domenica 28 luglio 2019

I tre punti singolari (insoliti, strani) sull'uccisione del carabiniere a Roma

Ci sono almeno  tre punti che appaiono strani e singolari nella ricostruzione dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma per mano di un giovane studente americano, Elder Finnegan Lee. Non si vuole mettere in dubbio la ricostruzione dei fatti ma qualche domanda va fatta.
VIDEO: "Non pensavo fosse un carabiniere"
Lettore video di: Mediaset (Informativa sulla privacy)
1. A chiamare le forze dell’ordine è stato proprio il pusher, Sergio Brugiatelli, a cui i due ragazzi avevano rubato il borsello e con cui poi si era dato appuntamento per la restituzione in cambio di soldi e droga. Il pusher è stato arrestato. Ora, la domanda è questa: da quando in qua gli spacciatori chiamano le forze dell’ordine in caso di furto? E perché chiamarli visto che nel borsello c’erano soldi e probabilmente anche droga?
2. Il ragazzo americano che ha confessato l’omicidio di Cerciello Rega appartiene a una famiglia facoltosa. Tanto da aver pagato la stanza dell’hotel anche all’amico. Però avrebbe ucciso con 8 coltellate un carabiniere per 100 euro e un po’ di cocaina, a poche ore dal ritorno negli Usa. Si può spiegare tutto con un’eventuale stato d’alterazione dovuto ad alcol e droghe?
3. Secondo le prime informazioni sull’uccisione del militare, i responsabili sarebbero stati due nordafricani, magri e alti circa un metro e 80. Uno con i capelli mesciati. La notizia è poi stata smentita con l’arresto dei due americani. Dove è spuntata questa prima indiscrezione? E perché, visto che il collega di Cerciello sapeva bene che non avevano avuto a che fare con magrebini?
Fonte: qui
SI CHIAMANO ELDER FINNEGAN LEE E CHRISTIAN GABRIEL NATALE HJORTH, SONO CITTADINI AMERICANI E NEL CONTROSOFFITTO DELLA LORO STANZA D'HOTEL SONO STATI RITROVATI L'ARMA DEL DELITTO E I VESTITI SPORCHI DI SANGUE. A INFLIGGERE LE OTTO COLTELLATE SAREBBE STATO IL 19ENNE LEE, MA A ENTRAMBI È CONTESTATO L'OMICIDIO PERCHÉ…

Fulvio Fiano per www.corriere.it

Sono Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth i due cittadini americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. A entrambi è contestato omicidio e tentata estorsione, ma a infliggere le otto coltellate che hanno ammazzato il militare sarebbe stato il 19enne, Elder Finnegan Lee. Così si legge nelle tre pagine di decreto di fermo. I carabinieri hanno ritrovato il coltello utilizzato per l’omicidio e i vestiti sporchi di sangue nascosti nel soffitto della stanza dell’hotel dove alloggiavano. A breve inizieranno ne carcere di Regina Coeli gli interrogatori di convalida dei due fermati e, nel pomeriggio, è prevista anche l’autopsia sul corpo della vittima.

Gesto insensato
Un gesto insensato e sproporzionato nato dalla voglia di rivalsa sulla truffa subita da un pusher e finito con l’aggressione ai due carabinieri quando hanno visto di fronte a sè la concreta possibilità di finire in guai peggiori. Il decreto di fermo a carico dei due ventenni aggiunge dettagli importanti alla ricostruzione di una vicenda assai nebulosa ma che ancora oggi sembra incredibile nella sua assurdità.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevereOMICIDIO CERCIELLO - IL VIDEO DELLA FUGA DEI LADRI DELLA BORSA A TRASTEVERE
Il borsello rubato
Lee e Hjort comprano droga a Trastevere ma si accorgono gli è stata rifilata dell’aspirina. Rubano allora il borsello di un uomo, Sergio Bruggiatelli, dopo che questo li contatta sul telefono rimasto all’interno, si dicono disposti a restituirlo solo in cambio di 100 euro e un grammo di coca.Bruggiatelli, in questa ricostruzione, chiama i carabinieri che si presentano all’appuntamento e vengono aggrediti.

