venerdì 22 maggio 2020

NEL MESE DI APRILE IL NUMERO DI ORE DI CASSA INTEGRAZIONE AUTORIZZATE HA SUPERATO PIÙ DI 772 MILIONI: NON SONO MAI STATE COSÌ TANTE IN COSÌ POCO TEMPO. IN QUATTRO MESI ABBIAMO SUPERATO LE ORE DEI TRE ANNI PRECEDENTI MESSI INSIEME

“REPUBBLICA” PER L’OCCASIONE COPIA LA PRIMA AL “NEW YORK TIMES”, CON L’ENORME PICCO ARANCIONE (LÌ ERANO I DISOCCUPATI, QUI LE ORE DI CIG)
BOOM DI DOMANDE DI CASSA INTEGRAZIONE AD APRILE COME IN TUTTO UN ANNO DI CRISI

Jacopo Orsini per “il Messaggero”

conte - cassa integrazione conte - cassa integrazione
L'emergenza coronavirus e le misure anti-contagio varate dal governo fermano le imprese e fanno impennare la cassa integrazione. Nel mese di aprile il numero di ore di cig autorizzate è stato pari a oltre 772 milioni, contro le 25 milioni dello stesso mese dell'anno scorso e le quasi 20 milioni di marzo. Per avere un termine di paragone di quanto stia incidendo la pandemia va notato che in tutto il 2009, primo anno della grande crisi finanziaria, furono autorizzate 916 milioni di ore.

cassa integrazione cassa integrazione
L'Inps nel suo rapporto precisa poi che il mese scorso il 98% delle ore di cassa integrazione sono state autorizzate con causale «emergenza sanitaria Covid-19». Quest'anno in soli 4 mesi le richieste di ammortizzatori sono già arrivate quasi a 835 milioni di ore, più del triplo di quelle registrate in tutto il 2019. Aprile è il primo mese di boom perché le domande dei datori di lavoro sono partite dopo la circolare dell'istituto di previdenza sul decreto Cura Italia del 17 marzo che concedeva alle imprese 9 settimane di ammortizzatori per affrontare la crisi. Il decreto Rilancio appena varato ha previsto altre 9 settimane di sussidi.
la prima pagina del new york times del 27 marzo 2020 – richieste di disoccupazione a causa del coronavirus 

PRIMA PAGINA REPUBBLICA 22 MAGGIO 2020 
È probabile quindi che la crescita delle ore di cassa si confermi anche nei prossimi mesi estivi. L'Inps ieri ha diffuso anche i dati sulle domande di disoccupazione che a marzo hanno superato quota 144.000 con una crescita del 37% rispetto allo stesso mese del 2019. Il dato, secondo l'istituto, è legato soprattutto alla chiusura di rapporti di lavoro stagionali e a termine. Il governo, con i provvedimenti varati per l'emergenza, ha sospeso infatti i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo.

LA RATA
Per i lavoratori autonomi intanto arriva la seconda rata dell'indennità Covid già ricevuta a marzo. Ieri l'istituto ha messo in pagamento direttamente, senza aver dovuto presentare una nuova domanda, i 600 euro di bonus per 1,4 milioni di lavoratori autonomi mentre per gli altri i soldi dovrebbero arrivare tra oggi (altri 400.000) e lunedì 25 (altri due milioni). «A 48 ore dalla pubblicazione del decreto Rilancio, l'Inps ha pagato a 1,4 milioni di lavoratori l'indennità di 600 euro di aprile», ha sottolineato la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo.

Entro lunedì, ha continuato, « il bonus arriverà all'intera platea dei beneficiari. Un aiuto concreto a milioni di cittadini in questo momento di difficoltà». La distribuzione dei pagamenti su tre giornate lavorative - ha spiegato l'istituto di previdenza - è dovuta a i vincoli tecnici di funzionamento della rete interbancaria, che consente al massimo la gestione di 2,2 milioni di bonifici al giorno. E nella giornata di oggi lo spazio era quasi interamente impegnato da pagamenti già pianificati da altre amministrazioni pubbliche.

