giovedì 7 maggio 2020

LE MASCHERINE CALMIERATE DI ARCURI NON CI SONO

FEDERFARMA: ''È DA 15 GIORNI CHE GLI IMPORTATORI NON CONSEGNANO PIÙ. QUELLE CON MARCHIO CE NON SI TROVANO. QUELLE IMPORTATE CON AUTOCERTIFICAZIONE NON POSSONO ESSERE VENDUTE, PUR AVENDO MAGAZZINI PIENI, PERCHÉ L'ISS NON RIESCE AD EVADERE LE PRATICHE DI AUTORIZZAZIONE. E LE MASCHERINE CHE ARCURI  NON SONO ANCORA ARRIVATE''. 

ALLA FACCIA DELLA FASE DUE…

Carlo Terzano per www.startmag.it

“Da lunedì, se una mamma si recherà in farmacia con 1 euro, potrà ritirare due mascherine, una per sé e una per il suo bambino”. Lo diceva, non senza una buona dose di retorica, il commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, domenica sera ospite della trasmissione televisiva della Rai Che tempo che fa (prima mezz’ora circa, per chi volesse ascoltarlo). Parole che sembrano rimaste confinate negli studi televisivi di Fabio Fazio perché, basta uscire in via Mecenate e fare un giro per Milano, che di mascherine a 50 centesimi nemmeno l’ombra.

SE CI FOSSERO, NON COSTEREBBERO COMUNQUE 50 CENTESIMI
DOMENICO ARCURI MASCHERINADOMENICO ARCURI MASCHERINA
In realtà, anche se ci fossero per davvero, le mascherine a 50 centesimi annunciate da Arcuri non sarebbero comunque proposte a quel prezzo. Quando l’amministratore delegato di Invitalia annuncia che con un euro una madre potrà comprare due mascherine, sta infiorettando la realtà. E da un commissario la gente esige concretezza, non solo annunci.

 Era stato infatti più aderente alla verità lo scorso 2 maggio, quando in conferenza stampa disse: “Da lunedì una mascherina chirurgica costerà 0,50 centesimi…” e poi aveva aggiunto “più l’Iva, finché l’Iva ci sarà”. E questo perché sulle mascherine bisogna ancora calcolare l’Iva, che porta il prezzo di vendita al di sopra dei 60 centesimi. Ovviamente non spetta ad Arcuri eliminare l’imposta e la misura sarà con ogni probabilità contenuta nel decreto aprile, ormai decreto maggio, che rischiamo di vedere per giugno. Ma fino ad allora una mamma con un euro potrà al più comprare una mascherina e ricevere 39 centesimi di resto.

IL PIANO DI ARCURI
Questo, comunque, il piano di distribuzione annunciato in pompa magna da Arcuri: “Abbiamo sottoscritto importanti accordi con: Federfarma, Assofarm, l’ADF che con le farmacie e le parafarmacie italiane hanno 26.000 punti vendita sul nostro territorio e hanno ripreso a mettere in vendita le mascherine chirurgiche entro il prezzo massimo fissato dall’ordinanza; Confcommercio, che raggruppa tra gli altri le catene della grande distribuzione Sigma, Sisal, Crai, Coal e Conad che ha nel suo insieme altri 13.000 punti vendita sul nostro territorio; Federdistribuzione, che raggruppa Esselunga, Carrefour, VeGè, Leroy Merlin e altre catene di distribuzione, che ha fino a 7.000 punti di vendita sul territorio; infine Coop, che ha 1100 punti vendita sul territorio nazionale. Contiamo nei prossimi giorni di sottoscrivere un uguale accordo l’Associazione nazionale dei tabaccai che ha altri 50.000 punti vendita sul nostro territorio”.
arcuriARCURI

LE MASCHERINE DI STATO
Non solo prezzi calmierati, perché sempre Arcuri aveva annunciato: “Tra 10 giorni inizierà la produzione delle mascherine con le macchine che abbiamo contribuito a realizzare: a metà giugno le nostre macchine produrranno 4 milioni di mascherine al giorno; a metà luglio 25 milioni e da fine agosto in poi 35 milioni di mascherine al giorno. Devo ringraziare molto le aziende italiane che ci hanno aiutato e che ci stanno aiutando con una solidarietà e una generosità straordinaria: a partire dalla IMA di Alberto Vacchi e Fameccanica del gruppo Angelini. Inoltre altre due grandi aziende italiane hanno messo a disposizione il loro know-how, le loro risorse e le loro intelligenze per ospitare molte di queste macchine che stiamo producendo: Luxottica e FCA”.
MASCHERINAMASCHERINA

CONFCOMMERCIO: PREZZO CHE NON STA NÉ IN CIELO NÉ IN TERRA
Il piano di Arcuri, ancora prima di partire, ammesso abbia davvero spiccato il volo, aveva subito incontrato le resistenze delle associazioni di categoria. Era stata lapidaria Confcommercio: “Con le attuali dinamiche di mercato il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra”. La vicepresidente Donatella Prampolini aveva chiesto che si arrivasse almeno a 60 centesimi: “Altrimenti l’effetto immediato sarà che smetteremo di importarle. Intanto molte aziende hanno bloccato vendite e ordini”.

