lunedì 22 luglio 2019

“LAGARDE HA FATTO DEL FMI UNO STRUMENTO PER MANTENERE L’EURO” . Gli asiatici se ne andranno.

Dopo la Lagarde francese alle testa del Fondo Monetario Internazionale, Merkel e Macron  vogliono far salire su quella poltrona mondiale l’olandese  Jeroen Dijsselbloem, ex capo dell’Eurogruppo,  un  mediocre economista agrario il cui unico titolo di merito è aver applicato le crudeli austerità alla Grecia secondo i dettami tedeschi.
Ambrose
Ambrose
Un altro europeo  – scherziamo?,  tuona Ambrose Evans-Pritchard (il miglior giornalista economico disponibile): “Se gli europei si ostinano a  trattare il Fondo Monetario Internazionale come un feudo ereditario, distruggeranno l’istituzione. Gli asiatici prenderanno le cose nelle loro mani. Creeranno una struttura monetaria parallela, ancorata a un sistema finanziario cinese e estremo-asiatico, con il sostegno di nazioni come quelle di “BRICS” come il Brasile, l’India e il Sudafrica”.
Bisogna ricordare qui che il FMI, creato degli anglo-americani vincitori della  seconda guerra mondiale, è retto con i regolamenti di un condominio: chi ha più quote ha più voti. Ovviamente i millesimi di maggioranza se li sono riservati Usa e Regno Unito. “ Gli europei controllano un terzo dei voti. La Cina ha 6.09pc. L’India ha 2,64 punti percentuali, meno del Benelux. Il Brasile ha 2.2 pc.”.

Quindi i nuovi colossi hanno tutti i motivi per uscirne. Dando più potere ancora a Pechino.
Per Evans Pritchard, è l’occasione per esporre un lucido, tagliente e imperdibile atto d’accusa della gestione europea di questo organismo mondialista:
Gli europei  hanno  abusato della loro controllo del FMI. Hanno sequestrato il Fondo per salvare l’unione monetaria – nel momento in cui la zona euro non aveva alcun prestatore di ultima istanza – a causa della sua imprudenza e paralisi politica  che vi impera  – e aveva quindi esposto una serie di Stati sovrani alla bancarotta.

I salvataggi dell’Eurozona hanno assorbito l’80% del totale dei prestiti  che il FMI  ha elargito tra il 2011 e il 2014, anche se l’eurozona  disponeva di ampi mezzi per prendersi cura di sé e aveva un rapporto debito / PIL inferiore a quello degli Stati Uniti, del Regno Unito e del Giappone. Grecia, Irlanda e Portogallo sono stati autorizzati a prendere in prestito  fin al 2000% delle loro quote, triplicando il limite normale.  Ciò significa che gli stati africani, poveri,  sono stati in effetti costretti a salvare molti stati più ricchi in Europa.
Quando a trovarsi nei guai sono stati  i paesi dell’Asia e dell’America Latina, “nessuna simile generosità è stata  applicata. Il Fondo ha mal  gestito  la crisi dell’Asia orientale nel 1998, imponendo un regime unico per tutti di un’austera austerità fiscale che andava oltre la dose terapeutica e violava la scienza economica.  Le conseguenze sono tossiche: le potenze emergenti dell’Asia hanno concluso che il FMI era impilato contro di loro, come in effetti lo è”.
Gli asiatici che hanno provato sulla loro pelle le cure del Fmi nel ’98,  hanno fatto ogni sforzo per assicurarsi di non  doversi trovare mai più  alla mercé del Fondo in futuro. “Hanno cumulato  riserve estere su così vasta scala che portarono all “ingorgo asiatico del risparmio”. Il capitale in eccesso ha frenato i tassi obbligazionari. Questo ha alimentato una ricerca mondiale di rendimento che ha incubato le bolle di attività subprime e Club Med, ed è una delle ragioni principali per cui il sistema finanziario globale rimane  ancor oggi fuori controllo”.
E veniamo al salvataggio della Grecia. Evans Pritchard sibila:

“Il Fondo ha violato  il proprio statuto: ha prestato ingenti somme a un paese che era già insolvente e aveva invece bisogno di ristrutturare il debito.
I rappresentanti di India e Brasile, risulta dai verbali (segreti  ma trapelati) delle sedute del consiglio d’amministrazione del FMI,  all’epoca protestarono, dicendo [giustamente] che quello non era un  salvataggio della Grecia, ma il salvataggio delle banche europee e dell’euro come progetto;  cosa che il Fondo non ha nessun mandato a fare. Il suo mandato è salvare degli Stati, non una valuta, né i creditori”.
Tutti i non-europei hanno votato contro questo uso europeista del FMI.  Ma gli Usa hanno gettato il loro peso a favore dell’euro, perché temevano una Lehman 2 “ così, “mentre le banche  e i fondi esteri sono stati in grado di scaricare le loro esposizioni in Grecia  con perdite minime,   sempre più debito è stato  aggravato sulle spalle  nello stato greco in bancarotta. La Grecia deve generare un grosso avanzo primario per i decenni a venire allo  scopo di pagare i creditori: qualcosa di non molto  diverso dalle riparazioni di guerra imposte ai tedeschi a Versailles.
L’economia ellenica è stata spinta in una violenta spirale al ribasso, culminata in sei anni di depressione, un crollo del PIL del 26% e una disoccupazione giovanile del 60%. Questo è stato controproducente anche  per gli stessi intenti di tale crudele trattamento: i rapporti debito-pil  sono aumentati ancora più velocemente, richiedendo ulteriori “salvataggi”.
Per il suo stesso statuto, “Lo FMI  avrebbe dovuto tenersi fuori da questo  crimine politico. Non è stato così, perché era diventato uno strumento delle élite politiche della zona euro sotto Dominique Strauss-Kahn e Christian Lagarde – entrambi ex ministri delle finanze francesi.
Solo successivamente,  una analisi indipendente ordinata dalla Lagarde (dopo il disastro),  ha puntato il dito sulla “coltura dell’autocompiacimento e  noncuranza” imperante nel Fondo, sul “pensiero unico” (groupthink) che vi domina,  sulle analisi economiche “superficiali e  meccanicistiche”.
Carlo Cottarelli: “Superficiale e meccanicistico” a spese dei greci.
Analisi condotte allora, lo si deve ricordare da Carlo Cottarelli come “competente” del FMI.  “Superficiali e meccaniche”.
In più e peggio, gli investigatori per l’analisi indipendente “non sono stati in grado di identificare le “task forces” create ad hoc,  si sono visti rifiutare documentazione cruciale, non sono riusciti a sapere chi ha gestito allora questo organo potente, che ha una cassa di un trilione di dollari – e il potere di rovesciarle nazioni”.
Insomma la UE ha trasferito la sua opacità ed extralegalità, la sua propria gestione occulta e meccanicisticamente inefficace, nel Fondo Monetario. Lo  ha reso a sua immagine e somiglianza.
Gli investigatori hanno denunciato “che il FMI è diventato il sostenitore ad oltranza dell’euro. Coloro che dall’interno dei pericoli intrinseci di una moneta incompleta,  senza una tesoreria a sostenerla,  erano azzittiti.  Bisognava difendere il progetto “politico” euro.  “ IMF non aveva piani   B per affrontare  una crisi sistemica dell’UEM perché aveva escluso ogni possibilità che potesse accadere. “Si pensava che la possibilità di una crisi della bilancia dei pagamenti in un’unione monetaria fosse quasi inesistente”. Alla radice c’era un fallimento nel cogliere un punto essenziale: una moneta condivisa, priva di un Tesoro  è intrinsecamente  vulnerabile alle crisi del debito. Gli stati che affrontano uno shock non dispongono  più  degli  strumenti sovrani per difendersi.  Quello che era rischio di svalutazione è stato trasformato in rischio di bancarotta – di uno stato”.
E nessuno ha pagato per questi errori che hanno praticamente ucciso la Grecia. “Il Fondo monetario internazionale opera al di fuori di qualsiasi normale catena di responsabilità: esattamente come le istituzioni europee, ovviamente”.
