venerdì 19 luglio 2019

M5S: UN MORTO CHE CAMMINA

«Per me solamente una cosa è importante, l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica». [Ursula von der Leyen]
Giorni addietro Mazzei, della serie “cretinismo (euro)parlamentare”, segnalava quanto grave fosse che il Presidente del consiglio del governo giallo-verde avesse assicurato all’élite eurocratica il suo consenso alla scelta di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea.
Mazzei si chiedeva dunque se dopo il sì di Conte, ci sarebbe stato quello di Salvini e Di Maio. Ebbene il responso è giunto oggi pomeriggio. Il Parlamento fantoccio di Strasburgo ha eletto la Von der Leyen con 383 voti a favore, 327 contrari, 22 astensioni e una scheda nulla. Una maggioranza risicata assai che attesta, tra le altre cose, come l’egemonia della cupola eurista non sia più schiacciante come un tempo.
Per la precisione il falco ha avuto il sostegno del Ppe, dei liberali di Renew Europe e dei tre quarti dell’SeD, mentre i socialisti tedeschi della Spd, gli austriaci, gli olandesi, i polacchi e gli ungheresi non si sono piegati e non l’hanno votata. Così come i Verdi, la sinistra Gue, parte dei conservatori dell’Ecr e di Identità e democrazia. I 14 deputati del M5S hanno invece dichiarato il loro sostegno mentre la Lega, che conta 29 eurodeputati, ha votato contro, come i deputati di Fratelli d’Italia.
Un sacco di gente quindi, e dei più diversi schieramenti, sapendo chi è che gli ha dato l’incarico, non l’ha votata — da notare che nessun cittadino europeo l’ha votata, in quanto non era candidata, che è stata nominata proprio dalla ristretta cupola eurista.
Per questo il dato più raccapricciante, per quanto fosse nell’aria, è che i pentastellati han votato a favore della Von der Leyen.  

PEGGIO ANCORA! 

I voti 5 stelle sono stati determinanti per eleggerla. E siccome al peggio non c’è limite, i pentastellati a Strasburgo se ne sono anche vantati. Scrive Repubblica 
«Senza i nostri voti, determinanti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati ago della bilancia».
Un gesto politico gravissimo, che colloca i Cinque Stelle, non solo simbolicamente, nel campo del nemico eurista. Dovremo farcene una ragione. Il portavoce pentastellato si è difeso dicendo che il discorso programmatico della Von der Leyen rappresenta una svolta.
Ridicolo!
E’ stata costretta a fare concessioni d’ogni tipo allo scopo di raccattare voti in ogni dove, ma ognuno sa bene che viene dall’ala dura del partito eurista del grande capitalismo tedesco. Abbiamo letto e ascoltato bene il suo discorso e non ci faremo prendere per il culo, né da lei né dai suoi ascari, siano essi piddini, berlusconidi o pentastellati.
A di là delle chiacchiere su un punto la Von der Leyen è stata infatti categorica:
«Per me solamente una cosa è importante, l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica».
Più chiaro di così si muore. E a proposito di morte mi pare si possa dire che il M5S è un morto che cammina.
Fonte: qui

Von der Leyen. Vincono le donne? 

No, vince la classe dominante

Roma, 18 lug – Ancora una volta, occorre ribadirlo con vigore: la situazione è tragica, ma non seria. La potremmo plausibilmente fotografare nel modo che segue. Le brigate fucsia delle sinistre del capitale giubilano e si esaltano, più baldanzose che mai: ha trionfato il “girl power”! Ha vinto l’emancipazione sul regresso! Ha trionfato il progresso sulla fazione della sempiterna reazione! Perché? Ma è chiaro! Perché due donne sono ora al potere, Lagarde e von der Leyen. È una vittoria delle donne, come ripetono stoltamente le sinistre fucsia e i loro “militonti”, dimentichi della verità della guerra di classe? Niente affatto. È, ancora una volta, la vittoria della classe dominante contro la classe dominata. È, una volta di più, il trionfo dell’élite globalista sui popoli sofferenti della vecchia Europa.
Infatti, le due donne summenzionate si accingono, per conto della Ue e della sacra lex dell’ordoliberismo, a massacrare le classi lavoratrici e i popoli d’Europa. Le due donne summenzionate sono esponenti della global class dominante, emblema della “spirale tecnocratica” (Habermas) delle brume di Bruxelles. È una vittoria di classe biecamente camuffata come vittoria di genere. Non hanno vinto le donne. Lo ripeto. Ha vinto la classe dominante (con le sue donne e i suoi uomini) sulla classe dominata (con le sue donne e i suoi uomini).

La vestale del cosmopolitismo liberista

Ma sapete chi è realmente Ursula von der Leyen? Ve lo ricordo io. Al tempo, della crisi finanziaria greca, ella propose apertamente di ipotecare le riserve auree del Paese ellenico a mo’ di garanzia del prestito concesso dai creditori internazionali. Ordunque, tale proposta fu giudicata a tal punto radicale che perfino l’esecutivo capitanato dalla Merkel pensò bene di prenderne pubblicamente le distanze! Avete capito, allora, quale sarà il futuro dei popoli europei? Quale il destino delle classi lavoratrici? Ulteriori dosi di austerità repressiva. Ulteriori dosi di spending review. Ulteriori dosi di massacro preordinato dei ceti sofferenti in nome del Vangelo del “ce lo chiede l’Europa”.
La signora von der Leyen, vestale del cosmopolitismo liberista, ha esordito senza lasciare alcun dubbio. Il suo discorso di “presentazione” era tutto incardinato sulla lotta contro il populismo e il sovranismo, ossia – questo il punto – contro quella sovranità popolare che è la base della democrazia. La global class odia il populismo, cioè il popolo, e il sovranismo, ossia la possibilità dello Stato sovrano di controllare l’economia deregolamentata. In una parola, la global class odia la democrazia, che è sovranità del popolo e non del mercato e della sua classe di riferimento.
La signora von der Leyen ha incensato in termini parareligiosi il libero mercato, la somma – nonché unica – divinità in cui crede l’Unione Europea, che non per caso non erige più cattedrali e templi, ma solo banche e hub finanziari. Un’ultima nota: la signora von der Leyen ha annunziato che proporrà il salario minimo europeo. Ovviamente non ha fatto neppure un vago cenno a quale sarà la sua reale entità! Intelligenti pauca.

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