Per altri 190.000 lavoratori autonomi che non hanno comunicato l'iban del conto corrente e hanno chiesto il pagamento in contanti il sussidio arriverà la prossima settimana e potrà essere ritirato alle Poste, purché si sia ricevuto il mandato di pagamento, a partire da martedì. I bonus accreditati già ieri sui conti correnti riguardano 957.000 lavoratori autonomi, 239.000 operai agricoli, 106.000 professionisti titolari di partita Iva e lavoratori con rapporti di collaborazione e 75.000 lavoratori stagionali del turismo.
Gualtieri Conte Gualtieri Conte

Continua intanto la protesta dei professionisti iscritti agli Ordini che lamentano l'esclusione dai ristori che saranno pagati dall'Agenzia delle Entrate alle piccole imprese per il mese di maggio. In realtà queste persone fruiscono di un apposito canale, gestito dalle loro Casse previdenziali, che attingono a un fondo rifinanziato nel decreto Rilancio. Per loro sono stati impiegati 280 milioni, ora ne sono disponibili altri 650. Serviranno ad assegnare due ulteriori rate da 600 e da 1.000 euro, verosimilmente con limiti di reddito analoghi a quelli già applicati per il primo pagamento. Il necessario decreto ministeriale è atteso in tempi relativamente brevi.

cassa integrazione cassa integrazione

IL BALZO DI UN SOLO MESE PORTA AI LIVELLI DEL 2009 QUANDO CI FU LA RECESSIONE
Marco Ruffolo per “la Repubblica”

Mai così tante ore di cassa integrazione, neppure durante la recessione del 2009. Da gennaio ad aprile 2020, in soli quattro mesi, abbiamo superato le ore dei tre anni precedenti messi insieme. Ma al colossale sostegno offerto dall' Italia, che ora cerca di accelerare anche le procedure della cassa in deroga, finora lentissime, corrispondono interventi altrettanto poderosi da parte degli altri Paesi. Secondo il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, Luca Visentini, «ci sono ufficialmente 57 milioni di persone che non stanno più lavorando nell' Unione.

Di questi, 42 milioni hanno chiesto forme di sostegno analoghe alla cassa integrazione, mentre i restanti 15 milioni hanno perso definitivamente il posto e chiedono il sussidio di disoccupazione. E non stiamo considerando tutti i lavoratori in nero e una parte degli atipici». Il fatto che 15 milioni di espulsioni dal mondo del lavoro siano avvenute in soli due mesi, contro i 22 milioni di disoccupati permanenti creati dalla recessione del biennio 2008-2009, ci dà l' evidenza più lampante della rapidità con cui la crisi associata al Covid sta dilagando in Europa, e non solo. 

LE BANCHE ANTICIPERANNO FINO A 1400 EURO DI CASSA INTEGRAZIONE AI LAVORATORI
 Chi più, chi meno, tutti i Paesi europei hanno introdotto nelle loro manovre misure di sostegno al reddito dei lavoratori. «Prima che esplodesse la pandemia - spiega Visentini - soltanto sedici nazioni della Ue prevedevano strumenti di integrazione del reddito. Ora invece si sono attivate tutte e ventisette, anche se alcune non destinano nulla agli autonomi e ai lavoratori atipici».

Sapremo, tuttavia, solo tra qualche mese se e in che misura il sostegno ai redditi e il condizionamento degli aiuti alle imprese al divieto di licenziare, servirà ad evitare una colossale perdita di posti di lavoro. Il Tesoro prevede per quest' anno una riduzione del 2,1% degli occupati e del 6,3 delle ore lavorate.

ROBERTO GUALTIERI AKA MAO TSE TUNG
La disoccupazione, che nel 2019 era pari al 10%, aumenterebbe all' 11,6 secondo il governo, e all' 11,8% per Bruxelles. La quale stima anche per l' insieme dei Paesi dell' Ue un aumento dei disoccupati dal 6,7 al 9%. Ma si tratta di previsioni ancora assolutamente provvisorie, con margini di peggioramento.
disoccupazione in america
disoccupazione in america
 





Molto dipenderà dal supporto che garantirà il nuovo strumento contro la disoccupazione denominato Sure: un fondo europeo di 100 miliardi che consentirà di dare ai singoli Paesi dell' Unione prestiti a trent' anni a tasso zero, concessi in proporzione al numero di abitanti e di disoccupati. Sarà destinato a rafforzare strumenti già esistenti come la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. L' Italia dovrebbe ricevere tra i 15 e i 16 miliardi, che serviranno a prolungare e rafforzare i nostri ammortizzatori sociali.

La vera incognita di un sistema del genere, attivo fino al 31 dicembre 2022, sta nei tempi. Infatti bisognerà aspettare l' offerta delle garanzie e la stipula degli accordi che vanno fatti Paese per Paese. «Il rischio - avverte Visentini - è che passino due-tre mesi senza vedere un euro». La Commissione potrebbe invitare le nazioni a utilizzare, come anticipo, le risorse non an cora spese del Fondo sociale europeo.

