Società per azioni, il mercato il mio pastore, competizione invece di cooperazione, richiedeva la BCE.

Ma lasciamo perdere sono dettagli, dettagli che comunque mentre oggi per le strade della politica e del nostro Paese, il banchiere Mario Draghi è osannato come il profeta, mi fanno tornare a mente le parole del filosofo

Ciò significa, in altre parole, che il capitalismo finanziario – e le banche che ne sono l´organo principale – funziona giocando sul credito – cioè sulla fede – degli uomini.
Ma ciò significa, anche, che l´ipotesi di Walter Benjamin, secondo la quale il capitalismo è, in verità, una religione e la più feroce e implacabile che sia mai esistita, perché non conosce redenzione né tregua, va presa alla lettera. La Banca – coi suoi grigi funzionari ed esperti – ha preso il posto della Chiesa e dei suoi preti e, governando il credito, manipola e gestisce la fede – la scarsa, incerta fiducia – che il nostro tempo ha ancora in se stesso.

E lo fa nel modo più irresponsabile e privo di scrupoli, cercando di lucrare denaro dalla fiducia e dalle speranze degli esseri umani, stabilendo il credito di cui ciascuno può godere e il prezzo che deve pagare per esso (persino il credito degli Stati, che hanno docilmente abdicato alla loro sovranità).

E se oggi la politica non sembra più possibile, ciò è perché il potere finanziario ha di fatto sequestrato tutta la fede e tutto il futuro, tutto il tempo e tutte le attese.
Finché dura questa situazione, finché la nostra società che si crede laica resterà asservita alla più oscura e irrazionale delle religioni, sarà bene che ciascuno si riprenda il suo credito e il suo futuro dalle mani di questi tetri, screditati pseudosacerdoti, banchieri, professori e funzionari delle varie agenzie di rating.

E forse la prima cosa da fare è di smettere di guardare soltanto al futuro, come essi esortano a fare, per rivolgere invece lo sguardo al passato.

Soltanto comprendendo che cosa è avvenuto e soprattutto cercando di capire come è potuto avvenire sarà possibile, forse, ritrovare la propria libertà.

“Se la feroce religione del denaro divora il futuro” di GIORGIO AGAMBEN da La Repubblica del 16 febbraio 2012

Sono solo alcuni passaggi, chiedo scusa ma non riesco a dimenticarli, spero di sbagliarmi ma l’euro è una religione, fatevene una ragione! 

Fonte: qui 

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