I due carabinieri si sono qualificati
Il decreto sottolinea che i due militari, Cerciello e il collega Varriale, si presentano in borghese ma si qualificano subito come carabinieri. Per tutta risposta i due americani tirano fuori un grosso coltello e si oppongono al fermo. L’arma, dice ancora il decreto, viene poi rinvenuta nel soffitto della camera 109 dell’hotel LeMeridien dove i due alloggiavano. In principio si era parlato di una fioriera.

mario cerciello regaMARIO CERCIELLO REGA
Versioni discordanti
Non solo su questo punto le versioni dei due reo confessi sono discordanti. Come pure resta da capire come sia possibile che un pusher chiami il 112, dunque fornendo le sue generalità, per denunciare un furto subito. Non è chiaro se fosse presente anche lui all’appuntamento-trappola o se dovesse poi incontrarsi con i carabinieri in un secondo momento.

Erano pronti a lasciare l’Italia
Nella stanza di hotel sequestrati anche gli abiti indossati dai due durante il delitto. A loro si è arrivati grazie anche ai filmati delle videocamere di sorveglianza (c’è una banca proprio di fronte al luogo del delitto) e i due sarebbero stati bloccati mentre si preparavano a lasciare Roma per tornare in patria.

Le testimonianze decisive
Decisive anche le testimonianze del personale dell’albergo (portiere notturno e facchino) che hanno indirizzato gli inquirenti e riconosciuto i due. I due assassini, entrambi residenti a San Francisco, si sono giustificati con la paura di essere di nuovo truffati perché solo uno dei due capisce l’italiano (Hjorth).

mario cerciello regaMARIO CERCIELLO REGA

Il ruolo di Natale Hjorth: ha impedito i soccorsi
Natale Hjorth ha anche sostenuto di non sapere che l’amico fosse armato ma, si legge nel decreto firmato dal pm Calabretta e dall’aggiunto D’Elia, le dimensioni della stessa non rendono credibile questa spiegazione. Lee non solo ha contribuito al delitto impedendo a Varriale di soccorrere il collega, ma si è poi dato alla fuga lasciando Cericello esanime a terra. Una delle aggravanti che vengono ora contestate ai due assieme al fatto di aver ucciso un carabiniere.
Fonte: qui

PERCHÉ SI È PARLATO DI NORDAFRICANI? LA BUFALA È STATA DIFFUSA DA PAGINE SOCIAL GESTITE DA MEMBRI DELLE FORZE DELL'ORDINE, E RIPRESA DA SALVINI 

GLI PSICOFARMACI, IL COLTELLO, IL PUSHER CHE CONTATTA I CARABINIERI PER FARSI RIDARE LO ZAINO (FA L'INFORMATORE) 

E I DUE AMERICANI, UNO CON PARENTI A FIUMICINO, HANNO ATTIRATO CERCIELLO REGA CON L'INTENTO DI…



COSA NON TORNA
Fulvio Fiano per il ''Corriere della Sera''
elder leeELDER LEE

Giovedì è una notte di svago per Gabriel Christian Natale Hjorth «Gabe», 19 anni da compiere a ottobre, in Italia da una settimana con il nonno e il padre in visita ai parenti di Fiumicino, di cui è originaria la famiglia. Da due giorni l’ha raggiunto a Roma Elder Finnegan Lee, nove mesi più grande di lui, amico fraterno nella San Francisco dove abitano e studiano. Per «vivere» la capitale hanno preso a spese di Elder una stanza al LeMeridien Visconti nel quartiere Prati ed escono con l’idea di cercare droga. L’ultima ricostruzione dell’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega parte da qui. Il decreto di fermo e gli interrogatori di testimoni e indagati forniscono maggiori dettagli, ma non chiariscono tutti i dubbi in una vicenda assai intricata.