I DUBBI DI CONFINDUSTRIA
“Non credo che a oggi la produzione sia in grado di soddisfare la richiesta anche per la popolazione in generale, visto il numero di cui giornalmente avremo bisogno” nella Fase 2. Claudio Galbiati, numero uno di Confindustria Assosistema Safety, aveva così commentato – ai microfoni del Giornale Radio Rai – la disponibilità di mascherine prodotte in Italia in vista della cruciale Fase 2.
domenico arcuri 1DOMENICO ARCURI 

 “Molte aziende si stanno attivando per fornire la filiera produttiva più che le farmacie, quindi il grande pubblico. Mi aspetto che le aziende abbiano a disposizione dispositivi di protezione per far lavorare i propri lavoratori”, sulle farmacie “la certezza non l’abbiamo”. Una smentita a poche ore della dichiarazione di Arcuri del 25 aprile scorso, che invece aveva detto: “Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la Fase 2”, sottolineando inoltre che al momento erano state distribuite 138 milioni di mascherine e che le Regioni hanno 47 milioni di mascherine nei magazzini.

DOPO LE MASCHERINE DI STATO, RIMBORSI DI STATO?
Per sanare i mal di pancia di produttori e distributori, alle farmacie che hanno acquistato mascherine e dispositivi di protezione ad un prezzo superiore ai 50 centesimi verrà garantito un «ristoro e assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo». È quanto prevede un accordo firmato dal Commissario straordinario Domenico Arcuri con l’Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm.
distribuzione mascherine a madridDISTRIBUZIONE MASCHERINE A MADRID

LE MASCHERINE DI ARCURI SONO SPARITE
Oggi, a Repubblica, il presidente di Federfarma Marco Cossolo rivela: «È da almeno quindici giorni che gli importatori non le consegnano più». «Quelle con marchio CE – spiega al quotidiano romano – non si trovano e non mi interessa sapere la ragione. Quelle importate con autocertificazione non possono essere vendute, nonostante abbiamo magazzini pieni, perché l’Istituto superiore di sanità che deve autorizzarle non riesce ad evadere le pratiche. E infine le mascherine che Arcuri si è impegnato a rendere disponibili non sono ancora arrivate».

COSA DICE CITTADINANZATTIVA
luigi di maio pratica di mareLUIGI DI MAIO PRATICA DI MARE
Una indagine condotta da Cittadinanzattiva per La Stampa rileva che a “Milano tre farmacie su quattro sono sprovviste di chirurgiche. Stessa cosa a Genova (dove però sono in arrivo quelle gratuite acquistate dalla Regione), mentre a Torino la quota scende al 50%, ma un 25% le vende a tre volte tanto il prezzo prefissato”. “A Roma – si legge -, il giochino lo fa più del 28% mentre il 57% delle rivendite ne è sprovvisto. Percentuale che a Napoli sale al 62% con un quarto delle farmacie interpellate che le vende a 2 o 3 euro l’una”.

di maio e le mascherineDI MAIO E LE MASCHERINE
IL COMMISSARIO INCIAMPÒ SULLE MASCHERINE
E mentre in tutta Italia continuano i sequestri di quelle illegali, siamo arrivati al paradosso che sempre più Regioni ne dispongono l’obbligatorietà (la Fase 2 è infatti nata all’insegna del “mascherine per tutti“, sebbene non si sa ancora se servano davvero per proteggersi dal Coronavirus) ma le mascherine di Arcuri ancora non si vedono. Lascia perplessi se non sorpresi il fatto che, uno Stato moderno come il nostro che, seppur tra mille acciacchi e polemiche, è riuscito a fare fronte alla peggiore emergenza sanitaria dei tempi moderni che gli è esplosa in grembo, moltiplicando in tempo record le terapie intensive e facendo miracoli sul fronte organizzativo, non sia ancora riuscito a dotarsi di semplici dispositivi di stoffa. Ma anche questa è una delle tante contraddizioni tutte italiane, in cui Arcuri è inciampato.
Fonte: qui