Uno strumento che si potrebbe usare già adesso per anticipare la cassa in deroga decisa autonomamente da ciascun Paese. «L' Italia, per esempio - continua Visentini - potrebbe utilizzare senza condizioni 15 miliardi di fondi non spesi. Non lo fa perché le Regioni vogliono decidere loro la destinazione di quei fondi». Fonte: qui

QUASI 40 MILIONI DI DISOCCUPATI NEGLI USA, A UN LIVELLO CHE NON SI VEDEVA DALLA GRANDE DEPRESSIONE. MILIONI DI PERSONE NON HANNO PAGATO LE RATE DELL'AUTO O IL CONTO DELLA CARTA DI CREDITO 

GLI STATI INIZIANO A RIAPRIRE, ULTIMO SARÀ NEW YORK A GIUGNO INOLTRATO 

TRUMP: ''INSIEME ABBIAMO COSTRUITO LA PIÙ GRANDE ECONOMIA DELLA STORIA, LO FAREMO ANCORA, MOLTO MEGLIO DI PRIMA''. OPPURE ADDIO CASA BIANCA...

Valeria Robecco per “il Giornale

coronavirus a new york folla a central park coronavirus a new york folla a central park
Oltre 38,6 milioni di americani senza lavoro in nove settimane. Continua ad aggravarsi la catastrofe economica causata dal coronavirus negli Stati Uniti, dove la scorsa settimana altre 2,4 milioni di persone hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione. Sebbene si tratti del numero più basso dal 15 marzo, la situazione rimane a tinte fosche: tutti i posti di lavoro creati nell' ultimo decennio sono stati spazzati via, e la disoccupazione ha raggiunto livelli mai registrati dalla Grande Depressione. «Insieme abbiamo costruito la più grande economia della storia, lo faremo ancora, molto meglio di prima», ha assicurato su Twitter il presidente Donald Trump.

donald trump e anthony fauci 1 donald trump e anthony fauci 
Nel frattempo però, come riporta il Wall Street Journal citando i dati della società di rendicontazione TransUnion, milioni di americani sono indietro con i pagamenti della carta di credito e le rate dell' auto. In particolare, nel mese di aprile, sono state registrate 15 milioni di carte di credito nei programmi per «difficoltà finanziarie», dove vengono interrotti temporaneamente i pagamenti, una percentuale che rappresenta il 3% di quelle tracciate dalla società.

Lo stesso è avvenuto per 3 milioni di persone che non hanno pagato le rate dell' auto (pari a circa il 3,5% di quelle monitorate). Intanto, l' America inizia gradualmente a riemergere dal blocco causato dalla pandemia, con tutti e 50 gli stati che hanno cominciato a riaprire, almeno in parte, dopo oltre due mesi di lockdown.

L' allentamento delle restrizioni sta avvenendo a macchia di leopardo, e tra gli stati con le misure più restrittive ancora in vigore c' e' quello di New York, nonostante decessi, casi e ricoveri siano tutti in calo costante: il governatore Andrew Cuomo ha stabilito sette parametri da rispettare nelle diverse regioni dell' Empire State per la ripartenza, e nella Grande Mela, ad esempio, si prevede che nulla riaprirà sino a giugno inoltrato.
andrew cuomo 1 andrew cuomo

Trump, da parte sua, ieri si è recato in visita in uno stabilimento della Ford a Rawsonville, in Michigan, che durante l' emergenza è stato riconvertito per la produzione di respiratori. Terry Bowman, dipendente che solitamente produce pompe dell' olio per trasmissioni dei camion nello stabilimento di Ypsilanti Township e ora sta lavorando al progetto, ha detto: «Non potrei essere più orgoglioso dei miei colleghi, avrebbero potuto rimanere a casa e invece hanno deciso volontariamente di lavorare a questo piano nel mezzo della pandemia».

Prima della visita, l' attorney general dello Stato, la democratica Dana Nessel, ha chiesto al presidente in una lettera aperta di indossare la mascherina protettiva nel suo tour in azienda, minacciando che altrimenti in futuro gli verrà chiesto di non tornare in alcun impianto locale. «Chiunque recentemente sia stato potenzialmente esposto, compreso il presidente degli Stati Uniti - ha scritto - ha la responsabilità non solo legale, ma anche sociale e morale di prendere ragionevoli precauzioni per prevenire la diffusione del Covid-19».
coronavirus, corpi nei camion a new york 20 coronavirus, corpi nei camion a new york 

Nel frattempo, uno studio della Columbia University citato dal New York Times ha rivelato che se gli Usa avessero iniziato ad imporre le misure di distanziamento sociale e il lockdown con una settimana di anticipo, a marzo, sarebbero morte 36mila persone in meno per il virus. Se le medesime misure fossero iniziate due settimane prima, le vite salvate sarebbero state circa 54mila. «È una grande differenza - ha spiegato l' epidemiologo della Columbia Jeffrey Shaman, che ha guidato la ricerca - Un piccolo lasso di tempo in quella fase sarebbe stato cruciale nel ridurre il numero dei decessi». Trump ha bollato la ricerca come «una mossa politica». Fonte: qui

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