mercoledì 17 giugno 2020

PERCHÉ SONO COSÌ DIFFERENTI LE REAZIONI AL COVID-19? I RICERCATORI SONO A CACCIA DI RISPOSTE NEL DNA


DUE I FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUATI DALLO STUDIO EUROPEO DELL'UNIVERSITÀ DI KIEL, IN GERMANIA, E DI OSLO, IN NORVEGIA PER LE FORME GRAVI DI CORONAVIRUS: APPARTENERE AL GRUPPO SANGUIGNO A (QUELLO 0 SAREBBE INVECE PROTETTIVO) E AVERE UNA VARIAZIONE GENETICA SUL CROMOSOMA 3

LE DIFFERENZE NEL GRUPPO SANGUIGNO INFLUISCONO SULLA COAGULAZIONE E SULLA RISPOSTA IMMUNITARIA, MENTRE…


Gianna Milano per "La Stampa"

 

TRASPORTO DI UN PAZIENTE CON IL CORONAVIRUSTRASPORTO DI UN PAZIENTE CON IL CORONAVIRUS

Come mai a parità di età e di fattori di rischio, qualunque sia la concomitanza di altre patologie, ci sono persone più suscettibili di ammalarsi di Covid-19? E come mai c'è chi va incontro a un decorso clinico più grave e a sintomi più severi? Infine come si spiega la diversa evoluzione dell'infezione in contesti socio-sanitari analoghi e la maggiore mortalità degli uomini rispetto alle donne?

 

reparto di terapia intensiva brescia 13REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA BRESCIA







E' da pochi mesi che il Sars-Cov-2 ha fatto la sua comparsa e molto resta ancora da scoprire di questo agente patogeno. L'idea che si fa strada è che a rendere più vulnerabili e a influire sull'esito della malattia possa contribuire una predisposizione genetica. Diversi studi internazionali sono stati avviati per capire qual è il legame tra specifiche varianti genetiche e l'esito dell'infezione. Ipotesi che trova conferma nei risultati di uno studio europeo guidato dall'Università di Kiel, in Germania, e di Oslo, in Norvegia, a cui hanno preso parte sette ospedali italiani e spagnoli.

 

coronavirus new yorkCORONAVIRUS NEW YORK

«In tempo record, poche settimane, sono stati analizzati i campioni di 1980 pazienti Covid-19 alla ricerca di indizi, ossia delle varianti genetiche responsabili dello sviluppo dell'insufficienza respiratoria, complicanza che riguarda il 10% dei malati», spiega Stefano Duga del dipartimento di Scienze Biomediche dell'Humanitas University di Milano: con l'Università Milano Bicocca-Ospedale San Gerardo di Monza e Policlinico di Milano ha preso parte allo studio uscito in forma pre-print su MedRxiv e in pubblicazione sul «New England Journal of Medicine».

test sierologici coronavirusTEST SIEROLOGICI CORONAVIRUS

 

Due i fattori rischio individuati dallo studio europeo per le forme gravi di Covid-19: appartenere al gruppo sanguigno A (quello 0 sarebbe invece protettivo) e avere una variazione genetica sul cromosoma 3. «Le differenze nel gruppo sanguigno influiscono sulla coagulazione e anche sulla risposta immunitaria, mentre nella regione individuata sul cromosoma 3 è presente un gene che interagisce con l'enzima Ace2 che il virus utilizza per l'ingresso nelle cellule e dare avvio alla replicazione.

bambini coronavirus 4BAMBINI CORONAVIRUS

 

Nella stessa regione del cromosoma 3 ci sono anche alcuni geni per i recettori di chemochine, proteine coinvolte nella risposta infiammatoria che influisce sull'evoluzione dell'infezione», continua Duga. Sempre all'Humanitas è in corso una ricerca che ha lo scopo di confrontare i dati genetici raccolti nella popolazione generale con quelli di chi si è ammalato e verificare il livello di espressione di due geni specifici in maschi e femmine. Entrambi i geni possono essere responsabili delle diverse manifestazioni cliniche di Covid19 in uomini e donne.

 

coronavirus, la terapia intensiva di un ospedale di new york 1CORONAVIRUS, LA TERAPIA INTENSIVA DI UN OSPEDALE DI NEW YORK

Il primo è il gene per l'enzima Ace2, quello usato come recettore per entrare nelle cellule e che si trova sul cromosoma X, in duplice copia nelle femmine e in singola copia nei maschi; il secondo è il gene Tmprss2, enzima che modifica la proteina di superficie del virus (chiamata proteina S, da Spike), rendendola in grado di favorire la fusione fra la membrana esterna del virus e quella della cellula infettata. Il gene Tmprss2 è espresso sotto il controllo degli ormoni sessuali, in particolare androgeni. I risultati preliminari dello studio sono stati pubblicati sulla rivista «Aging». Che cosa hanno visto i ricercatori? «Che uomini e donne si infettano in percentuale uguale, ma cambia la prognosi: nei primi la letalità è doppia.