MASCHERINE, KARATE E 30 MILIONI DI EURO IN APPALTI SOSPETTI: IL PASTICCIO DELLA REGIONE LAZIO, CON ZINGARETTI CHE NON RISPONDE ALLE DOMANDE DELLE ''IENE'' (VIDEO) 
CHI PROVAVA A CONTATTARE LA REGIONE OFFRENDO MASCHERINE A PREZZI COMPETITIVI VENIVA IGNORATO, MENTRE SI PREFERIVA UNA MICRO DITTA CHE VENDE LAMPADINE
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VIDEO:


IL LAZIO HA IGNORATO LA DITTA CHE OFFRIVA I DPI A PREZZO MINORE
Fabio Amendolara e Giuseppe China per “la Verità

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Da quando La Verità ha scoperto che è stato il trait d' union tra la Eco Tech e la Regione Lazio per la storia delle mascherine mai consegnate, viene inseguito dai giornalisti. «Ho avuto tantissime telefonate». Ma l' uomo dello snodo, che ha detto a tutti che ha cercato di lavorare in maniera corretta e trasparente, «però», afferma: «Mi sono ritrovato in una bomba non volendo». Una bomba. Ivan Gilardi, ex karateka trentenne, era in contatto diretto con Andrea Cocco, vicecapo di gabinetto di Nicola Zingaretti, già capo della sua segreteria politica.

«Loro hanno saputo che avevo delle aziende con cui collaboravo», spiega alla Verità, «da lì è nato poi in maniera naturale il tutto. Ho girato una email che avevo mandato alla Protezione civile, come rappresentante dei prodotti delle aziende che avevo sotto mano. Poi ho girato tutti i contatti e mi hanno detto che la situazione poteva essere verificata, che i prodotti interessavano. Questo è stato il mio ruolo». Il karateka sta praticamente confermando una parte della storia che ha anticipato ieri La Verità.

E che si trova nelle 20 pagine di memoriale che l' avvocato Cesare Gai ha depositato in Procura a Roma, dove risultano indagati per inadempimento in pubbliche forniture Sergio Mondin e la moglie Anna Perna, gli amministratori della Eco Tech. Gilardi, insomma, avrebbe riferito ai Mondin che la Regione aveva necessità di mascherine. Il suo nome compare anche nell' elenco dei preventivi proposti. E il 12 marzo avrebbe offerto Ffp3 ed Ffp2 al prezzo di 3,90 euro cada una. Una proposta che il ragazzo avrebbe fatto tramite il suo indirizzo email. E che ora conferma. «Però», spiega, «io stavo promuovendo quegli articoli, poi mi hanno inserito anche all' interno di una lista». Come se fosse un' azienda a sé stante.
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«Non ho mai lavorato nella pubblica amministrazione in vita mia», afferma, «ero un ragazzo che faceva karate 35 anni fa in palestra da mio padre (il maestro, ndr). Io non l' avevo mai visto Cocco. Poi mi contatta perché gli danno il mio numero. Gli serviva quel materiale. Necessità, come in tutta italia». Le Iene ieri sera sono riuscite a beccare il padre di Gilardi, Bruno, maestro di karate di Cocco: «Avevo conosciuto 30 anni fa Andrea Cocco, era stato mio allievo da ragazzino a 17 o 18 anni, in palestra». E a questo punto Le Iene si chiedono se sia stato papà Bruno a mettere in contatto suo figlio con Cocco per la fornitura delle mascherine.

Ivan, però, continua a negare le conoscenze pregresse: «Cocco mi chiama e dice: "Tu stai lavorando al materiale delle mascherine. Guarda che serve anche alla Regione Lazio, non ci conosciamo, però perché non mandi un' offerta alla Protezione civile?".
Io ho mandato un' offerta. Questo è stato». Poi Gilardi spiega come, da profano, si è ritrovato in quel mondo: «Da inizio febbraio ho contattato aziende per quello che era diventato un lavoro nuovo per me». Niente amici degli amici, insomma. E lui era il gancio con Eco Tech.

Come conferma il legale dell' impresa dei Mondin, l' avvocato Giorgio Quadri: «È venuto la prima volta da Tulumello (Carmelo Tulumello, capo della Protezione civile laziale, ndr) perché lui penso sia stato un primo contatto tra Tulumello o diciamo la Protezione civile o chi per lui, ed Eco Tech». Gilardi, invece, ribalta la storia.
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Era la Regione a caccia. «A Cocco», ripete, «è stato dato il mio numero. Lui ha chiamato me». All' inizio Gilardi avrebbe quindi cercato di entrare nell' affare da solo. D' altra parte, a quel punto, stando al suo racconto, aveva il contatto giusto che gli era caduto dal cielo.
«Io all' inizio mi sono presentato come Ivan Gilardi per cercare di lavorare», racconta, «mi hanno detto che le mascherine ci possono interessare e che serviva un' offerta».