Jeroen Dijsselbloem
Ed ora la Lagarde, che ha presieduto a quel disastro, passa a dirigere la BCE, “continuerà ad operare come il gendarme  per l’attuazione degli obbiettivi politici della zona euro, piuttosto che come banca centrale  normale”. Il   mantenimento ad ogni costo di una moneta sbagliata e non completa, per volontà tedesca.
La signora Lagarde non è un’economista. Lei è un avvocato politico a disposizione dei politici. Ciò significa che la BCE continuerà a operare in una zona grigia sotto il suo controllo come il gendarme per gli obiettivi politici della zona euro piuttosto che come una banca centrale convenzionale.
E come lo farà? Con la brutalità  e gli strumenti di tortura che abbiamo già visto contro la Grecia e l’Italia.
Minacciano i governi che si comportano male di  distruzione finanziaria. Hanno tagliato il rifinanziamento e minacciato di uccidere il sistema bancario. Creano una crisi di ribaltamento nel mercato obbligazionario “.
E’  quello che è successo in Italia nel 2011. La BCE ha ordinato cambiamenti radicali nel diritto interno italiano in una lettera segreta. Quando il governo Berlusconi ha esitato, la BCE lo ha costretto ad abbandonare il suo incarico  aumentando e  diminuendo  gli acquisti obbligazionari  da parte della banca centrale (il “gioco dello spread”). Nel 2015 a tagliare i fondi alle banche private greche, per piegare e mettere in ginocchio Siriza.
Questa   – dice il giornalista – si chiama tirannia della banca centrale, anche se pochi nel firmamento politico europeista se ne allarmano  – il che è a sua volta rivelatore: il progetto giustifica tutti i mezzi. È l’ambiente ideologico della signora Lagarde. La mia ipotesi è che si dimostrerà altrettanto spietata come i suoi predecessori della BCE nell’uso di queste arti oscure”.
E adesso vogliono mettere lo stupido e spietato Jeroen Dijsselbloem  alla testa del Fondo? L’unica ragione di scegliere lui è evidente: che “quando il progetto europeo si troverà di nuovo nelle peste, costui  subordinerà di nuovo il Fondo Monetario alle  esigenze di far sopravvivere il progetto-euro”
“Cosa diranno al resto del mondo e ai suoi possibili candidati  alla poltrona,  l’indiano Raghuram Rajan, o il re dei bond Mohamed El-Erian dall’Egitto, o il Tharman Shanmugaratnam di Singapore, o Hyun Song Shin della Corea? Quanto ci vorrà prima che si cominci a  sentir parlare del Fondo monetario asiatico?”.
Naturalmente eclissando in modo definitivo l’egemonia anglo sul mondo finanziario globale, instaurata nel 1946. I fanatici ideologici dell’euro otterranno anche questo risultato?
E pensare che gli ideologi dell’euro hanno a  disposizione un loro strumento: che però non usano. E’ la BEI, Banca Europea di Investimento, che ha a disposizione una cassa di 500 miliardi di euro  (più  del doppio della Banca Mondiale) , appunto, per rilanciare gli investimenti di cui la UE della tirchieria ha bisogno estremo: per rimodernare le infrastrutture, per finanziare la ricerca e  sviluppo e vincere l’arretratezza a cui l’hanno condannata “gli europeisti”
Benvenuti “nello  strano mondo della  Banca europea per gli investimenti , un’enorme macchina di leva senza supervisione dei politici europei che ha padroneggiato l’arte di schivare il rischio”,  ironizzava il Financial Times qualche giorno fa.  In  una Eurozona che condanna una intera generazione alla perdita:
Nella zona euro:  Oltre il 30 per cento dei giovani lavoratori sono disoccupati in mercati del lavoro più deboli come l’Italia, la Spagna e la Grecia. La proporzione di lavoratori di età compresa tra 15 e 24 anni che sono disoccupati è di circa il 16%, il doppio di quella della popolazione generale. Ciò significa che circa 2,3 milioni  sotto i 25 anni in tutto il continente sono inoccupati.   E senza speranza di rovare altro che precarietà. 
Banca europea per gli investimenti: il gigante nascosto dell’UE
Fonte: qui

Nessun commento:

Posta un commento