 

coronavirus, la terapia intensiva di un ospedale di new york 13CORONAVIRUS, LA TERAPIA INTENSIVA DI UN OSPEDALE DI NEW YORK

 Una spiegazione della diversa evoluzione della malattia può essere nel fatto che i maschi sono più soggetti a malattie cardiovascolari e fumano di più, ma non basta. Le differenze possono risiedere nel sistema immunitario o essere genetiche: chissà quanti altri geni possono influenzare la gravità della malattia. Ed è ciò che vogliamo scoprire», osserva Duga. Il progetto di ricerca fa parte del Consorzio «Genius» («GENetics agaInst coronavirUS»), nato dalla collaborazione fra Humanitas University, Policlinico di Milano e Università di Milano Bicocca.

 

coronavirus diagnosiCORONAVIRUS DIAGNOSI

«Una sinergia utile a raccogliere una grande quantità di dati da tre degli ospedali che hanno assistito molti infettati, accelerando l'acquisizione di dati significativi sui fattori genetici che influiscono sull'evoluzione della malattia. Consentendoci da un lato di selezionare i pazienti a maggiore rischio di complicanze gravi e dall'altro di mettere in luce meccanismi molecolari che potranno essere bersaglio di terapie innovative». A Napoli scienziati del Centro di tecnologie avanzate Ceinge, avvalendosi di un enorme database di dati genomici, hanno analizzato le possibili varianti genetiche di 141.456 individui sani di 17 popolazioni (africani, europei, asiatici, latinos) e hanno concluso che la variante del gene Tmprss2, responsabile dell'ingresso del virus Sars-Cov-2 nelle nostre cellule, è più frequente nelle popolazioni di Africa, Europa e Paesi latini. Ma non è tutto.

 

coronavirus new york 5CORONAVIRUS NEW YORK

I ricercatori hanno anche osservato che questa variante genetica ha un ruolo funzionale nel polmone, perché in grado di alterare sia l'espressione di Tmprss2 sia di un altro gene, Mx1, noto come inibitore della replicazione di molti virus, da quello della banale influenza all'epatite C. « L'eterogeneità con cui si manifesta la malattia di Covid-19, da una totale assenza di sintomi (i positivi asintomatici) a sintomi influenzali leggeri, fino alle forme gravi di polmonite interstiziale, fa supporre che responsabili siano in parte alcune mutazioni genetiche del paziente», osserva Achille Jolascon, ordinario di genetica medica all'Università degli Studi Federico II e «principal investigator» del Ceinge. Al San Raffaele di Milano, sfruttando l'esperienza dell'Istituto SR-Telethon per la terapia genica (Tiget), e grazie alla biobanca coordinata da Fabio Ciceri, che ha analizzato un migliaio di pazienti Covid-19, è stato avviato un progetto per scoprire le varianti genetiche che rendono più resistenti all'infezione.

 

coronavirus 1CORONAVIRUS

Il progetto rientra nel «Covid Human Genetic Effort», un consorzio di cui fanno parte 30 Paesi e 50 gruppi di ricercatori, fra cui quello di Alessandro Aiuti, vicedirettore del Tiget e lo stesso Ciceri. E' recente l'annuncio che la società che si occupa di genomica 23&Me e propone (e vende) test genetici basati su campioni di saliva per scoprire i propri antenati ha deciso di attingere alla propria banca dati (10 milioni di clienti) per scoprire le varianti genetiche che sembrano essere più comuni tra chi si ammala di Covid-19.

coronavirus gran bretagna 1CORONAVIRUS GRAN BRETAGNA

 

La compagnia, con sede a Mountain View, California, spera siano centinaia di migliaia i clienti che accettino di partecipare allo studio. In Islanda, intanto, Kari Stefansson, fondatore e ad di deCode Genetics, società farmaceutica che ha coinvolto nelle sue ricerche i due terzi della popolazione dell'isola, indaga sulle caratteristiche genetiche di chi si è ammalato di Covid-19. Secondo Stefansson, la variabilità con cui il virus colpisce contribuisce anche al suo diffondersi: chi si ammala in modo più lieve diffonde di più l'infezione.


Fonte: qui


LE DONNE SI AMMALANO CON PIÙ FACILITÀ RISPETTO AGLI UOMINI: SECONDO L’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ C’È STATA UN’INVERSIONE DI TENDENZA E ADESSO TRA LE PERSONE INFETTATE DAL VIRUS LE DONZELLE SALGONO AL 54,2%, MA  A MORIRE SONO SEMPRE PIÙ GLI UOMINI…

Massimo Sanvito per “Libero quotidiano”

 

DONNA CON LA MASCHERINA A MILANODONNA CON LA MASCHERINA A MILANO

Oddio: il virus è diventato sessista? I numeri non mentono, e dicono che in tre mesi la platea di donne colpite dal Covid è aumentata vertiginosamente. Erano il 39,7% a metà marzo, quando al contrario si notava come i gentil sesso fosse meno colpito dal contagio ripetto ai maschi.