Ma lui non era pronto. E dice: «Mi hanno detto questi articoli possono essere validi, ci serve però qualcosa che non sia una semplice mail scritta da Ivan». A quel punto dalla Regione devono aver finalmente capito che il karateka non aveva l' ombra di una mascherina e gli hanno chiesto il contatto dell' azienda. La Eco Tech. Anche lei senza mascherine. Mentre sulla scrivania dei burocrati della Protezione civile c' era già anche un altro preventivo. L' aveva inviato Filippo Moroni, un imprenditore che lavora in Cina da anni e che ha una fabbrica a Shenzhen. Non solo: Moroni ha un contratto con il governo cinese e si occupa proprio di materiale medicale.

Ha riempito di mascherine Usa e Brasile. E ora si sfoga: «Ho inviato oltre 120 mail tra Protezione civile nazionale e Regione Lazio e non ho mai ricevuto una risposta, poi ho scoperto che gli appalti per oltre 30 milioni di euro sono stati assegnati a ben altre società con ben altri prezzi».

Moroni, infatti, sostiene di aver offerto il 19 marzo mascherine Ffp2 a 1 euro e 89 al pezzo. Ma sembrano aver preferito altri tre preventivi molto più costosi. E mentre dalla Regione Lazio puntavano su Gilardi cercandolo con insistenza, Moroni si affannava inutilmente con una funzionaria: «Chiamavo quasi tutti i giorni la dottoressa Roberta Foggia (funzionaria della Protezione civile, ndr), che a un certo punto mi ha addirittura minacciato di querelarmi per stalking per la quantità di telefonate che la riguardavano». Un cortocircuito che, per tornare alla bomba, sembra proprio aver fatto da innesco.
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Da ''Le Iene''

Con Antonino Monteleone e Marco Occhipinti torniamo a parlare del mascherina gate” della Regione Lazio, di cui vi abbiamo già raccontato nel corso della precedente puntata. A fine articolo, troverete le 10 domande che, sulla vicenda, abbiamo posto a Nicola Zingaretti il Presidente della Regione Lazio, che ci ha fatto rispondere dal capo della Protezione Civile regionale Carmelo Tulumello.

Ma andiamo per ordine. Vi avevamo mostrato come la Regione Lazio si fosse impegnata ad acquistare 35 milioni di euro in mascherine anti-Covid, con un incarico diretto, dando anche, un anticipo di 11 milioni alla ditta che doveva fornirle, la Ecotech, un’azienda che in realtà non ha mai gestito affari di questo tipo, perché impegnata nella vendita di lampadine a Led (e che tra l’altro non aveva poi consegnato gran parte di quelle mascherine). Abbiamo scoperto un’altra cosa molto strana. Ce la racconta la consigliera d’opposizione Angelilli: “È comparso un nuovo preventivo che è stato mandato il 19 marzo alla Protezione Civile del Lazio, un preventivo di un imprenditore noto, credibile, tra l’altro anche ideatore di una startup innovativa, ad un prezzo minore delle offerte di cui abbiamo parlato fino a questo momento. Ma non è stato proprio preso in considerazione, non si capisce perché”.

Ce ne parla Filippo Moroni, l’imprenditore italiano già noto alle cronache per i suoi progetti innovativi come la stampante in 3D per smartphone. "Lavoro in Cina da 4 anni e ho una fabbrica a Shenzhen, un contratto con il governo cinese: ci occupiamo di nuovi progetti industriali, per cui anche materiale medicale. Sono andato umilmente attraverso il centralino alla Regione e poi sono andato fino alla Protezione Civile, in particolare all’ufficio di Tulumello, nella persona di Roberta Foggia. Ho parlato per circa una settimana, ma è stato un dialogo surreale, quasi assurdo: ho dovuto anche registrare ad un certo punto queste telefonate perché mi sembrava veramente di parlare con un’entità metafisica...”.
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Il suo preventivo, racconta ancora Moroni, non si capirebbe perché non farebbe parte dei 22 preventivi che la regione Lazio ha preso in considerazione. “Io non ho mai ricevuto una risposta, se sono stato preso in considerazione non credo nemmeno perché ho scoperto che gli appalti per oltre 30 milioni di euro sono stati assegnati a ben altre società con ben altri prezzi, e sono sicuro che i nostri prezzi erano assolutamente corretti perché viviamo in Cina, siamo a pochi minuti dai produttori”. Insomma l’imprenditore Filippo Moroni sostiene di aver offerto, il 19 marzo, mascherine FFP2 a 1 euro e 89 al pezzo e a questo punto proprio non si capirebbe perché la Regione Lazio ne abbia preferiti altri 3, molto più costosi.

