domenica 10 maggio 2020

CONFCOMMERCIO LANCIA L’ALLARME: "IL 20% DI PICCOLE IMPRESE NON RIAPRIRÀ"

DOPO IL SUICIDIO DELL'IMPRENDITORE NAPOLETANO CRESCONO LE PREOCCUPAZIONI PER LE MICRO-IMPRESE. A RISCHIO ALMENO 60 MILA RISTORANTI E BAR- 
IL MINISTRO PATUANELLI PUNTA IL DITRO CONTRO ALCUNI ISTITUTI DI CREDITO MENTRE INPS E REGIONI…
Marco Patucchi per “la Repubblica”

«Qui su 22 mila esercizi, almeno 3700 non rialzeranno mai le saracinesche», dice Marco Barbieri che guida Confcommercio Milano.

piccole impresePICCOLE IMPRESE
«Qui moltissimi le riabbasseranno subito dopo il 18 aprile» prevede David Sermoneta, presidente di Confcommercio Centro Roma. Mentre il bollettino quotidiano degli infetti e dei decessi sembra aver aggirato la boa verso la normalità, è partito un altro angoscioso conteggio. I numeri delle vittime collaterali dell' emergenza Covid. Cifre che corrispondono non solo ad aziende, negozi, botteghe artigianali. Ma persone. Vite.

Che si possono anche spezzare, come ci ha ricordato crudamente, mercoledì, il suicidio dell' imprenditore napoletano. Perché se le grandi fabbriche si stanno faticosamente rimettendo in moto, le micro-imprese invece respirano a stento con il poco ossigeno in arrivo dallo Stato. Sono quelle, come hanno ricordato su queste pagine Tito Boeri e Roberto Perotti, con meno di 5 addetti, che contano per un quarto del lavoro dipendente, ma per il 40% dei lavoratori rimasti a casa dopo il 4 maggio.

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Misure pubbliche generose, come la cassa integrazione in deroga o i finanziamenti garantiti (e presto, si spera, a fondo perduto), incagliate però nelle lentezze della burocrazia e nell' endemica diffidenza delle banche. Se ne è accorto anche il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli: «Alcuni istituti di credito non stanno collaborando come dovrebbero e potrebbero ». Mentre Inps e Regioni si rimpallano le accuse di inefficienza sugli ammortizzatori sociali.

imprese creditoIMPRESE CREDITO
Sempre secondo Confcommercio, il 55% delle imprese del terziario di Milano, Lodi, Monza e Brianza, uno dei cuori dell' economia italiana, ha chiesto la cassa integrazione, ma il 95% dei dipendenti non ha ancora visto un euro. «Al momento non rileviamo alterazioni significative della nati-mortalità delle imprese italiane», dice il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli. E probabilmente è proprio per quel filo di ossigeno pubblico che le sta tenendo artificialmente in vita. Ma il rischio è di un' illusione ottica. Come teme il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, prevedendo «la chiusura definitiva di 60 mila imprese tra ristoranti e bar».

Una su cinque considerando che il totale dei pubblici esercizi rappresentati da Fipe-Confcommercio è intorno ai 300 mila. E come raccontano altri numeri: Confartigianato stima un crollo del 57% (37,7 miliardi) dei fatturati del settore a marzo, che diventa -71% in aprile. Cna, l' altra associazione degli artigiani, prevede ricavi quasi dimezzati (-42%) nel 2020, con punte del -66,3% nel turismo, -56,7% per la moda e -54% per il commercio. Le associazioni provano a sostenere i loro rappresentati con il pressing sul governo e con la tradizionale assistenza tecnica (fisco, burocrazia, normative).

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Ma ormai, come in ogni guerra che si rispetti, serve anche il sostegno psicologico dei combattenti: «Nel 2014, dopo il suicidio di un commerciante in città - racconta Alberto Bertolotti, presidente di Confcommercio Cagliari e titolare di alcuni esercizi - pensammo di attivare uno sportello di consultazione psicologica. Abbiamo ripreso in mano e reso operativo quel progetto un mese fa: fino ad ora due psicologi hanno avviato una decina di terapie, prevalentemente per ansia del futuro economico, panico da isolamento, problemi relazionali in famiglia.

Sono casi di piccoli imprenditori che hanno messo su un negozio, una piccola azienda, una start up. Spesso ex lavoratori dipendenti che assumono altri lavoratori condividendo fatica e preoccupazioni. Magari guadagnando, in certi casi, meno dei collaboratori stessi. Sono sfide imprenditoriali totalizzanti - dice Bertolotti - quindi ora che tutto si ferma senza un futuro, sono sopraffatti dal peso delle responsabilità verso la famiglia e verso i dipendenti. Crolla l' autostima.

giuseppe conte patuanelliGIUSEPPE CONTE PATUANELLI
Si spezza qualcosa. E c' è chi non ce la fa a rialzare la testa». Fumagalli ricorda che nel 2009, nel pieno della recessione, Cna attivò sportelli di assistenza psicologica: «Questa volta i nostri uffici sono rimasti sempre attivi, ovviamente online, e i nostri 10 mila addetti non hanno mai fatto mancare il loro supporto agli iscritti»

Fonte: qui

GLI ITALIANI NON HANNO BISOGNO DI DECRETI E DE-CRETINI CON LA POCHETTE CHE VANNO IN TV: HANNO BISOGNO DI SOLDI, SOLDI, SOLDI 
A ROMA CODE AL MONTE DEI PEGNI PER VENDERE QUELLO CHE E' RIMASTO DI VALORE: “SONO MESI CHE NON LAVORO, NON SO DOVE VADO A FINIRE” 
“IO SONO PENSIONATO E HO DATO IN PEGNO I RICORDI DELLA COMUNIONE DI MIA FIGLIA” RACCONTA UN UOMO, MENTRE MARITO E MOGLIE MOSTRANO LE MANI NUDE: “NON ABBIAMO NEANCHE PIÙ LE NOSTRE FEDI” 

Antonio Crispino per corriere.it

monte dei pegni romaMONTE DEI PEGNI ROMA
«Questo ciondolo mi è molto caro, è stato realizzato su un disegno particolare da un mio amico gioielliere» racconta una signora appena uscita dalla sala stime del Monte della Pietà di Roma. Come lei, decine di altre persone sono in fila per entrare. Aspettano incolonnate in piazza del Monte della Pietà in un ordinato silenzio. Gli ingressi sono contingentati a causa delle norme di sicurezza per il coronavirus ma chi aspetta il turno per poter impegnare un oggetto personale di valore è aumentato negli ultimi giorni proprio a causa delle chiusure prolungate.

La scadenza delle polizze di credito sospese durante i mesi del lockdown dall'istituto di credito Affide - leader nel settore in Italia e in Europa -, concorre a creare l'affollamento.
monte dei pegniMONTE DEI PEGNI
«Sono due mesi che non lavoro, ero dipendente in un bar che solo pochi giorni fa ha riaperto - racconta un ragazzo sulla trentina che aspetta la madre all'ingresso -. Lei ha impegnato una catenina, un ricordo di mio padre e io non so dove vado a finire». Come lui, tante altre persone sull'orlo della disperazione: «Io sono pensionato e ho dato in pegno i ricordi della comunione di mia figlia» racconta un uomo, mentre marito e moglie mostrano le mani nude: «Non abbiamo neanche più le nostre fedi».

Un'altra signora si commuove mentre racconta di aver appena depositato i ricordi di una vita: «Sono regali del mio povero marito» poi le si spezza la voce, si scusa e ritorna a fare la fila. Fonte: qui

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