 

Ma nel tempo la situazione è cambiata: le donne infettate sono diventate il 49,3% ad aprile, hanno superato la metà dei casi totali (53,7%) a maggio e ora sono addirittura salite al 54,2%. A mettere nero su bianco dati e percentuali, nell'ultimo aggiornamento della Sorveglianza Integrata Covid-19 in Italia, è stato l'Istituto Superiore di Sanità: le donne si ammalano con più facilità rispetto agli uomini. È un fatto.

montefiore medical center wakefield campus al bronxMONTEFIORE MEDICAL CENTER WAKEFIELD CAMPUS AL BRONX

 

POLEMICA SULLA APP

Visti i tempi, tra crociate contro cioccolatini neri, film oscurati dopo 80 anni perché "razzisti", statue demolite e imbrattate dai talebani iconoclasti nemici della storia, non vorremmo che ora si alzasse in piedi qualcuno per orchestrare una campagna femminista in difesa delle donzelle purtroppo contagiate dal maledetto Corona. E dire che in realtà il virus venuto dall'Oriente è già stato toccato, seppur di striscio, dalle accuse di sessismo.


A fare da pomo della discordia la controversa app Immuni, lo strumento tecnologico ideato per controllare la presenza e la diffusione del corona. L'uomo ritratto al pc e la donna con in braccio un bebé hanno fatto gridare allo scandalo i soliti maniaci del politicamente corretto. «Discriminazione». «Stereotipi logori e abusati». "Mentalità inaccettabile». Apriti cielo. Al momento non c'è nessuna spiegazione scientifica a questa repentina inversione di marcia, che ha visto le donne schivare il Covid a inizio pandemia per poi piombare tra le sue spire man mano che la quarantena nazionale ammorbava il Paese.

 

donne con la mascherina alla fermata porta venezia della metro di milanoDONNE CON LA MASCHERINA ALLA FERMATA PORTA VENEZIA DELLA METRO DI MILANO

Ci sono soltanto i numeri nudi e crudi che certificano il cambio di bersaglio da parte della malattia. Per quanto riguarda il tasso di mortalità, invece, le parti si rovesciano: a lasciarci le penne sono più gli uomini che le donne. Sempre secondo i dati dell'Iss, praticamente il 60% dei morti è di sesso maschile, con un picco nella fascia d'età compressa tra i 50 e i 59 anni, in cui gli uomini raggiungono il 77%. A soffrire, ma non per i contagi, sono anche le neo mamme: le più esposte al rischio depressione post parto a causa degli effetti psicologici della pandemia.

le nuove illustrazioni di immuni dopo le accuse di sessismoLE NUOVE ILLUSTRAZIONI DI IMMUNI DOPO LE ACCUSE DI SESSISMO

 

Diventa quindi «cruciale supportare le donne a rischio di ansia e depressione», in modo da garantire loro «un trattamento efficace anche in caso di distanziamento sociale», si legge nelle "Indicazioni di un programma di intervento per la gestione dell'ansia e della depressione perinatale nell'emergenza e post-emergenza Covid", pubblicate dall'Istituto Superiore di Sanità.

coronavirus terapia intensiva bergamoCORONAVIRUS TERAPIA INTENSIVA BERGAMO

 

DATI DI GIORNATA

Intanto, nelle ultime 24 ore, in Italia si sono registrati 303 casi in più di persone contagiate dal coronavirus (ieri 338); 24 decessi (ieri 44); 640 dimessi (ieri 1.505); -105 ricoverati con sintomi (ieri -153); -2 ricoverati in terapia intensiva (ieri -11). La Lombardia resta in testa alla classifica, con 259 contagi in più.

 

CORONAVIRUS - PAZIENTE IN TERAPIA INTENSIVA CON IL RESPIRATORECORONAVIRUS - PAZIENTE IN TERAPIA INTENSIVA CON IL RESPIRATORE






In Abruzzo e nella Provincia di Bolzano non si registrano nuovi casi, in Friuli Venezia Giulia e in Calabria nessun caso per il secondo giorno di fila, in Sardegna per il terzo, in Basilicata per il quarto, in Umbria e in Molise per il quinto in Valle d'Aosta per l'ottavo. Da inizio pandemia, nel nostro paese, secondo i bollettini della Protezione Civile almeno 237.290 persone sono state contagiate e 34.371 sono purtroppo morte.

Fonte: qui

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