Scopriamo così come le abbia poi acquistate a 3 euro e 50 a mascherina da una ditta, a 3 euro 60 quelle della famosa Ecotech e a 3 euro e 90 da un’altra ditta ancora. Moroni prosegue: ”Che un preventivo si perda ci posso anche stare, che sette-otto preventivi si perdano assolutamente no, casualmente tra l’altro i preventivi più economici e i più corretti di tutti. Anche perché io chiamavo quasi tutti i giorni la dottoressa Roberta Foggia che ad un certo punto mi ha addirittura minacciato di querelarmi per stalking, per la quantità di telefonate che la riguardavano.”

Moroni racconta ad Antonino Monteleone di avere iniziato a chiamare e a mandare il suo primo preventivo alla Protezione Civile  il 15 marzo. Qualche giorno dopo, il 20, lo stesso Moroni fa un appello pubblico: “Vi scongiuro, superate la burocrazia che sta bloccando tutto. Ogni ora che passa sono decine di morti in più”. Un appello che, a suo dire, la Protezione civile non avrebbe proprio preso benissimo… Ascoltiamo una telefonata intercorsa tra Moroni e Roberta Foggia, funzionaria della Protezione civile: "Io questa mail la prendo e la porto a denunciarla ok? Ricominciamo da capo, nel caso i suoi tempi di consegna sono congrui alle nostre esigenze la chiamiamo ok?”.

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Moroni, in base alle trattative contrattuali, avrebbe proposto una consegna in 7 giorni, ma nessuno, sostiene, l’avrebbe più richiamato. Eppure, in quegli stessi giorni, il vicepresidente della regione Lazio Daniele Leodori, in Consiglio Regionale, diceva: “Fino al 20 marzo noi abbiamo ovunque cercato aziende che potessero darci un lume di speranza nel reperimento di dispositivi di emergenza”.

Ma come? La Regione cercava disperatamente mascherine e Moroni, in quegli stessi giorni, cercava disperatamente di vendergliele. Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato.

Una vicenda, questa del “mascherina gate”, che si starebbe estendendo anche a un’altra giunta regionale, sempre guidata dal Partito democratico, quella dell’Emilia-Romagna. Il governatore emiliano Stefano Bonaccini infatti avrebbe versato un anticipo di 2 milioni e 600 mila euro sempre alla Ecotech, l’azienda che ha vinto l’appalto nel Lazio, azienda che però poi, come sostenuto dalla stessa giunta regionale, avrebbe fornito all’Emilia-Romagna solo tute protettive.

Monteleone va dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, a chiedere spiegazioni della vicenda delle mascherine. “Speriamo che non siamo stati truffati, se siamo stati truffati chiederemo giustizia e spero che Le Iene si schierino con gli eventuali truffati e non con gli eventuali truffatori solo perché sono del PD. Io spero che Le Iene non diventino i portavoce di salvini leghisti", dice. Antonino Monteleone ci tiene a precisare: "Guardi però è da settimane che vi segnaliamo come va sta cosa e fate orecchie da mercante e infatti…". “No no no, questo lo dice lei perché deve fare audience, io spero che Le Iene si schierino al fianco degli eventuali truffati...”.

Nessuna spiegazione insomma. Al presidente Zingaretti avremmo voluto chiedere alcune cose, sui preventivi più convenienti spariti nel nulla e sulle polizze assicurative che sembrano farlocche. Avremmo anche voluto sapere con quali criteri sono state scelte le aziende a cui dare anticipi milionari del 50 per cento. Come è successo per la ditta Worldwide Luxury Corner di Patrizia Colbertaldo, che nella vita oltre ad essere una “holistic life coach”, nel 2008 era candidata nella lista a sostegno di Paolo Orneli, candidato dal Pd a Presidente di Municipio ad Ostia. Quello stesso Orneli che oggi riveste il ruolo di assessore allo sviluppo economico della Giunta Zingaretti.

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Parliamo, in questo caso, di 2 milioni di anticipo e anche qui di problemi e ritardi con la consegna delle mascherine.Tutto molto particolare, insomma: candidata nel Lazio non eletta, la ditta a casa propria, due milioni e mezzo di euro d’anticipo. Ma la Regione Lazio, ci chiediamo, come li sceglie i fornitori?

Ma la domanda che più ci preme è un’altra: qualcuno ha presentato alla Regione Lazio la Ecotech, l’azienda che ha vinto la fornitura di mascherine per 35 milioni di euro pur non essendo minimamente del settore? La consigliera di FDI Angelilli prosegue: ”Il vice presidente della giunta regionale Daniele Leodori ha mostrato una serie di preventivi tra cui un preventivo che era di un tal Ivan Gilardi. Questo preventivo sarebbe stato più oneroso quindi peggiore di quello della Ecotech. Questo Ivan Gilardi abbiamo saputo che avrebbe messo in contatto la Ecotech con la Regione Lazio e soprattutto avrebbe partecipato a delle riunioni con l’ufficio di gabinetto di Zingaretti".

Ma chi è davvero questo Ivan Gilardi? La Regione Lazio ne parla come un imprenditore che avrebbe fatto un’offerta poi scartata, in quanto non competitiva, mentre l’opposizione lo indica come il possibile contatto della Ecotech con la Regione. Filippo Roma va a conoscerlo.
E l’uomo risponde così: "Io mi sono avvicinato come intermediario per alcune società, nazionali ed internazionali avendo dei rapporti esteri e mi sono mosso come vede lei. Io mi sono mosso sia singolarmente che poi, rendendomi conto che non era nelle mie possibilità l’accesso in determinati settori perché comunque non avevo una struttura in grado di fornire...”. Insomma Gilardi conferma di avere fatto una proposta alla Regione, ammettendo di non avere a disposizione né le strutture né le possibilità di accedere a certi settori. Ma allora, ci chiediamo, a che titolo avrebbe partecipato alle riunioni con Ecotech e con il gabinetto di Zingaretti in Regione?

“Ho partecipato in una riunione come consulente commerciale della Ecotech... Dopo ci siamo risentiti perché io avevo mandato le varie proposte anche per conto, no per conto, anche a Ecotech… loro mi hanno chiamato dicendomi: guardi, ma anche lei ha mandato una proposta? Dico, sì… Allora dice: ‘guardi mi sembra una persona valida siamo in carenza di personale se mi vuole dare una mano… a curare la parte commerciale’...”.

Gilardi aggiunge anche di aver chiamato un assessore di cui non si ricorda il nome. Ma è forse il papà Bruno quello che conosceva qualcuno in Regione? Il padre di Ivan Gilardi sembra confermare la circostanza: ”Io avevo conosciuto ma 30 anni fa, Andrea Cocco e la famiglia di Andrea Cocco, vice capo di gabinetto di Zingaretti sì, ma era stato mio allievo da ragazzino a 17-18 anni in una palestra di karate”. Bruno Gilardi dunque, papà di Ivan, sarebbe stato il maestro di karate di Andrea Cocco, il vice capo di gabinetto di Nicola Zingaretti. E visto che si conoscevano, non è che forse papà Bruno avrà chiamato il suo ex allievo per parlare di mascherine?

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Sembra quindi che Bruno Gilardi, dopo aver telefonato ad Andrea Cocco, vice capo di gabinetto di Nicola Zingaretti per avere informazioni sulle mascherine, abbia ricevuto il giorno dopo una chiamata dallo stesso Daniele Leodori, vicepresidente della Regione Lazio. E che Leodori abbia riferito che le mascherine erano sia per la sicurezza alimentare che per la sicurezza dei lavoratori.

Sul ruolo ricoperto da Ivan Gilardi però, ci sarebbe un’altra versione, quella data da Giorgio Quadri, l’avvocato della società Ecotech, quella che vincerà l’affidamento per 35 milioni, spiega: ”Ivan Gilardi è un giovanotto che è venuto su con noi al primo colloquio con Tulumello e è venuto anche a un primo incontro in Regione Lazio con con Tulumello e Cocco… è venuto la prima volta da Tulumello perché penso che lui sia stato il primo contatto tra Tulumello o diciamo Protezione civile o chi per lui, e Ecotech”.

L’avvocato di Ecotech dunque in questa telefonata racconta che sarebbe stato Ivan Gilardi il contatto tra la società che ha preso l’appalto per le mascherine e la Regione Lazio, una versione che contrasta con il racconto dello stesso giovane. Gilardi sostiene che sarebbe finito agli incontri con il gabinetto di Zingaretti, quasi per caso, perché portato lì in qualità di consulente un po’ improvvisato della Ecotech. Insomma, per come si stanno mettendo le cose, da quando è partita l’indagine della Procura, Ivan Gilardi adesso sembra molto preoccupato…

Noi nel mentre abbiamo provato a mandare 10 domande al presidente Nicola Zingaretti, in quanto è lui che ha la delega alla Protezione Civile nel Lazio. L’ufficio stampa però ci ha fatto capire che, siccome riguardano l’operato del capo della protezione civile dott. Tulumello, è a lui che sono state girate. Le risposte di Tulumello, che potete leggere integralmente qui sotto, non hanno dissipato tutti gli interrogativi che abbiamo sollevato fin qui. In particolare sul perché alcuni preventivi vantaggiosi non siano stati considerati e siano spariti nel nulla. Una domanda a cui Tulumello si limita a rispondere che non ne era a conoscenza.

Insomma, ci rimane un grande dubbio: ma perché mai la Regione Lazio avrebbe dovrebbe dare un affidamento diretto di 35 milioni di euro, con 11 milioni di anticipo, per reperire mascherine a un venditore di lampadine che si fa accompagnare agli incontri in Regione da un giovane, che per sua stessa ammissione, non ha nessuna esperienza nel campo? A voi sembra poi così strano che le mascherine alla fine non siano più arrivate?

Eccoci alle 10 domande de Le Iene a Nicola Zingaretti a cui la Regione Lazio ha voluto che rispondesse il dott. Tulumello, capo della protezione civile nazionale.
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1) Perché non avete fatto un avviso pubblico sui giornali per cercare ditte che vendevano mascherine e tutti i dispositivi medici utili all’emergenza nel mese di gennaio e febbraio?

L’Agenzia di Protezione civile è stata individuata quale struttura di supporto per l’acquisto dei DPI in data 5 marzo 2020 con decreto del Presidente della Regione Lazio del 5 marzo 2020. Da quel momento in poi, nel pieno rispetto di tutte norme, deroghe e procedure previste dalle norme emergenziali abbiamo cercato di acquistare tutto ciò che trovavamo. Eravamo in guerra. Se avessimo scelto la strada degli avvisi pubblici oggi non avremmo 13 mln di mascherine nel magazzino a disposizione dei nostri medici e infermieri. Non a caso le norme introdotte hanno chiaramente previsto la deroga ad ogni forma di avviso pubblico.

2) Perché avete dichiarato di non aver ricevuto per  mascherine 3 M preventivi inferiori a quello che avete poi scelto, se come abbiamo mostrato, ne avete ricevuto almeno uno della ditta Exor il 19 febbraio?
Non ho mai avuto diretta conoscenza e disponibilità del preventivo che citate, prima di aver appreso della sua esistenza dagli organi di informazione. Per altro, la vantaggiosità di quel preventivo sarebbe stata tutta da verificare visto che, come indicato chiaramente dal documento anche in vostro possesso, non comprende diverse spese aggiuntive – e non quantificate – che avrebbero ovviamente aumentato il prezzo delle mascherine che citate. Infine, la società proponente è la stessa alla quale si è rivolta la Ecotech e che non è stata in grado di realizzare la fornitura. 

3) Come fa il dott. Tulumello a dichiarare di non sapere di questo altro preventivo di mascherine 3 M, se oltre alla mail ricevuta il 19 marzo dalla Protezione Civile, il dott. Antonelli, suo capo segreteria, aveva parlato con i proponenti nella persona del dott. Rattà?

Come già spiegato, non ho avuto conoscenza e disponibilità diretta del preventivo. 
nicola zingarettiNICOLA ZINGARETTI
4) A parte il preventivo della Exor, sulle mascherine FFP2 il preventivo Ecotech da voi scelto è comunque superiore di 1 euro ad altre due offerte, aggiudicate dalla Regione Lazio e regolarmente consegnate, delle società cinesi Wisdom Glory Holdings e Goldbeam Company. Chi ha presentato la Ecotech alla Regione Lazio, che tipo di verifiche sono state fatta sulla sua affidabilità, visto che non si era mai occupata di mascherine?

Non sono preventivi comparabili poiché non si tratta del medesimo prodotto! Al netto del preventivo da voi citato della ditta EXOR (per il quale, si ribadisce, restano ignoti i supplementi di prezzo da aggiungere), il preventivo della ditta Eco.tech era il più vantaggioso tra quelli ricevuti per mascherine di marca 3M! La Eco.tech si è presentata via email, attraverso un proprio agente, come hanno fatto decine di aziende. Il contesto emergenziale drammatico e senza precedenti ci ha portato a raccogliere tutte le disponibilità che riuscivamo ad individuare e se problemi di questo tipo sono sorti esclusivamente con un fornitore, riuscendo comunque a soddisfare le esigenze delle strutture ospedaliere, evidentemente non siamo stati degli sprovveduti. 

5) In audizione in Consiglio Regionale Lazio la Regione ha sostenuto che il Consiglio regionale dell’Abruzzo avrebbe acquistato le mascherine chirurgiche ad un prezzo unitario di 5 euro. È possibile che in Abruzzo le abbiano pagate 0,76 centesimi ciascuna, oltre ad acquisirne 250.000 gratis attraverso una donazione?
Il consiglio regionale dell’Abruzzo, come tutte le regioni, ha effettuato diversi acquisti. Tra questi ci sono gli stock di mascherine chirurgiche a 5 euro al pezzo, il tutto verificabile chiaramente dal codice indicato nel materiale a vostra disposizione da tempo (digitare su google cig Z1C2C7D0B9 Abruzzo).

6) La Ecotech viene definita particolarmente competitiva perché si sarebbe “accontentata” del 50% di acconto sul totale della fornitura. In Abruzzo il 50% viene versato dalla regione in un deposito bancario vincolato ed erogato all’arrivo della fornitura. In Veneto la stessa Eco tech ha firmato un contratto con la regione senza ricevere l’acconto del 50%. Perché nel Lazio questo trattamento di favore?
Nessun trattamento di favore. La ditta ha richiesto questa modalità di pagamento la cui possibilità è stata introdotta dall’Ordinanza del Capo Dipartimento n. 639/2020 e ribadita dal D.L. 9/2020, prevedendo anche la possibilità di pagare anticipatamente tutta la fornitura, proprio per consentire di rispondere ad una dinamica di mercato fatta in questo modo. 

7) Chi è Ivan Gilardi e che rapporti ha e avuto con la Presidenza Zingaretti
In un momento di emergenza chiunque avesse avuto contatti con fornitori o produttori di dispositivi è stato invitato a metterli in contatto con la protezione civile Regionale, quindi non escludo possibili conoscenze. Ma poi, è stato esclusivo compito della protezione civile regionale fare le valutazioni. Aggiungo, visto il momento di grande emergenza, che fino al 20 marzo la protezione civile regionale ha approvato tutti i preventivi pervenuti.

8) Nelle premesse di entrambe determinazioni si insiste nell’affermare che dal 15 aprile la Ecotech avrebbe presentato alla Regione una documentazione relativa all’avvenuta stipula di una polizza assicurativa a copertura degli acconti ricevuti dalla Regione a garanzia di 10 milioni di euro con la ITC International Brokers. Confermate che all’epoca della determina tale polizza assicurativa fosse davvero in essere?

NICOLA ZINGARETTINICOLA ZINGARETTI
Si conferma il contenuto di quanto espressamente indicato nelle determinazioni di risoluzione e, segnatamente:
·      con email in data 15.04.2020, la ECO.TECH. SRL dava evidenza dell’avvenuto pagamento del premio della polizza assicurativa nei confronti della soc. ITC – INTERNATIONAL BROKERS srls, garantendo un importo pari a € 10.000.000,00; 
·      in data 16.04.2020, la ECO.TECH. SRL inoltrava email con la quale la soc. ITC – INTERNATIONAL BROKERS srls confermava la circostanza della ricezione del pagamento del premio e la conseguente operatività della copertura assicurativa della polizza;

9) In entrambe le determinazioni si fa riferimento a ulteriori coperture fideiussorie acquisite dalla Seguros DHI Atlas di Londra a garanzia di 14 milioni di euro, sempre sugli acconti versati alla Ecotech, precisando che la Regione, consultando il sito internet FCA e il sito della Companies House Uk, avrebbe accertato l’idoneità della Seguros a sottoscrivere polizze fideiussorie. Confermate ancora queste dichiarazioni?
Si conferma quanto riportato nelle determinazioni di risoluzione e, segnatamente:
- dal sito internet della FCA – Financial Conduct Authority la SEGUROS DHI- ATLAS risulta effettivamente iscritta al n. 776865 a far data dal 09.05.2017 ai fini antiriciclaggio; 
- dal sito internet si è potuto verificare che: 

La SEGUROS DHI-ATLAS risulta effettivamente iscritta al n° 07966108 a far data dal 27 febbraio 2012 per attività ausiliarie di intermediazione finanziaria; 
alla data del 19.09.2019 il capitale risulta pari a 31.789.000 GBP, interamente versato; 
10) Ritenete opportuno aggiudicare senza gara per affidamento diretto una commessa per milioni di mascherine ad una ditta che non ha esperienza nella vendita di dispositivi di protezione individuale, dando un anticipo del 50 per cento, quando il titolare della ditta è una ex candidata in una lista a sostegno di un Presidente di Municipio del Pd, Paolo Orneli, che oggi riveste la carica di assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio?
Come già ampiamente chiarito, l’assessore Orneli non conosce la titolare dell’azienda a cui fate riferimento. Per quanto mi riguarda, non si tratta di ritenere opportuno o meno un fatto ma di rispettare la normativa, cosa che la Regione Lazio ha sempre fatto.

Fonte: qui


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