La droga, la fuga, l’uomo del mistero
Quando è già sera tardi, Gabe e Elder si tuffano nella movida di Trastevere. Un primo video acquisito alle indagini li inquadra mentre nella pedonale piazza Mastai incontrano un uomo che spinge una bici, zaino in spalla. È Sergio Brugiatelli, 45 anni, formalmente incensurato, ma noto a tutti come un mediatore e forse un’esca per clienti in cerca di droga. Una presenza che da quanto è stato possibile ricostruire viene «tollerata» dalle forze dell’ordine in cambio di qualche dritta sui traffici illegali nello storico quartiere. Brugiatelli ottiene la fiducia dei due statunitensi e si offre di accompagnarli dai pusher. Elder resta con il suo zaino a garanzia dell’affare e Gabe, che parla qualche parola di italiano, lo segue in un angolo più riparato.
i due americani fermati per la morte di mario cerciello regaI DUE AMERICANI FERMATI PER LA MORTE DI MARIO CERCIELLO REGA

Qui il racconto dell’italiano (contradditorio di suo) e del quasi 19enne divergono. Nei fatti, l’americano chiede 80 euro di cocaina, ma in cambio riceve della aspirina sbriciolata. Non solo. Al momento di concludere l’affare e forse per coprire la truffa, ai due pusher (un uomo con un cappello nero e un nordafricano) si affiancano altre 6-7 persone che inscenano una finta lite. È un trucco per mettere fretta all’acquirente, prendere i soldi e farlo fuggire senza controllare la merce. Solo che l’americano trascina via impaurito anche l’amico che lo aspetta più indietro. Li si vede correre assieme nel secondo video diffuso venerdì.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevereOMICIDIO CERCIELLO - IL VIDEO DELLA FUGA DEI LADRI DELLA BORSA A TRASTEVERE




L’intervento di Cerciello e il contenuto dello zaino
Nello zaino ci sono documenti e il telefono di Brugiatelli, non viene trovata droga come pure sembrava possibile in un primo momento. L’uomo si fa prestare un cellulare e chiama i due americani. Si dice disposto a raggiungerli per riavere quello che gli appartiene, ma i due lo accusano del raggiro. La telefonata non è amichevole, tutt’altro. Alla fine Gabe e Elder propongono uno scambio (da cui l’idea del «cavallo di ritorno» circolata a caldo): lo zaino in cambio di 100 euro e un grammo di cocaina a ristoro di quanto subito. Brugiatelli chiama anche i carabinieri per tutelarsi. Possibile che non tema di finire nei guai? La sua posizione è al vaglio degli inquirenti.

mario cerciello regaMARIO CERCIELLO REGA
Intanto, la versione di una chiamata al 112 non trova conferme nel decreto di fermo e resta in piedi l’ipotesi che l’uomo si sia rivolto di persona a una pattuglia in zona. Piazza Mastai è di competenza della caserma Monteverde, il luogo dello scambio è a poche decine di metri da quella san Pietro, ma per il recupero della refurtiva si attivano Cerciello e il collega Andrea Varriale della caserma Farnese. Forse perché sono la pattuglia in borghese più a tiro, forse perché il doppio ruolo di Brugiatelli va protetto. L’estorsione non si consuma (e resta «tentata» nel capo d’accusa) perché all’appuntamento con Gabe e Elder si presentano Cerciello e Varriale, non la vittima del furto.

In borghese da soli: «aggressione spropositata»
Forse i due carabinieri pensano a un intervento senza rischi, forse il primo contatto salta e i due militari restano in zona sperando di incrociare comunque gli americani. Ma di fatto non ci sono neanche pattuglie di copertura nelle vicinanze pronte a dar man forte. Qui c’è l’altro snodo chiave. Varriale afferma che lui e il collega si sono subito qualificati come carabinieri, gli indagati negano (Elder si difende con la non comprensione dell’italiano).
mario cercielloMARIO CERCIELLO

Anzi, i due indagati sostengono di essersi spaventati quando, non trovandosi di fronte l’uomo dello zaino, hanno temuto una nuova trappola. Elder soffre di attacchi di panico e per gestirli fa uso dello psicofarmaco Xanax. Inoltre i due avevano bevuto e probabilmente assunto droghe. Nondimeno, la procura parla di «reazione del tutto spropositata» quando il ragazzo con la chioma mechata viola estrae il coltello e si scaglia con otto colpi sul brigadiere 35enne, accanendosi fin quando non l’ha sopraffatto.

Nell’altro corpo a corpo l’amico cerca di divincolarsi da Varriale, che molla la presa quando vede Cerciello a terra in una pozza di sangue. Non estrae l’arma e cerca di salvarlo. Un tentativo vano. Come la fuga dei due, che vengono bloccati da altri carabinieri in tempi rapidi nell’albergo lì vicino, le valigie già pronte sul letto.


mario cercielloMARIO CERCIELLO

LA BUFALA DEI NORDAFRICANI ASSASSINI DEL CARABINIERE È STATA DIFFUSA DA MEMBRI DELLE FORZE DELL'ORDINE
Simone Fontana per www.wired.it


La falsa notizia della cattura di quattro nordafricani in relazione all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega è stata pubblicata da un collega della vittima e diffusa da un agente della Guardia di Finanza, che ha esposto le foto dei presunti colpevoli sulla sua pagina Facebook da oltre 6mila follower, incitando i suoi seguaci al linciaggio.
Si è svolta così una delle numerose trame laterali del caso di cronaca che ha tenuto l’Italia col fiato sospeso nella giornata di venerdì 26 luglio e che in serata ha visto la confessione di uno dei due studenti americani fermati per l’omicidio. In mezzo, come spesso succede in questi casi, molte reazioni scomposte della politica, che in alcuni casi sono arrivate a collegare apertamente la vicenda ai salvataggi operati dalle ong del Mediterraneo.



Com’è nata la bufala
Fin dalla mattinata di venerdì si inizia a parlare di “caccia a due nordafricani”, per via di un titolo del Messaggero – ora modificato senza traccia di rettifica all’interno del pezzo – immediatamente rilanciato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che nel post su Facebook auspica “lavori forzati” per gli autori del delitto. In un articolo successivo, ancora il Messaggero fornirà un identikit più preciso dei ricercati, descrivendo uno dei due come “alto 1.80 e con le meches”.

foto di vecchi arresti usate nel caso di cerciello regaFOTO DI VECCHI ARRESTI USATE NEL CASO DI CERCIELLO REGA
La notizia viene riportata da molti organi d’informazione, da Repubblica a SkyTg 24, ma all’ora di pranzo non arriva ancora alcuna conferma ufficiale. Alle 12.47, la svolta. La pagina Facebook Puntato, L’App degli Operatori di Polizia annuncia la cattura di quattro nordafricani, “tre cittadini di origini marocchine e uno di origini algerine”, con tanto di foto segnaletiche e occhi coperti per tutelarne la privacy. Si tratta naturalmente di una bufala, che resta online per un lasso limitato di tempo, ma tanto basta a scatenare il web.

La pagina di Puntato è ritenuta una fonte piuttosto affidabile, non solo perché è l’account ufficiale di una app privata ma agganciata al sito della Polizia e dunque utilizzata dalle forze dell’ordine per, citando il sito web ufficiale dell’azienda, “fare controlli speditivi del veicolo e redigere verbali”, ma soprattutto perché è amministrata da due carabinieri attualmente in servizio.

foto di vecchi arresti usate nel caso di cerciello regaFOTO DI VECCHI ARRESTI USATE NEL CASO DI CERCIELLO REGA
Nel giro di pochissimo tempo, su Twitter spuntano le schede segnaletiche dei quattro presunti sospetti, documenti riservati e non oscurati – teoricamente nelle mani dell’Arma dei Carabinieri – che riportano nome, cognome, fotografia e persino informazioni relative a domicilio e genitori degli uomini. Uno degli utenti che per primo ha postato le immagini – per poi cancellarle – ha rivelato di averle trovate su Portale Difesa, un aggregatore di notizie sulle forze armate dotato di forum e gruppo chiuso su Facebook.


A dare la definitiva visibilità alla falsa notizia ci ha però pensato una pagina Facebook chiamata “Soli non siamo nulla. UNITI Saremo TUTTO”, che ha ripubblicato la foto messa in giro da Puntato, accompagnandola con la didascalia “Ora lasciateli a noi colleghi ed al popolo, faremo noi giustizia”. Prima di essere cancellato, il post è rimasto online per sei ore, ottenendo quasi 5mila condivisioni.


Unico amministratore della pagina – come tiene a rivendicare nella sezione informazioni del suo profilo – è V. G., da 27 anni agente della Guardia di Finanza e con un breve passato in politica, da candidato di una lista civica in lizza per le comunali di Monte Romano, in provincia di Viterbo. La sua pagina Facebook è costellata di riferimenti espliciti alla destra estrema e al fascismo, tra i quali spiccano una bandiera di Casapound accompagnata dallo slogan #NoIusSoli e diverse immagini di Benito Mussolini.

Oltre a tre profili personali e allo spazio sul social già menzionato, l’uomo gestisce un’ulteriore pagina Facebook a suo nome. In uno degli ultimi post, condividendo la notizia dell’uccisione di Cerciello, scrive: “#grazieCarola. Mi raccomando, domani tutte senza reggiseno.

foto di vecchi arresti usate nel caso di cerciello regaFOTO DI VECCHI ARRESTI USATE NEL CASO DI CERCIELLO REGA
Mortacci vostra, spero vivamente che qualche volta tocchi a voi buonisti der cazzo”. E al commento di un utente (“Io gli tirerei l’acido mortacci loro”), controbatte con una frase da gelare il sangue: “Fratè io je tirerei co na 45”.

La Guardia di Finanza ha confermato a Wired di aver attivato “urgenti approfondimenti sulla vicenda” e che eventuali responsabilità saranno poi trasmesse all’autorità giudiziaria.

Fonte: qui

SERGIO BRUGIATELLI, L'UOMO IN BICI CHE HA CHIAMATO I CARABINIERI DOPO CHE I DUE AMERICANI GLI AVEVANO RUBATO LO ZAINO: ''GLI AVEVO TIRATO IL 'PACCO' CON L'ASPIRINA AL POSTO DELLA COCAINA, COSÌ QUANDO HO CHIAMATO IL 112 HO DETTO CHE ERANO DUE NORDAFRICANI E NON DUE AMERICANI. VOLEVO UN PO' DEPISTARE…'' 
Fabrizio Caccia per www.corriere.it

SERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANISERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANI
«Gli avevo tirato il “pacco” con la cocaina e quelli per reazione m’avevano portato via di forza lo zaino, perciò avevo paura di loro, così quando ho chiamato il 112 per dare l’allarme l’ho detto io che erano stati due maghrebini e non due americani a derubarmi. Volevo un po’ depistare...».

Una casa modesta al Portuense
Sergio Brugiatelli, 47 anni, una modesta casa al Portuense, piccoli precedenti per reati contro il patrimonio e vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, avrebbe spiegato così agli investigatori parte delle incongruenze che lo riguardano nell’ambito dell’inchiesta sull’uccisione del vicebrigadiere Cerciello Rega in via Pietro Cossa. L’uomo al momento non è indagato e neppure agli arresti domiciliari, malgrado ieri si fosse diffusa questa voce. Ma dal rione Prati, il luogo del delitto, bisogna spostarsi di quasi 3 chilometri (più di mezz’ora a piedi) e arrivare in piazza Mastai, a Trastevere.
i due americani fermati per la morte di mario cerciello regaI DUE AMERICANI FERMATI PER LA MORTE DI MARIO CERCIELLO REGA

I contatti con i pusher
É qui che una telecamera di sorveglianza inquadra Brugiatelli, la sera del 25, con la sua bicicletta e lo zainetto nero sulle spalle, che entra in scena precedendo di qualche passo i due americani. L’uomo bazzica con la sua bici le piazze della movida romana e conosce bene gli spacciatori locali. Nelle immagini del video chiede qualcosa a un homeless che riposa su una panchina, quello gli indica un punto. Dev’essere lì che si trova il pusher da cui i due statunitensi vorrebbero acquistare il grammo di cocaina. È proprio il “pacco” di cui parla Brugiatelli: al posto della cocaina, il pusher cede loro aspirina. Quando se ne rendono conto, Hjorth e Lee, il pusher è già sparito e loro decidono di punire Brugiatelli.

Spunta un testimone
SERGIO BRUGIATELLISERGIO BRUGIATELLI
In piazza Mastai, però, c’è un posteggiatore abusivo egiziano, Tamer Salem, 52 anni, che afferma di conoscere bene Sergio e racconta un’altra storia: «I due americani e lui non hanno mai litigato, se ne stavano insieme su una panchina verso le undici e mezza di sera e sembravano strafatti. Poi all’improvviso da dietro sono arrivati quei due carabinieri e gli americani hanno cominciato a correre all’impazzata, mentre Sergio si è allontanato con la bici. É cominciato così l’inseguimento». Ma la testimonianza è ritenuta «inattendibile» da chi indaga.


Fonte: qui



MENTRE ''GABE'' NATALE SCARICA L'AMICO FINNEGAN ELDER (L'ACCOLTELLATORE), ECCO L'ULTIMA VERSIONE DEI FATTI SECONDO IL ''MESSAGGERO'' E L'ORDINANZA DI CONVALIDA DEGLI ARRESTI: CERCIELLO REGA E IL COLLEGA VARRIALE VENGONO CHIAMATI DA ALTRI CARABINIERI, BEN 4, CHE PRIMA AVEVANO ASSISTITO ALLA SCENA DEL FURTO DELLO ZAINO, POI CONSIGLIANO ALLO SPACCIATORE BRUGIATELLI DI CHIAMARE IL 112. A QUEL PUNTO… 

ELDER AGLI AVVOCATI: ''PENSAVO FOSSE UN PUSHER, HO AVUTO PAURA''. MA VARRIALE SOSTIENE CHE CERCIELLO HA URLATO: ''SIAMO CARABINIERI,BASTA!'' MENTRE VENIVA PUGNALATO


Valentina Errante e Giuseppe Scarpa per “il Messaggero

«Non sapevo che avesse il coltello». Christian Gabriel Natale Hjorth scarica l'amico Finnegan Lee Elder, il responsabile delle undici coltellate che hanno ucciso Mario Cerciello Rega. Natale prende così le distanze dall'amico, tentando di differenziare le posizioni. Dopo le dichiarazioni di venerdì, adesso anche il suo avvocato Emiliano Sisinni marca le diverse situazioni processuali: «La sua posizione è estranea all'imprevedibile condotta di Lee che ha portato alla morte del servitore dello stato».

Intanto emergono nuovi dettagli sugli ultimi istanti di Rega: «Aiuto, mi stanno ammazzando», gridava il militare. Il vicebrigadiere dell'Arma è crollato a terra per le coltellate sferrate da Elder, mentre il collega Andrea Varriale era impegnato in un corpo a corpo con l'altro ragazzo americano. Non è riuscito a reagire alle pugnalate Rega. Non compare nessuna ferita sulle braccia, ultima traccia del tentativo di parare il coltello. Il primo colpo fatale, come emerge dall'autopsia, è al cuore. Non gli lascia scampo. Solo un grido disperato d'aiuto, come hanno poi ricostruito gli investigatori.
mario cerciello regaMARIO CERCIELLO REGA

LA RICOSTRUZIONE
La ricerca di una notte, tra giovedì e venerdì, a sniffare cocaina è il primo pezzo del puzzle per comporre l'intera storia. Natale e Elder sono in cerca di droga. Sergio Brugiatelli è l'uomo che si offre di aiutarli. Come garanzia, l'italiano consegna a Elder uno zaino, con il suo cellulare e i documenti. Poi assieme a Natale, che parla italiano, si dirige dai pusher a Piazza Mastai. Gli spacciatori gli rifilano un'aspirina tritata. Poi litigano tra di loro. L'obiettivo è quello di mettere fretta all'americano, e incassare subito i soldi della dose. Le cose però non vanno per il verso giusto.

SERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANISERGIO BRUGIATELLI CON I DUE AMERICANI
Natale, infatti, si spaventa e fugge. Corre dall'amico e insieme scappano con lo zaino di Brugiatelli. Quest'ultimo è disperato. Alla scena assistono quattro carabinieri fuori servizio, due marescialli e due ragazzi che da poco sono entrati nell'Arma. Tentano un inseguimento, ma non riescono. Gli americani sono troppo lontani. I militari allora suggeriscono a Brugiatelli di telefonare al 112. Lui lo fa. Prima, però, chiama al suo cellulare, che è nelle mani di Elder e Natale.

A rispondere è quest'ultimo che non solo pretende 100 euro, ma reclama anche un grammo di cocaina. Poi fissa il luogo dell'incontro, via Pietro Cossa quartiere Prati a cinquanta metri dall'albergo a quattro stelle, Le Meridien, in cui i due amici soggiornano. Brugiatelli si sente con le spalle al muro, chiama perciò il 112 dal cellulare di una persona presente in piazza Mastai, come gli era stato suggerito dai militari che avevano assistito alla scena. In poco tempo arriva una pattuglia.

i due americani fermati per la morte di mario cerciello regaI DUE AMERICANI FERMATI PER LA MORTE DI MARIO CERCIELLO REGA
Anche i 4 carabinieri presenti si muovono e chiamano due loro colleghi, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. Così, quando arriva l'auto di servizio sul posto, ci sono più uomini dell'Arma. Alla fine decidono chi deve andare all'appuntamento: la coppia Rega e Varriale. Ecco quindi che si dirigono all'appuntamento insieme a Brugiatelli. I militari, in borghese, con le pistole nelle fondine, passeggiano in via Cossa. Spuntano Natale e Elder, che prima erano andati a cambiarsi in albergo.

omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevereOMICIDIO CERCIELLO - IL VIDEO DELLA FUGA DEI LADRI DELLA BORSA A TRASTEVERE




Uno dei due indossa una felpa scura con il cappuccio in testa. Si guarda intorno in modo sospetto. I militari si avvicinano e si qualificano, secondo la versione di Varriale. «Non dicono di essere carabinieri», per Elder e Natale. Ad ogni modo gli americani perdono la testa. Elder che aveva portato con sé un coltello con una lama come quella di una baionetta lunga tra i 16 e 17 centimetri, non esita ad usarla. La conficca per 11 volte sul corpo di Cerciello. Il collega è impegnato in un corpo a corpo con Natale. Per questo, forse, non tira fuori la pistola.

finnegan lee elder copiaFINNEGAN LEE ELDER COPIA
A questo punto i ragazzi scappano, mentre Varriale si getta sul collega. Corre a perdifiato verso l'auto di servizio, schiaccia un pulsante per dare l'allarme di soccorso alle pattuglie di zona. A sirene spiegate arriva l'ambulanza. Al Santo Spirito Rega arriva in condizioni disperate e morirà poco dopo.








CC UCCISO: COLLEGA, CI QUALIFICAMMO ANCHE CON TESSERINO
 (ANSA) - "I due soggetti, notati di un atteggiamento palesemente guardingo e sospettoso, venivano da noi repentinamente avvicinati. Contestualmente ci qualificavamo come appartenenti all'Arma dei carabinieri attraverso anche l'esibizione dei nostri tesserini di riconoscimento". E' la ricostruzione degli istanti dell'aggressione mortale fornita da Andrea Varriale il collega del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, contenuta nell'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i due cittadini americani. "Ma i due - aggiunge - ancor prima di procedere a una qualsiasi forma di regolare controllo ci aggredivano fisicamente per vincere un nostro tentativo di bloccaggio".
finnegan lee elderFINNEGAN LEE ELDER

CC UCCISO: ELDER, HO AVUTO PAURA, PENSAVO FOSSE PUSHER
 (ANSA) - "Non avevo capito che era un carabinieri, ho avuto paura, credevo fosse uno dei pusher". E' quanto ha ribadito al suo difensore che lo è andato a trovare in carcere Finnegan Lee Elder, il 19enne californiano che ha confessato di essere l'autore materiale delle 11 coltellate al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.

CC UCCISO: COLLEGA, MARIO PERDEVA MOLTO SANGUE,I DUE IN FUGA
 (ANSA) - "Dopo pochi istanti, notavo entrambi i soggetti che si davano alla fuga in direzione via Cesi e in tale frangente notavo il vice brigadiere Cerciello Rega che perdeva moltissimo sangue dal fianco sinistro all'altezza del petto". E quanto ricorda Andrea Varriale, il carabiniere che era con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega sul luogo dell' aggressione, come riportato nell'ordinanza del gip che ha disposto il carcere per i due cittadini americani. Prima di "accasciarsi al suolo" disse "mi hanno accoltellato". "Contattavo immediatamente la centrale operativa per richiedere i soccorsi e in attesa del loro arrivo tamponato le ferite riportate dal collega - racconta ancora -. Nel frattempo notavo sopraggiungere sul luogo del fatto anche altre pattuglie sia dell'arma che della polizia di Stato".

mario cercielloMARIO CERCIELLO
CC UCCISO: ELDER VISITATO DA UN MEDICO IN CARCERE
 (ANSA) - E' stato visitato da un medico ed è costantemente monitorato in carcere Finnegan Lee Elder, il cittadino californiano che ha ammesso di essere l'autore materiale delle 11 coltellate inferte al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. "Ho trovato il mio assistito sia psicologicamente che fisicamente più rinfrancato rispetto a sabato quando fatto udienza davanti a gip per convalida del fermo", afferma l'avvocato Francesco Codini lasciando il carcere di Regina Coeli.

CC UCCISO: DERUBATO DISSE,"AGGRESSORI CON ACCENTO AMERICANO"
gabe natale copiaGABE NATALE COPIA
 (ANSA) - "Entrambi avevano un accento inglese, credo americano". Sarebbe la descrizione fornita agli investigatori da Sergio B., l'uomo derubato dello zaino, la notte dell'aggressione mortale al vice brigadiere Mario Cerciello Rega e contenuta nell'ordinanza in cui il gip di Roma ha confermato il carcere per i due californiani. "Il primo ragazzo aveva i capelli biondi, era alto circa 1,80 metri, indossava una camicia color crema a quadri e pantaloni jeans scuri - riferì l'uomo -. Mentre il secondo aveva i capelli mossi con delle meches di colore viola, alto circa 1,80 metri, aveva un tatuaggio sull'avambraccio destro di grosse dimensioni, indossava una maglietta di colore chiaro e jeans di colore scuro. Quest'ultimo ragazzo sembrava tipo intontito. Aggiungo che entrambi avevano un accento inglese, credo americano".

Fonte: qui

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