giovedì 12 settembre 2019

Napoli, selfie di Salvini col figlio del capoclan. Lui: "Non chiedo i documenti"

"Un caffè insieme al mio caro amico Matteo". Questa è la frase che accompagna la foto pubblicata sui social da Michele Matrone, figlio del boss Franchino "'a belva" di Scafati (uno dei killer più spietati alla corte di Pasquale Galasso e Carmine Alfieri a Scafati, nel Salernitano) che ha scattato un selfie a Vignola, in provincia di Modena, in compagnia del leader leghista Matteo Salvini.
Appare scontato che l'ex ministro dell'Interno non conosca la persona con cui si è lasciato immortalare, abituato a non sottrarsi ad alcun selfie. Ma intanto la foto con Salvini e il figlio del boss, scattata dopo il comizio in Emilia Romagna e pubblicata ieri dal quotidiano "Metropolis", ha fatto il pieno di like su Facebook, raccogliendo anche il consenso di alcuni consiglieri comunali di Scafati, prima che lo stesso autore decidesse di rimuoverla dalla sua bacheca a seguito del clamore generato dallo scatto rubato.
"Faccio migliaia di foto ogni giorno, non chiedo la carta d'identità a chi mi ferma per strada" ha dichiarato il leader della Lega, Matteo Salvini. Antonio, detto Michele, è il figlio di uno dei boss più sanguinari dell'area vesuviana, Franchino, arrestato nel 2012 ad Acerno dopo una lunga latitanza, su cui già dal 1984 pendeva l'accusa di associazione a delinquere insieme ad un gruppo di criminali vicini a Carmine Alfieri e Pasquale Galasso. Dal 2007 Franchino aveva fatto perdere le sue tracce, dopo che i giudici del tribunale di Nocera Inferiore avevano notificato il mandato di cattura a suo carico per il coinvolgimento nell'omicidio di Salvatore Squillante nel 1980 in un agguato di camorra.
Dalla Corte d'Appello nel 2009 era giunta la conferma della condanna all'ergastolo, prima dell'arresto avvenuto tre anni dopo. Ed anche Michele (l'autore del selfie), ex titolare di una ditta di pompe funebri, annovera una condanna in primo grado per estorsione, usura, intestazione fittizia e riciclaggio, nell'ambito di un processo che coinvolge i clan Loreto e Ridosso di Scafati. Da qualche anno vive in Emilia Romagna e domenica scorsa si era recato ad assistere al comizio di Salvini, scattando una foto che ha generato non pochi imbarazzi.
Una scivolata social, una gaffe a cui Salvini non è nuovo, dato che già nel 2018 era stato immortalato in Calabria e in Puglia con esponenti della malavita locale, in entrambi i casi in maniera casuale. Ma proprio i selfie, tra i perni della strategia comunicativa dell'ex ministro dell'Interno, rischiano spesso, come dimostra anche questa vicenda, di trasformarsi in clamorosi autogol per Matteo Salvini, che al termine di ogni comizio si avvicina alla platea per trasmettere l'immagine del politico vicino alle persone e ai loro problemi. Uno strumento, tuttavia, da maneggiare con molta cura, per evitare di figurare con compagnie imbarazzanti.
Le reazioni
"Siamo rimasti allibiti per la foto che ritrae Matteo Salvini con il figlio di un notissimo boss della camorra salernitana. Sarebbe stato il giovane a postare lo scatto, accompagnato dalla scritta: 'Un caffè insieme al mio caro amico Matteo'" dichiarano Andrea Caso e Francesco Urraro, membri campani della Commissione parlamentare Antimafia, con la portavoce Virginia Villani della Commissione Lavoro alla Camera.
"Il ministro del 'più selfie per tutti' - proseguono - ci ha abituati in 14 mesi ad ogni tipo di foto, ballo ed esibizione canora, ma, se la politica balneare al Papeete poteva farci pure sorridere, qui invece c'è da piangere perché getta ombre su una persona che è stata ministro dell'Interno fino al giuramento del nuovo esecutivo. Per questo motivo chiediamo pubblicamente a Salvini di chiarire al più presto la sua posizione, meglio ancora se lo facesse in Commissione Antimafia".
"Il segretario della Lega ci dica se la foto è stata scattata quando era ministro, se è davvero amico di Michele Matrone ed i suoi rapporti con lo stesso. Poco conta dove è stata fatta, scandalizzano certi comportamenti da parte di chi aveva il compito di contrastare la criminalità organizzata. Certe foto - proseguono i 5 Stelle - non sono solo passaggi per i social network, come un cittadino onesto potrebbe pensare. No, al Sud certe foto sono molto di più, sono lette talvolta dalle sigle mafiose locali come l'apertura di uomini dello Stato a poteri antistatali. Specie quando la Lega è al governo della città, come in provincia di Salerno, a Scafati (comune sciolto per camorra nel 2017), dove il clan Matrone è stato protagonista di loschi rapporti tra politica e camorra. Adesso c'è il rischio che questo selfie possa essere interpretato come un pericoloso messaggio e noi non possiamo assolutamente consentire che la questione passi in secondo piano. Salvini chiarisca subito".
Il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, "appoggia in pieno" la richiesta dei colleghi Caso e Urraro di avere chiarimenti da parte dell'ex ministro dell'Interno e capo della Lega.
Un selfie "inquietante" non in quanto tale, perché "è probabile infatti che l'ex ministro non sapesse neanche con chi si stava facendo la foto", ma perché "ancora una volta assistiamo a un'adesione formale e pubblica di esponenti e familiari della criminalità organizzata alle attività politiche di Salvini". La pensa così Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale campano dei Verdi.
Secondo Borrelli, "se davvero Salvini avesse fatto una dura lotta spietata alla mafia e alla camorra, di certo non godrebbe di un tale consenso proprio negli ambienti malavitosi. Ancora più inquietante - aggiunge - è il sistema di adesioni di personaggi con vicende giudiziarie gravissime che in massa stanno aderendo proprio alla Lega di Salvini in Campania. Invitiamo il partito e la magistratura a fare le dovute verifiche per evitare gravi inquinamenti e condizionamenti mafiosi nelle prossime tornate elettorali", conclude l'esponente dei Verdi. Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento